Massiccia adesione allo sciopero regionale dell'industria
OLTRE 20.000 LAVORATORI IN PIAZZA CHIEDONO LAVORO E SVILUPPO PER LA SICILIA
Due cortei a Palermo. Il maltempo blocca migliaia di manifestanti
L'ORGANIZZAZIONE PALERMITANA DEL PMLI SFILA ACCANTO AGLI OPERAI FIAT DI TERMINI IMERESE. "BUTTIAMOLO GIU'!" EMBLEMA DELLA LOTTA AL GOVERNO BERLUSCONI
Dal nostro corrispondente di Palermo
Si è svolto in Sicilia il 7 febbraio 2003 lo sciopero generale di otto ore dell'industria, indetto da Cgil, Cisl, Uil. Le confederazioni rivendicano l'apertura di un confronto con i governi nazionale e regionale per bloccare la fuga dei grandi gruppi industriali, pubblici e privati, per avviare una politica di sviluppo industriale a sostegno delle piccole e medie imprese, per investire sul risanamento ambientale e per la creazione di posti di lavoro.

Uno sciopero partecipatissimo
Lo sciopero ha avuto una partecipazione altissima in tutte le province.
L'adesione è stata del 100% ai Cantieri Navali di Palermo, all'Imesi e all'Italtel di Carini. Nel capoluogo ha scioperato il 50% dei dipendenti Enel e l'80% degli edili. Nella provincia di Caltanissetta, al petrolchimico di Gela, al polo tessile di Riesi e a quello industriale dell'Asi di San Cataldo si è avuto il 100% di astensione dal lavoro. Nella provincia di Siracusa ha scioperato il 100% degli operai del petrolchimico di Priolo; stessa percentuale tra i metalmeccanici. A Trapani i lavoratori del Cantiere Navale hanno scioperato per il 60%, alla ditta Ausonia e alla Sicilvetro per il 70%. A Catania raggiunto il 40% alla "St Microelectronics" e il 100% nell'impresa Pizzarotti che costruisce l'M6. Il 100% di astensioni si è toccato ai cantieri edili di Sigonella e nelle imprese ex Costanzo. L'agroindustria etnea ha scioperato per l'80%. A Messina l'agroindustria si è fermata per il 100%. Anche gli operai della ex Pirelli hanno aderito al 100%. Alla raffineria di Milazzo, sempre nella provincia di Messina, lo sciopero ha toccato il 60% nel diretto e il 100% nell'indotto. Nei cantieri dell'autostrada e del raddoppio ferroviario Messina-Palermo si è contato il 90% delle astensioni.
La partenza dei due cortei previsti a Palermo era programmata per le 9,30, ma poche centinaia di manifestanti erano presenti a quell'ora in piazza a causa del maltempo che imperversava sulla Sicilia. La partenza è stata rinviata di un'ora per aspettare i pullmann da tutta l'isola. Purtroppo non sono riusciti ad arrivare e la Cgil afferma che sono rimasti bloccati dal maltempo circa 150 dei 250 pullman previsti. I problemi maggiori li hanno subiti i lavoratori provenienti dalle zone interne, dai centri di Enna e Caltanissetta e i lavoratori provenienti da Agrigento e da Caltagirone. Nell'interno della Sicilia le strade sono in condizioni pessime, ancora più pietose che nel resto della regione; viaggiarci è già un'impresa con il bel tempo, figuriamoci con la coltre di neve che aveva ricoperto l'isola la notte prima dello sciopero.
Nonostante questi imprevisti alle 10,30 si sono mossi da piazza Marina oltre 10.000 manifestanti, con in testa gli operai della Fiat e indotto di Termini Imerese e il Coordinamento Donne. Altrettanti operai hanno manifestato nel corteo partito da piazza Croci, aperto dagli striscioni dell'Imesi di Carini e dei Cantieri Navali di Palermo. Tutti i maggiori siti produttivi della Sicilia erano rappresentati nella manifestazione con i loro striscioni. Oltre agli operai Fiat e indotto della provincia di Palermo e di Trapani, agli operai dell'Imesi e dell'Italtel, a quelli dei Cantieri Navali palermitani, già citati, erano presenti le operaie del Polo tessile di Riesi, in provincia di Caltanissetta, le operaie della ex-Sigma di Palermo, gli edili dei cantieri di Sigonella, in provincia di Catania, gli edili di Caltanissetta e di Palermo, gli operai delle raffinerie di Milazzo, quelli dei poli chimici di Gela e della provincia di Siracusa. Molti anche i pensionati giunti da ogni parte della Sicilia.

