Patto d'acciaio tra Moratti e Ruini
Consegnata la scuola alla chiesa cattolica
Verranno assunti 15.383 insegnanti di religione
I programmi saranno fondati sull'"antropologia cristiana"

La scuola disegnata dal governo del neoduce Berlusconi su misura delle esigenze della Chiesa, dei padroni e dei secessionisti è ormai cosa fatta.
Un altro nero e decisivo tassello della controriforma scolastica è stato piazzato mercoledì 25 maggio, quando il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) e Letizia Moratti, ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur) hanno sottoscritto nell'Aula Magna della Cei l'intesa sugli "Obiettivi specifici di apprendimento per l'insegnamento della religione cattolica (IRC)" nella Scuola secondaria di primo grado (ex-scuola media).
in sostanza il governo, con l'ennesimo golpe costituzionale e all'insaputa del parlamento, ha consegnato le chiavi della scuola alla gerarchie ecclesiastiche affidando a queste ultime il compito di stabilire i programmi scolastici del nostro Paese. Il testo è infatti una fotocopia del precedente accordo siglato a ottobre 2003 sull'insegnamento della religione nella scuola dell'infanzia, primaria ed elementare che a sua volta ricalca un documento scritto per la Cei da monsignor Cesare Nosiglia e intitolato "Orientamenti connessi con la riforma della scuola pubblica e implicanze derivanti dalla approvazione degli obiettivi specifici di apprendimento per l'insegnamento della religione cattolica".

Il Vaticano detta i programmi
"Attraverso una adeguata conoscenza dei contenuti e della storia della fede cristiana - recita il documento della Cei - bisogna far comprendere ai fanciulli e ai preadolescenti i principi del cattolicesimo, patrimonio storico del popolo italiano, e i loro significati religiosi e culturali".
Viene scritto espressamente che "i programmi", e non solo quelli delle ore di religione, "devono essere fondati sull'"antropologia cristiana" poiché - sentenzia il Vaticano - "la disciplina confessionale si inserisce perfettamente nel cammino di rinnovamento della scuola italiana, intende aiutare i cristiani ad approfondire la loro appartenenza religiosa e induce quanti cristiani non sono a confrontarsi lealmente con la religione che ha contribuito in maniera significativa a dare all'Italia un volto e un'identità". Insomma, il motto "Dio, patria e famiglia" è ancora una volta alla base del patto d'acciaio tra le gerarchie vaticane e i ministri clerico-fascisti, ieri Gentile oggi Moratti.
Alle sperticate lodi delle gerarchie ecclesiastiche, che si aggiungono a quelle altrettanto roboanti di Confindustria, la Thatcher di viale Trastevere ha risposto affermando che si tratta di "un ulteriore progresso della riforma della scuola, che pone l'accento sul gran valore della reciproca collaborazione" tra Cei e Miur e "sulla costante condivisione delle mete educative, nello spirito di servizio verso i giovani italiani" sottolineando la "gratitudine" alla Chiesa per "l'appoggio ininterrotto al processo di rinnovamento della scuola italiana, appoggio costante e ininterrotto". "Il Ministero - aggiunge Moratti - si impegna a continuare a promuovere un insegnamento della religione ancora più efficace nella sua proposta educativa".
è il via libera al Vaticano, che con il suo stuolo di gesuiti si appresta a sbarcare nella scuola del regime neofascista. L'obiettivo è chiaro: trasformare le ore di religione in una specie di messa obbligatoria per le scuole di ogni ordine e grado e permeare l'intero sistema scolastico italiano dell'oscurantismo clericale. A questo mira anche il taglio netto dei programmi di scienze, la censura delle scoperte di Darwin e dell'evoluzionismo nonché dei testi di "ispirazione marxista" e l'assunzione in ruolo di un esercito di tonache. Per completare l'opera di clericalizzazione della scuola, manca solo la firma per gli obiettivi relativi alla scuola di secondo grado, per la quale, promette la Cei, vi sarà un impegno congiunto tra funzionari del ministero e rappresentanti della chiesa.

