Scandalo dei rifiuti in Puglia
Arrestato il segretario provinciale di Bari del PRC, candidato numero 5 alla Camera
Crivelli è accusato di violazione della legge Ronchi per gestione abusiva di rifiuti

Proprio in Puglia, dove Rifondazione comunista governa da quasi un anno la giunta regionale con Nichi Vendola, il quale ha sempre fatto della tutela ambientale uno dei suoi principali cavalli di battaglia, il 14 marzo, con l'accusa di violazione della legge Ronchi per gestione abusiva di rifiuti, i carabinieri del Noe di Bari e Roma hanno arrestato Raffaele Crivelli, segretario provinciale della Federazione PRC di Bari, ex sindaco di Altamura e attuale candidato numero 5 nella lista per la Camera in Puglia del partito della rifondazione trotzkista.
L'arresto è maturato nell'ambito di una vasta operazione dei carabinieri contro il traffico illecito di rifiuti. Insieme a Crivelli, in manette è finito anche Dante Columella, uno dei più grossi imprenditori pugliesi del settore e altre 11 persone in gran parte titolari e dipendenti di aziende che operano nel riciclaggio dei rifiuti tutti accusati di reati gravi e infamanti che vanno dall'associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, all'inquinamento e adulterazione della falda acquifera.
Dante Columella è amministratore di una grossa società del settore, la Tradeco srl, di Altamura (Bari) e principale azionista della società Cobema che gestiva la discarica di Canosa.
Mentre Raffaele Crivelli, oltre all'attività politica con Rifondazione, ha lavorato per la Cobema come contabile fino al 6 gennaio e quindi ha partecipato in prima persona alla gestione di quello che gli inquirenti hanno definito "un grande business illecito che in 16 mesi ha fruttato oltre 200 milioni di euro".
L'inchiesta è partita due anni fa, ma la svolta è arrivata il 6 marzo con il sequestro da parte dei militari del Noe di una discarica nel territorio di Canosa di Puglia, situata nel nord barese e gestita dalla Cobema. I carabinieri hanno accertato che nell'impianto erano stati stoccati rifiuti per 400 mila metri cubi, circa il doppio della capacità massima del sito.
Inoltre sono state riscontrate alterazioni prodotte nell'impianto al sistema di rilevazione dell'inquinamento della falda acquifera: erano stati cioè fatti sparire - secondo gli accertamenti degli investigatori - i pozzi di monitoraggio della falda, perché dai prelievi di routine sarebbe emerso che essa era stata gravemente inquinata, e ne erano stati creati altri che non pescavano nella falda e non davano quindi risultati negativi.
La zona in cui è situata la discarica è vicina al torrente Locone, usato dall'Acquedotto pugliese per i rifornimenti idrici e dai contadini per l'irrigazione. Nell'ordinanza cautelare il Gip del Tribunale di Trani, Roberto Oliveri del Castillo, che ha firmato il provvedimento su richiesta del sostituto procuratore Michele Ruggiero, sottolinea che dalle indagini sono emerse "condotte delittuose di allarmante portata consumate per anni a Canosa nell'ambito dell'abusiva gestione di una discarica e di ingenti quantitativi di rifiuti speciali, con danno dell'ambiente circostante e della stessa pubblica incolumità, esposta a rischi elevati tuttora in via di accertamento".
E a proposito dei rischi, il magistrato aggiunge che: "a 150 metri dalla discarica sono state rinvenute, in un pozzo di monitoraggio, sostanze altamente cancerogene quali i polifenoli, occultate dalla Cobema alle competenti autorità con un contegno criminale che davvero non merita commenti".
Sul grave caso è intervenuto anche il trotzkista Bertinotti con una laconica dichiarazione: "La magistratura è incoraggiata a non guardare in faccia nessuno. Lo dico senza vanagloria, ma noi abbiamo davvero un'area di amministratori locali che si sono distinti per rigore di moralità e tenuta, anche nei confronti di pressioni e interessi molto pesanti. Ho preso atto con soddisfazione dell'immediatezza con cui la persona interessata da questa vicenda si sia subito autosospesa da tutti gli incarichi".
Non una parola sulle responsabilità di tutti gli altri amministratori, con alla testa il governatore Vendola, che invece hanno permesso che tutta la zona, che in origine doveva ospitare un parco, sia stata trasformata in un'autentica bomba ecologica.
E pensare che appena 3 anni fa, era il 30 marzo del 2003, di fronte agli scandali legati alla Cascina e alla Asl Ta/1 di Bari Crivelli tuonava: "La Cascina scarica le sue colpe sui fornitori, ma li ha scelti lei e questo vuol dire che c'era un rapporto di fiducia. Nulla di tutto quello che è venuto fuori dalle indagini qualitative dei cibi è giustificabile, di chiunque sia la colpa, perché stiamo parlando del servizio mensa, di cibi forniti a bambini e ammalati, soggetti deboli della popolazione".
Gli stessi che Crivelli ha avvelenato con la sua discarica!

22 marzo 2006