Rapporto di Denis Branzanti, Responsabile del PMLI per l'Emilia-Romagna, alla settima riunione dei marxisti-leninisti della regione
"Se continueremo sulla strada imboccata, realizzeremo ciò che pochi oggi ritengono possibile: l'Italia unita, rossa e socialista"
"Dobbiamo darci delle priorità e studiare i testi dei Maestri, la linea del PMLI e la situazione specifica"

Pubblichiamo di seguito il testo integrale del rapporto presentato dal compagno Denis Branzanti alla settima riunione dei militanti e dei simpatizzanti dell'Emilia-Romagna del PMLI tenutasi a Rimini il 13 giugno. Sullo scorso numero abbiamo pubblicato la cronaca di tale riunione.

Care compagne e cari compagni,
vi do il benvenuto a questa settima riunione dei militanti e dei simpatizzanti dell'Emilia-Romagna del PMLI, un appuntamento oramai consolidato per confrontare e analizzare collettivamente il lavoro politico realizzato in questi ultimi 12 mesi e per progettare il lavoro a breve e medio termine.
Quest'anno, contestualmente alla riunione regionale, abbiamo inaugurato lo spazio a disposizione dei compagni riminesi, una conquista importante che sarà molto utile sia per le riunioni dei compagni, sia come deposito e consultazione del materiale del Partito.
Non si tratta ancora di una vera e propria sede pubblica, ma rappresenta comunque una bella vittoria per i compagni della locale Cellula "Stalin", dei marxisti-leninisti dell'Emilia-Romagna e dell'intero Partito.
Il radicamento del PMLI passa anche dall'apertura di nuove sedi e di spazi come questo, essi rappresentano un punto di riferimento per le masse e una base rossa per noi marxisti-leninisti.
Certo non è facile aprire nuove sedi, per via dei costi, della gestione, delle attività, però è chiaro che ogni Organizzazione del Partito deve avere in mente, per l'oggi, per il domani, o anche per dopo-domani, l'apertura di una propria sede.
Ringrazio tutte le compagne e i compagni presenti, giunti dalle province di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Ferrara e della vicina Pesaro-Urbino, segno che ben comprendete l'importanza che rivestono queste riunioni regionali per fare fino in fondo la nostra parte, anche nella nostra Regione, per costruire un grande forte e radicato PMLI e per conquistare l'Italia unita, rossa e socialista.
In questa sede potremmo trattare però solo a grandi linee il lavoro politico condotto, concentrandoci in particolare in alcuni suoi aspetti.
Questo è conseguenza dell'attuale situazione e sviluppo del Partito, ma col tempo, quando la situazione cambierà in nostro favore, potremo tenere le riunioni regionali anche nell'intera giornata, e perché no, in più giornate.
Ed è considerando le attuali condizioni difficili, difficilissime, in cui ci troviamo ad operare, che il Partito rivolge un sentito e profondo ringraziamento a tutti i militanti e i simpatizzanti dell'Emilia-Romagna, e in particolare ai compagni che, da soli o quasi, tengono alta la bandiera del PMLI, cioè la bandiera della rivoluzione, del socialismo e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nella propria città, fronteggiando quelle che al momento sono le soverchianti forze politiche borghesi, fasciste e revisioniste.
Questo è il risultato dell'unione degli anticapitalisti, degli antifascisti, degli antimperialisti e dei fautori del socialismo col marxismo-leninismo-pensiero di Mao e col PMLI.
Quella contro il capitalismo è una battaglia al momento di certo impari, ma non dobbiamo risparmiarci e dargli del "filo da torcere", dobbiamo mettere i bastoni tra le ruote all'instaurazione della terza repubblica neofascista nel tentativo di farla deragliare.
È evidente però che non possiamo farlo da soli, abbiamo bisogno di tanti militanti, tantissimi simpatizzanti e ancor più amici, abbiamo bisogno del consenso e del sostegno delle larghe masse lavoratrici e popolari.
