Dalla sanità regionale ai consigli municipali
La regione Lazio e il comune di Roma nella bufera degli scandali
Coinvolti amministratori sia di "centro-destra" sia di "centro-sinistra". Implicato un sottosegretario del governo Prodi, passato dalla casa del fascio all'Udeur
Dal nostro corrispondente di Roma
Le istituzioni rappresentative borghesi in camicia nera romane e della regione Lazio sono sempre più e a tutti i livelli nella bufera degli scandali. Da quello della sanità regionale che coinvolge soprattutto AN ma anche il "centro-sinistra", a quello dei municipi.
È di questi giorni la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati della procura di Roma di Marco Buttarelli, tra i massimi esponenti amministrativi del partito fascista di Fini AN, ex capo di gabinetto, prima alla regione Lazio, poi al ministero della Salute, di Francesco Storace. L'accusa è gravissima: corruzione. Buttarelli è stato travolto dalle accuse di Anna Iannuzzi, alias "Lady Asl", imprenditrice delle fisioterapie accreditate, in carcere dallo scorso febbraio.
Sulla base delle deposizioni della donna risultano indagati anche l'attuale sottosegretario alla difesa Marco Verzaschi, prima casa del fascio ora nell'Udeur di Mastella, ex assessore regionale alla sanità con Storace; Giulio Gargano, ex assessore ai trasporti con AN, ora consigliere regionale di Forza Italia e il deputato Giorgio Simeoni anche lui del partito del neoduce Berlusconi.
Secondo "Lady Asl" Buttarelli le avrebbe chiesto denaro per favorire la sua candidatura nell'assegnazione di alcuni edifici del "San Michele", del quale è stato commissario. La Iannuzzi avrebbe pagato dal 2001 ben 700.000 euro l'anno di affitto per locali senza allacci di luce e gas e rimasti vuoti anche se ritenuti idonei a prestare assistenza in convenzione.
Non solo, nell'interrogatorio del 9 giugno la Iannuzzi ha sostenuto davanti ai magistrati di aver pagato a Buttarelli 500 milioni di lire per essere favorita nell'acquisto di una clinica privata, asserendo che una parte di quella somma sarebbe finita direttamente nelle tasche dell'allora governatore del Lazio Storace.
Le indagini ora mirano a chiarire l'attendibilità delle dichiarazioni di "Lady Asl", che pare voglia tirare in ballo anche la "sinistra" borghese romana e del Lazio e precisamente l'attuale presidente della regione Piero Marrazzo, il quale ha parlato nei giorni scorsi di pressioni su di lui per spingerlo a incontrare la Iannuzzi prima che scoppiasse lo scandalo. Pressioni, ha detto l'ex craxiano Marrazzo, ricevute da ambienti e ampi settori molto vicini al "centro-sinistra".
Un'altra indagine della magistratura oltreché della Corte dei conti coinvolge in questi giorni i municipi di Roma. Sono infatti ben 100 i consiglieri municipali nel mirino del procuratore Andrea Padalino Morichini, accusati di aver abusato dei rimborsi per sedute di consiglio in realtà disertate, ma anche per partecipare a commissioni i cui lavori venivano prolungati con l'alibi dei tempi lumaca della burocrazia.
Così, ad esempio, la delibera per costruire una rampa per disabili poteva venire rimandata all'infinito da discussioni fiume solo per fare lievitare i rimborsi previsti per i componenti dei "parlamentini" (i consigli municipali): da 50 a 70 euro a gettone per consigliere. Questo imbroglio a danno delle masse romane vede coinvolti esponenti di entrambi i poli del regime neofascista. I cento consiglieri dei 19 municipi in cui è divisa la capitale avrebbero provocato un danno erariale.
La Guardia di finanza ha passato al setaccio tutti i verbali di tutte le commissioni istituite dal 2003 e in base agli accertamenti ha quantificato che in un solo anno sarebbero usciti indebitamente dalle casse dei consigli ben 500mila euro in gettoni di presenze e indennizzi vari non dovuti. Inoltre, alcuni consiglieri avrebbero intascato rimborsi per le assenze dal lavoro dovute ad attività politiche e quindi vi sarebbero somme di denaro corrisposte ai datori di lavoro dei consiglieri. Sarebbero state create addirittura delle società ad hoc, proprio per lucrare sugli indennizzi.
Una vergogna! Speriamo che anche da questo episodio le masse romane che ancora non lo hanno fatto prendano coscienza della necessità di abbandonare ogni illusione riformista ed elettoralista. Le isituzioni borghesi infatti, come si vede, sono solo al servizio della borghesia e sono un covo di banditi e imbroglioni, di corrotti e corruttori!
I marxisti-leninisti romani faranno di tutto per far maturare anche a Roma le condizioni per la creazione delle istituzioni rappresentative delle masse astensioniste e fautrici del socialismo: le Assemblee popolari e i Comitati popolari.

5 luglio 2006