Relazione di Giovanna Vitrano alla riunione di studio dei militanti e dei simpatizzanti della Sicilia orientale del PMLI tenutasi a Catania il 25 gennaio 2004
La linea di massa del PMLI e il lavoro del Partito nella Sicilia orientale
Care compagne e cari compagni,
Benvenuti.
Prima di iniziare la relazione vorrei ringraziarvi tutti per essere oggi presenti a questa importante riunione di studio. Permettetemi inoltre di ringraziare il compagno Maiere, Segretario della cellula "Lunga Marcia'' di Messina, per l'importante resoconto sulla linea scolastica ed universitaria del Partito che egli ci ha tenuto questa mattina.
Questo incontro, al quale partecipano la cellula di Messina, le Organizzazioni di Belpasso e Troina, e i simpatizzanti privi di cellula di Acireale e Tremestieri si è reso necessario per fare il punto sull'incoraggiante sviluppo del Partito nella Sicilia orientale. Nel corso della discussione individueremo ed analizzeremo i principali strumenti della linea di massa, organizzativa e politica del PMLI che serviranno ad accompagnare nel migliore dei modi la tendenza estremamente positiva allo sviluppo del PMLI in questa zona della nostra regione.

La situazione del Partito in Sicilia
Il 2003 è stato un anno straordinario per il Partito in tutta la Sicilia. Abbiamo assistito alla nascita delle cellule palermitana e messinese e della Organizzazione di Troina del PMLI, e, inoltre, all'avvicinamento al Partito di nuovi simpatizzanti della provincia di Catania, grazie al lavoro politico svolto dall'Organizzazione di Belpasso e dai compagni simpatizzanti di Acireale.
Voglio sottolineare che i risultati a cui assistiamo oggi in Sicilia sono certamente frutto delle costanti indicazioni politiche forniteci in prima persona dal compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del Partito, molto interessato al lavoro svolto dal PMLI nella nostra regione, sono frutto della direzione del precedente Responsabile pro-tempore per la Sicilia, il compagno Emanuele Sala, al quale noi siciliani siamo tutti molto grati per avere tracciato le coordinate dello sviluppo del Partito nell'isola, ed infine, ma non da ultimo, sono dovuti allo straordinario lavoro di supporto pratico svolto dalla Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI, che accompagna sempre la crescita del Partito in Sicilia.
Lo sviluppo del Partito nella Sicilia orientale è anche in qualità di buon livello. Infatti nel complesso, tutte le Organizzazioni, anche quelle nate da pochissimo, ed i simpatizzanti attivi, sono riusciti a produrre un lavoro di alto tenore politico nel corso di questo anno.
La cellula "Lunga Marcia'' di Messina, diretta dal compagno Daniele Maiere, è riuscita a dare al Partito rilevanti contributi sul piano del lavoro di massa e di fronte unito, partecipando al campeggio internazionale contro il Ponte di Messina, svoltosi nel luglio del 2003, e al forum internazionale di Mediterracqua svoltosi a Catania a novembre, nella realizzazione del quale la cellula messinese è stata impegnata per diversi mesi, essendo componente della segreteria organizzativa regionale del forum stesso.
L'Organizzazione di Belpasso, diretta dal compagno Francesco Campisi, ha lavorato bene, in base alle sue forze, essendo presente in tutte le manifestazioni sindacali provinciali svoltesi a Catania, l'ultima il 24 ottobre, quando, grazie a Belpasso, si è avuta anche una ricaduta televisiva su Rai3 regionale. Il compagno Campisi è anche riuscito ad avvicinare nuovi simpatizzanti.
Da poco abbiamo l'Organizzazione di Troina del PMLI, diretta dal compagno Giuseppe Calabrese, che già nel giro di pochissimo tempo si è contraddistinto per il suo grande spirito di sacrificio ed attaccamento al Partito e per il rispetto del centralismo democratico. L'Organizzazione, che ricordo è nata ad ottobre del 2003, è già riuscita a produrre un importante appello alle masse di Troina, diffuso in centinaia di copie nel paese. Sottolineo poi come il compagno Calabrese abbia portato egregiamente le posizioni politiche del PMLI nel recente congresso comunale dei Comunisti italiani, dove era stata invitato, rendendo onore in quella sede al grande maestro del proletariato internazionale Lenin e facendo conoscere il nostro amato Partito alla platea dei compagni di base del PdCI di Troina.
Un discorso ed un ringraziamento particolare meritano i nostri bravi simpatizzanti di Acireale e di Tremestieri. Il primo perché ha scritto importanti articoli per il giornale, riuscendo a mantenere in una situazione abbastanza complessa e difficile la presenza del Partito nella popolosa cittadina di Acireale. Il secondo compagno perché si è attivato con molta generosità per diffondere le posizioni del Partito nelle provincia di Catania nella quale si sposta per lavoro.
Questa mole di lavoro politico svolta dai compagni della Sicilia orientale è riuscita ad aprire ampi spazi al Partito, con una ricaduta estremamente positiva sul radicamento in tutta la Sicilia. Se oggi, su richiesta della Responsabile regionale del Partito, ci è stata concessa la sede dell'Arci di Catania per svolgere il nostro importante incontro è perché grazie a tutti i compagni della Sicilia orientale il Partito è conosciuto e apprezzato a Catania e a Messina e, visti gli ultimi positivi risultati, anche nella provincia di Enna. Invito tutti i compagni a riflettere su questa importantissima conquista che non ha precedenti in Sicilia. Neanche a Palermo, pur operando in quella città la cellula organizzativamente, numericamente e politicamente più forte e radicata nei movimenti di lotta della nostra regione, siamo mai riusciti a riunirci nella sede dell'Arci e ad aprire varchi di consenso così ampi come si sono aperti nella Sicilia orientale. Le cause vanno ricercate nelle condizioni oggettive della realtà politica palermitana, dove il movimento e le scelte delle organizzazioni sono controllati e gestiti in maniera forte e quasi esclusiva dai partiti della "sinistra'' di regime, che nel capoluogo siciliano hanno le proprie dirigenze ed i propri centri di potere regionali. Ma le cose sono destinate a cambiare anche a Palermo, come ha dimostrato l'ampio successo di presenza di operai e studenti al dibattito pubblico del compagno Scuderi.