È un obiettivo ancora lontano ma è l'obiettivo che perseguiamo tenacemente e al quale prima o poi arriveremo.

La politica di fronte unito
A tal fine è però indispensabile una corretta e puntuale applicazione della giusta politica di fronte unito, magistralmente esposta dal compagno Giovanni Scuderi nel discorso pronunciato in occasione della commemorazione del 30° anniversario della scomparsa di Mao, dove dice: "Il fronte unito per le lotte immediate deve essere realizzato sempre e in ogni campo, da quello politico a quello sindacale e sociale, da quello femminile a quello giovanile e studentesco, da quello ambientale ed ecologico a quello culturale. Il che significa che dobbiamo unirci con tutti coloro che su questioni specifiche portano avanti le nostre stesse rivendicazioni".
I 3 tipi di fronte unito, quello per le lotte immediate, quello internazionale antimperialista e quello rivoluzionario per l'Italia unita, rossa e socialista, non vanno confusi con i vari tentativi di costruire un partito o federazione che raccolga tutte o quasi le organizzazioni sedicenti comuniste.
Per i marxisti-leninisti l'unità va costruita sul campo, nel terreno della lotta di classe, e non certo dall'alto sommando i marxisti-leninisti ai trotzkisti, ai revisionisti, ai riformisti, agli "ultrasinistri" e via dicendo, in un unico calderone destinato in poco tempo ad esplodere.
Come ha detto Mao: "Se si vuol fare la rivoluzione, ci deve essere un partito rivoluzionario. Senza un partito rivoluzionario, senza un partito che si basi sulla teoria rivoluzionaria marxista-leninista e sullo stile rivoluzionario marxista-leninista, è impossibile guidare la classe operaia e le larghe masse popolari a sconfiggere l'imperialismo e i suoi lacché".
E questo partito rivoluzionario, oggi, nel nostro Paese, c'è già, ed è il PMLI.
Certo deve scontare le conseguenze di una diffusione ancora limitata, ma le cause sono evidenti e pesano come macigni:
- l'intossicazione parlamentarista, elettoralista, riformista e pacifista della classe operaia e delle masse, in conseguenza della predicazione di oltre 100 anni da parte dei falsi comunisti
- il forte indebolimento dell'attrazione del socialismo a causa dello sfascio operato dai revisionisti
- l'imponente, costante e martellante campagna anticomunista, denigratoria e infamante contro i cinque Maestri e in particolare contro Stalin e le esperienze socialiste in Urss fino al '53 e in Cina fino al '76.
- l'esistenza di più partiti falsi comunisti, creati apposta dalla borghesia, dai revisionisti e dai trotzkisti per contenderci lo spazio e cancellarci
- la nostra povertà di mezzi e di risorse economiche
- il ferreo black out stampa che vige da sempre su di noi quasi ovunque.
Sono cause e ostacoli, queste, che cadranno solo se noi non cederemo di un centimetro e se anzi continueremo ad attaccare senza sosta il capitalismo e l'imperialismo e a radicare e sviluppare il PMLI.
Il nostro Partito ha tutte le possibilità di adempiere ai suoi compiti storici, questo innanzitutto perché la sua testa è rossa, perché il gruppo dirigente è unito e fedele al marxismo-leninismo-pensiero di Mao, perché la sua linea ideologica e politica è autenticamente marxista-leninista, perché la sua struttura è di tipo bolscevico, perché i suoi militanti, ma anche i suoi simpatizzanti, sono preparati e combattivi.
La testa del Partito quindi è quella del Gigante Rosso e il suo corpo è sano, ma ancora troppo piccolo.
È già un "miracolo", proletario rivoluzionario, che dopo 33 anni, con le poche forze disponibili e le tante avverse, il PMLI sia ancora pienamente in campo nello scontro di classe, ma se continueremo sulla strada imboccata riusciremo senz'altro a compiere altri "miracoli" proletari rivoluzionari e realizzeremo ciò che pochi oggi ritengono possibile: l'Italia unita rossa e socialista.

