DENTRO LA LEGGE FINANZIARIA DI GUERRA DI BERLUSCONI
Ecco alcune delle principali misure varate con la
Legge finanziaria 2002.
IMPRESE
Proroga a tutto il 2002 del regime di non sanzionabilità per i contribuenti che si
adeguano agli studi di settore riportando nella dichiarazione dei redditi ricavi anche non
annotati nelle scritture contabili. Le imprese del Mezzogiorno che nel 2002 assumono nuovi
dipendenti saranno esentate dal pagamento dei contributi per i prossimi tre anni. Per le
imprese individuali possibilità di escludere dal patrimonio i beni strumentali pagando
un'imposta sostitutiva del 10%. Confermata anche la riduzione del contributo per la tutela
della maternità. Per l'agricoltura scende l'Irap (già in via di estinzione con la delega
fiscale), dal 2,5 all'1,9%. Abolita la tassa sulle insegne inferiori ai 5 metri quadri.
Istituita una sanatoria dell'abusivismo pubblicitario, delegata ai Comuni.
Fondazioni bancarie: saranno completamente azzerati gli attuali vertici e dovranno cedere
le loro partecipazioni bancarie, che passeranno a società di gestione del credito
nominate da Tremonti. Le Fondazioni, che detengono 80 mila miliardi di patrimonio, sono
concentrate in massima parte nel Nord, dove il Polo è più forte. Con la loro
trasformazione quest'ultimo si è aperto la strada al loro controllo, anche nel quadro
della "devolution'' federalista, perché le Fondazioni dovrebbero svolgere un ruolo
chiave nell'applicazione della sussidiarietà.
IMMOBILI
Proroga a tutto il 2002 della detrazione Irpef del 36% per le ristrutturazioni. Prorogata
anche l'Iva al 10% per l'acquisto di materiali per le ristrutturazioni. Soppressione
anticipata dell'Invim (imposta sull'incremento di valore degli immobili). Alla
chetichella, con l'articolo 71 votato quasi all'unanimità, è passato il trasferimento ai
Comuni, e successivamente ai privati, delle aree demaniali in cui siano state realizzate
opere di urbanizzazione e costruzioni prima del 1991. In pratica è la sdemanializzazione
delle spiagge e delle coste saccheggiate dagli abusivi, sul modello inaugurato dal
neogovernatore siciliano Cuffaro: un provvedimento mostruoso, che Polo e Ulivo hanno
riconosciuto essere passato grazie a una "svista''. L'articolo è stato confermato lo
stesso così com'era, per non rimandare tutta la legge alla Camera. L'Ulivo ha accettato
fidandosi dell'impegno del governo a presentare un apposito decreto correttivo entro
gennaio. Staremo a vedere, ma come si dice: fatta la grazia...
PRIVATIZZAZIONI E LIBERALIZZAZIONI
L'articolo 28 stabilisce che entro 6 mesi il governo individuerà gli enti, le
amministrazioni, le agenzie e gli altri organismi pubblici per disporre la loro
trasformazione in Spa o in Fondazioni di diritto privato, ovvero la fusione con altri
organismi o la soppressione e messa in liquidazione. I primi ad essere privatizzati
saranno gli ospedali e le case di cura che svolgono ricerca a carattere scientifico
(Irccs).
Le pubbliche amministrazioni potranno acquistare sul mercato i servizi originariamente
prodotti al loro interno, costituire organismi privati a cui affidare i suddetti servizi o
rivolgersi a soggetti privati per lo stesso motivo (il cosiddetto "outsourcing'' oggi
tanto di moda). Le amministrazioni potranno ricorrere all'autofinanziamento per far fronte
ai tagli statali attraverso il ricorso al mercato privato e alla "compartecipazione
degli utenti alle spese'', ovvero facendo pagare i servizi ai cittadini. I trasferimenti
di beni pubblici a privati godranno di un regime tributario agevolato. Con l'articolo 33
si dà la possibilità al ministero dei Beni culturali di affidare a privati la gestione
di pezzi del patrimonio artistico e archeologico pubblico.
C'è poi tutto il capitolo delle aziende municipalizzate, interessate sia alle
privatizzazioni che alle liberalizzazioni dei servizi erogati. Si tratta di una partita da
51,6 miliardi di euro (100 mila miliardi di lire), tale è il valore sottostimato delle
oltre 405 aziende pubbliche locali trasformate in Spa ma ancora per la maggior parte a
totale proprietà pubblica. La Finanziaria 2002 prevede il loro definitivo passaggio a
soggetti privati, anche esteri. è previsto un periodo transitorio da 3 a 5 anni,
estendibile a seconda delle condizioni in cui avviene la privatizzazione.