Gli strumenti da utilizzare per la crescita del Partito nella Sicilia orientale
Dopo aver tracciato per sommi capi lo straordinario sviluppo del Partito nella Sicilia orientale, dobbiamo soffermarci sull'analisi degli strumenti di cui devono al più presto dotarasi la cellula e le Organizzazione di questa parte della nostra regione per consolidare i successi fin qui ottenuti ed accompagnare nel migliore dei modi la crescita del PMLI nelle rispettive realtà.
C'è un importantissimo documento del CC del PMLI del 20 febbraio 1988, intitolato "Teniamo alta la bandiera del socialismo, dell'antimperialismo e dell'antifascismo''. L'ultimo paragrafo del documento in questione, che si intitola "Le tre cose da fare'', è estremamente attuale, sembra scritto ieri, e spiega, nella sostanza, perché e come i compagni del PMLI devono
1) studiare e applicare la linea del Partito
2) Concentrarsi sul lavoro di massa
3) Migliorare la qualità delle organizzazione e dei militanti del Partito.
Vi invito tutti, visto che sarete nel prossimo futuro impegnati politicamente a sviluppare i tre punti di cui sopra, a leggere e dibattere all'interno delle rispettive Organizzazioni il paragrafo citato, che, peraltro, si trova pubblicato interamente nell'opuscolo "La linea organizzativa del PMLI'', in dotazione a tutte le Organizzazioni siciliane.
In questo paragrafo è spiegato chiaramente come le tre cose da fare siano strettamente collegate tra loro. Si dice infatti: "Queste tre cose da fare hanno tutte quante la stessa importanza e urgenza, ma è chiaro che le ultime due derivano dalla prima, poiché sono la conseguenza della sua comprensione e realizzazione. Lo studio e l'applicazione della linea del Partito viene dunque ad essere la chiave di volta del rafforzamento del Partito''.
Il passaggio di cui sopra va compreso molto bene, poiché l'analisi dei rapporti mensili e dei documenti prodotti da tutte le organizzazioni della Sicilia, non solo orientale, dimostrano che tutte hanno una pressante necessità di iniziare a confrontarsi con continuità e regolarità con la linea politica del PMLI. L'obbiettivo è quello di affrontare, attraverso lo studio della linea del Partito, la questione del radicamento alla quale è strettamente legato il lavoro di massa che dovremo mettere in pratica.

La questione del radicamento
Documenti più recenti del Centro riprendono ed approfondiscono lo stesso tipo di problema trattato nel CC del 20 febbraio del 1988.
Il Rapporto, dal titolo "Intensifichiamo gli sforzi per costruire un grande, forte e radicato PMLI'', tenuto nel settembre del 2002 dal compagno Scuderi alla 6a Riunione plenaria del 4° Ufficio politico del PMLI, affronta nuovamente la questione del radicamento mettendola in connessione con lo studio della linea del Partito, con la sistematizzazione del lavoro giornalistico da parte delle organizzazioni di base, e, non da ultimo, con la comprensione e l'applicazione delle coordinate del lavoro di massa del PMLI.
A tutti i compagni militanti e simpatizzanti presenti ritengo necessario precisare il fatto che intenzionalmente sto citando i documenti del CC e dell'UP del PMLI, invece di spiegare con mie parole i contenuti presenti nei brani che riporto. Ritengo infatti che tutti i compagni siciliani, anche i nuovi arrivati, debbano imparare a considerare i documenti del Centro come un nostro punto di riferimento fondamentale, un pilastro del nostro lavoro politico ed organizzativo senza il quale agiremmo politicamente alla cieca. Per questo i documenti del Centro non vanno letti una volta soltanto, essi vanno letti attentamente più volte, discussi, ripresi, citati nelle nostre riunioni interne, con l'obbiettivo di rafforzare la coscienza marxista-leninista dei compagni e la struttura bolscevica delle nostre organizzazioni di base e di acquisire le coordinate del lavoro politico che andremo poi a compiere. Questo discorso vale ovviamente anche per i compagni della Sicilia occidentale. Del resto, sottolineo ancora, non a caso questo brano che leggerò è stato recentemente rilanciato sul n.35 de "Il Bolscevico'' del 2 ottobre 2003, come indicazione chiara a tutti i compagni del Partito che bisogna sforzarsi di mettere in pratica nel nostro particolare le indicazioni generali in esso contenute.
Spiega il compagno Scuderi:
"Il radicamento, abbiamo detto in Congresso, è la questione principale che dobbiamo risolvere per costruire un grande, forte e radicato Partito. Una questione aperta da tempo e messa per la prima volta a fuoco nel documento del CC del 20 febbraio 1988 con la parola d'ordine `forgiare l'anello mancante' della catena della costruzione e dello sviluppo del Partito. Dal Congresso a oggi indubbiamente abbiamo fatto in questo campo molti passi avanti e accumulato importanti esperienze. In certe città infatti il radicamento ha raggiunto un buono stadio e sta già dando i suoi primi frutti per quanto riguarda il legame con le masse, la visibilità, la credibilità e l'autorevolezza del Partito, la politica di fronte unito e delle alleanze, il proselitismo e il lavoro giornalistico. Qualche germoglio comincia a spuntare sul terreno sindacale e alcune esperienze sono state fatte sul fronte studentesco.
