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Stalin, la vita e l'opera

Capitolo 24
Il socialismo edificato va costantemente difeso



Le elezioni sovietiche del 1946

Nel febbraio del 1946 si svolsero in URSS le elezioni per il rinnovo del Soviet Supremo che segnarono uno splendido successo per il partito bolscevico ed il governo sovietico. Stalin, in un suo intervento rivolto agli elettori della Circoscrizione "Stalin" di Mosca, che ne avevano proposto la candidatura a deputato del Soviet Supremo, tracciò il bilancio della guerra e i nuovi compiti che stavano di fronte al Partito.
"Sono passati - disse Stalin - otto anni dalle ultime elezioni al Soviet supremo. È stato questo un periodo ricco di avvenimenti decisivi. I primi quattro anni trascorsero nel lavoro intenso compiuto dai cittadini sovietici per realizzare il terzo piano quinquennale. L'ultimo quadriennio comprende gli avvenimenti della guerra contro gli aggressori tedeschi e giapponesi, gli avvenimenti della seconda guerra mondiale. Senza dubbio la guerra è stata il momento saliente del periodo trascorso.
Sarebbe errato pensare che la seconda guerra mondiale sia scoppiata casualmente o in seguito a errori di questo o quell'uomo di Stato, sebbene errori certamente ve ne siano stati. In realtà la guerra è scoppiata come risultato inevitabile dello sviluppo delle forze economiche e politiche mondiali sulla base dell'odierno capitalismo monopolistico. I marxisti hanno dichiarato più volte che il sistema capitalistico dell'economia mondiale cela nel suo seno gli elementi di una crisi generale e di conflitti armati; che, quindi, lo sviluppo del capitalismo mondiale della nostra epoca avviene non come un movimento in avanti armonico e regolare, ma attraverso crisi e catastrofi belliche. È un fatto che l'ineguale sviluppo dei paesi capitalistici porta abitualmente, con il passare del tempo, a una brusca rottura dell'equilibrio nell'interno del sistema mondiale del capitalismo; e il gruppo dei paesi capitalistici che si considera meno provvisto di materie prime e di mercati di sbocco, tenta solitamente di modificare la situazione a proprio vantaggio e di procedere a una nuova ripartizione delle 'sfere di influenza', facendo ricorso alla forza armata. Si ha allora come risultato la divisione del mondo capitalistico in due campi avversi e la guerra...
Così scoppiò la prima guerra mondiale, come risultato della prima crisi del sistema capitalistico dell'economia mondiale.
Risultato della seconda crisi fu lo scoppio della seconda guerra mondiale. Ciò non vuol dire naturalmente che la seconda guerra mondiale sia stata una copia della prima. Al contrario la seconda guerra mondiale per il suo carattere differisce sostanzialmente dalla prima. Si deve tener presente che, prima di attaccare i paesi alleati, i principali Stati fascisti, la Germania, il Giappone, l'Italia, avevano distrutto nei loro paesi gli ultimi resti delle libertà democratiche borghesi, avevano instaurato nei loro paesi un brutale regime di terrore, avevano calpestato il principio della sovranità e del libero sviluppo dei piccoli paesi, avevano proclamato che la politica di conquista delle terre altrui era la loro politica, avevano gridato ai quattro venti che essi volevano l'egemonia mondiale e l'estensione del regime fascista al mondo intero. Inoltre, con l'invasione della Cecoslovacchia e delle regioni centrali della Cina, gli Stati dell'asse avevano dimostrato di essere pronti a mettere in atto la loro minaccia di asservire tutti i popoli amanti della libertà. Per questo la seconda guerra mondiale contro gli Stati dell'asse, a differenza della prima guerra mondiale, assunse fin dall'inizio il carattere di una guerra antifascista, liberatrice, uno degli obiettivi della quale era anche il ristabilimento delle libertà democratiche. L'entrata in guerra dell'Unione Sovietica contro gli Stati dell'asse non poteva che accentuare, e accentuò realmente, il carattere antifascista e liberatore della seconda guerra mondiale.
Su questo terreno si formò la coalizione antifascista, composta dall'Unione Sovietica, dagli Stati Uniti d'America, dalla Gran Bretagna e dagli altri Stati amanti della libertà, coalizione che ebbe in seguito una funzione decisiva nella disfatta delle forze armate degli Stati dell'asse...