Unità di classe per buttare giù il neoduce Berlusconi
La delegazione del PMLI ha sfilato con la bandiera del Partito, portata da alcuni studenti simpatizzanti, e un cartello che aveva da un lato l'ormai famoso "Buttiamolo giù!", diventato un emblema riconosciuto dell'opposizione al governo neofascista di Berlusconi, tanto amato dalle masse in lotta quanto odiato dal neoduce, che lo ha persino citato, con rancore, in una famosa trasmissione televisiva. Dall'altro lato c'erano le parole d'ordine del Partito per lo sciopero generale nazionale dell'industria del prossimo 21 febbraio: "Contratto subito. 135 euro per tutti. Sì al referendum art. 18. Nazionalizzare la Fiat. No all'aggressione imperialista all'Iraq". Aggiunta la parola d'ordine specifica: "Industrie per la Sicilia".
L'Organizzazione palermitana del PMLI, diretta dalla compagna Giovanna Vitrano, ha realizzato e diffuso un volantino con la posizione del Partito sul significato dello sciopero e della manifestazione. In esso si leggeva tra l'altro: "L'attuale condizione delle masse lavoratrici e popolari siciliane rende evidente il fallimento delle `politiche' sul Mezzogiorno dei governi di `centro-sinistra' Prodi, D'Alema e Amato, e di `centro-destra' del neoduce Berlusconi, i quali hanno legato la possibilità dello sviluppo del Sud all'annullamento dei diritti dei lavoratori, alle gabbie salariali, alla flessibilità, alla libertà di licenziare delle imprese. Infatti la miseria, la disoccupazione, l'emigrazione sono in crescita costante. Le responsabilità del tracollo dell'economia siciliana ricadono anche sul governo regionale, guidato dal polista Cuffaro, che non è stato capace di mettere in campo nessuna soluzione alla crisi, pur avendone i mezzi, e, per giunta, ha la faccia tosta di dichiarare che nel 2002 l'economia della regione è andata bene".
Il Partito come al solito è stato accolto con grande calore dagli operai di Fiat e indotto di Termini Imerese, i quali ci hanno aiutato a montare il cartello e ci hanno chiesto di schierarci accanto a loro durante il corteo. Si va stabilendo, in maniera sempre più solida, un legame di classe con questi lavoratori, basato sul reciproco aiuto. Il PMLI è presente accanto agli operai perché è un Partito fatto di operai e lavoratori e perché intende difendere gli interessi sindacali e politici della classe operaia, ed oggi in Italia è rimasto l'unico Partito a farlo realmente. Per questo viene attaccato in ogni modo dai neofascisti antioperai del governo del neoduce Berlusconi, che vorrebbero far fuori per sempre il PMLI. Quando allora gli operai trattano il nostro Partito come se fosse parte integrante della loro lotta, quando aiutano e difendono il PMLI, che è il Partito della classe operaia, in realtà stanno aiutando e difendendo se stessi dai colpi del governo Berlusconi e stanno costruendo un futuro migliore per se stessi e le proprie famiglie. Speriamo allora che questo legame, basato sul reciproco rispetto e aiuto possa consolidarsi sempre più in futuro.
Ma torniamo alla cronaca della manifestazione. Davanti al PMLI c'era il Coordinamento Donne di Termini Imerese. Abbiamo discusso a lungo con una delle leader del Coordinamento, che già conoscevamo da altre manifestazioni, la quale ci ha espresso la sua preoccupazione di moglie di un operaio Fiat per una crisi che non pare avviarsi a soluzione e rischia di impoverire migliaia di famiglie.

Il ruolo degli studenti
Insieme all'Organizzazione palermitana del PMLI hanno sfilato alcuni studenti medi, rispondendo all'appello che il Partito aveva lanciato nelle scuole palermitane. L'appello, distribuito da alcuni liceali simpatizzanti del Partito, aveva come scopo quello di mobilitare le studentesse e gli studenti palermitani a fianco degli operai siciliani, come più volte, nel corso di questi mesi di lotta a fianco degli operai Fiat e indotto, ci ha indicato di fare il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del Partito. Nell'incisivo appello si poteva leggere tra l'altro che: "I giovani devono avere la consapevolezza che un futuro di lavoro e benessere per le nuove generazioni siciliane è legato alla crescita economica della nostra regione, al mantenimento dell'Italia fuori dalla guerra imperialista, e alla conquista dell'Italia unita, rossa e socialista".
Tantissime le parole d'ordine urlate dai manifestanti contro il governo del neoduce Berlusconi preso di mira in ogni modo, insieme al presidente polista della regione Cuffaro, all'incapace assessora all'industria della Sicilia Marina Noè e al viceministro forzista all'economia Gianfranco Micciché. La parola d'ordine più urlata era "Chi non salta Berlusconi è" e poi "Lavoro, lavoro" e "Lavoro e dignità".
A piazza Indipendenza sotto la sede del governo regionale, punto di arrivo della manifestazione, la delegazione palermitana del PMLI ha potuto ricongiungersi con la delegazione della provincia di Catania, che ha sfilato per tutto il corteo con gli edili di Sigonella. A piazza Indipendenza i più agguerriti erano gli operai dell'Imesi, che sotto i balconi di Palazzo d'Orleans hanno lanciato parole d'ordine contro il governo Cuffaro.
Dal palco i portavoce dei tre sindacati hanno dato i numeri del riuscitissimo sciopero generale e hanno ricordato tutti i lavoratori che per il cattivo tempo non sono riusciti a raggiungere il capoluogo. Si sono tenuti infine i comizi sindacali. Applauditissimo il segretario regionale della Cgil che ha sottolineato l'immobilità del governo Cuffaro e di Berlusconi sulla crisi che ha toccato l'intero apparato industriale isolano.
A conclusione la nostra delegazione palermitana ha portato gli auguri e i ringraziamenti del Partito e del compagno Scuderi agli operai Fiat e indotto che ci hanno aiutato, i quali ricambiano sinceramente. I ringraziamenti del Segretario generale del PMLI - trasmessi per telefono durante la manifestazione - sono stati portati a tutti i simpatizzanti che hanno sfilato insieme all'Organizzazione palermitana, soprattutto agli studenti che hanno dato un importante aiuto al Partito.