Non tutto il Partito però ha raggiunto questo stadio. In certi casi siamo ancora in uno stadio primordiale. Forse perché non si è capito l'importanza del radicamento, o per impreparazione e capacità, o per mancanza di forze che ci consentono di entrare in merito ai problemi dell'ambiente di cui facciamo parte (città, quartiere, provincia, regione e luogo di lavoro o di studio).
Ma anche là dove il radicamento è in atto occorre migliorarlo, approfondirlo, sistematizzarlo ed estenderlo. Dobbiamo quindi insistere nel chiarirci le idee sul radicamento ragionando un po' attorno alla parola d'ordine `Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulla priorità, studiare', che è la chiave della costruzione e dello sviluppo del Partito. Chi l'ha utilizzata interamente ha ottenuto degli ottimi successi, chi l'ha utilizzata parzialmente ha ottenuto qualche successo, chi non l'ha utilizzata affatto non ha ottenuto alcun successo.
è quindi comprovato dalla pratica che senza lo studio si naviga a vista; senza concentrarsi sulle priorità non si sa dove andare e si gira a vuoto; senza radicarsi è come se fossimo degli apolidi, della gente estranea al proprio ambiente.
Ma cosa significano in concreto le tre parti che compongono la suddetta parola d'ordine?
Studiare significa conoscere e applicare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea del PMLI in riferimento alle questioni concrete politiche, sindacali, sociali, studentesche, culturali che dobbiamo risolvere e che riguardano il luogo dove siamo presenti. Significa conoscere e applicare i metodi di analisi dei maestri nell'esaminare e risolvere i problemi. Significa conoscere a fondo la propria città e ambiente di lavoro o di studio con le loro caratteristiche, problemi e contraddizioni. Significa conoscere la composizione, il programma, i bilanci, i piani urbanistici, le delibere, ecc. dell'amministrazione della propria città e le relative posizioni dei vari partiti, nonché le condizioni di vita e i problemi e le rivendicazioni delle masse. Significa conoscere la realtà sindacale del proprio luogo di lavoro e i problemi della propria scuola o università.
Concentrarsi sulle priorità significa stabilire i temi principali su cui centrare e sviluppare il lavoro politico, rivendicativo, di massa, organizzativo, propagandistico e giornalistico, in base alle necessità e ai bisogni più urgenti delle masse della propria città. Significa bombardare senza soluzione di continuità le proprie giunte comunale, provinciale e regionale.
Radicarsi significa applicare con forza il Programma d'azione in riferimento alle priorità prescelte. Significa intervenire con volantini, manifesti, documenti, comunicati stampa, conferenza stampa, dibattiti, in base alle possibilità concrete che abbiamo, sulle questioni che fanno parte delle priorità e che scoppiano improvvisamente. Due ottimi esempi di ciò sono costituiti dal documento dell'Organizzazione palermitana del PMLI sulla crisi idrica in Sicilia e l'articolo della Redazione napoletana de `Il Bolscevico' sul piano sanitario della Campania. Un esempio di radicamento a livello nazionale è costituito dallo studio sulla sanità in Italia pubblicato su 'Il Bolscevico'.
Come già stabilito dal Congresso noi dobbiamo radicarci soprattutto nel movimento operaio e sindacale e in quello studentesco. Conformemente a questa direttiva, salvo quelli che hanno compiti e ruoli particolari, i militanti e i simpatizzanti lavoratori e pensionati del Partito devono concentrarsi nell'azione nei propri luoghi di lavoro e nel sindacato, mentre i militanti e i simpatizzanti studenti devono agire nelle scuole, nelle università e nel movimento studentesco''.
Dal brano del rapporto del compagno Scuderi alla 6a Riunione plenaria del 4° Ufficio politico del PMLI, appena letto, appare chiaro che la prima fase dell'azione è la conoscenza della situazione concreta in cui ci troviamo ad operare. Solo attraverso la conoscenza dei dati precisi sulla realtà che ci circonda saremo in grado di "forgiare l'anello mancante'', cioè di calare la linea politica generale del Partito nella nostra situazione particolare e saremo in grado di portare alle masse proposte rivendicative concrete sui loro problemi concreti.
Un esempio molto importante di questo tipo di lavoro strategico nella Sicilia orientale è il documento "Lottiamo uniti contro il ponte di Messina'' redatto a luglio scorso dall'allora Organizzazione messinese, poi diventata cellula qualche giorno dopo. Grazie a questo documento i compagni di Messina hanno cominciato a "forgiare l'anello mancante'' saldando la linea generale del Partito riguardante le infrastrutture, la protezione dell'ambiente, i trasporti, con la questione specifica della costruzione del ponte, che è una delle contraddizione rilevanti, e di carattere nazionale, per le masse in lotta di Messina. Grazie a questo tipo di lavoro essi sono riusciti durante il campeggio internazionale, che si è svolto questa estate, ad assumere un ruolo politico, organizzativo e propositivo di primo piano nella lotta contro il ponte; la ricaduta è stata estremamente positiva poiché i compagni della cellula "Lunga Marcia'' sono riconosciuti adesso tra i principali promotori della vita politica messinese e persino regionale. Questo, lo ha riconosciuto anche il Centro, sinora è l'esempio migliore e più riuscito di lavoro di massa e di fronte unito che abbiamo avuto in Sicilia, dopo l'esperienza fatta dalla cellula palermitana a fianco degli operai della Fiat ed indotto di Termini Imerese in lotta contro la chiusura della fabbrica.
