Oltre 300mila da Bolzano a Palermo contro la "riforma" Gelmini
Un fiume in piena di studenti, precari, ricercatori e docenti in 90 città d'Italia
I giovanissimi grandi protagonisti. Le studentesse molto combattive. I marxisti-leninisti presenti nelle manifestazioni di Milano, Padova, Bologna, Firenze, Pesaro, Napoli, Bari, Lecce, Catania e Palermo
Rabbiosa reazione della Gelmini

di Federico Picerni*
Una marea di 300mila fra studenti, precari, ricercatori e docenti si è riversata l'8 ottobre nelle strade di 90 città d'Italia, da Nord a Sud, per fare sentire con forza la protesta contro la "riforma" Gelmini e la nera politica scolastica del governo del neoduce Berlusconi, che uccide l'istruzione pubblica mediante la trasformazione di scuole e università in fondazioni private dirette da pratiche aziendalistiche.
Con grande combattività questo vero e proprio fiume in piena ha raggiunto uno dei suoi picchi più alti a Roma, con 30mila manifestanti proprio sotto il ministero in viale Trastevere, dove all'alba erano stati messi striscioni con scritte tipo: "Voi siete l'incubo, noi la sveglia". A Napoli se ne sono riversati in piazza in 35 mila. Ovunque i giovanissimi sono stati grandi protagonisti, e le studentesse si sono distinte per la combattività.
Insieme agli studenti sono scesi in piazza anche i ricercatori, che da settembre protestano in difesa dei propri diritti, i precari e i docenti, martoriati da tagli e precarizzati a vita, ma anche i disabili, per i quali sono stati letteralmente cancellati gli insegnanti di sostegno.
Particolarmente sentito anche il tema della fascistizzazione delle scuole con l'introduzione di pratiche militari, tipo la "mini-naja" e gli "allenati per la vita" (leggi nuovi balilla): a Palermo (5mila a protestare) gli studenti hanno bruciato il fantoccio di un militare per esprimere la propria protesta verso queste iniziative di fascistizzazione; a Milano (proprio in Lombardia sono stati lanciati i neobalilla), dove sono scesi in piazza in 20 mila, è stata portata in corteo un'immagine della Gelmini in abiti militari e sono stati lanciati cori contro la militarizzazione.
In migliaia hanno invaso le strade di Firenze, Bologna, Bari, Lecce, Catania, Genova, Messina, Trieste, Cagliari, Oristano, Bergamo, Viterbo, Siena, Aosta.
A Milano le "forze dell'ordine" hanno selvaggiamente caricato un corteo che si dirigeva alla Statale per tenere un'assemblea. A Firenze una provocazione di "Casaggi", organizzazione giovanile fascista, è stata respinta dagli studenti. Intanto sono scattate le denunce per decine di studenti "colpevoli" di pseudo reati.
Le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti hanno partecipato alle manifestazioni di Milano, Padova, Bologna, Firenze, Pesaro, Napoli, Bari, Lecce, Catania e Palermo avanzando la nostra proposta per scuola e università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti. A Catania una manovra provocatoria dei fascisti è stata sventata dagli studenti; i balilla si sono allora rivolti contro il PMLI ma hanno trovato pane per i loro denti grazie anche all'intervento di amici del Partito.
Molto importante è il fatto che in svariate città gli studenti hanno individuato nella Confindustria, e cioè nel capitalismo, la fonte dei mali che affliggono la scuola e l'università pubbliche, sottolineando dunque la necessità di integrare le proprie lotte con le lotte operaie. "Gli studenti - si legge in una nota dell'Unione degli Universitari (UdU) - saranno in piazza inoltre il 16 ottobre accanto alla CGIL per difendere i lavoratori".
Secondo l'UdS si è trattato di una giornata importante anche per promuovere l'"AltraRiforma", un progetto di riforma della scuola dal basso, che rivendica fra le altre cose maggiore rappresentanza studentesca, più momenti di dibattito e percorsi didattici stabiliti congiuntamente da studenti e docenti.
La Gelmini ha replicato con una rabbiosa nota nella quale liquida la protesta come una riproposizione di "vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo, di chi è aprioristicamente contro qualsiasi tipo di cambiamento e crede di usare la scuola come luogo di indottrinamento politico della sinistra". "Dobbiamo puntare ad una scuola di qualità", prosegue la nota, "più legata al mondo del lavoro e più internazionale"; secondo quanto detta Confindustria, aggiungiamo noi.
