SOCIALISMO, DEMOCRAZIA E REGIME NEOFASCISTA. COME RAGGIUNGERE L'UNITA' DELLA SINISTRA?
Sono un ragazzo di quattordici anni ed ho conosciuto il PMLI grazie ad una manifestazione in cui ho avuto modo di fare amicizia con uno dei vostri esponenti.
Da quel giorno ho cominciato a frequentare il vostro partito. Ho avuto il piacere di affrontare discorsi e di scambiare e confrontare idee che in certi casi sono simili, in altri sono divergenti. è proprio su queste ultime che volevo scrivere, poiché credo che una qualità di questo partito sia quella di essere aperto al dialogo.
Il primo punto su cui mi vorrei soffermare riguarda Stalin e il modo con cui ha applicato il "comunismo''. Ho sentito che spesso parlate di un certo "revisionismo'' che ha fatto di lui un personaggio negativo. Invece vi sono, a mio giudizio, fonti chiare e precise su questa persona che dimostrano che ha fatto dell'Urss uno Stato totalitario e lo ha posto sotto il suo dominio. Egli ha fatto costruire i famosi "Gulag'' nei quali entravano coloro che non erano d'accordo col regime. Non vi era libertà di pensiero, di parola e di opinione. Questi ultimi tre aspetti sono in contraddizione rispetto allo scritto a noi più caro: "il manifesto''. Il comunismo va applicato secondo me in termini democratici, al contrario di come ha fatto Stalin con la famosa teoria (e purtroppo pratica) della "Dittatura del proletariato''. La Russia in quegli anni visse i momenti peggiori e questa non è una delle tipiche "destrate berlusconiane'', ma una critica accurata di un ragazzo che ha visto le idee di giustizia e di uguaglianza sfumare.
Il PMLI, come del resto anche il centro-sinistra, la sinistra (Comunisti Italiani e Verdi) e Rifondazione Comunista, dichiara "guerra'' al governo Berlusconi (da voi soprannominato neoduce). Su questo discorso mi trovate assolutamente d'accordo, perché il Premier (insieme al suo governo) sta costituendo e consolidando leggi di tipo fascista e che lo riguardano in prima persona, esempio "rogatorie''. Si tratta di un governo corrotto, come dimostrano i fatti e bisogna in tutti i modi contrastarlo.
A Genova sono state oppresse e represse manifestazioni pacifiche usando la scusa di una certa infiltrazione di teppisti chiamati "Black Bloc'', inoltre sono stati picchiati a sangue giovani innocenti, c'è stato persino un morto in piazza (da tempo non si verificavano cose simili).
La polizia ha dimostrato un comportamento che solo in uno stato totalitario sarebbe ammesso, l'Europa ha cominciato ad isolare l'Italia ed il suo duce. In seguito Berlusconi ha avuto la buona idea di acclamare con entusiasmo e con furore che "la nostra civiltà è avanti di circa 1400 anni rispetto a quella islamica''. Nessun politico in passato (dopo la guerra) ha dato dimostrazioni di tale razzismo. La legge contro la corruzione vede l'Italia isolata dall'Europa; è una situazione difficile. Berlusconi e i suoi politici hanno partecipato a fenomeni di corruzione e ne sono protagonisti, basti vedere i fatti riguardanti Previti e Squillante (il primo ex-ministro della giustizia). Io penso che per far "guerra'' a tutto ciò non si possa prendere la strada dell'astensionismo e soprattutto credo che sia necessario usare il parlamento come mezzo per costruire una società migliore. Credo che le vostre critiche nei confronti di partiti politici appartenenti al blocco del "centro-sinistra'' e a Rifondazione Comunista non siano producenti e produttive. La "democrazia'' è un valore che è costato caro all'umanità, ma che ora è nelle mani di tutti. Per avere una linea politica che denunci i fatti gravi di questo governo bisogna lottare a Roma, a Montecitorio e battersi per dare serietà e giustizia a questo Paese. Il popolo molte cose non le sa, o meglio, non le vuole sapere. Noi dobbiamo usare i mass-media, come la televisione, la radio e denunciare questo tipo di società. Le vostre pesanti critiche all'area della sinistra parlamentare sono secondo me inopportune e fanno un favore a chi di questo gode, come il "centro-destra''.