Un altro esempio molto riuscito di lavoro di studio ed elaborazione rivendicativa a livello regionale è quello svolto dai compagni palermitani, che ha portato al documento sulla crisi idrica in Sicilia, redatto nel giugno del 2002 e citato dal compagno Scuderi nel rapporto all'Ufficio politico nel settembre dello stesso anno. Nel settembre del 2003 l'Ufficio politico del PMLI ha pubblicato un documento approfondito sulle risorse idriche in Sicilia, con il quale ha posto il nostro Partito all'avanguardia nelle analisi e nelle rivendicazioni per questo settore. è stato proprio grazie alla "Posizione dell'UP sulle risorse idriche in Sicilia'', che poi la delegazione del PMLI al forum di Mediterracqua, composta da compagni messinesi e palermitani, ha svolto, in sede di assemblea plenaria, un lavoro di smascheramento delle posizioni liberiste della "sinistra'' di regime circa la gestione delle risorse idriche, riuscendo con un'ampia politica di fronte unito a far passare alcune delle rivendicazioni del PMLI nel documento finale.
Se non vi fosse stato il documento dell'UP sulle risorse idriche in Sicilia non si sarebbero certo ottenuti questi risultati eccezionali nel lavoro di massa dentro Mediterracqua, con ricadute estremamente positive sul radicamento nella nostra regione. è stato, infatti, dopo il grande successo di Mediterracqua, preceduto da quello nel campeggio internazionale contro il ponte di Messina, che il PMLI in Sicilia ha conquistato nuovi amici e consistenti appoggi a Catania, Messina e Palermo.
Altre organizzazioni della Sicilia orientale hanno prodotto dei documenti, ma questi per lo più, nonostante siano molto importanti nella conoscenza delle realtà specifiche, non affrontavano la questione rivendicativa. Sia ben chiaro che questa non è una critica, bensì una esortazione a tutte le Organizzazioni siciliane ad iniziare ad affrontare anche la fase rivendicativa, tenendo sempre presente in questo tipo di lavoro il "Nuovo programma d'azione del PMLI'', redatto dal CC del PMLI. Bisogna partire dallo studio delle realtà concrete in cui ci troviamo a vivere per riuscire a sviluppare rivendicazioni e proposte concrete che ci aiuteranno a metterci alla testa o a partecipare in prima fila ai movimenti di massa.

Il lavoro giornalistico
Il lavoro giornalistico, che va curato nei minimi particolari, assume un valore di straordinaria importanza nell'analisi della realtà e nell'elaborazione delle rivendicazioni. Va sottolineato qui che, proprio per il ruolo di promotrici del radicamento e del lavoro di massa che dovrà assumere in pieno ogni organizzazione siciliana, le corrispondenze redatte dovranno riguardare la propria realtà locale, la propria giunta comunale, il proprio luogo di lavoro o di studio, le contraddizioni sociali che si presentano nella propria città o paese, nel proprio luogo di lavoro o studio. Alcune volte è capitato che da Organizzazioni siciliane siano arrivati alla Redazione centrale, a Firenze, articoli riguardanti argomenti di carattere nazionale o internazionale. Questi articoli hanno finito per non essere pubblicati, dal momento che i temi in essi trattati non rientravano nelle competenze dei redattori locali, ma spettavano alla Redazione centrale. Come potete ben capire, quando nella testa dei redattori locali si verificano queste confusioni di competenze, viene contraddetta tutta la struttura organizzativa e politica del Partito e la divisione dei compiti stabilita e, inoltre, viene meno il compito di vitale importanza che ha lo stesso redattore locale, il corrispondente di cellula etc., che è quello di mettere a fuoco ciò che succede nella propria città, paese, scuola, fabbrica ecc., per aiutare la sua istanza a formulare una critica marxista-leninista sulla realtà di appartenenza.
Tuttavia, a parte qualche articolo fuori competenza, che non è stato ovviamente pubblicato su "Il Bolscevico'', le organizzazioni siciliane hanno saputo egregiamente raccontare la propria realtà locale.
Tanto per ricordarne qualcuno di grande interesse politico cito i rapporti scritti dal compagno Campisi sulla condizione degli operai edili a Belpasso e sull'agricoltura nella provincia di Catania, gli articoli venuti dal nostro bravo simpatizzante acese, sulla condizione delle periferie urbane di Acireale e sui disagi che devono ancora subire le popolazioni terremotate del suo paese, gli articoli e i documenti sulla condizione delle masse di Troina e sull'attività del consiglio comunale del paese, redatti dalla nostra neonata Organizzazione, e infine quelli della cellula messinese del PMLI sull'attività della corrotta giunta comunale di Messina.
Per approfondire la questione del lavoro giornalistico bisogna però notare che, a parte sporadici esempi, come quelli venuti da Acireale durante la campagna elettorale astensionista e da Troina di recente, le Organizzazioni della Sicilia orientale non hanno ancora fatto proprio lo strumento del comunicato stampa che è un ottimo metodo per fare arrivare velocemente la posizione del Partito sulle questioni locali urgenti. Le Organizzazioni devono imparare ad usarlo, poiché esso è uno strumento che aiuta molto il radicamento ed il lavoro di massa.