Ma la guerra non fu soltanto una maledizione. Essa fu al tempo stesso una grande scuola in cui tutte le forze del popolo furono messe alla prova e collaudate. La guerra mise a nudo tutti i fatti e gli avvenimenti delle retrovie e del fronte, strappò implacabilmente tutti i veli e le maschere che dissimulavano il vero volto degli Stati, dei governi, dei partiti e li espose sulla scena senza maschera, senza orpelli, con tutti i loro difetti e i loro pregi. La guerra sottopose a una specie di esame il nostro regime sovietico, il nostro Stato, il nostro governo, il nostro partito comunista e stese il bilancio del loro lavoro, come per dirci: 'Eccoli i vostri uomini e le vostre organizzazioni, le loro opere e i giorni; esaminateli attentamente e date a ciascuno secondo i suoi atti'...
Qual è dunque il bilancio della guerra?
Vi è un risultato principale dal quale derivano tutti gli altri. Questo risultato è che con la fine della guerra i nemici sono stati sconfitti, mentre noi, insieme con i nostri alleati, siamo risultati vincitori. Abbiamo terminato la guerra con una piena vittoria sui nemici: questo è il risultato principale della guerra. Ma è un risultato troppo generale e noi non possiamo fermarci qui...
Come dobbiamo dunque interpretare la nostra vittoria sui nemici? Che cosa può significare questa vittoria dal punto di vista dello stato e dello sviluppo delle forze interne del nostro paese?
La nostra vittoria significa in primo luogo che il nostro regime sociale sovietico ha vinto, che il regime sociale sovietico ha superato con successo la prova del fuoco della guerra e ha dimostrato la sua piena vitalità.
Come è noto, nella stampa estera si è scritto più volte che il regime sociale sovietico era un 'esperimento arrischiato', condannato al fallimento, che il regime sovietico era un 'castello di carte' senza radici nella vita e imposto al popolo dalla Ceka, che sarebbe bastata una piccola spinta dal di fuori perché questo 'castello di carte' crollasse.
Ora noi possiamo dire che la guerra ha confutato tutte queste affermazioni della stampa estera, come affermazioni infondate. La guerra ha dimostrato che il regime sociale sovietico è un regime veramente popolare, scaturito dal popolo e che del popolo gode il potente appoggio; che il regime sociale sovietico è una forma di organizzazione della società pienamente vitale e stabile... il regime sociale sovietico si è rivelato più vitale e più stabile del regime sociale non sovietico, il regime sociale sovietico è una forma di organizzazione sociale migliore di qualsiasi altro regime sociale non sovietico.
La nostra vittoria significa, in secondo luogo, che il nostro regime statale sovietico ha vinto, che il nostro Stato sovietico plurinazionale ha resistito a tutte le prove della guerra e ha dimostrato la sua vitalità...
La guerra ha dimostrato che il regime dello Stato sovietico plurinazionale ha resistito con successo alla prova, che esso si è maggiormente rafforzato durante la guerra e si è rivelato un regime statale del tutto vitale... perché il nostro Stato plurinazionale è sorto non su una base borghese, che stimola i sentimenti di diffidenza e di odio nazionale, ma sulla base sovietica che, al contrario, promuove i sentimenti di amicizia e di collaborazione fraterna fra i popoli del nostro Stato...
Ora si riconosce che il regime statale sovietico è un sistema di organizzazione statale dove la questione nazionale e il problema della collaborazione delle nazioni sono stati risolti meglio che in qualsiasi altro Stato plurinazionale.
La nostra vittoria significa, in terzo luogo, che le forze armate sovietiche hanno vinto, che ha vinto il nostro Esercito rosso, che l'Esercito rosso ha resistito eroicamente a tutte le avversità della guerra, ha debellato gli eserciti dei nostri nemici ed è uscito vincitore dalla guerra...
La guerra ha dimostrato che l'Esercito rosso non è 'un colosso dai piedi di argilla', ma un esercito moderno di prim'ordine dotato di un armamento assolutamente moderno, di quadri espertissimi e di alte qualità morali e combattive. Non bisogna dimenticare che l'Esercito rosso è lo stesso che ha sconfitto quell'esercito tedesco che ancora ieri incuteva terrore agli eserciti degli Stati europei...
Dopo le fulgide vittorie dell'Esercito rosso a Mosca e a Stalingrado, a Kursk e a Bielgorod, a Kiev e a Kirovograd, a Minsk e a Brobuisk, a Leningrado e a Tallin, a Iassy e a Leopoli, sulla Vistola e sul Niemen, sul Danubio e sull'Oder, a Vienna e a Berlino, dopo tutto ciò è impossibile non riconoscere che l'Esercito rosso è un esercito di prim'ordine, dal quale si possono imparare molte cose.
Così noi spieghiamo concretamente la vittoria del nostro paese sui suoi nemici.
Tale, in sostanza, il bilancio della guerra.