Bilancio del lavoro politico in Emilia-Romagna
Facendo un bilancio del lavoro svolto in Emilia-Romagna possiamo dire che indubbiamente è stato quantitativamente e qualitativamente rilevante, anche se sono stati commessi alcuni errori, in parte riconosciuti e in parte no, in generale i militanti e i simpatizzanti non si sono risparmiati e si sono impegnati a fondo per assolvere i propri compiti politici, applicando correttamente la linea e le direttive del Partito.
Va sicuramente sottolineata la prontezza con la quale alcuni compagni scendono in piazza a ogni appuntamento non perdendo occasione per portare tra le masse le insegne del Partito e per diffondere le sue parole d'ordine e "Il Bolscevico".
Infatti, come sempre immancabile è stata la presenza del PMLI alle Celebrazioni del 25 Aprile e del 1° Maggio, alle manifestazioni e agli scioperi sindacali come quelli del 14 novembre e del 12 marzo indette dalla Cgil, e poi le manifestazioni contro il neoduce Berlusconi in particolare organizzate dal "popolo viola", le manifestazioni studentesche, in particolare quelle tenutesi a Bologna ma non solo, ai cortei anti-sionisti del 4 giugno, alla trasmissione "Rai per una notte" svoltasi in piazza a Bologna lo scorso 25 marzo ed altre manifestazioni ancora, di carattere antirazzista e antifascista.
Molto importanti poi anche i banchini di Partito effettuati principalmente nello scorso autunno a Forlì, Rimini, Ravenna, Modena e Gabicce Mare, e le numerose diffusioni de "Il Bolscevico" che si sono svolte in particolare tra Forlì, Cesena, Rimini e Ravenna in occasione di iniziative politiche, feste e concerti.
Immancabile anche la partecipazione alla commemorazione di Mao svoltasi il 13 settembre scorso e alla splendida festa per il 40° de "Il Bolscevico" del 13 dicembre, entrambe a Firenze.
Le Cellule e le Organizzazioni dell'Emilia-Romagna del PMLI conducono anche una importante campagna informativa sulla vita e l'opera dei cinque Grandi Maestri del proletariato internazionale organizzando iniziative pubbliche in concomitanza con gli anniversari della loro nascita e della loro scomparsa: su tutte la commemorazione di Lenin, nell'84° anniversario della scomparsa (21/1/1924) tenutasi nell'omonima piazza a Cavriago lo scorso 24 gennaio, ma anche le proiezioni del video realizzato dal PMLI ai dibattiti pubblici del 18 dicembre a Ravenna e del 21 dicembre a Rimini, e il volantinaggio del 2 gennaio in piazza a Forlì in occasione del 130° anniversario della nascita di Stalin (21/12/1879) e la commemorazione di Marx dinnanzi al suo busto a Riccione lo scorso 14 marzo in occasione del 127° anniversario della scomparsa (14/03/1883).
Una buona visibilità, anche se in questo caso ci viene a costare molto in termini economici, la offrono le affissioni dei manifesti, come nell'ultimo caso di quelli per il proselitismo.
Dato che l'attuale grave crisi del capitalismo falcidia ogni giorno posti di lavoro gettando proletari nella disperazione ma anche nell'arena della lotta di classe, dobbiamo sforzarci di essere il più presenti possibile alle lotte dei lavoratori che si battono contro la chiusura delle fabbriche e la delocalizzazione e per il lavoro stabile, portando loro solidarietà davanti ai posti di lavoro e partecipando alle loro battaglie, così come hanno correttamente fatto i simpatizzanti di Parma con i lavoratori della Spx di Sala Baganza.
In queste iniziative non dobbiamo mirare direttamente al proselitismo, ma innanzitutto portare la nostra solidarietà militante ai lavoratori in lotta, diffondere le giuste parole d'ordine e rivendicazioni nonché metodi di lotta e allacciare dei contatti con gli elementi più avanzati.