Il lavoro di massa
Sempre nell'importante documento del CC del 20 febbraio 1988 troviamo scritto:
"La seconda cosa da fare bene oggi per rafforzare il Partito è di concentrarsi sul lavoro di massa. Più volte abbiamo detto, sulla base dell'esperienza pratica, che il fronte su cui si decide lo sviluppo del Partito è quello del lavoro di massa. Non bisogna stancarsi di ripeterlo, tuttavia quello che è più importante è agire nella pratica in maniera coerente e conseguente con questo assunto. Questo significa che ogni istanza e militante del Partito devono operare in primo luogo nel proprio ambiente di lavoro, di studio di vita e nelle organizzazioni di massa tradizionali, a cominciare dalla Cgil, e in quelle promosse dal Partito. Là dove sono concentrate le masse dobbiamo essere presenti attivamente anche noi. Solo cosi è possibile farsi conoscere, essere stimati, offrire un'alternativa alle proposte errate e costituire un punto di riferimento. Stando all'esterno delle organizzazioni e dei movimenti di massa è impossibile sottrarre le masse all'influenza alla direzione ed al controllo della borghesia e dei suoi lacchè. Le masse hanno bisogno di vederci di persona esposti in prima fila, nel confronto e nello scontro diretto con gli altri partiti per valutarci e darci fiducia e appoggio''.
Il documento del CC continua affermando che i quattro obbiettivi strategici ed i quattro insegnamenti costituiscono le coordinate che assicurano la qualità ed il successo del lavoro di massa sui qualsiasi fronte.
I quattro obiettivi strategici, codificati nel rapporto dell'UP presentato da compagno Scuderi al 2° Congresso nazionale del PMLI il 6/11/82 che bisogna porsi nel lavoro di massa sono i seguenti:
1) Soddisfare le esigenze delle masse da noi organizzate.
2) Acuire le contraddizioni tra esse e le istituzioni borghesi e il partito revisionista
3) Elevare incessantemente la loro coscienza politica e il loro grado di combattività
4) Attirare delle simpatie e nuovi militanti verso il nostro Partito.
Un qualsiasi lavoro di massa può partire soltanto dalle esigenze espresse dalle masse in lotta e non dai nostri desideri. Il nostro obbiettivo è quello di lottare insieme a loro per ottenere vittorie su problemi specifici, come l'assunzione stabile e a salario intero degli LSU, per ottenere le case, per migliorare l'edilizia scolastica e le condizioni di lavoro nei cantieri etc.. Laddove riusciremo a soddisfare le esigenze delle masse riusciremo più facilmente ad acuire le contraddizioni politiche tra esse e le istituzioni borghesi ed i partiti del "centro-sinistra'', riusciremo automaticamente ad elevare la loro coscienza politica e la loro combattività e tutto questo avrà una notevole ricaduta sul piano del rafforzamento delle organizzazioni con l'arrivo di nuovi militanti e simpatizzanti.
"I quattro insegnamenti della lotta delle masse'' codificati nel rapporto dell'UP presentato dal compagno Scuderi al 3° congresso nazionale del PMLI il 27/12/85 dicono che:
1) è possibile sottrarre le masse al controllo del palazzo e dei revisionisti e mobilitarle purché si mettano al centro della lotta le loro rivendicazioni immediate e vive e si sappia cogliere il momento favorevole in cui il loro stato d'animo è teso verso il combattimento e l'azione.
2) I movimenti di massa non durano a lungo, non avanzano e non riescono a raggiungere i loro obbiettivi se non sono guidati da un'avanguardia decisa, preparata e coerente.
3) Da parte del PMLI non è possibile conquistare la testa dei movimenti di massa se i compagni che operano in essi non sono padroni della linea di massa generale e specifica del settore e non sanno applicarla. E anche quando deteniamo la direzione dei movimenti di massa questi o non decollano o si arenano o rifluiscono a causa dello stesso motivo.
4) Il coinvolgimento degli elementi più attivi dei movimenti di massa nel lavoro di direzione, organizzazione e mobilitazione delle masse è per noi essenziale per unire la sinistra e tramite essa trascinare il resto del movimento''.
Si tratta della schematizzazione di tutto quello che abbiamo detto in quattro punti fondamentali che bisognerà che i compagni siciliani, non solo quelli della Sicilia orientale, studino per comprenderne veramente il senso politico.
A volte, provenendo da organizzazioni revisioniste, neorevisioniste o ultrasinistre, ci può capitare di cadere in giudizi errati sulle masse che ci inducono a una certa sfiducia nei loro confronti e alla formulazione di giudizi permeati di idealismo. Dipingere le masse siciliane nello specifico, incapaci di lottare, di modificare la realtà, complici e succubi definitivamente del sistema mafioso è una peculiarità dei partiti della "sinistra'' di regime. Il PMLI non nega che le masse siciliane siano oppresse da enormi problemi e siano enormemente ricattabili, però ci opponiamo, dati alla mano, a chiunque sostenga che esse sono mafiose, reazionarie, antidemocratiche, ecc. La sfiducia nelle masse, tipica dei partiti neorevisionisti siciliani, nasconde, in verità, l'incapacità di tali partiti di entrare nelle lotte sociali e di guidarle con proposte concrete. Chiunque abbia seguito il dibattito recente che riguarda il radicamento nelle lotte siciliane dei partiti del "centro-sinistra'' sa bene quanto è profonda la crisi del loro rapporto con le masse.