Sarebbe un errore credere che una simile storica vittoria sarebbe stata possibile senza la preparazione preliminare di tutto il paese alla difesa attiva. Non meno errato sarebbe supporre che una simile preparazione avrebbe potuto essere effettuata in un breve periodo di tempo, nel giro di tre o quattro anni. Più errato ancora sarebbe affermare che noi abbiamo vinto unicamente grazie al coraggio delle nostre truppe... Per tener testa ai colpi di un tale nemico, per resistergli e infliggergli quindi una disfatta completa, bisognava avere, oltre al coraggio senza pari delle nostre truppe, un armamento assolutamente moderno e in quantità sufficiente, e approvvigionamenti ben organizzati, anch'essi in quantità sufficiente. Ma per questo bisognava avere, e in quantità sufficiente, delle materie prime, come l'acciaio per produrre le armi, l'equipaggiamento e le attrezzature per le aziende; il combustibile per assicurare il funzionamento delle officine e dei trasporti; il cotone per confezionare il vestiario; il grano per approvvigionare l'esercito.
Possiamo noi affermare che alla vigilia della seconda guerra mondiale il nostro paese possedeva già il minimo indispensabile di risorse materiali occorrenti per soddisfare radicalmente questi bisogni? Credo lo si possa affermare. Per la preparazione di questa opera grandiosa era stato necessario realizzare tre piani quinquennali di sviluppo della nostra economia nazionale. E proprio questi tre piani quinquennali ci aiutarono a creare queste risorse materiali...
Se confrontiamo le cifre del 1940 - vigilia della seconda guerra mondiale - con le cifre del 1913 - vigilia della prima guerra mondiale - avremo il quadro seguente:
Nel 1913 erano state prodotte nel nostro paese 4 milioni e 220 mila tonnellate di ghisa, 4 milioni e 230 mila tonnellate di acciaio, 29 milioni di tonnellate dei carbone, 9 milioni di tonnellate di petrolio, 21 milioni e 600 mila tonnellate di cereali mercantili, 740 mila tonnellate di cotone grezzo.
Queste erano le risorse materiali con le quali il nostro paese entrò nella prima guerra mondiale.
Questa era la base economica che la vecchia Russia poteva utilizzare per la guerra.
Per ciò che concerne il 1940, il nostro paese produsse nel corso dell'anno 15 milioni di tonnellate di ghisa, cioè quasi quattro volte di più che nel 1913; 18 milioni e 300 mila tonnellate di acciaio, cioè quattro volte e mezzo di più che nel 1913; 166 milioni di tonnellate di carbone, cioè cinque volte e mezzo di più che nel 1913; 31 milioni di tonnellate di petrolio, cioè tre volte e mezzo di più che nel 1913; 38 milioni e 300 mila tonnellate di cereali mercantili, cioè 17 milioni di tonnellate in più che nel 1913; 2 milioni e 700 mila tonnellate di cotone grezzo, cioè tre volte e mezzo di più che nel 1913.
Queste erano le risorse materiali con le quali il nostro paese entrò nella seconda guerra mondiale.
Questa era la base economica che l'Unione Sovietica poteva utilizzare per la guerra.
La differenza, come vedete, è colossale.
Questo aumento senza precedenti della produzione non può essere considerato come un semplice e ordinario sviluppo di un paese che passa da uno stato di arretratezza al progresso. Fu un balzo mediante il quale la nostra patria si è trasformata da paese arretrato in paese d'avanguardia, da paese agricolo in paese industriale.
Questa trasformazione storica è stata compiuta nel corso di tre piani quinquennali, a partire dal 1928, primo anno del primo piano quinquennale. Fino allora noi avevamo dovuto occuparci della ricostruzione dell'industria distrutta, avevamo dovuto sanare le ferite della prima guerra mondiale e della guerra civile. E se, oltre a ciò, si considera che il primo piano quinquennale fu eseguito in quattro anni e che la realizzazione del terzo piano quinquennale fu interrotta dalla guerra nel corso del quarto anno, ne risulta che per la trasformazione del nostro paese da agricolo in industriale occorsero soltanto tredici anni circa.
Non si può non riconoscere che tredici anni costituiscono un periodo estremamente breve per realizzare un'opera così grandiosa"
Passando ad esporre i compiti per l'immediato futuro Stalin disse: "I compiti essenziali del nuovo piano quinquennale consistono nel ricostruire le regioni devastate del paese, nel ristabilire il livello prebellico dell'industria e dell'agricoltura e nel superarlo quindi in misura più o meno considerevole. Senza parlare del fatto che prossimamente sarà abolito il tesseramento, un'attenzione particolare sarà accordata all'aumento della produzione degli articoli di largo consumo, all'elevamento del tenore di vita dei lavoratori mediante il ribasso sistematico dei prezzi di tutte le merci, e a una vasta creazione di istituti di ricerche scientifiche di ogni tipo che permettano alla scienza di sviluppare tutte le sue forze.
