Per orientare meglio l'opinione pubblica
I SONDAGGI RAI NELLE MANI DI BERLUSCONI
Cirm-Datamedia vicina al neoduce vince l'appalto

Il neoduce Berlusconi non ha soltanto il monopolio della televisione e della pubblicità: ora ha anche quello dei sondaggi, visto che a vincere la gara d'appalto per tutti i sondaggi elettorali della Rai per i prossimi tre anni, rinnovabili a sei, è stata la Nexus, del gruppo Hdc, che ha accorpato i due istituti di sondaggi Datamedia e Cirm. Sì, perché a presiedere Hdc è Luigi Crespi, già fondatore di Datamedia, molto vicino al cavaliere piduista di Arcore, per il quale ha curato tra l'altro la campagna elettorale per le politiche dello scorso anno. Vicepresidente del gruppo è Gianni Pilo, già sondaggista preferito di Berlusconi e deputato di Forza Italia.
La Nexus è stata scelta tra quattro concorrenti per sostituire l'Abacus, il cui contratto con la Rai era scaduto. Il direttore generale della Rai, Agostino Saccà, da tutti considerato il plenipotenziario del neoduce a viale Mazzini, ha assicurato che quella della Nexus "era l'offerta migliore'', e che "la gara è stata trasparente e rigorosa''. Già, ma chi c'era a presiedere la commissione che aveva il compito di stabilire i criteri di valutazione dell'offerta migliore? Angela Buttiglione, la giornalista in quota Cdl recentemente promossa alla direzione dei tg regionali. Una coincidenza? Non tanto, se si pensa ad altre quantomeno curiose coincidenze di cui è costellata questa vicenda.
Per esempio quella che tra i requisiti richiesti ai partecipanti alla gara che costituivano "titolo di merito'' c'era l'"aver realizzato serate elettorali negli ultimi cinque anni''. Guarda caso da questa condizione restava fuori il 1995, proprio l'anno nero di Datamedia, quando la società di Crespi "sbagliò'' clamorosamente gli exit poll assegnando al Polo 11 regioni su 15, permettendo ad un euforico Emilio Fede di riempire di bandierine azzurre la cartina dell'Italia e di coprirsi così di ridicolo, dal momento che invece le regioni assegnate effettivamente al "centro-destra'' furono soltanto 6.
Rimasta fuori anche la figuraccia fatta dalla Cirm alle elezioni del 1996, quando Piepoli sulla rete tv Odeon diede il Polo vincente al maggioritario. Mentre poi vinse l'Ulivo. Dentro, invece, lo scivolone commesso da Abacus che diede per raggiunto il quorum mancato nel referendum del 1999. Sempre in tema di coincidenze c'era poi, quale altro "titolo di merito'', la capacità di "fornire il risultato degli exit o inhouse poll alla chiusura dei seggi'': dove, guarda caso, l'inhouse poll, cioè l'intervista all'elettore appena tornato a casa, è un metodo inventato da Datamedia in esclusiva per le reti Mediaset, e sperimentato (disastrosamente) proprio la sera delle bandierine di Fede. Lo stesso servizio è fornito anche da Directa, che però lo chiama int. poll. Curioso che la commissione abbia usato per l'appunto lo stesso termine coniato da uno dei concorrenti.
Sta di fatto che ora il neoduce dispone di un'arma in più per condizionare e manipolare l'opinione pubblica. Non che gli mancassero plotoni di sondaggisti compiacenti al suo servizio per lustrare la sua immagine e millantare la sua inossidabile "popolarità'', solo che questi ora lo potranno fare dai teleschermi della Rai, un servizio formalmente ancora pubblico, e quindi con una patente di credibilità che i suoi lustrascarpe alla Fede non possono avere. E infatti i suoi lacché lo hanno ben assecondato e favorito sin dal primo turno delle amministrative del 26-27 maggio.

29 maggio 2002