Dopo le proposte di Blair, Aznar e Chirac, il presidente della Commissione europea rilancia il presidenzialismo
PRODI ESPONE ALL'EUROPARLAMENTO IL SUO PROGETTO PER FARE DELLA UE UNA "POTENZA MONDIALE"
Il presidente della Commissione europea Romano Prodi è intervenuto il 22 maggio a Bruxelles alla conferenza dei presidenti dei gruppi dell'europarlamento per illustrare il "Progetto per l'Unione europea'', il documento elaborato dalla stessa Commissione quale primo contributo ai lavori della Convenzione europea, l'assemblea decisa dal vertice di Laeken per preparare la riforma delle istituzioni e per scrivere la Costituzione della Ue. Il progetto della Commissione ruota attorno al punto centrale che è quello di fare della Ue una "potenza mondiale'' e si affianca al dibattito aperto nei giorni precedenti dalla proposta inglese di creare una figura di superpresidente europeo.
In una intervista pubblicata il 16 maggio dal Financial Time il premier inglese Blair aveva proposto la creazione della carica di un presidente del Consiglio europeo, eletto dai 15 capi di Stato e di governo e con un mandato di 5 anni, che potesse rappresentare con forza e continuità l'Ue ponendo fine alle attuali rotazioni semestrali della presidenza di turno. La proposta era appoggiata immediatamente dal francese Chirac che anzi ne rivendicava la paternità ricordando che nella recente campagna per le presienziali francesi aveva chiesto "una presidenza più stabile e dunque più efficace del Consiglio e sono felice di sapere che Blair mi abbia seguito in questa idea''. Chirac si assumeva anche il compito di convincere della bontà della proposta la Germania che si diceva contraria al superpresidente e favorevole piuttosto a una "Commissione più forte'' nella quale può contare di più.
A tambur battente arrivava anche il consenso dello spagnolo Aznar che indicava per la carica di presidente "persone che non siano né primi ministri né capi di Stato'', in grado cioè di concentrarsi nell'impegno a tempo pieno. A favore dell'idea di un presidente con un lungo mandato si esprimevano anche Giscard d'Estaing e Giuliano Amato, presidente e vicepresidente della Convenzione sul futuro della Ue.
Era evidente che il presidente avrebbe svolto competenze di rappresentanza politica che oggi sono divise tra la Commissione e l'Alto rappresentante per la politica estera e di difesa, Javier Solana, ridotti di rango e importanza. Ma Prodi non si crucciava e a caldo la definiva "una buona idea''. In una successiva intervista alla radio francese Europe 1 del 21 maggio rilanciava affermando che "per ragioni di democrazia e di efficienza la soluzione migliore sarebbe far coincidere la presidenza Ue con quella della Commissione''. Un unico presidente per tutte e due le cariche in modo da avere "un Consiglio forte e una Commissione forte''. Il presidenzialismo quale soluzione per una guida forte della superpotenza europea.
Il giorno seguente all'europarlamento di Bruxelles Prodi non ne fa parola e illustra il progetto della Commissione dove è presente solo la proposta di unificare la carica di Solana con quella del commissario alle relazioni esterne in una nuova figura compresa dentro la Commissione. La figura del presidente unico è rimandata al dibattito in corso nella Convenzione.
Le linee guida del progetto studiato dalla Commissione ruotano attorno a quello che Prodi illustra come terzo "compito per l'Unione del futuro'' ma che in realtà è il principale: "l'Europa deve diventare un attore globale sulla scena internazionale''. Un attore imperialista di pari grado e dignità degli Usa. "Se l'Europa vuol vedere crescere la propria influenza sulla scena mondiale ed essere un partner credibile nei confronti degli Stati Uniti, deve poter parlare con una sola voce in tutti gli aspetti delle relazioni esterne'', ribadisce Prodi che cita ad esempio il ruolo della Commissione nelle questioni commerciali "il solo settore di politica estera nel quale l'Unione europea gioca alla pari con gli Stati Uniti'' e si confronta quotidianamente con gli Usa nelle guerre commerciali. In questo senso va la proposta della nuova figura del responsabile unico della politica estera e di sicurezza per "incidere e influire sui processi internazionali''.
Nello stesso modo è importante secondo Prodi che la Ue abbia un unico coordinatore responsabile della politica economica, che possa dare ai paesi dell'Euro una "voce politica'' forte, senza i veti degli altri paesi che sono fuori dalla moneta unica, e che possa rappresentare gli interessi di Eurolandia "in seno alle istituzioni e alle organizzazioni internazionali di carattere economico e finanziario'', come Fondo monetario e Banca mondiale.
è secondo queste linee guida che l'Europa può "gestire l'allargamento e svolgere il ruolo che le spetta nel mondo'', essere una vera "potenza mondiale'' imperialista.

29 maggio 2002