Governo di "centro sinistra'' in testa
LA SECONDA REPUBBLICA RIABILITA CRAXI
PER "LIBERAZIONE'' IL DEFUNTO NEODUCE ERA UNO STATISTA
Il pretesto per giustificare la scandalosa riabilitazione postuma è stato la consegna delle carte dell'archivio personale di Craxi al parlamento da parte della figlia Stefania, che presiede una "fondazione'' intitolata al defunto neoduce. ú così che il 2 febbraio, a palazzo San Macuto, si è tenuta una disgustosa commemorazione di Stato del ladrone di Hammamet, officiata nientemeno che dal presidente della Camera, Violante, e dal presidente del Consiglio, Amato, e alla presenza di alti rappresentanti delle istituzioni, tra cui il presidente del Senato, Mancino, e l'ex presidente della Repubblica e capo dei gladiatori, Cossiga, dei partiti (tra cui Berlusconi e D'Alema) e dell'appena ricostituita banda di nani e ballerine orfana di Craxi (De Michelis, Boniver, Martelli, Pillitteri, Di Donato, Andò, e chi più ne ha più ne metta), che con la sigla di "Nuovo PSI'' si è messa sotto la protezione e al servizio elettorale della berlusconiana "casa delle libertà'', già pregustando il ritorno alla greppia, anche se non più in prima fila come ai "bei tempi'' del neoduce.
In sostanza la cerimonia ha avuto il valore e il significato di un "mea culpa'' delle istituzioni e dei partiti della seconda repubblica nei confronti di Craxi, che è stato compianto come un "martire'' ed esaltato come un "grande statista'', i cui meriti storici superano le sue colpe. Questo ha avuto infatti l'impudenza di sostenere, nel suo discorso commemorativo a nome degli "amici fedeli'', l'ex presidente della Corte costituzionale ed ex ministro della Giustizia, Giuliano Vassalli, il quale ha lamentato che "a nessun premier sia toccata una sorte tanto amara'' quanto quella dell'"esule'' di Hammamet. Ma c'è da dire che Violante e Amato, parlando dopo Vassalli, non sono stati da meno, nella sostanza, nell'esaltazione del defunto neoduce.
Secondo Violante, infatti, anche se è stato sottoposto a processi "legittimi'', Craxi è stato un "grande della politica e delle istituzioni'', e come disse Saint Just "non esiste potere senza colpa''. Con questo non si vuole fare nessuna "autocritica'', né "riabilitazione'' ma - ha scandito il presidente della Camera - "è stato un errore'' non fare la commissione su Tangentopoli. "Si è preferito il silenzio e la polemica'', ma si "potrà riparare nella prossima legislatura, chiunque prevalga'', ha concluso.
Invito, il suo, subito preso alla lettera da Berlusconi, che uscendo dall'aula ha dichiarato di essere pronto a fare la commissione subito dopo la sicura vittoria del "centro destra''. Anche Amato, come Violante che aveva parlato di "ipotesi precostituite'' e di "procedura di confezione del nemico'' a proposito dei processi ai corrotti di Tangentopoli, ha attaccato la magistratura colpevole di "unilateralità'' nel perseguire Craxi, tanto che ha detto: "C'è stata Tangentopoli, c'è stata Mani pulite, ma c'è da spiegare la distruzione del PSI''. Dunque, secondo l'ex consigliere del neoduce, questa "unilateralità va sottoposta al giudizio della storia perché sia essa a dire quanto potè essere ingiustificata e quanto simbolica''.
Musica per le orecchie degli eredi di Craxi, che difatti non si sono lasciati scappare l'occasione per dichiarazioni trionfanti: "La storia ci dà ragione, ora aspettiamo il passo successivo'', ha detto De Michelis. "Finalmente la Repubblica riconosce la grandezza di Craxi'', ha sentenziato Boselli. E Stefania Craxi ha così riassunto il risultato dell'iniziativa politico-istituzionale: "Bene ha fatto Violante a proposito della commissione d'inchiesta. Bene ha fatto Amato su mio padre: Craxi non appartiene alla storia, è vivo. E bene ha fatto il caro Vassalli, rendendo a Craxi il ritratto di quel che è stato''.
E la cosa non finirà qui, ma è solo il primo passo verso una riabilitazione solenne in Parlamento, che è già in preparazione. Intanto Stefania Craxi è stata ricevuta da Ciampi al Quirinale il 3 febbraio. Qualche giorno dopo è stato il fratello Bobo, come presidente del Nuovo PSI, a salire al Colle. Stefania ha dichiarato che il capo dello Stato ha elogiato la "grande passione civile'' del padre.
Dunque è l'intera seconda Repubblica, Ciampi in testa, che ormai ha deciso la riabilitazione del simbolo stesso di Tangentopoli e della corruttela della prima repubblica, per chiudere una ferita ancora in parte aperta e che potrebbe correre il rischio di incancrenirsi e destabilizzare lo stesso regime neofascista, che pure ne aveva profittato per consolidarsi anche attraverso la lupara giudiziaria.
La "sinistra'' neofascista, che pure si è giovata della caduta ingloriosa del ladrone di Hammamet per prendere lo spazio politico, le insegne, il programma e le poltrone di governo dello scomparso PSI, giudica arrivato il momento di mettere anche il ritratto del neoduce nella galleria degli avi. Non solo attraverso Violante, che parla più a nome delle istituzioni che del proprio partito, ma con la presenza significativa del presidente dei DS D'Alema alla cerimonia. E anche con la dichiarazione del segretario Veltroni, che pur non partecipando ha sentito l'esigenza di fare a Craxi e ai suoi eredi la seguente sviolinata: "Trovo abbastanza triste che alcuni degli eredi di Nenni, Pertini e anche Bettino Craxi, il quale secondo me aveva molte colpe, ma certo non quella di flirtare con la destra (sic!), pensino oggi di allearsi con Bossi e di finire insieme con la destra di Maurizio Gasparri e Teodoro Buontempo''. Persino i neorevisionisti e trotzkisti, ormai, sono coinvolti in questo generale osanna di tutto il parlamento nero al defunto neoduce, tanto che "Liberazione'', pur criticando l'iniziativa di palazzo San Macuto, ha definito Craxi uno "statista''.
Solo l'ex pm di "Mani pulite'', il presidenzialista neofascista Di Pietro, ha attaccato l'iniziativa definendola di "inaudita gravità'', per "l'atto illegittimo e immorale dell'acquisizione dell'archivio di Craxi, visto che si tratta per lo più di carte create ad hoc per delegittimare la magistratura''. Ma il fatto è che ormai lo scopo per cui fu fatto esplodere il bubbone Tangentopoli, liquidare cioè i vecchi partiti della prima repubblica per accelerare l'avvento della seconda repubblica neofascista, presidenzialista e federalista, è stato ampiamente raggiunto, e quindi quest'ultima può chiudere la parentesi e ricongiungersi tranquillamente al vecchio regime riabilitandolo pienamente insieme ai suoi protagonisti. Buttando viceversa a mare "Mani pulite'' e quanti per scrupolo, o per calcolo politico elettoralistico come Di Pietro, non vogliono prendere atto della fine di quel ciclo. Alla faccia della "rivoluzione morale'' che fu tanto decantata all'epoca di Tangentopoli per legittimare l'avvento della seconda repubblica in camicia nera.