Sul fronte del lavoro di propaganda, che deve essere rivolto principalmente alla classe operaia e agli studenti, occorre mantenere almeno questo livello di attività, auspicando che quanto prima nuove forze si avvicinino al Partito e ci permettano di fare ancor di più e meglio, a partire dalla manifestazione che si terrà il prossimo 25 giugno in occasione dello sciopero generale di 4 ore indetto dalla Cgil, alla quale dovremo partecipare rossi e combattivi, e con le insegne e le parole d'ordine del Partito.

Il voto per le elezioni regionali
Anche nella campagna astensionista per le elezioni regionali del 28-29 marzo scorsi vi è stato un forte impegno dei militanti e dei simpatizzanti, che non si sono fatti intimorire dalla disparità di forze in campo, e alla imponente macchina elettorale borghese hanno opposto in modo chiaro e qualificato la posizione astensionista del PMLI con le affissioni e le diffusioni effettuate nei Comuni di Modena, Castelnuovo, Castelvetro, Spilamberto e Vignola, Rimini e Cattolica, Forlì, Bertinoro, Predappio e Forlimpopoli, Ravenna, Ferrara, Parma e Salsomaggiore Terme, la campagna astensionista ha inoltre riguardato anche Bologna nella quale ha operato una apposita Squadra regionale di propaganda.
Sarebbe stato auspicabile tenere anche un dibattito o almeno un banchino elettorale ma in base alle forze non è stato possibile fare di più.
I risultati comunque ci hanno dato ancora una volta ragione: anche nella nostra Regione ha trionfato l'astensionismo, con uno degli incrementi maggiori in tutta Italia.
La diserzione dalle urne, le schede annullate o lasciate in bianco hanno coinvolto ben 1.163.328 elettori su 3.463.713, il 33,6% del totale, il 7% di astenuti in più (249.463) rispetto alle regionali del 2005.
Nelle province della Regione dove il PMLI ha svolto la campagna astensionista almeno in qualche comune, la diserzione dalle urne è stata del 31,9% a Ferrara (+9,7% rispetto al 2005), 31,3% a Forlì (+7,9%), 29,8% a Modena (+7,9%), 37,2% a Parma (+9,3%), 28,1% a Ravenna (+7,3%), e 37,6% a Rimini (+8,7%).
Nelle altre province la diserzione dalle urne è stata del 30,6% a Bologna (+9,1%), 36,5% a Piacenza (+8,5%) e del 30% a Reggio Emilia (+8,4%).
Il "controllo" che ancora esercita il partito liberale e nazionalista di Bersani ha portato alla riconferma di Vasco Errani con il 52,1% sui voti validi (il 34,6% sugli aventi diritto), che ha però perso in 5 anni ben 382.200 voti, l'11,3% sul corpo elettorale.
Va denunciato poi, cosa che abbiamo fatto anche in campagna elettorale, che Errani si è potuto ricandidare per la terza volta consecutiva grazie ad una legge "ad personam" (tanto care al neoduce Berlusconi) fatta votare al Consiglio regionale, anche in questo caso di differenze col "centro-destra" se ne vedono ben poche e i politicanti di "centro-sinistra" pur di restare sulle loro pregiate poltrone sono disposti a mettersi sotto i piedi anche quella che loro chiamano "questione morale" ma che in realtà non è altro che una questione politica.
Da segnalare anche la nuova sconfitta di PRC e PdCI che presentandosi uniti hanno perso il 4,4% rispetto alle regionali del 2005 e lo 0,8% rispetto alle politiche 2008 quando in entrambe le occasioni si erano presentati separatamente.
Noi non abbiamo mai rivendicato il dato dell'astensionismo come frutto esclusivo della nostra propaganda, ma possiamo comunque affermare che anche essa ha influito e in ogni caso che il PMLI è stato l'unico Partito ad aver propagandato l'astensionismo qualificandolo così in senso marxista-leninista e anticapitalista.