Nella Sicilia orientale, poi, vi sono diverse piccole organizzazioni sedicenti marxiste-leniniste, in realtà trotzkiste, con una concezione ancora più elitaria dell'azione politica. Catania è il centro nevralgico di queste organizzazioni, ma varie ve ne sono anche nella provincia. Non le si vede mai nelle manifestazioni, non si sa che lavoro svolgono, non si pronunciano sulle giunte provinciali e regionali, nonché sui governi nazionali, non dicono nulla sui più pressanti problemi delle masse siciliane, dalla disoccupazione, alla deindustrializzazione, alla crisi idrica, allo smantellamento dei servizi sociali, operato congiuntamente dal governo del neoduce Berlusconi e dal governo Cuffaro. Queste organizzazioni non hanno alcun impegno visibile nei confronti del lavoro di massa. Per giunta appartengono ad un'area politica che si è dichiarata nemica del PMLI ed ha anche aggredito i compagni a Firenze e Napoli. A noi, dunque, benché siamo interessati ai fronti comuni, che sono elemento costitutivo della nostra linea di massa e non interessano affatto i fantomatici fronti antifascisti, antimperialisti etc. che esse provano a lanciare, fallendo continuamente peraltro. Non ci interessa la loro impostazione politica perché concretamente inesistente. Benché presenti in Sicilia da molto meno tempo di loro, noi siamo molto più avanti a livello regionale nel radicamento e nel lavoro di massa non possiamo perdere tempo con loro.
A noi interessa lavorare per entrare nelle lotte operaie e studentesche, nelle lotte contro la deindustrializzazione dell'isola, nelle lotte per il lavoro stabile a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati e lavoratori, nelle lotte per l'acqua e contro la costruzione del ponte di Messina. A noi interessano le lotte per la sicurezza e contro il lavoro nero nei cantieri edili, dove si verificano continuamente terribili incidenti, come quello successo a Palermo il 26 dicembre in cui un giovane operaio edile in nero ha perso la vita.

Mandare a casa il governo Cuffaro
Il nostro obbiettivo principale oggi è a livello regionale mandare a casa il governo Cuffaro che, sulle direttive del governo nazionale del neoduce Berlusconi, sta smantellando pezzo per pezzo l'economia siciliana. Anche i servizi sociali sono presi di mira. La sanità pubblica viene fatta fuori da Cuffaro a favore della sanità privata in buona parte gestita dalla mafia che vi ricicla denaro sporco, come è emerso dalla indagine in corso alla Procura di Palermo sul rapporto tra mafia e politici borghesi, nella quale è indagato anche il presidente della regione. All'istruzione sono stati tagliati fondi indispensabili, le scuole cadono a pezzi e non vengono più garantiti servizi essenziali come il tempo pieno e le mense. Sul fronte della gestione delle risorse idriche e dell'ambiente il governo Cuffaro ha mostrato in pieno il suo volto reazionario. Basti dire che ha svenduto l'intero patrimonio di acquedotti siciliani, conquistato a prezzo di dure lotte dai contadini negli anni '50, ad una multinazionale, la Vivendi, che, secondo gli accordi, dovrebbe gestirlo per i prossimi trent'anni. Non dimentichiamoci poi che Cuffaro, essendo anche commissario straordinario all'emergenza rifiuti, ha approvato un devastante piano, che prevede sul territorio siciliano la costruzione di almeno una ventina di inceneritori, da lui eufemisticamente definiti "termovalorizzatori''.
Noi abbiamo più volte chiesto le dimissioni di questo governo regionale filomafioso e siamo stati l'unica forza politica in Sicilia ad averlo fatto senza tentennamenti ed ambiguità. è chiaro tuttavia che Cuffaro, essendo appoggiato dal parlamento siciliano e confortato dal "centro-sinistra'' di regime, non si dimetterà. Bisogna che siano le masse siciliane a mandarlo a casa, con un grande sciopero generale di tutte le categorie, che metta in primo piano la questione morale ed abbia nella sua piattaforma la lotta alla mafia, il rilancio dell'industria, dell'agricoltura e del turismo siciliani, lo scioglimento della Sicilacque e l'abrogazione del piano regionale sui rifiuti.
Il segretario regionale della Cgil siciliana, Diliberto, aveva lanciato nella sua relazione consuntiva sul 2003, l'ipotesi di un grande sciopero generale siciliano dei sindacati confederali entro gennaio del 2004. Purtroppo sembra che l'idea sia stata messa da parte dalle confederazioni. Tuttavia secondo noi lo sciopero generale non è più procrastinabile e dobbiamo impegnarci perché venga indetto al più presto. Tutti i compagni militanti e simpatizzanti del PMLI, specie quelli che lavoreranno nel settore sindacale, devono fare propria la parola d'ordine di un grande sciopero generale di tutti i comparti produttivi della Sicilia per il lavoro, contro la deindustrializzazione, per lo sviluppo dell'isola e per mandare a casa Cuffaro.

Il lavoro sindacale
Alcune Organizzazioni della Sicilia orientale hanno dei militanti o simpatizzanti presenti dentro la Cgil. Considerato quanto abbiamo detto sullo sciopero generale siciliano, per queste Organizzazioni il lavoro sindacale dentro la Cgil dovrà avere una importanza prioritaria.
Questo tipo di lavoro di massa va ripreso in alcuni casi, in altri casi va iniziato. Come dice il Responsabile della Commissione per il lavoro di massa del CC del PMLI, il compagno Emanuele Sala nella circolare a tutte le Organizzazioni del 18 dicembre 2003:
"Passate le feste natalizie la lotta sindacale non potrà che riprendere vigore sui tanti problemi che sono aperti: la controriforma pensionistica, i rinnovi contrattuali per 6 milioni di lavoratori, i tagli ai servizi sociali che derivano dalla Finanziaria, la precarizzazione del lavoro, il caro vita e altro ancora su temi più generali come la difesa del diritto di sciopero, la legge Gasparri e la legge sulla fecondazione assistita. Non è escluso che si vada, come noi auspichiamo, allo sciopero generale. Occorre allora cercare di utilizzare al massimo questo momento di lotta più favorevole all'azione del Partito rispetto alla `pace sociale' e al riflusso; per fare ulteriori passi in avanti in questa direzione. Ci vuole spirito d'iniziativa per far arrivare la nostra voce agli operai, specie se sono in lotta, e per realizzare dei contatti diretti con loro affinché si convincano che stiamo dalla loro parte e ne difendiamo gli interessi immediati e generali. Bisogna bandire ogni timidezza e ogni reticenza ed esser più intraprendenti, sapendo che oggi più di ieri sono diponibili ad ascoltarci e a condividerne le parole d'ordine e il progetto.
