Provocatoria esercitazione militare degli imperialisti Usa e sudcoreani contro la RDPC

"L'esercito e il popolo della RPDC (Repubblica popolare democratica della Corea) si preparano a opporsi in modo legittimo con la loro potente dissuasione nucleare alle esercitazioni di guerra nucleare più importanti che gli Stati Uniti e le forze della marionetta sudcoreana abbiano mai organizzato", affermava una nota ufficiale del governo di Pyongyang diffusa il 24 luglio alla vigilia dell'inizio della provocatoria esercitazione militare organizzata dall'imperialismo americano e dal governo sudcoreano di Seul.
L'associazione dei residenti pro-Corea del Nord in Giappone avvertiva, in una denuncia pubblicata da un giornale di Tokyo il 26 luglio, che "le manovre in corso nel mar del Giappone non fanno che aumentare le tensioni militari, potendo fare ben poco per fermare Pyongyang dal continuare a rafforzare il suo deterrente nucleare. Le esercitazioni militari che contrastano con un'atmosfera improntata al dialogo è molto probabile finiscano per trasformare lo scenario attuale".
Nel frattempo anche la Cina criticava le annunciate manovre e dava il via a una sua esercitazione navale lungo la sua costa orientale.
L'esibizione dei muscoli da parte di Washington e Seul arriva dopo nuovi attacchi dei due paesi al governo di Pyongyang. Il 23 luglio, al vertice di Hanoi dell'Asean, l'organizzazione che raccoglie 27 Paesi asiatici e gli Stati Uniti, il rappresentante nordcoreano chiedeva formalmente la sospensione delle manovre navali congiunte Usa-Corea del Sud definendole "una grave minaccia alla pace e alla stabilità". In risposta, il segretario di Stato americano Hillary Clinton chiedeva alle altre nazioni asiatiche di appoggiare nuove sanzioni contro la Corea del Nord.
Sanzioni che a giudizio del governo di Pyongyang "violano la dichiarazione dell'Onu, pubblicata dopo l'affondamento di una nave militare sudcoreana", poiché lo scorso 9 luglio il Consiglio di Sicurezza dell'Onu aveva deplorato l'affondamento della corvetta sudcoreana Cheonan e la morte di 46 marinai ma non aveva indicato responsabilità da parte della Corea del Nord, accusata da Washington e Seul.

28 luglio 2010