Il lavoro sindacale nella Cgil
Sul fronte del lavoro sindacale, il 16° Congresso nazionale della Cgil ci ha fornito alcune buone occasioni per propagandare la linea sindacale del PMLI, a livello nazionale come a livello locale sono stati ottenuti dei buoni risultati, ma non in tutti i casi sono state sfruttate nel modo migliore le occasioni avute.
Le indicazioni fornite dal Partito erano chiare, ed erano contenute nei relativi documenti della Commissione centrale per il lavoro di massa ma anche nelle conclusioni alla seconda Sessione plenaria del 5° CC del PMLI, svoltasi lo scorso 7 febbraio, nelle quali il Segretario generale compagno Giovanni Scuderi affermava: "Noi dobbiamo lottare in prima fila per la vittoria della mozione 2 'La Cgil che vogliamo', ma al contempo dobbiamo illustrare con decisione e con determinazione la nostra proposta del sindacato unico di tutte le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati basato sulla democrazia diretta e sul potere contrattuale e sindacale alle Assemblee generali degli uni e degli altri in ogni luogo e ambiente di lavoro... Nel lavoro sindacale dobbiamo stare attenti a non cadere nell'operaismo o nell'opportunismo di destra. Nel primo caso ci stacchiamo dalla maggioranza dei lavoratori e dei pensionati, nel secondo caso finiremmo alla coda e al servizio di chi sta alla nostra destra", e ancora: "Noi con la mozione 2 siamo alleati e dobbiamo continuare a essere alleati, però non possiamo rinunciare alla nostra linea, noi dobbiamo fare il nostro discorso, noi dobbiamo smascherare il regime neofascista e il capitalismo. O lo facciamo noi o non lo fa nessun altro. Questo è il nostro dovere, questa è la nostra missione".
È evidente che in base a queste indicazioni, nelle assemblee congressuali di base e ai vari livelli superiori, i sindacalisti marxisti-leninisti avevano il compito di esporre chiaramente la proposta sindacale del PMLI, anche se non presentandola come tale, e denunciare fermamente il governo del neoduce Berlusconi lanciando l'appello affinché si mobiliti la piazza per abbatterlo il prima possibile.
In taluni casi, come nell'assemblea Fillea di Forlì ciò è stato fatto e detto, riscuotendo un certo consenso dalla seppur selezionata platea, e nonostante l'ostruzionismo dei dirigenti sindacali che hanno tentato in vario modo di impedire al nostro compagno di intervenire; in un altro caso in particolare invece si è sciupata una occasione d'oro, infatti pur partecipando a decine di assemblee come rappresentante della mozione 2, alla quale ovviamente non eravamo legati da nessun vincolo nella presentazione della stessa, cioè potevano tranquillamente esprimere anche la nostra opinione, questi aspetti principali, cioè la nostra proposta sindacale e la denuncia del governo e della terza repubblica, sono stati accantonati e si è preferito puntare su argomenti più condivisibili per crearsi un consenso e uno spazio che comunque, se non utilizzati correttamente, sono fini a se stessi e non servono a nulla.
Nello stesso discorso sopra citato il compagno Scuderi aveva anche detto: "Quando si tratta di scegliere di votare occorre capire bene qual è la situazione concreta e prendere la posizione tattica più favorevole, ma mai venendo meno ai principi e alla linea e alle indicazioni sindacali del Partito. Anche a rischio di essere momentaneamente isolati" perché "verrà il tempo in cui questo isolamento andrà a gambe all'aria e trionferanno il Partito e la classe operaia".
Una "pulce nell'orecchio" avrebbe dovuta metterla anche il rapporto presentato alla precedente riunione regionale dove si diceva chiaramente che "... è opportuno alzare il tiro durante gli interventi nelle assemblee dei lavoratori per uscire da un certo 'tecnicismo', sul quale comunque dobbiamo in parte stare, e denunciare la macelleria sociale e i provvedimenti fascisti e piduisti del governo del neoduce Berlusconi, e la terza repubblica capitalista e neofascista".
Il lavoro sindacale è di fondamentale importanza per il PMLI, la cui ossatura deve essere costituita dalla classe operaia, e proprio per questo gli riserviamo particolare attenzione anche quando è condotto da simpatizzanti.

