QUALE FU IL RUOLO DI CIAMPI NELLA RESISTENZA?

Nato a Livorno nel 1920 da una famiglia della buona borghesia, cattolico osservante, scolaro modello alle scuole dei gesuiti, è stato giovane balilla e avanguardista. Nel '36-37, affascinato dalla vita militare tentò di passare l'esame di ammissione all'accademia navale per intraprendere la carriera di ammiraglio, ma fu respinto per un'affezione agli occhi. Si iscrive allora alla Normale di Pisa, facoltà di lettere classiche, retta dal filosofo del fascismo Giovanni Gentile, e qui diviene assiduo allievo e amico di Guido Calogero, ex gentiliano passato al liberalismo, che eserciterà anche in seguito una forte influenza su di lui. Nel '40, appena laureato in filologia, vince una borsa di studio e va a vivere per sei mesi nella Germania nazista, dove impara il tedesco e acquisisce il gusto per la cultura mitteleuropea di cui farà sempre sfoggio.
Nel '41, spinto dalla non dimenticata passione per le cose militari, si arruola come sottotenente autiere dell'esercito di Mussolini in Albania. Un passato che ben si lega al suo manifesto interventismo, che data non da oggi, ma fin dai tempi del suo governo, quando assicurava gli alleati della Nato di essere pronto a partecipare a eventuali raid in Bosnia. L'8 settembre '43 lo sorprende a Roma in licenza. Ciampi si rifugia allora in Abruzzo, dal suo amico Calogero, per poi passare le linee e arruolarsi nell'esercito di Badoglio.
E qui c'è quel "buco nero" circa il ruolo di Ciampi nella Resistenza che solo lui può contribuire a chiarire rendendo pubblica la sua vera ed esauriente biografia.