Regime neofascista
IL PLURINQUISITO PREVITI VUOLE I NOMI DELLE "TOGHE ROSSE''
"...Che venga comunicato al sottoscritto l'elenco contenente i nominativi dei magistrati iscritti alla corrente associativa `Magistratura democratica'. Si segnala il carattere di estrema urgenza della presente istanza per evidenti ragioni di giustizia...".
Con questa esortazione di chiaro stampo neofascista contenuta in un fax intestato e spedito alle 13 e 45 di lunedì primo luglio, il deputato di Forza Italia Cesare Previti, plurinquisito in vari processi di corruzione insieme al neoduce Berlusconi, attraverso il suo legale Angelo Alessandro Sammarco, materiale estensore dell'istanza, ha formalmente chiesto a Livio Pepino, presidente di Magistratura democratica (la corrente di sinistra oggi maggioritaria con i "Movimenti Riuniti'' della magistratura italiana), la consegna dell'elenco nominativo di tutti i circa 700 magistrati italiani (tra pubblici ministeri e giudici di merito) iscritti a Md.
Una iniziativa senza precedenti nella storia repubblicana che, al di là della palese violazione delle norme costituzionali a tutela della "libertà di associazione di tutti i cittadini'' e della legge sulla privacy, al di là dello scopo immediato che si prefigge di raggiungere, ossia la ricusazione dei giudici di Milano, Palermo e di tutte le altre procure che indagano sulle malefatte tangentiste e mafiose di Berlusconi, Previti, Dell'Utri e di tutta la banda Mediaset, conferma la volontà da parte del governo del neoduce Berlusconi e dei massimi esponenti della casa del fascio di intimidire e irreggimentare la magistratura assoggettandola al potere politico secondo quanto stabilito nel famigerato "piano di rinascita democratica'' di Gelli e della P2.
Non a caso nel commentare il diktat di Previti, il presidente di Md Pepino ha dichiarato che "soltanto il fascismo aveva dimostrato tanto disprezzo e diffidenza nei confronti della magistratura associata''.
L'iniziativa di Previti contro le cosiddette "toghe rosse'' non è infatti un fulmine a ciel sereno ma giunge nel bel mezzo di un feroce attacco da parte del governo contro l'indipendenza della magistratura. Basta pensare alle bordate dell'allora sottosegretario Taormina contro i giudici milanesi; la controriforma dell'ordinamento giudiziario annunciata dal Guardasigilli Castelli; al varo della controriforma del Csm che modifica l'elezione e la composizione dell'organo di autogoverno dei giudici; fino all'inaudita richiesta di Castelli che in occasione dello sciopero dei magistrati ha dato ordine a tutte le istituzioni periferiche dello Stato di stilare e far pervenire al Viminale l'elenco di tutti i magistrati scioperanti; per rendersi conto che Previti punta all'approvazione in tempi rapidi dei disegni di legge Anedda e Pera presentati nella scorsa legislatura, che fra l'altro prevedono proprio la ricusazione di un giudice sulla base delle proprie idee e opinioni politiche. Insomma il plurimputato Previti vuole scegliersi da solo i giudici che dovranno decidere sulla sue malefatte non solo a Milano ma in tutte le altre procure d'Italia in cui è sotto processo. Infatti, scrivono Previti e Sammarco nella loro istanza: "Poiché l'onorevole Previti è destinatario di ulteriori iniziative giudiziarie presso altre sedi italiane sempre in relazione a procedimenti per reati di diffamazione (...) si chiede che venga comunicato con urgenza l'elenco nominativo dei magistrati iscritti alla corrente associativa Magistratura democratica''.
Ossia la compilazione di una lista di proscrizione con nome cognome, indirizzo e ufficio di tutti quei magistrati non omologati al regime proprio come avveniva ai tempi di Mussolini.

29 agosto 2002