Intercettandola illegalmente in acque internazionali
I sionisti costringono nave libica con gli aiuti per Gaza a approdare in Egitto

Il 15 luglio il cargo "Amalthea", ribattezzato Amal in arabo "Speranza", col suo carico di 2mila tonnellate di cibo e medicine è approdato nel porto egiziano di El Arish, consegnando gli aiuti alla Mezzaluna Rossa che li distribuirà alla popolazione di Gaza. La nave noleggiata dalla libica "Fondazione Gheddafi" era partita il 10 luglio da Creta con l'intenzione di raggiungere la striscia di Gaza e rompere l'assedio illegale imposto dai sionisti israeliani al legittimo governo guidato da Hamas e alla popolazione palestinese. Cosiccome aveva tentato la flottiglia pacifista bloccata e assaltata dalla marina di Tel Aviv il 31 maggio scorso. Il boia Netanyahu l'ha passata liscia grazie alle coperture dei paesi imperialisti Usa e europei in testa, solo la Turchia ha protestato fino a minaccaire la rottura delle relazioni diplomatiche, e si è comportato nello stesso modo con la nave libica.
Non appena il cargo aveva iniziato la navigazione verso Gaza il governo sionista avvertiva che alla nave non sarebbe stato consentito di forzare il blocco marittimo e di raggiungere la striscia di Gaza. Affermava che il cargo avrebbepotuto raggiungere indisturbato solo il porto di El Arish e scaricare là gli aiuti destinati alla popolazione palestinese; nel caso avesse cercato di raggiungere Gaza sarebbe stato intercettato dalle unità da guerra e condotto con la forza al porto di Ashdod, presso Tel Aviv.
La Marina sionista aveva intercettato la nave libica il 14 luglio in acque internazionali e ammoniva il comandante a cambiare rotta. Dopo alcune ore di trattative il comandante della nave decideva di dirigersi verso il porto egiziano.
Il governo sionista di Tel Aviv aveva nella pratica la copertura anche dell'Onu dopo che l'8 luglio l'ufficio stampa della presidenza dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva comunicato l'annnullamento della sessione prevista sull'assalto israeliano del 31 maggio alle navi della Freedom Flotilla che era stata richiesta con procedura d'emergenza dalla Malesia. La riunione dell'Assemblea generale dell'Onu era osteggiata dai paesi imperialisti, Usa di Obama in testa, che non volevano una risoluzione di condanna dell'arrembaggio sionista alle navi paicifiste avvenuto in acque internazionali come espresso da una maggioranza di paesi. Un via libera a Netanyahu a mantenere il blocco navale e terrestre di Gaza.
"L'aver circondato la nave libica ed averle impedito di raggiungere Gaza è un atto di pirateria e di terrorismo che Israele ha commesso davanti agli occhi del mondo", denunciava il 15 luglio con una nota di protesta Hamas che condannava l'ennesima misura adottata da Israele per mantenere sotto assedio un milione e mezzo di persone nella striscia di Gaza. "Il caso della nave Amalthea dimostra che l'assedio continua e che le dichiarazioni delle autorità israeliane ed americane sulla fine di questo sono solo propaganda mirata a placare le proteste a livello internazionale", denunciava l'organizzazione palestinese ricordando che è dal 2007 che Israele ha sottoposto gli abitanti di Gaza ad una punizione collettiva per aver votato a favore del governo di Hamas nelle elezioni legislative del 2006 in Palestina.

21 luglio 2010