Il lavoro di massa
Sul fronte del lavoro di massa il PMLI sta facendo una importante, e in Regione inedita, esperienza nel Coordinamento antifascista romagnolo, al quale i compagni di Ravenna e in particolare quelli di Forlì partecipano sin dalla sua fondazione, avvenuta circa 4 mesi fa.
Il Coordinamento raggruppa antifascisti di tutte e 3 le province romagnole: Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna, appartenenti a partiti e gruppi della "sinistra" extraparlamentare o non iscritti a nessun partito, che pur nelle differenze ideologiche, politiche e organizzative hanno formato un fronte unito antifascista e lavorano sulle questioni che più li uniscono: sinora il Coordinamento ha realizzato un presidio a Forlimpopoli contro una cena dedicata a Mussolini in uno spazio pubblico e alla presenza di vari sindaci del PD, un'assemblea pubblica a Predappio che il locale sindaco PD ha cercato di boicottare facendo pressioni sui baristi perché revocassero la concessione di una sala, ha partecipato a 2 presidi a Ravenna contro il processo a 2 antifascisti, e al Festival delle culture antifasciste che si è svolto a Bologna a fine maggio-primi di giugno, inoltre sono stati emessi vari comunicati stampa, e riunioni si tengono generalmente ogni 2 settimane circa, altre iniziative sono già in programma per i prossimi mesi.
Data la diversa collocazione politica e orientamento ideologico dei suoi membri, all'interno del Coordinamento vi sono diverse contraddizioni, alcune anche profonde, ma vi è la consapevolezza della necessità di metterle da parte per lavorare uniti sui temi condivisi.
In questo come in altri casi, l'importante non è condividere tutto, ciò che a noi interessa è portare avanti determinate battaglie, allacciare rapporti con le avanguardie e avere la possibilità di influire in una qualche misura sulla linea e sulla organizzazione dei movimenti di lotta.
Questo senza farci scoraggiare dagli attuali rapporti di forza, rapporti che possono essere se non ribaltati almeno bilanciati, se in questi movimenti noi svolgiamo un ruolo attivo e propositivo, conquistandoci così la simpatia e il sostegno anche di coloro che non la pensano come noi, proprio come sta succedendo nel Coordinamento antifascista romagnolo.
Questo vale, come detto, per tutti gli organismi di massa, compreso il Comitato che raccoglie le firme per i 3 referendum contro la privatizzazione dell'acqua nel quale collaborano i compagni di Forlì, e in parte anche l'Organizzazione di Modena che è stata recentemente contattata dal locale Comitato che ha chiesto il nostro sostegno per la raccolta delle firme e per fare informazione sui referendum.
Il lavoro nel Coordinamento antifascista romagnolo e nei Comitati per l'acqua pubblica dimostrano che c'è una certa apertura verso il nostro Partito e disponibilità a lavorare con esso, apertura che dobbiamo cogliere e sfruttare per conquistarci degli importanti spazi d'azione.

Impostare il lavoro secondo le priorità
Oberati come siamo dal lavoro politico dobbiamo essere coscienti che non riusciremo a fare tutto, non dobbiamo essere frenetici e superficiali in quello che facciamo, bensì dobbiamo darci delle priorità che vanno trattate in maniera approfondita e costante.
Solo facendo un buon lavoro anche in pochi settori getteremo delle basi solide sulle quali progettare una attività più ampia.
Per usare le parole di Mao "Essere entusiasti ma calmi, lavorare intensamente ma in maniera ordinata, questo è ciò di cui abbiamo bisogno".
I dirigenti, i militanti e i simpatizzanti marxisti-leninisti devono sempre tenere bene a mente, e agire di conseguenza, che lo studio dei testi dei Maestri, della linea del PMLI e della situazione specifica, sono indispensabili affinché tutto il nostro lavoro sia effettivamente utile al Partito e alla causa del socialismo.
