Documento dell'Ufficio politico del PMLI

Per l'Italia unita, rossa e socialista

ROVESCIAMO IL GOVERNO DI AMATO, ANTICO NEMICO DEI LAVORATORI, EX BRACCIO DESTRO DI CRAXI, TEORICO E REALIZZATORE DELLA SECONDA REPUBBLICA

La lezione degli astensionisti di sinistra del 16 aprile non è servita a nulla al "centrosinistra". Anziché spostarsi a sinistra, esso si è spostato totalmente sul terreno del "centrodestra" ricorrendo a Giuliano Amato, antico nemico dei lavoratori, ex braccio destro di Craxi, teorico e realizzatore della seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista.
Non è perché i suoi componenti sono "tutti matti", come sostiene l'imbroglione trotzkista Bertinotti, bensì perché la competizione capitalistica internazionale e la cosiddetta "globalizzazione" richiedono una sfrenata politica neoliberista e delle controriforme istituzionali, costituzionali ed elettorali che assicurino la stabilità al potere politico della borghesia. É infatti il sistema economico capitalista, e le sue esigenze congiunturali, nazionali e internazionali, che dettano la politica ai governi, indipendentemente dai suoi componenti e dalle formule con cui si presentano.
Il primo governo Amato (4 luglio '92-21 luglio '93), inviso e avversato dal PDS, ha costituito il passaggio ufficiale dal regime democratico borghese al regime neofascista operando per "riformare" le istituzioni e l'economia alla luce del trattato di Maastricht e per inglobare i lavoratori nel nuovo regime mediante il famigerato accordo sindacale del luglio '92.
Il secondo governo Amato, promosso dai DS eredi del PCI revisionista e approvato dalla Camera il 28 aprile 2000, si propone di proseguire su questa strada e di portare più avanti la costruzione della seconda repubblica per quanto riguarda la legge elettorale, il presidenzialismo con l'elezione diretta del presidente del consiglio, il federalismo, la tutela e lo sviluppo dell'economia di mercato, le privatizzazioni, dell'Iri in primo luogo, la previdenza integrativa e la precarizzazione del lavoro.
Tutto per i padroni e briciole per i lavoratori, i pensionati, i disoccupati, il Mezzogiorno. Presidenzialismo, nazionalismo, interventismo, chiesa e famiglia. In sintesi sono queste le parole d'ordine del governo Amato. L'ha detto chiaro e tondo nelle dichiarazioni programmatiche quando ha affermato che intende "eliminare le rigidità che possono intralciare il cambiamento", togliere "il freno a mano che riduce la velocità della macchina dell'economia italiana", "creare un forte pilastro previdenziale" e attuare un sistema pensionistico contributivo, "rendere flessibile il mercato del lavoro", destinare "più forze di polizia sul territorio", sviluppare l'assistenza alle famiglie in quanto "la famiglia è un caposaldo fondamentale della società... la cui tenuta dipende largamente dalle responsabilità e dall'impegno dei suoi componenti"; infine quando ha elogiato "Sua Santità il pontefice della Chiesa cattolica" per quello che ha fatto per ridurre i conflitti mondiali.
In politica estera egli intende consolidare "il terzo posto che l'Italia detiene nel mondo nel sostenere lo sforzo di missioni militari di pace fuori dal proprio territorio" e concorrere affinché l'Unione europea abbia "una voce unica e un ruolo unico" per competere con gli Stati uniti nelle "responsabilità che essi esercitano nel mondo".
Sfruttamento, oppressione, miseria, disoccupazione, sottosviluppo del Mezzogiorno all'interno e interventismo all'esterno: è questa in sostanza la politica di Amato, un consumato e abile politicamente borghese che - al di là delle attuali contraddizioni parlamentari - sta bene anche al "centrodestra". Non a caso egli era il candidato di Berlusconi per il Quirinale e recentemente per il Fondo monetario internazionale.
Il ritorno di Amato a Palazzo Chigi costituisce una rivincita di Craxi e dei socialisti su D'Alema e Veltroni che, dopo essere riusciti a isolarli ed emarginarli per anni, ora non solo riconoscono loro di aver avuto ragione rispetto al comunismo, ma addirittura hanno loro aperto le porte del palazzo con tutti gli onori. A riprova di quanto inaffidabili siano i rinnegati del comunismo.
Amato con sé si è portato persino l'ex portavoce di Craxi, Ugo Intini, i socialisti Del Turco e Veronesi, senza contare gli ex socialisti Bassanini e Nesi e il socialdemocratico Schietroma. Un affronto e una provocazione verso i lavoratori che proprio da Craxi, dai socialisti e dallo stesso Amato hanno subito lo scippo della scala mobile e i primi tagli alle pensioni e alla sanità, la quale, sotto le cure del barone della medicina Veronesi, è destinata a perdere i residui caratteri pubblici.
Un motivo in più per non dare alcuna fiducia al governo Amato - un tipico governo di destra che potrebbe essere capeggiato benissimo da Mussolini, Craxi e Berlusconi - e per combatterlo fino a rovesciarlo. Più forza e militanti ci daranno la classe operaia, i lavoratori, i disoccupati, i pensionati, le ragazze e i ragazzi, tanto più forte e incisiva sarà la nostra lotta contro il governo Amato.
Attualmente le varie fazioni borghesi sono impegnate a costruire la "casa delle libertà", la "casa dei riformisti", falsi partiti e raggruppamenti comunisti. Il nostro auspicio è che la classe operaia si impegni a costruire un grande, forte e radicato Partito marxista-leninista.
Di questo c'è assoluta necessità e urgenza non solo per combattere il governo Amato, il capitalismo e la seconda repubblica, ma soprattutto per aprire una nuova fase di lotta di classe che porti alla conquista del potere politico da parte del proletariato che è la madre di tutte le questioni. Solo così potremo porre fine al capitalismo e a tutte le disuguaglianze territoriali, economiche, sociali e di sesso e ai pericoli di guerre imperialistiche che esso genera. Il capitalismo non è né eterno né imbattibile. E' stato sconfitto in passato in Russia, in Cina e in altri paesi, sarà sconfitto in futuro in Italia e nel mondo.
Coi maestri vinceremo!



L'Ufficio politico del PMLI



Firenze, 1° Maggio 2000