Non dubito che, se noi daremo ai nostri scienziati l'aiuto necessario, essi sapranno non solo raggiungere, ma anche superare nel prossimo avvenire i successi conseguiti dalla scienza oltre i confini del nostro paese.
Per quanto concerne i piani per un periodo più lungo, il partito intende promuovere una nuova potente ascesa dell'economia nazionale, che ci permetta di elevare il livello della nostra industria, ad esempio, del triplo in confronto al livello dell'anteguerra. Noi dobbiamo fare in modo che la nostra industria possa produrre annualmente circa 50 milioni di tonnellate di ghisa, circa 60 milioni di tonnellate di acciaio, circa 500 milioni di tonnellate di carbone, circa 60 milioni di tonnellate di petrolio. A questa sola condizione noi possiamo ritenere la nostra patria garantita contro qualsiasi eventualità. Ciò richiederà forse ancora tre piani quinquennali, se non più. Ma questo lavoro può essere compiuto e noi dobbiamo compierlo.
Questo è il mio breve resoconto sull'attività del partito comunista nel recente passato e sui piani del suo lavoro per l'avvenire.
Sta a voi giudicare in quale misura il nostro partito ha lavorato e lavora bene, e se non avrebbe potuto lavorare meglio.
Si dice che i vincitori non si giudicano, che non bisogna criticarli né controllarli. Non è vero. I vincitori si possono e si devono giudicare. Si possono e si devono criticare e controllare. Ciò è utile non soltanto alla causa, ma agli stessi vincitori: vi sarà meno presunzione e più modestia. Io penso che la campagna elettorale sia il giudizio che gli elettori danno del partito comunista come partito di governo. I risultati delle elezioni saranno il verdetto degli elettori. Il partito comunista del nostro paese non varrebbe gran che, se temesse la critica e il controllo. Il partito comunista è pronto ad accettare il verdetto degli elettori"
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La ricostruzione in URSS

Nella durissima e decisiva lotta di liberazione contro il nazifascismo l'URSS ha indubbiamente pagato il tributo più grande. Le distruzioni e i vandalismi perpetrati dalle truppe hitleriane d'occupazione hanno inferto al paese dei soviet terribili devastazioni. Il bilancio delle perdite umane e materiali dell'Unione Sovietica alla fine della seconda guerra mondiale, non ha eguali nella storia dell'umanità: oltre venti milioni di morti, tra i soldati dell'Esercito rosso e la popolazione civile, e danni materiali che furono quantificati in duemilaseicento miliardi di rubli. Tutti i settori produttivi erano stati pesantemente colpiti. Alla fine del 1945 i livelli di produzione rispetto al periodo prebellico erano diminuiti sia nell'industria, sia nel settore dell'energia. La produzione agricola aveva subito un calo del 40%. Trentasette milioni di ettari di terre coltivate erano stati distrutti e gli allevamenti avevano perso più di sette milioni di capi di bestiame. Danni ingenti avevano subito anche i settori delle infrastrutture e dell'edilizia abitativa. Nonostante questo drammatico bilancio i popoli delle varie nazionalità dell'URSS, il governo sovietico e il partito bolscevico avviarono e completarono con successo la ricostruzione postbellica.
Tutto il paese si mobilitò con slancio e abnegazione in questa nuova impresa. Già il 21 agosto 1943, in piena guerra quindi, il CC del PC(b) emanò una risoluzione sulle misure urgenti da intraprendere per restaurare l'economia nelle zone liberate. L'opera di ricostruzione iniziò, dunque, a mano a mano che il territorio sovietico si liberava dall'occupazione nazista, per essere poi completata grazie al quarto piano quinquennale (1946-1950) varato nel marzo 1946 dal Soviet Supremo dell'URSS. Il quarto piano quinquennale non solo riparò alle ferite della guerra, ma diede un nuovo ed importante impulso alla crescita di tutti i settori produttivi e all'ulteriore sviluppo dell'economia socialista del paese.
A rendere possibile la ricostruzione furono il ricorso all'esperienza, alle risorse e alle capacità tecniche e umane acquisite nella edificazione socialista; i notevoli investimenti predisposti dal governo e, non ultimo, l'aiuto reciproco che i popoli e le diverse Repubbliche dell'Unione Sovietica si sono dati tra loro in uno spirito di fratellanza e di amicizia marxista-leninista. Alla realizzazione degli obiettivi di ricostruzione e di nuovo sviluppo predisposti dal partito, dal governo e dagli organismi dello Stato sovietico, la classe operaia, i contadini e l'intero popolo concorsero in maniera determinante superando con impegno e sacrificio ogni difficoltà, sviluppando un impetuoso movimento basato sull'impegno lavorativo e un alto livello di coscienza collettivo.
