Dopo l'intervista del direttore di "Liberazione" al Tg2
Militanti di Rifondazione denunciano l'attacco di Sansonetti a Mao
Per l'ex sessantottino pentito "nessun comunista può riconoscersi nell'opera di Mao"

Il direttore di "Liberazione", Piero Sansonetti, ha rilasciato un'infame intervista su Mao al Tg2 delle 20.30 del 14 settembre. Ha espresso giudizi comunemente in bocca agli anticomunisti viscerali. Tra l'altro ha detto che Mao era un dittatore e che "nessun comunista può riconoscersi nell'opera di Mao".
La cosa non è andata giù a 126 iscritti al PRC di Roma che hanno inviato al "caro dottor Piero Sansonetti" una dura lettera critica per "l'orripilante intervista... in perfetto stile neo-moderno (assoluta mancanza di qualsiasi ragionamento, assoluta mancanza di qualsiasi dato, assoluta mancanza di qualsiasi senso della misura)... con giudizi su Mao triti e ritriti degni di ben altri figuri che calcano il tuo stesso parterre (e ci vuole così tanto meno coraggio oggi a denigrare Mao che a fare quello che Mao ha fatto ieri)".
Così conclude la lettera dei compagni romani di Rifondazione, pubblicata su "Liberazione" del 16 settembre: "Al contrario di te, tra di noi ci sono anti-maoisti, maoisti al 50%, maoisti al 70% e pure un compagno maoista al 99%: e stiamo bene insieme, e facciamo politica insieme, e nessuno di noi vuole perdere nessuno di noi ed è per questo che da oggi ci sentiamo, tutti, un po' più maoisti di ieri. Sentitamente e con distacco".
L'ex sessantottino pentito non è rimasto per nulla turbato dalla critica, anzi replica risentito rispiattellando pari pari quello che ha detto al Tg2: "Non capisco perché un movimento che ha saputo liberarsi dell'enorme suggestione di Stalin non sappia fare altrettando col maoismo. Non credo che sul definire il profilo di un futuro movimento comunista, impegnato nella ricerca politica per il XXI secolo, ci sia molto posto per il modello maoista".
Buona ricerca, Signor Sansonetti, ma per favore chiami il futuro movimento come vuole, ma non comunista. Farebbe torto al suo pensiero neo-liberale e riformista.

20 ottobre 2006