Le reti rimangono di proprietà pubblica, ma gli enti locali possono conferire la
proprietà a società di capitali, di cui detengono la maggioranza, che è incedibile.
Queste società riscuotono un canone per l'uso degli impianti concesso ad altri soggetti
privati. Da notare che l'ex ministro Bassanini (DS) si è dichiarato scontento del
provvedimento perché a suo dire rappresenta "un passo indietro nelle
liberalizzazioni'', in quanto che il periodo transitorio è troppo lungo (può arrivare a
10 anni), così come resta indeterminato il periodo di affidamento o concessione della
rete al privato: quando si dice essere più realisti del re...
A coronamento di tutto questo capitolo un apposito articolo, il 35, stabilisce che in
conseguenza delle privatizzazioni le pubbliche amministrazioni devono apportare "le
relative variazioni in diminuzione alle proprie dotazioni organiche''.
RINNOVI CONTRATTUALI NELLA P.A.
Per i rinnovi contrattuali nella pubblica amministrazione la Finanziaria stanzia 1.240,48
milioni di euro per il 2002 e 2.299,85 per ciascuno degli anni 2003 e 2004, del tutto
insufficienti a coprire i contratti collettivi nazionali e integrativi. In compenso un
surplus di fondi è stato riservato per i ministeri di guerra, Difesa, Interni, Esteri,
Giustizia: sono 442,46 milioni di euro per le forze armate e 784,92 milioni per le forze
di polizia, in generale. Inoltre, per le forze armate impiegate in missioni all'estero e
le forze di polizia usate in operazioni di "sicurezza'' (antiterrorismo) ci sono
altri 273,72 milioni di euro per il 2002 e 480,30 milioni di euro nel 2003 per il
"trattamento accessorio''.
Non solo. Con l'articolo 17 per la prima volta viene imposto il principio che il
presidente del Consiglio partecipa, insieme al competente comitato di settore, alla
valutazione delle ipotesi di accordi contrattuali collettivi e relativi oneri per lo
Stato. In caso di divergenza su tali valutazioni il governo non copre le spese relative
alle disposizioni contestate. Ma non basta ancora. Sono istituiti controlli periodici
sugli oneri economici relativi all'applicazione di contratti integrativi: nel caso si
rilevino incompatibilità con i vincoli di bilancio vengono annullate di diritto le
relative clausole dell'accordo.
TAGLI ALLA SPESA NELLA P.A.
A fronte di una demagogica riduzione del 10% del trattamento economico di tutti i
ministri, viene stretto ancora di più il cappio alle amministrazioni locali rappresentato
dal famigerato patto di stabilità: per il 2002 il disavanzo di ciascuna Provincia e
Comune sopra i 5.000 abitanti non potrà avere incrementi superiori del 2,5% rispetto a
quello del 2000, e le spese correnti non potranno eccedere il +6%. Dal 2003 e anche nel
2004 Province e Comuni dovranno addirittura ridurre il disavanzo del 2%.
Corrispondentemente caleranno i trasferimenti statali: -1% nel 2002, -2% nel 2003 e -3%
nel 2004.
ASSUNZIONI NELLA P.A.
Agli enti che non hanno rispettato il "patto di stabilità'' nel 2001 è fatto
divieto di assumere personale a tempo indeterminato. Consentito solo il ricorso alla
mobilità interna e tra amministrazioni. Per ciascuno degli anni 2003 e 2004 le
amministrazioni pubbliche con organico superiore a 200 unità sono tenute a realizzare una
riduzione del personale non inferiore all'1% rispetto al 2002. Manco a dirlo sono esclusi
dalla mannaia polizia, forze armate e anche i vigili del fuoco. Inoltre sono stati
stanziati 120 milioni di euro per il prossimo triennio per sostituire i carabinieri
ausiliari con carabinieri in ferma quadriennale. è prorogato fino al 31-12-2002 l'uso di
personale a tempo determinato da parte del ministero dei Beni culturali.
SCUOLA
L'articolo 22 dispone che "nel quadro della piena valorizzazione dell'autonomia''
scolastica le dotazioni organiche degli insegnanti siano ridisegnate, vale a dire
tagliate, in base al numero degli iscritti e delle altre caratteristiche dell'istituto. Si
dispone inoltre il riassorbimento degli "spezzoni'' di orario inferiori a quelli
stabiliti contrattualmente attribuendoli ai docenti in servizio, fino a 24 ore settimanali
oltre l'orario d'obbligo.