L'Unione Sovietica, pur così pesantemente colpita dalla guerra, fu grazie al suo sistema socialista l'unico paese che in cinque anni seppe di fatto completare nelle linee essenziali la sua ricostruzione e porre le basi di un ulteriore, possente sviluppo della sua crescita economica, dell'aumento del tenore di vita e del soddisfacimento dei bisogni culturali degli operai e dei lavoratori e del raggiungimento di nuove conquiste sociali per il popolo sovietico. A partire dal 1949 accanto a un aumento dei salari operai si registrò la diminuzione dei prezzi dei generi alimentari di più largo consumo e di altri prodotti di prima necessità. Migliorò anche la situazione inerente l'assistenza sanitaria per i lavoratori e il sistema delle pensioni sociali. Furono attuati i provvedimenti in favore degli invalidi militari e civili, quelli per le famiglie delle vittime di guerra e per le famiglie numerose.


Il XIX Congresso del PC(b): bilancio e prospettive del socialismo in URSS

Nell'ottobre del 1952 si tenne a Mosca il XIX Congresso del PC(b) dell'URSS. Un congresso importante, svoltosi dopo la vittoriosa conclusione della guerra contro la criminale aggressione hitleriana e dopo aver ultimato nel suo complesso e con successo la ricostruzione postbellica.
"L'indice principale dell'aumento del benessere del popolo sovietico - si legge nel Rapporto che fu presentato al Congresso su incarico del CC da Malenkov - è nella continua ascesa del reddito nazionale. Dal 1940 fino a tutto il 1951, il reddito nazionale dell'Unione Sovietica è aumentato dell'83%. Contrariamente a quanto avviene nei paesi capitalistici, dove oltre la metà del reddito nazionale viene intascata dalle classi sfruttatrici, nell'Unione Sovietica l'intero reddito nazionale è patrimonio dei lavoratori. Circa tre quarti del reddito nazionale sono impiegati per soddisfare i bisogni personali, sia materiali che culturali, dei lavoratori dell'URSS: il resto è impiegato per allargare la produzione socialista e per soddisfare altri bisogni generali dello Stato e sociali.
Il principale fattore dell'aumento del salario reale degli operai e degli impiegati e dei redditi reali dei contadini è costituito dalla politica di riduzione dei prezzi dei generi di largo consumo effettuata in modo conseguente dal governo. In seguito alle cinque riduzioni dei prezzi statali al minuto effettuate nel 1947-1952, i prezzi dei prodotti alimentari e industriali sono oggi in media inferiori del 50% rispetto al quarto trimestre del 1947.
Come è noto, gli operai e gli impiegati del nostro paese ricevono, a spese dello Stato, i sussidi delle assicurazioni sociali, le pensioni della previdenza sociale, usufruiscono gratuitamente o con forti riduzioni di posti di soggiorno nelle case di cura e di riposo e dispongono di istituti per i loro figli, e hanno ferie annuali pagate. Tutti i lavoratori delle città e delle campagne beneficiano della assistenza medica gratuita. Lo Stato paga nelle città e nelle campagne assegni alle madri di famiglia numerosa e alle madri nubili; esso assicura l'istruzione gratuita nelle scuole elementari e settennale e conferisce stipendi agli studenti. Nel 1940 è stata pagata la somma di 40 miliardi e 800 milioni di rubli per i suddetti sussidi e assegni ai lavoratori della città e delle campagne. Nel 1951, la somma destinata a questo scopo è stata di 125 miliardi di rubli.
In seguito all'aumento dei salari nominali degli operai e degli impiegati, dei redditi dei contadini in denaro e in natura, in seguito alla riduzione dei prezzi dei generi di largo consumo e all'aumento degli altri sussidi di Stato alla popolazione, i redditi reali degli operai e degli impiegati sono aumentati per ogni lavoratore, nel 1951, di circa il 57% nei confronti del 1940, e i redditi reali per ogni contadino di circa il 60%.
Il progetto di direttive per il quinto piano quinquennale prevede un aumento di almeno il 60% del reddito nazionale dell'URSS, durante il quinquennio, un aumento di almeno il 35% degli stipendi e dei salari reali, tenendo conto delle riduzioni dei prezzi al minuto, e un aumento di almeno il 40% dei redditi dei colcosiani in denaro e in natura, valutati in termini monetari.
