Come ai tempi di Mussolini
SCAJOLA CI INVITA A
SPIARE IL NOSTRO VICINO
Col pretesto dell'emergenza
terrorismo enfatizzata e alimentata ad arte dopo l'11 settembre il governo neofascista e
guerrafondaio Berlusconi sta militarizzando e fascistizzando ogni giorno di più la vita
civile del Paese. Ultimamente è arrivato addirittura a invitare i cittadini alla
delazione e allo spionaggio contro i propri vicini "sospetti''.
è quanto ha fatto il ministro dell'Interno Scajola, parlando alla cerimonia inaugurale
del Salone nautico di Genova il 13 ottobre scorso, dove a proposito dei ripetuti allarmi
sulle lettere all'antrace (peraltro rivelatisi tutti falsi), ha sostenuto che "la
prima vigilanza spetta ai cittadini. Oggi i cittadini devono essere più vigili nei loro
movimenti e nelle attenzioni verso le cose. Guardare, segnalare se ci sono sospetti,
essere più attenti di quello che si faceva prima''. Inoltre, ha sentenzaiato Scajola, i
cittadini devono d'ora in poi "abituarsi a essere un po' meno liberi, più
controllati, per la sicurezza di tutti''.
Cosicché, prima il governo sparge il panico nella popolazione, attraverso i compiacenti
mass-media di regime, e poi chiede ai cittadini di rassegnarsi a uno Stato di polizia.
Anzi, di farsi essi stessi poliziotti, spiando e denunciando alle autorità chiunque abbia
un comportamento non in linea con il clima di caccia alle streghe sempre più dilagante.
Come ai tempi di Mussolini, insomma, quando il regime fascista era arrivato a estendere il
suo controllo occhiuto sulle masse fino a livello di caseggiato, con i portieri che
riferivano alla questura ogni movimento sospetto nel proprio condominio e con gli stessi
inquilini che erano spinti a spiarsi a vicenda.
Così, giorno dopo giorno, si vuole abituare le masse allo Stato di guerra e al regime di
polizia permanenti, che invadono ogni aspetto della vita sociale. A livello economico, con
la Finanziaria di guerra che affama il popolo in nome dell'"emergenza
internazionale''. A livello civile, con la riduzione, la sospensione e in certi casi la
revoca di fatto dei diritti democratico-borghesi (di cui un "assaggio'' concreto si
era avuto ancor prima dell'11 settembre, a Genova), l'impedimento giuridico o di fatto
degli scioperi, delle lotte di piazza e delle manifestazioni. A livello militare, con la
crescente invadenza delle Forze armate e della polizia nella sfera civile, l'asfissiante
propaganda di guerra, l'irreggimentazione dei mezzi di "informazione'' a sostegno
della campagna bellicista in Italia e della politica di aggressione dell'imperialismo Usa
e occidentale nel mondo.
31 ottobre 2001
|