Il senato licenzia un esame di Stato più duro, selettivo e meritocratico

L'iter legislativo del disegno di legge che modifica la disciplina relativa agli esami di Stato procede spedito a tempo di record. Varato dal Consiglio dei ministri il 4 agosto scorso, il provvedimento ha già ottenuto il via libera dal Senato che lo ha votato a maggioranza il 16 novembre. Il testo ora è passato all'esame della Camera per l'approvazione definitiva con l'impegno di approvarlo il più presto possibile, visto che il governo punta a fare in modo che il nuovo esame possa entrare in vigore già con la fine dell'attuale anno scolastico. "Appena la legge ci sarà ufficialmente trasmessa la esamineremo a tambur battente", ha promesso il presidente della commissione Cultura di Montecitorio Pietro Folena, del Prc. Anche perché, ha aggiunto: "Siamo consapevoli del fatto che le scuole devono avere il tempo di organizzarsi, altrimenti i nuovi esami non potranno partire".
La nuova normativa, oltre a prevedere una serie di modifiche che risultano più selettive, classiste e meritocratiche rispetto all'attuale situazione, non abolisce una sola virgola della controriforma approvata dal governo Berlusconi e anzi conferma in pieno il grande regalo fatto dalla Moratti agli istituti privati e scuole paritarie, pareggiate o legalmente riconosciute che di fatto sono state trasformate in lucrosi "diplomifici".
Il nuovo esame di Stato targato "centro-sinistra" sarà dunque più difficile rispetto a oggi e rispecchia in pieno la politica antistudentesca perseguita dal governo Prodi. Ritorna infatti lo scrutinio di ammissione che lo studente dovrà superare per poter accedere alla prova finale dove si troverà di fronte una commissione di sei professori composta per metà da membri interni e per metà da docenti provenienti da altre scuole, compreso il presidente a cui potranno essere affidate non più di due classi.
A partire dal prossimo anno scolastico, 2008-2009, per accedere alla maturità lo studente dovrà anche essersi messo in regola con i debiti accumulati negli anni di studio. Se anche un solo debito non sarà colmato lo studente non potrà sostenere l'esame di Stato e, dunque, risulterà respinto, cioè costretto a frequentare una seconda volta la classe quinta.
Il voto massimo resta quello dei 100 centesimi: la commissione avrà a disposizione 45 punti per la valutazione delle tre prove scritte (rimane tutto come ora:15 + 15 +15) aumenta invece di 5 punti il peso dei crediti scolastici che da 20 passano a un massimo di 25 punti, a discapito del colloquio orale che diminuisce di 5 punti e passa dagli attuali 35 a 30 punti.
Le prove d'esame restano tre: italiano, una prova specifica per l'indirizzo di studio e la terza prova con domande riguardanti i programmi svolti in almeno quattro materie; più un orale sulle materie dell'ultimo anno.
Il superamento obbligatorio di tutti i debiti accumulati a partire dalla classe III e lo spostamento dei 5 punti dal colloquio orale ai crediti formativi non sono un puro esercizio di aritmetica, ma costituiscono un deterrente nei confronti di quei studenti che "hanno qualche grillo per la testa" col chiaro obiettivo di irreggimentarli, costringerli a pensare solo allo studio, a ottenere una buona media di voti per evitare i debiti e integrarli forzatamente fin dai primi anni di studio nella scuola della seconda repubblica neofascista dove è vietata ogni forma di contestazione.
Non a caso, una particolare attenzione verrà riservata alle "capacità critiche" dimostrate dagli studenti che dunque verranno giudicati non solo in base alla loro preparazione, ma, come ha lasciato intendere il ministro Fioroni, anche in base alla loro condotta durante il periodo di studi, invitandoli non a caso a "non compiere azioni illegali", (ossia occupazioni, proteste e manifestazioni di carattere politico ndr) ma a dedicarsi unicamente allo studio. Solo così ha precisato con soddisfazione Fioroni subito dopo l'approvazione del testo: "viene restituita serietà ad una prova che rappresenta per tutti i ragazzi un appuntamento determinante per il loro futuro".
Ecco perché a favore dei più "bravi e meritevoli", agli studenti addomesticati, irreggimentati e plasmati secondo i canoni della scuola della seconda repubblica capitalista, neofascista, federalista, classista e meritocratica inaugurata da Berlinguer, istituita dalla Moratti e portata alle estreme conseguenze col sostegno attivo della "sinistra" del regime neofascista, il disegno di legge prevede anche un finanziamento di cinque milioni di euro in borse di studio e percorsi di orientamento con la partecipazione di docenti universitari per facilitargli il prosieguo degli studi e il raggiungimento dei gradi più alti dell'istruzione.
Grazie all'introduzione della norma sui cosiddetti "ottisti", agli studenti più "bravi e meritevoli" di tutte le scuole, siano esse statali, paritarie, pareggiate o legalmente riconosciute, sarà inoltre abbonato l'ultimo anno di corso e potranno accedere direttamente all'esame di Stato.
Per ottenere l'abbuono lo studente deve aver conseguito la media dell'otto nel penultimo anno e quella del sette nel secondo e terzo anno di scuola superiore senza ripetere.
Messa così potrebbe sembrare una norma che offre a tutti gli studenti le stesse possibilità. In realtà a beneficiarne saranno solo gli iscritti alle scuole private. Mentre per gli studenti delle scuole pubbliche si tratta di una possibilità solo formale e molto sconveniente. Prima di tutto perché i voti alti nelle private sono distribuiti in proporzione alla retta che si paga, al contrario di quanto avviene nella pubblica; in secondo luogo perché uno studente di un istituto statale anche se riesce a raggiungere i requisiti richiesti riportando una bella media, difficilmente potrà affrontare da solo tutto il programma di quinta in poche settimane e accetterà il rischio di diplomarsi con un brutto voto quando, l'anno successivo, proprio perché è bravo può tranquillamente seguire il corso naturale di studi e diplomarsi con voti alti. Al contrario un iscritto alle private, oltre a ottenere facilmente una buona media pagando qualcosa in più, ha anche tutto l'interesse a rischiare pur di saltare un anno di corso.
Dunque, altro che "giro di vite contro i diplomifici" privati! Il prosperoso mercimonio che in queste scuole ha portato nel giro di pochi anni il numero dei diplomati dai 217 del 1998 a 19.040 del 2004, ossia dallo 0,4% al 29,1% del totale, continuerà a prosperare! La norma sugli "ottisti" costituisce il grimaldello attraverso cui le scuole pareggiate o legalmente costituite, in cui funzionano interi corsi di studio, potranno continuare come prima e più di prima a fare come gli pare e, previa autorizzazione dell'Ufficio scolastico regionale di provenienza, possono perfino autorizzare un loro iscritto a sostenere gli esami anche fuori dal comune di residenza (o provincia o regione) magari davanti a una commissione o un presidente "amico".
Insomma, da una parte si "ripristina la serietà" del titolo di studio, ma dall'altra si permette che decine di migliaia di candidati privatisti vengano valutati fuori dalla scuola pubblica statale che a detta dello stesso Fioroni "ha la responsabilità costituzionale della certificazione".
Secondo noi invece, l'esame di Stato deve essere abolito in tutte le scuole pubbliche mentre alle private la commissione esaminatrice deve essere composta tutta da commissari e presidente esterni al fine di valutare in maniera obiettiva la preparazione dei candidati e di verificare il raggiungimento degli standard qualitativi necessari al rilascio del diploma.

29 novembre 2006