La costruzione di alloggi e di edifici pubblici viene condotta nel nostro paese su vasta scala. Soltanto negli anni del dopoguerra, nelle città e nei quartieri operai sono state costruite nuove abitazioni per un totale di oltre 155 milioni di metri quadrati di superficie abitabile, ed oltre 3 milioni e 800 mila case nelle località rurali. Sono state costruite abitazioni particolarmente nei circondari che hanno subito l'occupazione durante la guerra. Ma nonostante il gran numero di alloggi costruiti, nel nostro paese si avverte ancora un'acuta scarsezza di abitazioni. Molti ministeri e soviet locali non attuano annualmente i piani stabiliti per la costruzione di alloggi, ed i fondi stanziati dallo Stato a questo scopo non vengono completamente utilizzati.
Nel corso degli ultimi due anni, in seguito al mancato adempimento del programma di costruzioni di alloggi, oltre 4 milioni di metri quadrati di abitazioni non sono stati forniti alla popolazione. Noi abbiamo ancora dirigenti economici e di partito che considerano il problema degli alloggi per i lavoratori come una questione secondaria, e che non prendono misure per eseguire i piani di costruzione e di riparazione degli alloggi. Il compito è di intensificare la costruzione di alloggi con ogni mezzo. Il progetto di direttive per il quinto piano quinquennale prevede un aumento approssimativo di due volte degli investimenti statali per la costruzione di alloggi rispetto al quarto piano quinquennale.
Il partito ed il governo hanno sempre dimostrato e continuano a dimostrare una grande sollecitudine per la salute del nostro popolo. Le spese dello Stato per la sanità pubblica, incluse le somme spese a tale scopo dalle assicurazioni sociali, sono aumentate, da 11 miliardi e 200 milioni di rubli nel 1940, a 26 miliardi e 400 milioni di rubli nel 1951. Su questa base, sono stati ottenuti ulteriori miglioramenti ed una estensione della rete dei servizi sanitari e medici per la popolazione. Nel 1951, nelle città e nelle località rurali il numero dei posti letto superava del 30% quello del 1940. Il numero delle case di cura è aumentato. Il numero dei medici è aumentato nel paese dell'80%.
In seguito al miglioramento del tenore di vita materiale e culturale del popolo e dei servizi sanitari, la mortalità del nostro paese è diminuita. Negli ultimi tre anni l'aumento assoluto della popolazione è stato di 9.500.000.
Le spese per l'istruzione sono salite da 22 miliardi e 500 milioni di rubli nel 1940, a 57 miliardi e 300 milioni di rubli nel 1951, cioè sono aumentate di oltre due volte e mezzo. Nei soli anni del dopoguerra, sono state costruite 23.500 scuole. Il numero delle persone che frequentano le scuole nell'URSS è ora di 57 milioni, cioè quasi 8 milioni in più del 1940. L'insegnamento scolastico settennale e decennale è stato considerevolmente esteso; fra il 1940 e il 1951 compreso, il numero degli allievi dalla quinta alla decima classe è aumentato del 25%; il numero degli allievi nelle scuole tecniche secondarie e nelle altre scuole secondarie specializzate è aumentato del 40%; il numero degli studenti che frequentano gli istituti superiori è aumentato del 67%. Soltanto nel 1952, presso gli istituti superiori si sono laureati 221.000 giovani specialisti per le varie branche dell'economia nazionale, mentre agli stessi istituti si sono iscritti 375.000 nuovi studenti. Oggi nell'Unione Sovietica lavorano approssimativamente 5.500.000 specialisti muniti di diplomi delle scuole superiori e delle scuole secondarie specializzate, cioè 2,2 volte di più di prima della guerra.
Prendendo in questione la sempre crescente importanza della scienza nella vita della nostra società, il partito manifesta una sollecitudine quotidiana per il suo sviluppo. Lo Stato sovietico ha dato grande impulso alla costruzione e all'attrezzatura di una vasta rete di istituti di ricerche scientifiche ed ha creato le più favorevoli condizioni al rigoglioso sviluppo della scienza; esso ha assicurato la preparazione su vasta scala di personale scientifico. Il numero degli istituti di ricerche, laboratori ed altri istituti scientifici è salito nell'URSS da 1.560 nel 1939 a 2.900 all'inizio del 1952. Il numero dei lavoratori scientifici è quasi raddoppiato durante lo stesso periodo. Le spese dello Stato per promuovere lo sviluppo della scienza nel periodo 1946-1951 sono state di 47,2 miliardi di rubli.