I docenti in servizio nelle scuole medie e secondarie dovranno anche coprire le assenze
dei propri colleghi, al posto dei supplenti, fino a 15 giorni consecutivi. I risparmi
realizzati andranno ad incrementare il fondo di istituto. Cambiano anche le commissioni
dell'esame di Stato: per le scuole pubbliche sarà utilizzato tutto personale interno, ad
eccezione di un solo membro esterno. Tutte queste misure rappresentano un duro colpo al
personale precario, che si vede restringere le già scarse possibilità di impiego, e al
contempo una grave violazione contrattuale a danno dei docenti di ruolo.
Particolarmente osceno, a fronte di questi esosi tagli e nell'ottica del sovvenzionamento
pubblico delle scuole private, risulta poi lo stanziamento di oltre 5 milioni di euro agli
istituti di cultura stranieri e università estere convenzionate.
OCCUPAZIONE E MEZZOGIORNO
Semplicemente ridicole le "misure'' a sostegno dell'occupazione e del Mezzogiorno,
che si riassumono in: Sostegno del ministero del Lavoro e delle politiche sociali
all'agenzia "Italia lavoro Spa'' istituita nel '97 dal governo Prodi, ennesimo
carrozzone clientelare inutile;
Iniziative per il "collegamento diretto con l'utenza'', anche via web; le
amministrazioni che stipulano convenzioni con soggetti pubblici e privati sono tenute a
"privilegiare'' la localizzazione al Sud; sgravio contributivo totale per tre anni
per le imprese che assumono a tempo indeterminato nelle regioni del Sud, esteso anche ad
Abruzzo e Molise (già citato). Stop. Questa è tutta la politica meridionalistica e
occupazionale del governo del neoduce Berlusconi.
POLITICA FAMILISTICA
In campagna elettorale Berlusconi aveva promesso di aumentare subito tutte le pensioni
minime a 1 milione di lire. Furbescamente ha fatto passare 6 mesi, e l'aumento vale solo
per 2,2 milioni di anziani su oltre 6 milioni. Ma quel che più conta, mentre con una mano
concede questa elemosina a una parte dei pensionati più poveri, con l'altra, cioè con la
legge delega sulle pensioni, si riprende tutto e con gli interessi dall'insieme della
categoria dei pensionati Inps.
Per la cronaca l'adeguamento delle pensioni minime è a 516,46 euro (1 milione di lire)
per gli ultrasettantenni con reddito annuo individuale inferiore a 13 milioni lordi. è
concesso un bonus di 1 anno ogni 5 di versamenti, per un massimo di 25, per cui l'età
può scendere fino a 65 anni. Oppure fino a 60 nel caso di invalidi civili totali,
sordomuti o ciechi assoluti titolari di pensione di invalidità.
Aumentata anche da 500 mila lire a 1 milione la detrazione Irpef per ogni figlio a carico.
Un'altra elemosina tra l'altro finanziata in gran parte con gli sgravi fiscali della
precedente Finanziaria. Con un solo figlio a carico vale per redditi non superiori a 70
milioni; 80 milioni con due figli a carico, 90 milioni con tre figli, e senza tetto per
famiglie con più di tre figli. La detrazione sale a 1 milione e mezzo per i figli con
handicap. I singoli, i pensionati che vivono soli e le famiglie senza figli subiscono di
conseguenza una penalizzazione fiscale di fatto, degna della politica familistica di
mussoliniana memoria.
Il governo ha stanziato anche un fondo di 50 milioni di euro nel triennio per gli asili
nido presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali perché in questo modo si
riserva il diritto di distribuire queste risorse alle Regioni a propria discrezione,
privilegiando alcune (ovviamente quelle del Nord) o punendo altre (ovviamente quelle del
Sud), a seconda della convenienza politica.
SANITA'
Gli interventi più pesanti a danno della sanità pubblica erano già stati fatti con la
legge "taglia spesa'' n. 405 del novembre scorso, che recepisce l'accordo
Stato-Regioni dell'8 agosto sul federalismo sanitario. Comunque anche la Finanziaria ci
mette del suo. Per esempio la penalizzazione delle Regioni che non rispettano il patto di
stabilità sanitario dell'8 agosto scorso, che si vedranno ridurre i finanziamenti ai
livelli del vecchio accordo dell'agosto 2000.
Altre misure di risparmio sono la possibilità per i medici generalisti con almeno dieci
anni di servizio di accedere alla specialistica ambulatoriale, il ricorso a medici appena
laureati e specializzandi per coprire i posti del Ssn, oltre alla già citata
privatizzazione degli ospedali che fanno ricerca.
9 gennaio 2002
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