Presidio permanente davanti a Montecitorio
I precari della scuola siciliani sul piede di guerra contro il governo Berlusconi
Duramente contestato l'imbroglione e falso meridionalista Lombardo. Gli insegnanti chiedono la cancellazione della legge Gelmini

Dal nostro corrispondente della Sicilia
Sono cinquemila i posti di lavoro che, secondo la controriforma Gelmini, dovrebbero scomparire dalla scuola siciliana per l'anno scolastico 2010/2011, cifra che in 3 anni dovrebbe raggiungere quota 21 mila. Un vero disastro per l'istruzione pubblica e per le famiglie di lavoratori precari del settore. Tagli insostenibili, che dal 16 agosto hanno portato alla mobilitazione i precari dell'isola. Ultimo atto di mobilitazione l'occupazione, il 30 di agosto, dei locali del Provveditorato di Palermo da parte della Flc-Cgil, del "coordinamento scuola di Palermo'' e del "comitato 16 agosto". In un comunicato la Flc denuncia che i provvedimenti del governo Berlusconi, particolarmente duri contro la scuola siciliana costruiscono "una diseguaglianza sociale e culturale dal punto di vista delle opportunità". Infatti il tempo scuola dei bambini alle elementari è di sole 27 ore in Sicilia, contro le 40 ore a disposizione dei coetanei italiani. A fronte dei tagli della controriforma la Flc ha chiesto ''di aumentare il tempo a disposizione degli alunni, di arrivare almeno alle 30 ore". Anche i corsi serali per persone adulte hanno subito un drastico ridimensionamento in Sicilia. Ad esempio, a Licata, in provincia di Agrigento, il quarto anno il corso serale è stato interrotto per mancanza di organico e ci sono 22 adulti che non si possono diplomare, dopo aver investito tempo e denaro, perché la loro classe è stata chiusa.
La protesta è andata montando e in due settimane è dilagata in tutte le città siciliane. Hanno iniziato i precari palermitani con un presidio permanente davanti all'Ufficio scolastico provinciale di Palermo. In tre avevano iniziato uno sciopero della fame, ma uno dei lavoratori, cardiopatico, ha deciso, dopo vari malori, di interrompere questa forma autolesionista di protesta utile solo a fiaccare la resistenza fisica e mentale dei precari. Duramente contestato dai precari e dalle loro famiglie con fischi e urla, il governatore siciliano Raffaele Lombardo, recatosi a portare la sua ipocrita solidarietà ai lavoratori in lotta. I precari siciliani non perdonano a Lombardo di aver votato la fiducia sulla Finanziaria di lacrime e sangue soprattutto per le masse popolari meridionali. Secondo i precari, inoltre, Lombardo è parte attiva della demolizione della scuola pubblica siciliana, una docente dichiara che siamo di fronte a un "gioco politico mirato a favorire le scuole private: Sono aumentate le sovvenzioni per le scuole private ma mancano i soldi per le scuole pubbliche. Un esempio? Se un ragazzo viene bocciato in prima superiore, per ripetere l'anno può accedere ad un istituto privato pagato dalla Regione Sicilia. Non ci meravigliamo che ci siano sempre meno iscritti nelle scuole pubbliche, ma la Regione dove li ha presi i soldi per pagare gli istituti privati?". Ecco, infatti, dove li ha presi? Con quale faccia Lombardo si presenta ai precari siciliani a portare solidarietà?
Il 24 i precari hanno occupato il provveditorato di Caltanissetta, mentre manifestazioni giornaliere si svolgono a Catania e Trapani. La protesta è dilagata anche a Messina, dove in due anni si perderanno 1500 posti di lavoro nella scuola. I lavoratori hanno organizzato una manifestazione davanti alla prefettura. Il 26 agosto centinaia di lavoratori della scuola, con l'appoggio dei sindacati, hanno dato vita ad una manifestazione a Piazza Politeama, nel cuore di Palermo, dove hanno inscenato il funerale della scuola pubblica siciliana, con tombe, approntate con lapidi, fiori e lumini di cartapesta, mentre alcuni insegnanti e collaboratori scolastici hanno recitato la parte dei cadaveri, distesi sulle finte tombe.
Il 30 agosto i docenti e il personale Ata di Ragusa hanno tenuto un sit-in organizzato dal "Comitato Spontaneo Precari della Scuola Pubblica Ispica". "La Sicilia - scrive in un documento il comitato - risulta la regione più colpita. Di riflesso, la provincia di Ragusa ne patisce gli effetti. Saranno 352 i posti in meno. 74 nelle scuole primarie, 32 alle medie, 96 alle superiori e 150 nel personale Ata. Sono questi i dati, conseguenza diretta delle misure normative predisposte dal ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini".
I lavoratori siciliani si sono anche spostati a Roma, dove per alcuni giorni hanno tenuto un sit-in e organizzato un presidio permanente sotto Montecitorio: la richiesta netta è il ritiro della legge Gelmini, senza compromessi. I governi nazionale e regionale continuano a non dare risposta alle migliaia di lavoratori siciliani che quest'anno non verranno riconfermati nell'incarico. Il sottosegretario all'Istruzione Giuseppe Pizza, Pdl, che ha incontrato i precari palermitani ha proposto l'attuazione di un turn-over progressivo. Un'ipotesi che non risolverebbe il problema e la cui attuazione, in ogni caso, dovrebbe essere subordinata dalle disponibilità economiche a livello nazionale. I precari hanno risposto con un'assemblea al Provveditorato occupato di Palermo, chiedendo che la legge 133 del 2008 che ha seriamente compromesso l'offerta formativa nelle scuole dell'obbligo siciliane, quelle tradizionalmente più soggette al fenomeno della dispersione scolastica, venga cancellata.

1 settembre 2010