Durante il periodo passato in rassegna, la rete degli istituti culturali e di istruzione nelle città e nelle località rurali è stata estesa su vasta scala. Attualmente, il paese ha 368.000 biblioteche di vario tipo. Dal 1939 il numero delle biblioteche è aumentato di oltre 120.000. La tiratura annuale dei libri ha raggiunto gli 800 milioni di copie; un aumento di 1,8 volte nei confronti del 1939. Dal 1939 il numero degli impianti cinematografici sonori nelle città e nei villaggi è stato quasi triplicato.
Elementi quanto mai importanti e inseparabili della cultura sovietica sono la letteratura e l'arte. Noi abbiamo conseguito successi della più grande importanza nel progresso della letteratura sovietica, delle arti figurative, del teatro e della cinematografia".159
Il XIX fu l'ultimo Congresso del partito al quale Stalin partecipò. Durante l'Assise Stalin, date le sue non buone condizioni di salute, svolse un breve seppur significativo intervento nel quale sottolineò l'importanza del reciproco sostegno che deve svilupparsi tra i partiti comunisti fratelli; la loro unione con i popoli del mondo nella salvaguardia degli interessi comuni, primo fra tutti quello della pace; la tenacia con la quale i comunisti dei paesi ancora sotto il dominio capitalistico devono lottare per instaurare nei loro paesi il potere della classe operaia, forti dell'esempio e degli insegnamenti acquisiti attraverso l'esperienza dell'URSS. Disse in particolare Stalin:
"Compagni!
Permettetemi di esprimere a nome del nostro congresso a tutti i partiti e raggruppamenti fratelli, i cui rappresentanti hanno onorato il nostro congresso con la loro presenza o che hanno fatto pervenire al congresso messaggi di saluto, il ringraziamento per gli amichevoli saluti, per gli auguri di successo, per la loro fiducia.
Ci è particolarmente cara questa fiducia, che significa da parte loro decisa volontà di appoggiare il nostro partito nella sua lotta per un luminoso avvenire dei popoli, nella sua lotta contro la guerra, nella sua lotta per il mantenimento della pace.
Sarebbe un errore pensare che il nostro partito, divenuto una forza potente, non abbia più bisogno di appoggio. Questo non è vero. Il nostro partito, il nostro paese sempre ebbero e avranno bisogno della fiducia, della simpatia e dell'appoggio dei popoli fratelli degli altri paesi. La particolarità di questo appoggio consiste nel fatto che ogni appoggio alle pacifiche aspirazioni del nostro partito nel suo sforzo per il mantenimento della pace da parte di qualsiasi partito fratello, significa, nel medesimo tempo, un appoggio dato da quello stesso partito al proprio popolo nella sua lotta per il mantenimento della pace...
Il carattere particolare di questo appoggio reciproco si spiega con il fatto che gli interessi del nostro partito non solo non sono in contraddizione, ma al contrario si fondono con gli interessi dei popoli amanti della pace. Per quanto concerne l'Unione Sovietica, i suoi interessi sono inseparabili in generale dalla causa della pace in tutto il mondo...
Una particolare attenzione meritano quei partiti comunisti, democratici, operai e contadini che non sono ancora giunti al potere e continuano a lavorare sotto il tallone delle draconiane leggi borghesi. Per essi, evidentemente, il lavoro è molto più difficile. Tuttavia il loro lavoro non è così difficile come fu per noi, comunisti russi, sotto il regime zarista, quando il più piccolo movimento in avanti veniva considerato come il più grave dei delitti. Tuttavia i comunisti russi hanno tenuto duro, non hanno avuto paura delle difficoltà e hanno ottenuto la vittoria. La stessa cosa avverrà per questi partiti.
Perché il lavoro di questi partiti non sarà così difficile come quello dei comunisti russi all'epoca dello zarismo?
In primo luogo perché essi hanno di fronte a sé l'esempio di lotte e di successi come quelli dell'Unione Sovietica e delle democrazie popolari. Di conseguenza possono trarre insegnamento dagli errori e dai
successi di questi paesi e rendere così più facile il proprio lavoro".160
Il XIX Congresso discusse e approvò le direttive per la realizzazione del quinto piano di sviluppo pacifico dell'URSS per il quinquennio 1951-1955 e indicò nell'elevamento del livello di vita del popolo sovietico e nel miglioramento del suo benessere materiale e culturale, l'obiettivo da raggiungere nella politica interna del Partito.
"Per andare avanti con passo sicuro, - affermò Molotov nel discorso d'apertura del Congresso - dobbiamo combattere ancor più risolutamente le deficienze che esistono nel nostro lavoro; dobbiamo eliminare gli atteggiamenti di compiacenza e sufficienza burocratica, ovunque si manifestino, ricordando che la critica e l'autocritica costituiscono l'arma indispensabile di lotta dei comunisti, che esse rappresentano il nostro metodo, il metodo sovietico, per sviluppare l'iniziativa delle masse.
