Un'accozzaglia di diessini, ex democristiani, piduisti, industriali, ciellini, ex radicali, ambientalisti e trotzkisti
La "squadra'' di Rutelli

All'indomani della sua incoronazione a candidato premier del "centro sinistra'' la "squadra'' che circonda il sindaco di Roma fin dai suoi esordi in politica si è messa subito al lavoro è ha cominciato a venire allo scoperto.
Si tratta di un'accozzaglia di diessini, ex democristiani, piduisti, ciellini, ex radicali, ambientalisti, cattolici e trotzkisti fra cui spiccano Goffredo Bettini padre e padrone dei DS romani che già nel '93 convinse il partito della capitale a puntare su quel "giovane deputato ambientalista''. Un sodalizio di ferro che va avanti da quasi 10 anni e che ha dato i suoi frutti "migliori'' nel corso di questa estate quando Bettini è riuscito a convincere Veltroni a puntare su Rutelli. Fra gli incarichi di Bettini anche quello di trovare i fondi per la ultra miliardaria compagna elettorale da reperire a suon di cene e feste mondane in perfetto stile Usa e che verranno amministrate dal tesoriere Valerio Neri.
Poi ci sono gli ex democristiani tra cui i "grandi vecchi'' Romano Prodi, che per primo ha benedetto la candidatura di Rutelli nell'ormai famigerata cena di Camaldoli, Ciriaco De Mita e Franco Marini spalleggiati dalla ex ministro della Sanità Rosy Bindi, dal sottosegretario Dario Franceschini, dal ministro Enrico Letta e dal vicesegretario PPI Lapo Pistelli.
Tra i padrini e sponsor politici della prima ora di Rutelli troviamo il trotzkista storico ed ex ministro dell'Ambiente Edo Ronchi, i piduisti Maurizio Costanzo, suo grande amico ed estimatore e Giancarlo Elia Valori che lo ha tirato su come un figlio trasmettendogli i "veri valori'' morali, politici e spirituali.
La "banda dei quarantenni'', ossia la schiera di amici "fidati e affiatati'' e dei collaboratori più stretti attualmente in forze al Campidoglio, comincia da Chicco Testa ex deputato PCI, ex presidente dell'Acea, l'azienda dell'acqua e luce di Roma a cui lo destinò Rutelli e ora per diretto interessamento di D'Alema presidente dell'Enel.
Roberto Giachetti, capogabinetto del Comune di Roma e vecchio amico di Rutelli fin dai tempi della comune militanza fra le file anticomuniste dei radicali; Ermete Realacci, presidente di Legambiente e consigliere personale di Rutelli; Roberto Della Seta, attuale direttore generale del comune di Roma; Michele Anzaldi, da 5 anni portavoce del sindaco; Mario Di Carlo, presidente dell'azienda di trasporto pubblico urbano della capitale, che nel '93 stilò il programma della giunta capitolina. Costoro hanno tutti radici ambientaliste.
C'è la componente cattolica con alla testa il ciellino Marco Bucarelli, grande supporter delle giunte egemonizzate dalla DC di Giubilo e Sbardella in auge alla fine degli anni '80, che recentemente ha dichiarato pubblicamente tutta la sua ammirazione e il suo appoggio a Rutelli affermando che "Francesco è stato il miglior sindaco che io ricordi. Un anno fa lo abbiamo appoggiato alle europee sperando che facesse un salto nazionale''. Romolo Guasco, ex assessore regionale al turismo vicino alla Confcommercio; Giuseppe Lobefaro, ex scout dell'Agesci; Donato Renato Mosella, che funge da ponte di collegamento con le alte gerarchie ecclesiastiche, unico membro "laico'' del Comitato Vaticano del Giubileo di monsignor Sepe e amico personale di Rutelli fin dai tempi del movimento "Centocittà''. Il Popolare Enrico Gasbarra, già assessore al commercio della giunta capitolina e attuale capogruppo in Regione, con il compito di curare "gli altri mondi'' ossia le relazioni con le parrocchie, l'associazionismo e il volontariato.
Ma il vero braccio destro del neocandidato premier del "centro sinistra'' nonché sponsor politico di tutta l'operazione è Paolo Gentiloni: ultimo discendente di una storica stirpe romana che segnò l'accordo tra cattolici e liberali nel 1913 (detto appunto Patto Gentiloni) e che annovera lo zio Filippo Gentiloni , ex gesuita, ex direttore di "Nuova Ecologia'' e articolista de "il manifesto''. C'è anche il giornalista del "Tg3'' Stefano Gentiloni, al fianco di Rutelli fin dal 1993, attuale "mega'' assessore al Turismo, Giubileo, Comunicazione e Relazioni estere del comune di Roma. è lui l'uomo ombra che in qualità di consigliere per le comunicazioni affianca Rutelli in tutte le uscite pubbliche e cura tutti i rapporti con le forze politiche e sociali. è lui che nel '94 ha proposto per primo la candidatura di Rutelli a premier, ha pilotato il distacco di Rutelli dai Verdi e ha sponsorizzato la nascita dell'Asinello.
Lo affiancano il diessino Maurizio Venafro, già capo della segreteria in Campidoglio, e la fedelissima segretaria Carla Bongini.
Per ciò che riguarda gli industriali: Paolo Cuccia, amico fin dai tempi del liceo, ex dirigente del Banco di Roma e Bna, cooptato da Rutelli al vertice dell'Acea lasciata libera da Chicco Testa e pontiere diretto col Gotha economico e finanziario; Giovanni Malagò è un altro amico di gioventù che attualmente vende auto di lusso, è presidente della Canottieri Aniene ed è ben piazzato al vertice dell'Unione industriali. Amico d'infanzia è pure Raffaele Rannucci, imprenditore alberghiero che Rutelli ha nominato presidente della "Eur spa'' allo scopo di rilanciare il quartiere.
Linda Lanzillotta, già assessore al Bilancio a Roma e ora segretaria generale della presidenza del Consiglio pronta a lasciare Amato e seguirlo nella sua avventura politica.
Insomma, se questi ferri vecchi della prima repubblica e del padronato sono i "nuovi inizi'' a cui allude Rutelli, non è difficile immaginare nemmeno i "nuovi traguardi'' a cui egli punta.
Ciò conferma che nessun candidato premier, sia esso del centro destra o del "centro sinistra'' può aspirare alla poltrona di Palazzo Chigi senza ottenere prima il nulla osta del Vaticano, della Nato e delle centrali economiche, industriali e finanziarie nazionali e internazionali.
Infine, il sindaco di Roma si è rivolto alla americana "Star Greenberger'' che vanta un curriculum di consulenze ad alto livello fra cui quelle di Blair in Inghilterra, Schroeder in Germania e Barak in Israele, per ingaggiare il meglio della piazza ossia i due consulenti Jeremy Rosner e Til Silberstein che hanno curato le relazioni diplomatiche e le campagne elettorali di Clinton e ora di Gore.