La mia opinione è che la Sinistra di Rifondazione Comunista abbia degli ottimi progetti e si ponga degli obbiettivi compatibili sia con le idee marxiste che con la società odierna. Ha saputo criticare nei momenti giusti il centro - sinistra, che spero faccia tesoro dei suoi errori.
Unire tutta la sinistra è l'unico modo per cambiare l'Italia e farla diventare rossa e socialista.

Manuel - Milano
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Innanzi tutto ti ringraziamo per la tua disponibilità senza pregiudizi al confronto col nostro Partito, di cui dici di apprezzare l'apertura al dialogo, pur senza nascondere le divergenze che ci sono fra noi. Questo è lo spirito giusto che deve animare i sinceri comunisti.
Se siamo d'accordo che il governo Berlusconi non è semplicemente un "governo delle destre'' ma un governo fascista in piena regola, e che il suo presidente ha tutte le caratteristiche di un neoduce, un nuovo Mussolini, anche se nasconde la camicia nera sotto il doppiopetto, allora siamo un bel pezzo avanti. Del resto tu citi giustamente Genova e la repressione da "Stato totalitario'', cioè fascista, dei manifestanti no-global, e le leggi di tipo fascista che il governo sta varando a raffica, come dimostrazione pratica di questo giudizio politico.
Ma allora come può andare d'accordo questo giudizio con l'altro che oggi la "democrazia'' è un valore nelle mani di tutti? Come si può conciliare con l'affermazione che "è necessario usare il parlamento come mezzo per costruire una società migliore?
Per noi marxisti-leninisti già da anni il parlamento italiano non aveva più le caratteristiche per essere usato come una tribuna per denunciare la classe dominante borghese e far progredire la lotta per il socialismo. A maggior ragione non lo è oggi nel regime di seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista ormai dominante. Basta guardare come il parlamento nero ha votato quasi all'unanimità la partecipazione dell'Italia alla guerra imperialista. Stare in una simile fogna, anche solo per votare contro, quella sì che sarebbe una sterile posizione di testimonianza, quando non addirittura una copertura a "sinistra'' del regime neofascista.
Quanto ai mass-media di regime, sono completamente al servizio della classe dominante borghese per diffonderne l'ideologia, la cultura e la morale e turlupinare le masse, ed è illusorio contare su di essi, anche se in linea di principio occorre lottare per strappare loro degli spazi. Tuttavia la pratica dimostra che essi sono ermeticamente chiusi per il proletariato e gli anticapitalisti (ne sa qualcosa il nostro Partito), e quando si aprono a certi sedicenti "oppositori'', come Bertinotti, Casarini, Agnoletto, ecc., è solo per fargli fare i cagnolini da salotto e accreditare il volto "democratico'' del regime.
Quello che serve invece al proletariato e alle larghe masse lavoratrici, femminili, giovanili e popolari è la lotta di classe. Non è la democrazia borghese, l'elettoralismo, il parlamentarismo, il partecipazionismo alle istituzioni del regime neofascista, ma una nuova forma di democrazia fondata sulle assemblee e i comitati popolari. Nella prospettiva strategica della lotta per il socialismo.
La dittatura del proletariato è la forma essenziale e indispensabile dello Stato socialista, una volta che questo sia stato instaurato, il sistema che garantisce la democrazia proletaria e previene la restaurazione della dittatura borghese, nella forma "democratica'' o più o meno apertamente fascista che sia. Questo concetto viene da Marx (che fu il primo a usare la definizione del socialismo quale dittatura del proletariato) ed Engels, che precisarono sulla base dell'esperienza maturata nella gloriosa Comune di Parigi, ed è stato sviluppato e applicato da Lenin nella Rivoluzione d'Ottobre.
Stalin lo ha portato avanti con coerenza nelle difficili condizioni della costruzione del socialismo in Unione Sovietica, e Mao lo ha arricchito con la Grande rivoluzione culturale proletaria in Cina.
Non ci sono, né storicamente né concettualmente, altre forme alternative di democrazia tra quella borghese e la dittatura del proletariato. Chi lo sostiene, come il "rifondatore del comunismo'', cioè del trotzkismo, Bertinotti, finisce in realtà per scegliere la democrazia borghese. Cioè, di fatto, il regime neofascista che ci sta sotto.