L'Organizzazione palermitana del PMLI replica all'attacco del Responsabile del "Seminario permanente sull'acqua''
APRIAMO IL CONFRONTO PER UNA PIATTAFORMA DI LOTTA COMUNE SULLA CRISI IDRICA
Dal nostro corrispondente di Palermo
Il documento di analisi e proposte pubblicato su Il Bolscevico n• 24/2002 e le denunce del PMLI sulla crisi idrica sono diventate un punto di riferimento importante a Palermo. Grazie alla posizione di avanguardia che si è conquistata sul campo l'Organizzazione palermitana, le altre organizzazioni e partiti devono volenti o nolenti confrontarsi con il lavoro svolto dal PMLI. I documenti, i comunicati stampa e le denunce sulla crisi idrica fatte dal nostro Partito sono stati ripresi e pubblicati dalle redazioni di alcuni siti siciliani di informazione non omologata, come Onnivora e RadioAut. Esiste un link nel sito palermitano dei Giovani Comunisti sul documento sulla crisi idrica redatto dal nostro Partito.
Tutto questo interesse per le denunce e le rivendicazioni del PMLI non poteva non dare fastidio alla parte più arretrata del movimento palermitano. Puntuale è arrivato un attacco al nostro Partito lanciato via Internet da Nino Lo Bello, esponente del Social Forum Siciliano e Responsabile del "Seminario permanente sull'Acqua''.
L'Organizzazione palermitana del PMLI ha replicato con un documento del 3 settembre, in cui metteva in evidenza i reali motivi dell'attacco politico di Lo Bello, sottolineando, con notizie e dati, come il sedicente tecnico e profondo conoscitore della crisi idrica siciliana, era in realtà molto impreparato su certi argomenti, commetteva errori e sosteneva apertamente delle bugie.
La sua critica, finalizzata a demolire un documento come il nostro, non può che portare necessariamente ad appoggiare, in maniera più o meno aperta, coloro che hanno provocato e non risolto la crisi idrica siciliana. Infatti, nel tentativo di attaccare il documento del PMLI, Lo Bello arrivava a difendere apertamente l'operato del governatore regionale polista Cuffaro, commissario per l'emergenza idrica da aprile del 2002, sostenendo che bisognerebbe lasciargli più tempo per risolvere l'emergenza.
Nella sua risposta l'Organizzazione palermitana del PMLI ha dimostrato che Cuffaro ha avuto già troppo tempo per risolvere il problema e piuttosto è riuscito con la sua gestione ad aggravarlo. Egli è stato assessore all'agricoltura per ben cinque anni, prima di essere eletto presidente, e ha avuto sotto il suo controllo la gestione dell'Ente Sviluppo Agricolo e di conseguenza delle dighe e degli invasi di competenza di questo ente, che ammontano ad oltre il 65% delle infrastrutture idriche presenti in Sicilia. Dunque è evidente che il democristiano Cuffaro non si occupa di acqua dall'aprile del 2002, cioè da quando è stato nominato dal governo del neoduce Berlusconi commissario per la crisi idrica, ma almeno da sei (!) anni. Bisogna allora convenire, come ha risposto il PMLI a Lo Bello, che il problema non è più quello di dare a Cuffaro altro tempo; si tratta invece di far sì che le opere siano completate sul serio e che la manutenzione sia efficace ed effettiva, che si arrivi a capire quali sono le prospettive che apre per il futuro della Sicilia il commissariamento della crisi idrica affidato ad un personaggio come Cuffaro.
Questi sono alcuni dei motivi che hanno spinto il PMLI a vigilare costantemente sul comportamento della giunta regionale e a denunciarne apertamente e senza compromessi i continui errori. Nella sua risposta l'Organizzazione palermitana del PMLI ha criticato anche la posizione del "centro-sinistra'' siciliano, sostanzialmente allineato sulle posizioni del "centro-destra'', dopo aver fatto da apripista alla privatizzazione dell'Ente Acquedotti Siciliano.
Il PMLI ha rilanciato le sue rivendicazioni sulla crisi idrica con l'intento di incitare le masse a battersi perché venga varato un piano straordinario per affrontare la siccità estiva nelle città, nelle campagne e nelle isole minori, per garantire livelli accettabili di erogazione dell'acqua, per contrastare gli sciacallaggi mafiosi sul bisogno di acqua della popolazione, per inserire negli elenchi delle acque pubbliche i grossi pozzi privati, per realizzare i lavori di ristrutturazione, consolidamento e collaudo delle dighe e degli invasi, perché vengano individuate nuove falde acquifere e venga garantito il rifornimento idrico, 24 ore al giorno, in tutti i comuni dell'isola, per bloccare il processo di privatizzazione dell'Eas, risanandolo economicamente, per ammodernare e garantire la manutenzione e l'igiene delle reti idriche, e, infine, per provvedere periodicamente ad analisi batteriologiche dell'acqua potabile, pubblicando poi i risultati.
A conclusione della sua replica l'Organizzazione palermitana del PMLI si è dichiarata disposta al confronto e al dialogo costruttivo sullo stesso piano con altre organizzazioni politiche e sociali, al fine di mettere in comune le esperienze in questo settore e costruire una lotta, la più ampia possibile, per il diritto all'acqua in Sicilia, sulla base di una piattaforma unitaria da concordare.

4 settembre 2002