In Val Susa
La polizia carica selvaggiamente i Notav
Due i feriti gravi. La governatrice Bresso difende a spada tratta il megaprogetto speculativo: "Non avremo comprensione per l'uso della violenza". Chiamparino parla provocatoriamente di "azioni fasciste"

La trivella per il sondaggio S72 era arrivata in località Coldimosso, come al solito, prima dell'alba del 17 febbraio. I Notav non si sono fatti cogliere impreparati, seguono le trivelle dei sondaggi da giorni: nel tardo pomeriggio dall'ormai storico presidio Maiero-Meyer sono arrivati di fronte al cantiere di scavo, eludendo i posti di blocco attraverso i boschi e cogliendo di sorpresa la polizia schierata a proteggerlo. I manifestanti si avvicinano, ai lanci di palle di neve contro gli agenti (la questura parlerà invece di sassaiola) si scatena l'inferno: una carica selvaggia con lacrimogeni, calci e manganelli. "Persone a terra - dicono i Notav - sono colpite ripetutamente alla schiena e in testa". Due i feriti gravi: Marinella Alotto, 46 anni ambulante con fratture plurime al volto e alle costole e sospette lesioni interne e, più grave, Simone Pettinati, 25 anni, torinese, redattore di Radio Blackout, in prognosi riservata all'ospedale Molinette di Torino per un forte trauma cranico con emorragia. Tra i manifestanti decine i feriti curati dai medici in valle per timore dell'arresto in ospedale e due feriti tra le "forze dell'ordine".
Le testimonianze parlano di un accanimento particolare nei pestaggi, con scene simili a quelle di Genova 2001: l'uso feroce dei manganelli, la gente a terra malmenata da grappoli di agenti inferociti, la caccia all'uomo anche quando gli assembramenti erano sciolti. "Ci eravamo accorti - dice Loredana Bellone, sindaco di San Didero - che le cose erano cambiate. Sono arrivati poliziotti da Roma, da altre parti d'Italia. Perché? Il cantiere sarebbe finito mercoledì. Non credo che abbiano chiamato rinforzi da mezza Italia per smontare una trivella, per dare il cambio ai poliziotti già in valle". Ma il governo e le amministrazioni locali (provincia e regione, e comune di Torino sono a favore della Torino-Lione e tutte in mano al "centro-sinistra"), non ascoltano.
La violenta e inaudita repressione è un segnale chiaro per annientare e zittire la tenace lotta dei Valsusini, perché, ancor più di prima, a campagna elettorale iniziata, disturba e mette in difficoltà, più di quelli della destra, i candidati della "sinistra" borghese che schierati da sempre a favore della megaspeculazione ora reagiscono rabbiosamente contro la popolazione in lotta.
La governatrice Mercedes Bresso, ricandidata per il Pd alla regione Piemonte, con una faccia di bronzo inaudita tuona: "Il dissenso non può mai essere manifestato con atti illegali né tantomeno violenti" e, in tv domenica 21 nella trasmissione "In mezz'ora" dell'Annunziata, ha il coraggio di dire che i dissidenti nella valle sono pochi e ininfluenti, sono una minoranza. Le fa eco il sindaco di Torino Chiamparino che provocatoriamente definisce "azioni fasciste" la sacrosanta protesta della popolazione.
Il braccio armato ha anche un nome: Spartaco Mortola, il vice-Questore di Torino che dirige la repressione delle proteste in Val di Susa, è l'ex capo della Digos di Genova, all'epoca delle proteste contro il G8. Lo stesso funzionario per il quale i pm titolari dell'inchiesta genovese sul "macello" della scuola Diaz avevano chiesto la condanna a un anno e mezzo di reclusione con l'accusa di aver tentato, come il suo capo De Gennaro, di occultare le responsabilità; assolti poi entrambi con una sentenza scandalosa.
Il movimento ha continuato la protesta bloccando, in direzione Torino, la A32 a Chianocco, fino al luogo del carotaggio, difeso dalla polizia, quindi le statali 24 e 25; nel capoluogo piemontese nella notte un picchetto ha bloccato le distribuzioni delle prime copie de La Stampa, rea di non informare correttamente sulle lotte. Il 18 mattina, c'è stato un presidio davanti alle sedi Rai di Torino e, alle 18, all'autoporto di Susa, si è svolta una fiaccolata di solidarietà con i feriti.
Il movimento Notav chiede che siano praticate soluzioni alternative, che rispettino ambiente e territorio. Alternativi alla Tav sarebbero il miglioramento e il potenziamento dell'infrastruttura esistente.

24 febbraio 2010