Senza lo studio, non ci stancheremo mai di ripeterlo, non sapremmo analizzare correttamente le diverse situazioni e come muoverci in esse, non sapremmo cioè fare l'analisi concreta della situazione concreta, e di conseguenza neanche elaborare parole d'ordine e documenti che colgano le contraddizioni principali e propongano corrette soluzioni, saremmo in balia della borghesia, delle sue correnti ideologiche e organizzative e seppur in buona fede, volenterosi e combattivi, non torceremmo un capello al capitalismo e all'imperialismo.
Lo studio, per un marxista-leninista, rappresenta la fase che precede e segue l'azione, che la prepara e ne fa un bilancio.
Senza di esso ogni azione politica è destinata al fallimento.
Studiare non è certo facile, sia per questioni di tempo, di energie e anche di concentrazione, ma più saremo consapevoli del fatto che lo studio è indispensabile alla causa che serviamo e più facilmente troveremo spazio, tempo e capacità per farlo.
Le conseguenze più evidenti del non studio o di un cattivo studio sono il manifestarsi di contraddizioni su temi, come quello dell'immigrazione, sui quali il Partito si esprime chiaramente e nettamente, così come hanno fatto i Maestri nelle loro opere e nelle loro azioni.
In particolare, in questo caso, i marxisti-leninisti non possono che essere per l'unità completa delle masse lavoratrici e popolari di tutti i paesi e di tutte le nazionalità, nei comuni interessi di classe, contro gli interessi di classe della borghesia di tutti i paesi e di tutte le nazionalità.
Le apparenti contraddizioni che emergono tra italiani ed immigrati sono in realtà le reali contraddizioni del sistema capitalistico che si ripercuotono sulle masse di tutte la nazionalità, e sono di esclusiva responsabilità della borghesia e del capitalismo che ne devono essere chiamati a rispondere.
Su questo tema occorre fare particolare attenzione a non concedere nulla alla propaganda razzista di cui oggi i fascio-leghisti sono i principali ma non esclusivi portatori, tesa a dividere il popolo per nazionalità e non per classi sociali, come invece è nella pratica.
Al fine di chiarire ancor meglio le posizioni del Partito anche al suo interno, oltre all'annuale riunione dei militanti e simpatizzanti, che speriamo col tempo possano tenersi anche più frequentemente, e ai contatti che spesso vi sono tra questi e il Responsabile regionale sia per via telematica che telefonica, dalla Riunione regionale dello scorso anno abbiamo tenuto ulteriori 3 riunioni di soli militanti dell'Emilia-Romagna, riunioni risultate particolarmente utili e apprezzate e che non mancheremo di ripetere ogni qual volta ce ne sarà l'esigenza e la possibilità.
Questi, care compagne e cari compagni, sono alcuni aspetti particolarmente importanti del nostro lavoro politico sui quali approfondiremo la nostra discussione, ma ovviamente non sono gli unici.
La situazione nella quale operiamo non è certo facile, il governo del neoduce Berlusconi procede spedito nell'edificazione della terza repubblica neofascista, i partiti della cosiddetta opposizione parlamentare tentennano e spesso collaborano col governo per ritagliarsi uno spazio nel regime neofascista rendendosi complici della sua instaurazione, compresa l'IDV di Di Pietro che prima grida al "dittatorello" e poi abbandona la piazza e si siede al tavolo del neoduce come sul federalismo fiscale, vari partiti e gruppi sedicenti comunisti distolgono l'attenzione delle masse dal vero partito del proletariato, e per finire le forze e i mezzi del nostro amato Partito sono estremamente ridotti; però compagne e compagni, d'altra parte, abbiamo un Partito autenticamente marxista-leninista, senza il quale non vi sarebbe nessuna speranza di conquistare il socialismo nel nostro Paese, le masse lavoratrici e popolari sono sempre più schifate dalla politica borghese, del governo Berlusconi e della falsa opposizione parlamentare, sempre più spesso le lotte quotidiane per migliorare le condizioni di vita, di lavoro e di studio, escono dai consueti canali istituzionali e partono dalle masse auto-organizzate.