Sin da ora si può dire che è importante: 1) prendere coscienza fino in fondo dell'importanza di questo lavoro; 2) assimilare e applicare bene la linea, l'analisi, le denunce, le rivendicazioni e le indicazioni per il lavoro sindacale del Partito (che già ci sono, salvo gli aggiornamenti e le precisazioni che si possono fare); 3) fare in questo campo a livello d'istanza un lavoro di direzione e d'intervento più sistematico; 4) rafforzare e migliorare, per le informazioni e per le indicazioni da ricevere, la centralizzazione ai vari livelli. Lo stesso vale per i momenti dei bilanci. A questo proposito suggerisco che i compagni sindacalisti facciano mensilmente all'istanza di appartenenza un bilancio della loro attività nei luoghi di lavoro e nelle strutture sindacali di cui fanno parte. Da allegare al rapporto mensile generale con le sue valutazioni''.
Tutte le organizzazioni siciliane, specie quelle che saranno impegnate nel lavoro sindacale dentro la Cgil, sono tenute a studiare approfonditamente la relazione che il compagno Sala terrà alla riunione della Commissione per il lavoro di massa del CC del PMLI, cui sono stati invitati anche i militanti siciliani che sono o saranno impegnati sul fronte sindacale, non appena sarà pubblicata su "Il Bolscevico''. A questi compagni auguro fin d'ora buon lavoro.
Dalla Organizzazione di Belpasso, soprattutto, ci aspettiamo un lavoro di rilievo sul fronte sindacale. L'Organizzazione di Troina dovrà valutare se ha le forze per impegnarsi anch'essa nel lavoro sindacale.

Prepararsi alle elezioni
Tutte le organizzazioni della Sicilia orientale sono in grado di sviluppare un lavoro di massa e rivendicativo contro le giunte locali e devono, in base alle loro priorità di lotta, cominciare a produrre documenti e ad agire sistematicamente anche su questo fronte e in quello contro la perdurante crisi idrica siciliana, che purtroppo si è estesa anche alle province orientali dell'isola.
La cellula messinese deve assicurare, come finora ha fatto, la presenza del Partito nelle lotte contro il ponte di Messina.
L'Organizzazione di Troina e la cellula messinese dovranno impegnarsi nel lavoro di massa studentesco, avendo nelle rispettive organizzazioni degli studenti militanti o simpatizzanti.
I simpatizzanti della provincia di Catania potranno svolgere un lavoro importante sia sul fronte della denuncia delle rispettive giunte comunali, sia sul fronte del lavoro studentesco come finora hanno fatto.
Non bisogna dimenticare poi che si avvicinano le elezioni europee, durante le quali, molto probabilmente, a Messina si voterà per l'elezione del neopodestà ed il rinnovo del Consiglio comunale. Come dice il compagno Scuderi nel rapporto alla 3a Sessione plenaria del 4° CC del PMLI, intitolato "Lavoriamo uniti, con perseveranza e fiducia, affinché il PMLI possa svolgere interamente il suo ruolo di avanguardia'':
"Per quanto riguarda le elezioni amministrative non c'è altro modo di prepararsi che quello di calarsi nella propria realtà e di affrontare concretamente giorno per giorno i problemi materiali delle masse, a partire dal lavoro, la casa, la sanità, l'istruzione, i servizi sociali, e di studiare a fondo i bilanci, il programma, i piani regolatori, i progetti urbanistici, gli Statuti, ecc. delle giunte comunali, provinciali e regionali. Tutto ciò deve diventare pane quotidiano delle nostre cellule. Non possiamo arrivare agli appuntamenti elettorali del 2004 e del 2005 improvvisando all'ultimo momento. La preparazione a queste battaglie deve costituire d'ora in poi la priorità delle cellule interessate. In modo da essere in grado nei 45 giorni della campagna elettorale di produrre e diffondere dei documenti che smascherino le giunte uscenti e propongano le nostre alternative. Ma se non si comincia a lavorarci sopra fin da ora, magari facendosi aiutare da amici esperti in certi campi, è impossibile che la nostra voce politica ed elettorale abbia nelle masse l'influenza che vorremmo.
Le cellule devono capire che spetta in primo luogo a loro condurre le battaglie elettorali comunali, provinciali e regionali, le quali non vanno considerate a se stanti ma come parte integrante, e un passaggio fondamentale, della guerra condotta dalle cellule contro i governi locali.
Per le elezioni europee dobbiamo `pettinare' a fondo la Costituzione dell'Ue in fattura e non perdere una sola occasione per denunciare la politica dell'imperialismo europeo.
Per tutte queste battaglie confermiamo il nostro astensionismo elettorale. Chiarendo però che quello europeo ha un carattere diverso rispetto all'astensionismo per le elezioni amministrative e politiche. Esso è di principio, strategico, non tattico, in quanto noi rifiutiamo totalmente l'unione dei paesi imperialisti europei e chiediamo l'uscita da essa dell'Italia''.
