33° Anniversario della fondazione del Partito del proletariato e del socialismo
La missione del PMLI

di Giovanni Scuderi
Sono passati 33 anni da quando, il 9 Aprile 1977, abbiamo fondato il PMLI. Nei dieci anni precedenti ne abbiamo creato le condizioni, sulla spinta della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria in Cina promossa e diretta da Mao e della Grande Rivolta del Sessantotto, il più grande avvenimento della storia della lotta di classe del dopoguerra in Italia.
Se Mao non ci avesse aperto gli occhi sulla natura borghese, controrivoluzionaria e anticomunista del revisionismo moderno, e se non avessimo riscontrato nella pratica del Sessantotto che con alla testa un partito revisionista, qual era il PCI, è impossibile uscire dal capitalismo, mai avremmo avuto la coscienza, il coraggio e l'iniziativa di fondare il Partito del proletariato e del socialismo.
In totale fin qui abbiamo quindi vissuto quarantatre anni a "pancia a terra", fedeli alla missione generale, quella di fare tabula rasa del capitalismo e di instaurare il socialismo in Italia, che ci ha assegnato il primo Congresso del Partito e confermata dagli altri quattro Congressi successivi, l'ultimo dei quali si è tenuto dal 6 all'8 dicembre del 2008. Il 3° Congresso del 1985 ha tracciato le linee essenziali del disegno del progetto di socialismo dei marxisti-leninisti italiani.
Questa missione generale del PMLI, che in tutti questi 33 anni non solo è rimasta inalterata ma si è sempre più rafforzata, delinea e demarca l'identità di classe proletaria rivoluzionaria del nostro amato Partito, indica la sua ragione d'essere nell'arena italiana, le sue funzioni e il suo obiettivo strategico irrinunciabile.
Nessun altro partito italiano ha questo marcato carattere di classe e marxista-leninista, nemmeno quelli che ancora si coprono, (ma fino a quando?) dietro l'etichetta comunista. Ormai, stando ai fatti, dalla parte del proletariato, della rivoluzione e del socialismo ci sta solo il PMLI, tutti gli altri partiti o movimenti politici stanno o con la destra o con la "sinistra" borghese, con la controrivoluzione e con il capitalismo.
Il PMLI gioca tutto sulla lotta di classe antiparlamentare, antigovernativa, antifascista e anticapitalista, senza alcun condizionamento legalitario e costituzionale. I partiti della "sinistra" borghese invece sguazzano nell'elettoralismo, nel parlamentarismo, nel legalitarismo, nel pacifismo e nel costituzionalismo. La loro natura borghese gli impedisce di uscire dai confini istituzionali e costituzionali del capitalismo e di appellarsi alle masse per impedire al nuovo Mussolini, Berlusconi, di cancellare completamente la democrazia borghese. Esattamente come fece la "sinistra" borghese che non bloccò subito con la lotta di massa l'ascesa al potere del primo Mussolini, sottovalutandolo e non ritenendo che avrebbe instaurato una ferrea dittatura fascista.
Eppure i fatti storici e attuali parlano chiaro. Berlusconi ha restaurato il fascismo sotto nuove forme, nuovi metodi e nuovi vessilli, seguendo punto dopo punto il "piano di rinascita democratica" e lo "schema R" della P2. Ciò nonostante la "sinistra" borghese fa finta di nulla, non ha il coraggio di denunciarlo, anche perché ha le mani in pasta, e ora addirittura, tramortita dalla batosta elettorale e frantumata in tante correnti, spinta dal presidente della Repubblica Napolitano, nelle vesti del nuovo Vittorio Emanuele III, è pronta a sedersi allo stesso tavolo di Berlusconi per le "riforme" costituzionali. Un crimine imperdonabile, simile a quello compiuto negli anni '20 dai liberali, dai popolari e dai riformisti che vennero a patti con Mussolini.
Il presidenzialismo, in una forma o in un'altra, e il federalismo cambiano la forma del governo e dello Stato, smantellando completamente la già sbrindellata Costituzione del '48. E questo cambiamento è un golpe istituzionale, la campana a morte della democrazia borghese. Stando così le cose, per noi marxisti-leninisti non solo non bisogna sedersi al tavolo di Berlusconi, ma occorre chiamare urgentemente le masse alla lotta di piazza per abbattere il governo del neoduce Berlusconi. Altrimenti esso e la sua maggioranza parlamentare, in questi tre anni che rimangono loro, anche da soli sconvolgeranno interamente l'impianto istituzionale e costituzionale, continueranno e aggraveranno il massacro sociale e la politica interventista all'estero.
Purtroppo è facile prevedere che la "sinistra" borghese farà orecchie da mercante al nostro rinnovato appello, continuerà a fare altre concessioni a Berlusconi e a ingannare il proletariato, le masse e i giovani col discorso truffaldino e fuorviante della "difesa della Costituzione" e creando nuovi raggruppamenti politici apparentemente più avanzati, più combattivi, non coinvolti in vecchi compromessi.
Il nostro auspicio è che i fautori del socialismo, le operaie e gli operai coscienti del ruolo storico che spetta alla classe operaia, le ragazze e i ragazzi rivoluzionari che già conoscono il nostro Partito, rompano ogni indugio, abbandonino definitivamente e organizzativamente, non solo sul piano elettorale, i partiti della "sinistra" borghese e si uniscano al PMLI, come militanti o simpatizzanti attivi, per consentirgli di adempiere alla sua missione storica.
Non la realizzeremo certo in un giorno e da soli. Avremo ancora tanto da fare per creare un grande, forte e radicato PMLI, che abbia il corpo non solo la testa da Gigante Rosso, per conquistare la maggioranza del proletariato e dei suoi alleati storici al socialismo e al contempo lottare strenuamente per difendere gli interessi immediati delle masse, a cominciare dal lavoro, il salario, le pensioni, la casa, la sanità e l'istruzione pubbliche, lo sviluppo del Mezzogiorno, e per non dare tregua e pace al governo del neoduce Berlusconi e al capitalismo.
Come ci hanno insegnato ed educato Marx e Engels non abbiamo nulla da perdere fuorché le nostre catene e tutto un mondo da guadagnare. Impariamo dai primi pionieri del PMLI, dai fondatori del Partito ancora fedeli alla causa, dalle generazioni successive che vivono, pensano e lottano al solo scopo di guidare il proletariato di tappa in tappa verso la conquista del potere politico e del socialismo. Uniamoci e diamo la scalata al cielo! Abbiamo da conquistare l'Italia unita, rossa e socialista! Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

7 aprile 2010