Rappresaglia sionista a Gaza
In uno scontro a fuoco sono stati uccisi due soldati di Tel Aviv

L'aviazione sionista ha compiuto una serie di raid nella striscia di Gaza in rappresaglia contro il lancio di missili l'1 aprile sulla cittadina di Ashqelon. Almeno quattro i bombardamenti missilistici nella città di Khan Younis, uno contro la città di Gaza, dove alcuni civili sono morti e tre bambini sono rimasti gravemente feriti, e uno contro il campo profughi di Nusseirat. I militari sionisti hanno sostenuto che l'obiettivo dei raid erano alcune fabbriche di armi mentre portavoce di Hamas hanno denunciato che sono andate distrutte alcune fattorie, un caseificio e abitazioni.
I raid aerei del 2 aprile completavano la rappresaglia sionista scattata il 26 marzo dopo gli scontri presso Khan Younis, dove erano stati uccisi due soldati. Il mezzo di una pattuglia sionista che era sconfinata nella Striscia era saltato su una mina all'altezza del varco di Kissufim; nel successivo scontro a fuoco erano rimasti uccisi anche due palestinesi. Un portavoce delle Brigate Al-Qassam, la formazione militare di Hamas, affermava che i miliziani avevano sparato "a scopo difensivo" dopo lo sconfinamento dei reparti israeliani.
Nel pomeriggio del 26 marzo due blindati e cinque carrarmati sionisti entravano nella striscia di Gaza e sparavano sulla città di Khan Yunis, a caccia dei palestinesi che avevano partecipato all'agguato alla pattuglia. Durante il rastrellamento altri due palestinesi rimanevano uccisi. La rappresaglia sionista ha rappresentato il più massiccio attacco dalla fine dell'operazione "Piombo Fuso" a Gaza che nel 2009 causò la morte di 1.400 palestinesi.
E potrebbe non essere l'ultimo dato che il vice primo ministro israeliano, Silvan Shalom, ha dichiarato il 3 aprile che Tel Aviv potrebbe lanciare una nuova vasta campagna militare contro i palestinesi della Striscia di Gaza se non si fermeranno i lanci dei razzi verso le località nel deserto del Negev.

7 aprile 2010