Tramite il direttore Masi
La Rai vuol tappare la bocca a "Annozero" e a tutti i programmi contrari a Berlusconi

Puntualmente, con la ripartenza dei talk show dopo la pausa estiva, sono ripartiti anche gli attacchi forsennati del neoduce Berlusconi ai programmi Rai e ai "giornalisti farabutti" che più gli stanno sul gozzo, e di conseguenza i tentativi degli scagnozzi ai suoi ordini, con in testa il direttore generale Mauro Masi, di chiudere o quantomeno sabotare il programma più seguito dal pubblico, Annozero, e le altre trasmissioni considerate ostili al nuovo Mussolini.
Anzi, il cupo tam-tam dei nuovi padroni della Rai ormai completamente berlusconizzata era cominciato ancor prima della ripresa delle trasmissioni, con tutta una serie di minacce, ostacoli e cavilli frapposti dalla direzione della Rai alla stipula dei contratti per i conduttori e i loro collaboratori, alla certezza delle date della messa in onda, agli spot pubblicitari per annunciarle, e così via. Evidentemente, dopo lo scandalo dell'inchiesta di Trani del marzo scorso e delle intercettazioni che avevano reso di pubblico dominio le indecenti pressioni di Berlusconi sullo stesso Masi e sull'Authority per le comunicazioni (Agcom) - mostratisi tanto compiacenti e servili con lui quanto altrettanto maldestri e inconcludenti - per far chiudere il programma di Michele Santoro e punire tutti gli altri invisi al neoduce, il direttore generale della Rai ha pensato di cambiare tattica, ricorrendo all'arma del boicottaggio e dei pretesti burocratici ed economici piuttosto che all'attacco frontale e diretto.
A farne le spese è stato non solo Santoro, che fino all'ultimo non sapeva se il suo programma su Rai 2 si sarebbe fatto oppure no, ma anche altri programmi di Rai 3 come Ballarò di Giovanni Floris, Parla con me di Serena Dandini, Report di Milena Gabbanelli, Presa Diretta di Riccardo Iacona, mentre ricominciavano le voci che davano per imminente la chiusura di Rainews o la sostituzione del suo direttore Corradino Mineo. Tutti programmi e conduttori, guarda caso, visti come il fumo negli occhi dal neoduce e dai suoi sgherri perché non al suo servizio come i lecchini di regime Minzolini e Vespa e che rappresentano per lui un'enclave di irriducibili nell'ex servizio radiotelevisivo pubblico ormai ridotto a un'appendice della sua Mediaset.
Tanto ha fatto e brigato il Dg paracadutato in Rai direttamente dall'ufficio stampa di Berlusconi a Palazzo Chigi, che alla fine Annozero è dovuto cominciare con due dei suoi punti di forza, come il giornalista Marco Travaglio e il vignettista Vauro Senesi, ancora senza contratto, cioè praticamente abusivi e a titolo puramente gratuito. Un boicottaggio tanto stizzoso quanto ridicolo, quello di Masi, che è stato stigmatizzato da Santoro nel suo editoriale di apertura della nuova stagione con una denuncia in forma di apologo conclusa da un metaforico "vaffa'nbicchiere".

La missione di Masi: affondare la Rai
Tanto è bastato a Masi per minacciare subito una sanzione disciplinare contro il conduttore per insulti di un dipendente al suo capo azienda. Cosa che ha poi messo in atto comminandogli una sospensione di 10 giorni dall'attività e dallo stipendio. Una sanzione tanto maligna, perché avrebbe comportanto la chiusura non di una ma di ben due trasmissioni, quanto paradossale, perché non si è mai visto un direttore di azienda che per punire un dipendente arreca volontariamente un danno importante all'azienda stessa. In realtà tanto strano non è perché Masi e gli altri nominati dal neoduce sono stati messi alla testa della Rai con due missioni precise: controllare e fare in modo che da lì non esca mai nulla contro di lui e il suo governo e affondare definitivamente il servizio radiotelevisivo pubblico per favorire Mediaset e realizzare integralmente quanto prevede il "Piano di rinascita democratica" della P2. Con azioni come questa Masi centra entrambi gli obiettivi.
Santoro ha fatto ricorso ad un arbitrato interno, con ciò riuscendo per ora a rinviare la sospensione del programma, e ha lanciato una raccolta di firme per chiedere al presidente-struzzo della Rai, Garimberti, di intervenire contro quella che si tradurrebbe in una punizione del pubblico degli abbonati. Da parte sua Masi, a cui evidentemente ancora bruciano le lavate di testa da cameriere cazziato ricevute dal suo principale per non essere riuscito a cancellare Annozero (vedi le intercettazioni dell'inchiesta di Trani), ha ribadito bellicosamente che "la Rai andrà dal giudice ordinario, come prevede e ci consente la legge". La Rai, insomma, si rivolgerà al giudice per chiedergli di punire se stessa sospendendo la sua trasmissione di informazione di punta!

Manovre, sabotaggi e querele milionarie
Che quella degli insulti sia solo una scusa per punire una voce odiata da Berlusconi è dimostrato anche dalla contemporanea denuncia di Roberto Saviano, che ha smascherato pubblicamente le manovre pretestuose di Masi per boicottare un programma in quattro puntate già approvato e annunciato e che lo scrittore avrebbe dovuto tenere insieme a Fabio Fazio a novembre, con la partecipazione di personalità di grande richiamo come il cantante Bono Vox, gli attori Roberto Benigni, Antonio Albanese e Paolo Rossi e il direttore d'orchestra Claudio Abbado. Secondo la denuncia le manovre per mettere i bastoni tra le ruote al programma denominato "Vieni via con me", sarebbero iniziate dopo che la direzione aveva chiesto e visionato la scaletta del programma, in cui comparivano temi come mafia e politica (con riferimenti anche a Dell'Utri), emergenza rifiuti, carceri, ricostruzione a L'Aquila, uso della macchina del fango nell'informazione. Masi si è difeso accampando i costi troppo onerosi del programma, ma la scusa è caduta nel ridicolo quando gli ospiti hanno dichiarato la loro disponibilità a ridursi i compensi e se necessario venire anche gratis. Rimasto col cerino in mano Masi ha assicurato che il programma si farà, ma i promotori continuano a denunciare ancora manovre e ritardi da parte sua.
A completare il quadro è poi arrivata la querela milionaria di Berlusconi a Milena Gabbanelli per la puntata di Report che parlava della villa principesca "off-shore" del premier nel paradiso fiscale di Antigua, della misteriosa società che gli ha venduto i terreni e dei suoi oscuri rapporti con il governo dell'isola, al quale fra l'altro Berlusconi ha fatto condonare quasi tutto il debito con l'estero e con l'Italia. Vicenda che potrebbe nascondere un retroscena di riciclaggio ed esportazione illecita di capitali. Una puntata che è stata vista da oltre 5 milioni di spettatori e che il neo gerarca allo Sviluppo economico Romani, veterano della tv porno-spazzatura, ha avuto la faccia tosta di definire "odiosa".
Siamo insomma alla guerra totale del neoduce contro le poche voci dell'informazione radiotelevisiva rimaste ancora fuori dal suo libro paga, e questo mentre la pur compiacente Agcom è costretta a comminare una diffida al Tg1 di Minzolini, al Tg4 di Fede e a Studio aperto, perché troppo "squilibrati a favore del governo e della maggioranza". E mentre tutte le agenzie di rilevazione concordano che il nuovo Mussolini straripa in tutte le reti Rai e Mediaset, surclassando da solo per durata di presenza tutti gli altri leader di partito messi insieme.

27 ottobre 2010