Alla trasmissione "Raiperunanotte" contro la chiusura dei talk-show e per la libertà di informazione
Santoro paragona Berlusconi a Mussolini e attacca Napolitano per non averlo contrastato

Mentre il Consiglio di amministrazione (Cda) della Rai assolveva i valletti berlusconiani Masi e Minzolini per lo scandalo delle telefonate per far chiudere Annozero e le altre trasmissioni invise al neoduce, e mentre costui impazzava incontrastato su tutte le reti radiofoniche e televisive pubbliche approfittando del black-out elettorale imposto alle suddette trasmissioni, dal Paladozza di Bologna è andata in onda la sera del 25 marzo la trasmissione Raiperunanotte condotta da Michele Santoro e dalla troupe di Annozero.
La manifestazione di Bologna, interamente autoprodotta attraverso una sottoscrizione on-line e i biglietti di ingresso al Paladozza, era stata organizzata dalla Federazione nazionale della stampa (Fnsi) e dal sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai), in segno di protesta per la chiusura dei talk-show e per la libertà di informazione mai come adesso minacciata dal monopolio di fatto "Raiset" in mano a Berlusconi, ed è stata trasmessa su tutto il territorio nazionale avvalendosi di reti digitali satellitari e terrestri, come Sky, Current, Repubblica tv e Youdem, di decine di piccole reti locali, attraverso numerosi siti Internet e perfino con visioni pubbliche organizzate in 200 piazze italiane. Rainews24, che aveva deciso di seguire in diretta la manifestazione di Bologna come del resto aveva fatto con quella del Pdl a Roma, ha dovuto subire l'imposizione di una tribuna elettorale da parte del direttore generale della Rai Masi, ma ha comunque assicurato la visione in differita al termine della tribuna.
L'evento ha registrato un enorme successo, essendo stato seguito, nonostante i ridotti mezzi economici e tecnici, da circa 4 milioni di spettatori, con uno share calcolato in almeno il 13%. Senza contare le 250 mila persone che lo hanno seguito dalle piazze di tutta Italia. Particolarmente importante e senza precedenti è stata poi la riuscita dell'utilizzo del Web per allargare la diffusione dell'evento, un successo che gli organizzatori hanno definito "storicamente l'accesso più importante in Italia" dall'avvento di Internet. Annunciando anche che "il sito di Raiperunanotte è stato il quinto più visto al mondo". Tutto ciò ha fatto andare su tutte le furie il neoduce, che ha chiesto dure sanzioni contro Santoro, mentre Masi sta cercando ogni pretesto per fargliela pagare, compresa la raccolta di un dossier sui suoi precedenti otto anni in Rai.
Alla manifestazione del Paladozza, insieme a Santoro e a tutti i suoi collaboratori di Annozero, oltre a cantanti, attori e giornalisti, hanno partecipato anche altri conduttori di talk-show, come Giovanni Floris di Ballarò (anch'esso spento da Masi per tutta la campagna elettorale) e Gad Lerner de L'infedele di La7, che hanno denunciato i gravi pericoli che sta correndo la libertà di informazione in Italia. Molto interessanti anche gli interventi di solidarietà e di denuncia pronunciati dai conduttori di trasmissioni di inchiesta di grande successo, anch'essi nel mirino di Berlusconi e dei suoi tirapiedi, come Riccardo Iacona di Presa diretta e Milena Gabanelli di Report. Del tutto prevedibile e scontata, invece, l'assenza del lecchino di regime Bruno Vespa, che anzi ha incitato i vertici della Rai a comminare sanzioni a Santoro.
Ma l'evento politicamente meglio riuscito e più significativo della serata è stato senz'altro l'inizio stesso della trasmissione, con la proiezione di un filmato Luce di Mussolini che arringa con domande retoriche le folle ammaestrate e deliranti, seguito subito dopo dalle immagini di Berlusconi che fa altrettanto dal palco di piazza San Giovanni con i manifestanti del Pdl divertendosi a suscitare dalla folla boati di "siii" e di "nooo" a suo comando.
Finalmente da parte di certi settori intellettuali e giornalistici della "sinistra" borghese, almeno quelli più sensibili e più sottoposti agli attacchi e alle censure del neoduce, si cominciano ad aprire squarci sulla realtà del regime neofascista e del suo nuovo Mussolini che sta rimettendo la camicia nera al Paese. Anche il liberale Scalfari non ha potuto fare a meno, nell'editoriale su La Repubblica del 28 marzo, di ammettere di essere rimasto impressionato dalla "analogia sconvolgente" tra i due filmati. Alla stessa analogia si è richiamato esplicitamente lo stesso Santoro nel suo discorso introduttivo, tutto rivolto a Napolitano, in cui pur premettendo che "noi non siamo al fascismo", visto che ancora si tengono le elezioni, tuttavia "certe assonanze sono comunque preoccupanti".
Assonanze che forse per il conduttore di Annozero non si fermano più solo a quelle tra il neoduce e Mussolini, perché stavolta si è rivolto a Napolitano non per pietire da lui il solito quanto inutile intervento in difesa della Costituzione e per richiamare il neoduce al rispetto delle regole; ma piuttosto per metterlo di fronte alle sue responsabilità rispetto agli atti liberticidi e fascisti del nuovo Mussolini, quasi trattando l'inquilino del Quirinale come un nuovo Vittorio Emanuele III, quale noi andiamo dicendo da tempo, o almeno potenzialmente tale, mettendolo in guardia dal rendersi complice anche lui dell'attacco piduista alla libertà di espressione scatenato da Berlusconi e dai suoi manipoli. Una complicità che si era manifestata con la lettera con cui Napolitano era intervenuto pesantemente nella vicenda dell'inchiesta di Trani schierandosi di fatto col neoduce e il suo gerarca Alfano e bacchettando il Consiglio superiore della magistratura (Csm), ed è forse per questo che Santoro lo ha preso a bersaglio del suo editoriale.
Ricordandogli infatti "molto umilmente" che per una telefonata il presidente degli Stati Uniti Nixon dovette dimettersi, il conduttore ha sottolineato che le pressioni e le interferenze politiche emerse nelle intercettazioni dell'inchiesta di Trani sono "un delitto di enorme gravità, a prescindere dalle condanne che potranno emettere i tribunali. È una violenza fatta alla Costituzione e tutti noi dovremmo chiedere che quelle telefonate, se sono normali, vengano tutte pubblicate". Denunciando l'Agcom di essere un "arbitro lottizzato", gli ha ricordato anche che questo organismo tentò già in passato di zittire Annozero minacciando una multa abnorme - 90 milioni di euro - "qualunque cosa noi facessimo", e che il pretesto fu proprio quello di aver ospitato un intervento di Grillo che criticava il capo dello Stato.
Perché era stata elaborata questa minaccia abnorme, si è chiesto Santoro? "Perché nel nostro Paese non si deve parlare dei processi che riguardano il presidente del Consiglio": che i processi non si possano fare perché così decide il parlamento va bene, "ma che di questi processi non si possa neanche parlare, no, questa è una ferita profonda per la libertà di pensiero e per la Costituzione". Però, ha concluso Santoro, "i tempi stanno cambiando e noi non solo abbiamo il diritto di parlare, ma abbiamo anche il dovere di parlare e di farci sentire".
Con apprezzabile spirito di iniziativa alcuni nostri compagni dell'Emilia-Romagna hanno diffuso il volantino elettorale astensionista del PMLI e "Il Bolscevico", che sono stati bene accolti tra le migliaia di manifestanti che affollavano la piazza antistante il Paladozza, i cui 6.000 posti erano andati rapidamente esauriti.

31 marzo 2010