In questo contesto si aprono degli spazi importanti che il Partito dovrà utilizzare con intelligenza, in particolare oggi e nel prossimo periodo, dovremo dire con forza:
- siamo in un regime neofascista, del quale è artefice e complice anche il nuovo Vittorio Emanuele III Napolitano, e occorre una lotta di popolo per abbatterlo
- l'attuale è un governo neofascista e Berlusconi è il nuovo Mussolini, non bisogna sedersi a nessun tavolo col neoduce, con esso non vi può essere nessun accordo, ma va abbattuto quanto prima con la lotta di massa e di piazza
- l'opposizione parlamentare è inoffensiva e collaborazionista col governo del neoduce Berlusconi, in essa non si può riporre nessuna fiducia
- no alle controriforme costituzionali
- no alle leggi che mettono il bavaglio alla stampa e limitano fortemente l'azione della magistratura
- no alla macelleria sociale e alla stangata governativa
- no alla chiusura delle fabbriche e ai licenziamenti, la crisi la paghino i padroni!
- no ai tagli alla scuola
- La Cgil deve proclamare quanto prima lo sciopero generale nazionale di 8 ore con manifestazione nazionale a Roma, anche a costo di farlo senza i sindacati collaborazionisti Cisl e Uil
- La parola d'ordine "difendiamo la Costituzione" è fuorviante, occorre dire lottiamo contro le controriforme costituzionali
- Il partito comunista in Italia c'è da 33 anni e si chiama PMLI, ad esso occorre dare tutta la forza, come militanti, simpatizzanti o amici.
- Solo il socialismo può salvare le masse lavoratrici e popolari del nostro Paese dalla miseria e dalla dittatura neofascista
Non sarà facile far comprendere tutte queste questioni al nostro popolo, ma dobbiamo fare tutto il possibile affinché sia così, a partire dalle giovani e dai giovani proletari, rivoluzionari e fautori del socialismo.
Come ha detto il compagno Giovanni Scuderi nel Rapporto presentato al 5° Congresso nazionale del PMLI tenutosi a Firenze nei giorni 6-7-8 dicembre 2008: "Ci aspetta tanto lavoro e molto duro. Dobbiamo farlo senza ansia e fretta di concluderlo. Diamo tempo al tempo. Dobbiamo lavorare con tranquillità e serenità. Non tutto dipende da noi e dalla nostra volontà. Non dobbiamo preoccuparci tanto se vedremo o non vedremo il socialismo, quanto di far bene tutto quello che è nelle nostre possibilità per preparare l'evento, concentrandoci sui problemi che abbiamo attualmente di fronte.
Dobbiamo andare avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista. Avanti vuol dire non fermarsi mai, e procedere anche se a piccoli o piccolissimi passi quando la marcia si fa più dura o abbiamo bisogno di riprendere fiato. Con forza vuol dire mettercela tutta e essere determinati. Con fiducia vuol dire essere pienamente convinti che un giorno ci sarà l'Italia unita, rossa e socialista. La nostra titanica impresa farà epoca e sarà per sempre scolpita nel cuore del proletariato italiano".
Care compagne e cari compagni,
la strada è ancora in salita, è un campo minato dalla borghesia dove è facile saltare o arrendersi e fuggire, ma non per i marxisti-leninisti, non per chi ha deciso di rivoltare cielo e terra, non per chi ha votato la propria vita al socialismo, la causa più nobile e giusta che vi possa essere.
Il parlamento non è il nostro campo di battaglia ma la mangiatoia dei padroni e dei loro servi, le fabbriche, le scuole, le università e le piazze sono il campo di battaglia dei marxisti-leninisti!
Riempiamole con le rosse bandiere con la grande falce e martello e l'effige di Mao!
Lavoriamo per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso!
Lottiamo contro il regime capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista!
Abbattiamo il governo del neoduce Berlusconi e la terza repubblica!
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista.
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

23 gugno 2010