Imposto il catechismo in aula
Al primo punto del documento congiunto tra le "conoscenze" irrinunciabili Cei e Miur, per le classi prima e seconda, indicano la "ricerca umana e la rivelazione di Dio nella storia: il Cristianesimo a confronto con l'Ebraismo e con le altre religioni". Quindi, il percorso di apprendimento prevede la presentazione della Bibbia, "documento storico-culturale e parola di Dio". Poi l'"identità storica di Gesù" e il "riconoscimento di Lui come figlio di Dio". Il quarto obiettivo è "la preghiera al Padre nella vita di Gesù e nell'esperienza". Si afferma che "la persona e la vita di Gesù sono stati rappresentati nella cultura e nell'arte medioevale e moderna in Italia e in Europa". Un tema è proprio l'"opera di Gesù, la sua morte e risurrezione e la missione della Chiesa nel mondo". Altro punto indicato come irrinunciabile è la conoscenza dei sacramenti della realtà e della funzione della Chiesa cattolica.
Per gli studenti del terzo anno gli "obiettivi" riguardano il tema della fede e del rapporto tra fede e scienza, "come letture distinte ma non conflittuali dell'uomo e del mondo" e ancora "l'insegnamento di Gesù come via, verità e vita per l'umanità". Quindi "Il Decalogo" e la novità rappresentata dal "comandamento nuovo di Gesù" e il tema "delle beatitudini per i cristiani". Si passa poi a "Gesù e la Chiesa nella cultura e nell'arte contemporanea". L'ultimo punto indicato è quello "della vita e della morte nella visione della fede cristiana e nelle altre religioni".
Insomma, nelle aule torna il catechismo come nella scuola confessionale del regime fascista.
I pochi accenni al confronto interreligioso e interculturale sono solo uno specchietto per le allodole poiché l'unico "punto di vista", o meglio dogma, da imporre alle giovani generazioni è dichiaratamente quello "cattolico". Significativo in tal senso che non sia previsto neanche un insegnamento di "storia delle religioni" come era previsto nei programmi concordati nel 1985 tra il Vaticano e l'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi, che pure si fece promotore su questo tema della prima delle controriforme concordatarie che seguirono i movimenti del '68 e del '77. Due grandi rivolte che, ricordiamolo, anche se rimaste incompiute anzitutto per colpa dei revisionisti, avevano spinto la Chiesa fuori dalla scuola e dell'università pubbliche!

Un esercito di gesuiti pronti a occupare le aule
Nello stesso giorno del patto d'acciaio Letizia Moratti ha annunciato il suo ultimo provvedimento: nei prossimi tre anni, verranno assunti ben 15.383 insegnanti di religione a tempo indeterminato nominati direttamente dalle curie, di cui 9.229 entreranno a scuola già dal prossimo anno. è il risultato del concorso per l'immissione in ruolo degli insegnanti di religione cattolica reso possibile dalla legge sullo stato giuridico degli insegnanti di religione del luglio 2003, che il ministro vuole applicare al più presto. "Ho già firmato il decreto di determinazione degli organici e la programmazione triennale".
Si tratta di un vero e proprio schiaffo alle centinaia di migliaia di insegnanti precari che attendono da anni la cattedra e che si vedranno di colpo scavalcati dagli insegnanti del papa che per fare la predica agli alunni non hanno neanche bisogno della laurea. E che il governo, in accordo con la Cei, abbia in mente una vera e propria invasione, o meglio crociata, lo si intuisce dalla dimensione numerica dell'operazione. Nella scuola "pubblica", falcidiata dai tagli dei finanziamenti e delle cattedre, le ore di religione e le materie che questi preti potranno insegnare potrebbero aumentare in maniera incontrollata grazie all'"autonomia scolastica" che assegna ai presidi-manager l'affidamento delle cattedre.
"Non ha precedenti nel nostro ordinamento - precisa a tal proposito il segretario nazionale Cgil Scuola, Enrico Panini, che pure ha avallato la parificazione delle scuole private e cattoliche e i relativi finanziamenti pubblici quando al ministero c'era il rinnegato Luigi Berlinguer - l'immissione in ruolo per una materia facoltativa, perché tale è l'insegnamento di religione cattolica. Così lo Stato si fa esecutore delle volontà altrui, perché nel caso in cui il responsabile diocesano revochi l'idoneità all'insegnante, allora quella persona deve comunque essere mantenuta in servizio".