Queste parole, che per nulla differiscono dal mussoliniano "me ne frego della piazza" tanto adorato dalla gerarca all'istruzione, e a cui subito ha fatto eco il capogruppo PDL alla Camera Cicchitto dicendo sostanzialmente le stesse cose, non sorprendono di certo, comunque denotano il fatto che il governo non è per nulla interessato ai problemi degli studenti e dell'istruzione pubblica, e che, pur digrignando i denti, ha paura della piazza.
Né sorprende ma conferma quanto sopra il fatto che diversi giornali filogovernativi si siano concentrati più sui problemi arrecati alla viabilità che sui contenuti effettivi della protesta.
Sempre nell'ambito delle reazioni politiche, da segnalare che, mentre Francesca Puglisi, responsabile scuola del PD, respingeva l'accusa della Gelmini di "indottrinare" gli studenti, l'Assemblea nazionale dello stesso partito tenutasi nei giorni 8-9 ottobre approvava un "documento Scuola" che poco si distanzia dal progetto governativo, specie riproponendo l'"autonomia scolastica", contemplata anche nel ddl Aprea. E comunque il PD non trova vita facile nel movimento, in quanto si fa sempre più strada la consapevolezza che si tratta di un partito di regime su cui non si può fare affidamento.
In definitiva, l'8 ottobre ha posto ottime prospettive per il rilancio di un impetuoso movimento studentesco. Avremo un autunno incandescente di lotte se proseguirà su questa strada, e soprattutto se terrà ben saldo l'obiettivo di continuare a oltranza la mobilitazione, affossare la "riforma" Gelmini, coniugare le lotte studentesche con le lotte operaie, e quindi buttar giù il governo Berlusconi.
Noi marxisti-leninisti faremo la nostra parte. La nostra posizione è quella di dar vita ad un vasto fronte unito in difesa dell'istruzione pubblica, che coinvolga prima di tutto gli studenti, ma anche precari, ricercatori, docenti, personale Ata, e tutte le forze che condividono questo obiettivo.
Allo stesso tempo riteniamo che il movimento, per essere di ampio respiro e andare a fondo nei problemi che affronta, debba porre nella propria piattaforma (come del resto sta già facendo) il ritiro e la cancellazione di tutte le precedenti controriforme Berlinguer-Zecchino-Moratti-Fioroni-Gelmini che, picconata su picconata, hanno progressivamente demolito l'istruzione pubblica, opponendosi in particolare alla trasformazione delle università in fondazioni private ed all'autonomia scolastica che costringe i singoli istituti, per sopravvivere, a cercare finanziamenti privati nel proprio territorio.
Per questo, le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti porteranno la nostra proposta per scuola e università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti, che riscontra sempre maggiore approvazione. Tuttavia noi poniamo anche un'altra questione, quella del governo della scuola e dell'università: è sotto gli occhi di tutti che gli studenti non hanno alcun potere, la loro rappresentanza non è che formale e del tutto fittizia, tanto più che nelle recenti controriforme la rappresentanza studentesca viene ancor più ridotta incrementando il potere dei consigli di amministrazione dove gli studenti non hanno voce in capitolo. La questione non è secondaria e siamo convinti che vada posta al centro delle rivendicazioni del movimento.
Noi proponiamo che gli "organi collegiali" vengano sostituiti da organi di governo che vedano gli studenti come maggioranza e i docenti ed il personale Ata come minoranza, i cui rappresentanti vengono eletti dalle rispettive Assemblee generali sulla base della democrazia diretta e revocabili in qualsiasi momento.
Fin da subito occorre anche fare pressione sulla CGIL e sui "sindacati di base" affinché proclamino lo sciopero generale della scuola con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi. Intanto, tutti uniti stringiamoci alla Fiom e ai metalmeccanici nella grande manifestazione di Roma del 16 ottobre.
Diamo battaglia per l'istruzione pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti!

* Responsabile del CC del PMLI per il lavoro giovanile

13 ottobre 2010