Lo rivela il "New York Times"
Obama come Bush utilizza squadre speciali in Medio Oriente, Asia e Africa
Possibili raid militari degli Usa in Iran

Secondo indiscrezioni pubblicate recentemente dal "New York Times", che cita funzionari della Difesa e documenti militari, Obama ha ampliato l'uso, iniziato dal predecessore Bush, di squadre speciali per operazioni segrete in Medio Oriente, Asia e Africa. Membri dell'esercito o mercenari di agenzie private sono inviati in paesi come Iran, Yemen, Arabia saudita e Somalia per raccogliere informazioni o compiere azioni in nome della lotta al "terrorismo". O per preparare il terreno a possibili attacchi come nel caso dell'Iran.
La guerra "sporca" tanto cara a Bush è preziosa anche per Obama, Nobel per la pace e "uomo del dialogo". Che ha dato carta bianca al generale David Petraeus, reponsabile militare dello scacchiere mediorientale. Funzionari del Pentagono riferiscono di una direttiva, che ha come nome ufficiale "Ordine esecutivo per la creazione di una task force interforze per la guerra non convenzionale", firmata lo scorso 30 settembre dal generale Petraeus con la quale si autorizza l'invio di truppe delle forze speciali americane in alcuni paesi del Medio Oriente, dell'Asia centrale e del Corno d'Africa allo scopo di costruire delle reti di collegamenti in grado di "penetrare, destabilizzare, sconfiggere o distruggere" i gruppi terroristici o di "preparare il terreno" per eventuali attacchi da parte delle forze militari americane o locali. La direttiva di Petraeus ha come obiettivo anche quello di creare squadre di militari che lavorino in segreto sul campo a raccogliere informazioni, senza dipendere esclusivamente come in passato dalla Cia e dalle altre agenzie di spionaggio americane.
Una delle prime operazioni delle truppe speciali potrebbe essere stata quella nello Yemen dove nei mesi scorsi le forze militari americane hanno appoggiato le forze armate yemenite nel tentativo di smantellare un'organizzazione con base nel paese, dichiarata affiliata alla rete di Al Qaeda. In realtà si trattava di formazioni indipendentiste sciite che combattono contro il governo e che hanno l'appoggio dell'Iran.
Gli interventi di queste squadre speciali sono coordinati dal Comando delle operazioni speciali (Ussocom), un organismo che guida il lavoro di quasi 60 mila specialisti dei vari corpi e dispone di un budget portato a 10 miliardi di dollari. Ufficialmente il compito degli specialisti di Ussocom è la raccolta di informazioni, l'azione diretta per distruggere obiettivi, eliminare o catturare nemici, la guerra "non-convenzionale" condotta da forze esterne, addestrate e organizzate dallo Ussocom, l'aiuto ai governi alleati per reprimere una ribellione, le campagne propagandistiche per raccogliere consenso verso le azioni militari americane.
Secondo un'inchiesta del "Washington Post", le forze per le operazioni speciali sono oggi impegnate in 75 paesi, contro i 60 dello scorso anno. Obama ha superato il maestro Bush. Fra queste operazioni vi sono quelle in Iran che, secondo funzionari del Pentagono, "potrebbero aprire la via ad attacchi militari contro l'Iran se si acuisce il confronto sul programma nucleare di Teheran".
Un'ennesima prova del comportamento arrogante e pretestuoso dell'imperialismo americano verso l'Iran. Che non è certo un caso isolato: l'inchiesta ha rivelato che lo Ussocom, nell'ambito della "guerra non-convenzionale", impiega compagnie militari private già sperimentate nell'occupazione dell'Iraq e che risultano già impegnate in varie operazioni speciali, tra cui la raccolta di informazioni in Iran dove Ussocom sostiene direttamente o indirettamente i gruppi antigovernativi fra i quali almeno uno che figura nella lista delle organizzazioni terroristiche redatta da Washington.

16 giugno 2010