Dure reazioni dal mondo della scuola
Se gli esponenti dell'Ulivo del DC Prodi non hanno speso una parola sull'argomento, non sono mancate le reazioni. L'associazione NO GOD-Atei per la laicità degli Stati in un comunicato stampa denuncia che "così L'Italia alleverà i suoi studenti alla luce di una sola religione, ponendo le basi per una sorta di `shaarìa' cattolica nel nostro Paese. A quando la sostituzione della Costituzione repubblicana con quella del Vaticano? E del diritto civile con quello canonico?". Alessandra Magistrelli, insegnante di biologia nei licei e membro del direttivo dell'Anisn, l'associazione professionale dei docenti di scienze naturali che a fine maggio ha mobilitato i suoi tremila iscritti per il "Darwin day", una serie di lezioni, dibattiti, conferenze in licei e università sull'importanza delle teorie dell'evoluzione, rileva che "dai programmi usciti sulla Gazzetta ufficiale a febbraio trasuda un clima da crociata. Scompare la scienza e si tenta di equiparare l'evoluzionismo ai dogmi del creazionismo come quello di un disegno intelligente della mente ordinatrice del mondo, persino le scoperte di Galileo e Copernico sul sistema solare vengono declassate al rango di mere ipotesi... Non stupisce quindi che il governo abbia affidato la presidenza del comitato per la deontologia professionale al cardinale Ersilio Tonini". Sulla stessa lunghezza d'onda Antonia Sani del Comitato "Scuola e Costituzione": "Noi contestiamo proprio il meccanismo dell'immissione in ruolo per una materia non solo facoltativa ma confessionale in una situazione in cui pare impossibile ottenere dati su un eventuale incremento che giustifichi i 15mila crociati di Moratti e Ruini tra i banchi perché la chiesa gestisce gelosamente i dati e quelli che abbiamo sono vecchi di dieci anni... sulla maxi-assunzione gravano ben tre ricorsi da parte degli insegnanti di ruolo, di quelli precari (una massa di almeno 200mila molti dei quali con anni di servizio e fior di abilitazioni) e dell'Associazione Scuola della Repubblica, altro pezzo del mosaico che si batte per il rilancio dell'istruzione pubblica e non confessionale".
Furio Colombo, direttore de l'Unità, ha scritto "non si sta parlando (e firmando) di ambientazione dell'insegnamento religioso nei nuovi programmi della riforma Moratti. Al contrario. Si sta progettando di adattare l'intero sistema scolastico italiano alla visione della `antropologia cristiana"'. Titti De Simone, deputata di Rifondazione in commissione Scuola, si limita a dire che "tutto ciò è fondamentalmente incostituzionale, frutto dell'ideologia clericale, integralista e autoritaria che ispira i programmi controriformatori del governo", mentre diversi articoli di Liberazione definivano il tutto solo "uno spot elettorale senza seguito".
Termini più duri, ma sempre tendenti a sottovalutare la fascistizzazione in atto nel Paese, li utilizza Piero Bernocchi dei Cobas che definisce "demenziali e delinquenziali" i provvedimenti della Moratti perché "così alla scuola-azienda si aggiunge e sovrappone la scuola-parrocchia con il dato brutale dell'immissione stabile in ruolo di 15mila persone scelte dalle curie, veri `miracolati' in un sistema dove si sta introducendo precarietà a dosi da cavalli".

Gli opportunisti del "centro-sinistra" e la lotta da fare
Per noi marxisti-leninisti l'affondo di questi giorni non cade dal cielo, è parte dell'assalto clerico-fascista e razzista alla separazione e indipendenza della scuola e dello Stato dalla religione che non ha conosciuto tregua, ma è in pieno svolgimento da tempo, e solo i vertici rimbambiti, opportunisti e baciapile dell'Ulivo e del PRC, ossessionati dai voti dell'elettorato di "centro" per tornare al governo, non hanno visto o meglio fingono di non vedere. Essi non dissero una parola sull'intesa firmata il 23 ottobre, cioè all'immediata vigilia della vicenda del crocifisso in aula, che già allora definiva i programmi e il "profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione", in relazione alla controriforma scolastica neogentiliana varata dal governo.
Gli studenti e gli insegnanti uniti, quindi, contando unicamente sulle proprie capacità di mobilitazione e imparando dalla Grande Rivolta del Sessantotto, devono risolutamente respingere e affossare l'intesa Moratti-Ruini, in quanto, come la crociata imbastita sul crocifisso e contro Darwin, rappresenta un altro grimaldello per scardinare la scuola pubblica separata e indipendente dalla religione e riportarla pienamente sotto le sottane dei preti e delle monache e il controllo diretto del capitale in camicia nera, esattamente come nel ventennio mussoliniano.
Sbarriamo il passo alla crociata vaticana!
Bocciamo la scuola del regime neofascista!
Lottiamo per abolire l'ora di religione e per la scuola pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti!
Buttiamo giù la Moratti e il neoduce Berlusconi!
Coi maestri vinceremo!