Come sapete la parola d'ordine del PMLI per le elezioni politiche e amministrative, nonché per le elezioni europee, che era "Astenersi, non votare, votare nullo o bianco'' è stata mutata dopo l'ultimo CC del giugno 2003 nella seguente: "Disertare le urne, annulla la scheda o lasciala in bianco''. Tale parola d'ordine è valida anche per le elezioni scolastiche ed universitarie. Essa è stata proposta dai collettivi in lotta palermitani riscuotendo un grande successo tra gli studenti che la leggevano.
A proposito dell'astensionismo e della nuova parola d'ordine del PMLI, spiega il compagno Scuderi nel rapporto alla 3a Sessione plenaria del 4° CC del PMLI:
"Mentre le masse italiane intermedie e relativamente arretrate a milioni hanno superato l'elettoralismo, esso paradossalmente continua a influenzare la parte più avanzata e combattiva delle masse. Si tratta di quelle forze sociali che elezione per elezione scelgono il partito parlamentare `meno peggio' da votare. Perché credono, nonostante che propendono per una politica di sinistra, che sia meglio andare alle urne anziché astenersi, non avendo una coscienza rivoluzionaria e marxista-leninista e imbevute come sono di concezioni democratico-borghesi, parlamentariste e riformiste. Specialmente quando intravedono un pericolo di destra - come in queste elezioni - istintivamente votano i partiti della `sinistra' borghese. Non si rendono conto che così causano un doppio danno: premiano il `centro-sinistra', che pur non amano e non ritengono ideale, e penalizzano l'astensionismo e il nostro Partito che lo propaganda e lo sostiene.
Naturalmente dobbiamo essere noi a tirar fuori dalla palude dell'elettoralismo e del parlamentarismo queste importanti forze, ma ciò sarà possibile solo nella misura in cui riusciremo a raggiungerle, a farci conoscere e apprezzare per la nostra proposta strategica e per il nostro lavoro concreto a servizio delle masse.
Indubbiamente la conquista delle avanguardie dei movimenti di massa anche sul piano elettorale costituisce la chiave per far compiere all'astensionismo un salto di qualità trasformandolo a livello di massa in un voto cosciente al PMLI e al socialismo.
Chiarire e far penetrare nelle masse il concetto che l'astensionismo non è un non voto ma un voto dato al PMLI e al socialismo è una questione della massima importanza. Per chiarire meglio questo concetto, e togliere di mezzo ogni possibilità di confusione, forse è opportuno cambiare la parola d'ordine delle tre forme dell'astensionismo da `non votare, vota nullo o bianco' a `Disertare le urne, annulla la scheda o lasciala in bianco'''.
Ci attende allora molto lavoro politico da svolgere in questo anno per accompagnare lo sviluppo del PMLI nella Sicilia orientale. Bisogna allora, come abbiamo più volte detto, prepararsi molto bene, studiando i documenti del CC del PMLI e della Commissione per il lavoro di massa del Partito, partendo dalla circolare inviata dal responsabile della Commissione per il lavoro di massa del CC del PMLI in data 18 dicembre 2003. Il nostro obiettivo deve essere quello di rafforzare la nostra coscienza marxista-leninista, la nostra conoscenza della linea del Partito e la struttura bolscevica del Partito.

Migliorare la qualità delle organizzazioni e dei militanti del Partito
Torno allora al documento del CC del 20 febbraio 1988 con il quale abbiamo aperto questa relazione.
La terza cosa da fare bene è migliorare la qualità delle Organizzazioni e dei militanti dl Partito. Dice il documento: "Migliorare la qualità dei militanti del Partito significa sostanzialmente portare fino in fondo la trasformazione della propria concezione del mondo. Non bisogna mai ritenersi arrivati, dei marxisti-leninisti completi e senza pecche, che non hanno più nulla da imparare, da modificare e correggere. Tutti quanti, dirigenti e semplici militanti, abbiamo bisogno periodicamente di fare delle belle ripuliture ideologiche, di liberarsi delle scorie borghesi del passato e di quelle nuove, di rinvigorire il nostro spirito e di dissetarsi alla limpida sorgente del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Per divenire un po' più rivoluzionari, un po' più materialisti, un po' più scienziati della rivoluzione. Il lavoro di trasformazione della concezione del mondo non si fa di colpo entrando nel Partito, ne una volta per tutte, ma gradualmente, quotidianamente a confronto con la realtà e via via che prendiamo coscienza dei nostri limiti, della nostra insufficiente preparazione politica, dei vuoti culturali e politici''.
Le Organizzazioni del Partito in Sicilia si devono impegnare con l'obiettivo di migliorare continuamente la qualità dei militanti e di migliorare la propria struttura organizzativa. Bisogna prevedere degli incontri regolari, almeno settimanali, di studio, di programmazione delle attività da svolgere, di valutazione critica ed autocritica del lavoro svolto. La riunione di cellula o di Organizzazione deve diventare un incontro fisso settimanale, da mantenere nonostante impegni professionali o di studio. Nello studio e nel lavoro politico e di massa bisogna coinvolgere i simpatizzanti del Partito. Bisogna puntare a rafforzare le attuali cellule e a crearne di nuove.
Concludo con una esortazione del compagno Scuderi contenuta nel rapporto alla 3° Sessione plenaria del 4° CC del PMLI:
"La nostra linea politica, organizzativa e programmatica e tutto ciò che abbiamo elaborato fin qui, è un patrimonio di inestimabile valore, costituiscono delle potenti armi di lotta per gli attuali e i futuri militanti del PMLI. Quanti più rivoluzionari fautori del socialismo le impugneranno, tanto più velocemente progredirà il processo dell'acquisizione della coscienza rivoluzionaria da parte del proletariato e delle nuove generazioni''.
Vi ringrazio per l'attenzione e spero che il dibattito sia molto proficuo.
Coi maestri vinceremo!