Le decisioni del congresso spingeranno il partito e tutto il popolo sovietico, non soltanto ad adempiere, ma a superare gli obiettivi del nuovo piano quinquennale. Ciò produrrà un ulteriore e generale rafforzamento della potenza dello Stato sovietico ed un ulteriore, considerevole elevamento del tenore di vita materiale e culturale del popolo, della classe operaia, dei contadini colcosiani, degli intellettuali sovietici. In tal modo, nel realizzare il piano quinquennale, il popolo sovietico conseguirà nuovi importanti successi sulla via del passaggio graduale dal socialismo al comunismo".161
Proprio alla necessità dell'ulteriore potenziamento della società socialista e all'approfondimento delle sue caratteristiche e particolarità, così come al permanere delle contraddizioni nella società socialista e all'analisi della questione del passaggio dal socialismo al comunismo, Stalin ha dedicato l'ultima sua grande opera teorica scritta nel 1952 alla vigilia proprio del XIX Congresso del PC(b) dell'URSS.
"I problemi economici del socialismo nell'URSS" ha rappresentato anch'essa, come molti altri scritti di Stalin, un'opera di fondamentale importanza nell'analisi, nella comprensione e nell'arricchimento della teoria scientifica marxista-leninista. "Costantemente, a ogni nuova svolta della storia, - affermò Malenkov avviandosi a concludere il Rapporto sull'attività del CC presentato al Congresso - Lenin e Stalin hanno applicato il marxismo ai compiti specifici pratici del momento, dimostrando, con la loro interpretazione creativa della dottrina di Marx e di Engels, che il marxismo non è un dogma morto, ma una guida viva per l'azione.
La teoria marxista-leninista è stata oggetto di instancabile attenzione da parte del compagno Stalin. In tutti questi ultimi anni, l'attività del compagno Stalin nel campo della teoria si è concentrata su problemi di importanza storica mondiale: lo sviluppo dell'economia socialista e il graduale passaggio al comunismo. Il compagno Stalin, arricchendo e sviluppando creativamente la scienza del marxismo-leninismo, fornisce al partito e al popolo sovietico un'arma ideologica nella lotta per il trionfo della nostra causa. L'Opera del compagno Stalin, Problemi economici del socialismo nell'URSS, pubblicata recentemente, ha la massima importanza per la teoria marxista-leninista e per tutto il nostro lavoro pratico. Quest'opera contiene una profonda analisi delle leggi della produzione socialista e della distribuzione delle ricchezze materiali nella società socialista, definisce i principi scientifici dello sviluppo dell'economia socialista, indica le vie del passaggio graduale dal socialismo al comunismo. Con la sua elaborazione dei problemi della teoria economica, il compagno Stalin ha fatto progredire notevolmente l'economia politica marxista-leninista.
Il compagno Stalin ha tracciato i principi programmatici relativi alle principali premesse che preparano il passaggio al comunismo...
Il compagno Stalin ammonisce insistentemente a non correre avanti troppo rapidamente e senza riflettere e a non passare a forme economiche superiori, senza prima aver creato le condizioni necessarie per un tale passaggio.
Il compagno Stalin ha dato la soluzione scientifica di grandi problemi sociali e di questioni programmatiche del comunismo, come l'eliminazione del contrasto tra città e campagna, tra lavoro fisico e lavoro intellettuale, ed ha parimenti elaborato una questione nuova nella scienza marxista: la liquidazione delle differenze sostanziali ancora esistenti tra questi elementi nella società socialista.
Perciò i piani del partito per il futuro, che definiscono le prospettive e le vie del nostro movimento in avanti si basano sulla conoscenza delle leggi economiche, sulla scienza della edificazione della società comunista elaborata dal compagno Stalin.
Grande importanza di principio ha la dimostrazione, data dal compagno Stalin, del carattere obiettivo delle leggi economiche. Il compagno Stalin ci insegna che le leggi dello sviluppo economico, le leggi dell'economia politica - sia che si consideri il capitalismo, sia che si consideri il socialismo - sono leggi obiettive che rispecchiano il processo dello sviluppo economico che si attua indipendentemente dalla volontà degli uomini. Gli uomini possono scoprire queste leggi, conoscerle, applicarle nell'interesse della società, ma non possono distruggere le leggi economiche esistenti e crearne delle nuove...
La negazione dell'esistenza di leggi economiche obiettive in regime socialista condurrebbe al caos e alla casualità: tale negazione condurrebbe a liquidare l'economia politica come scienza, perché la scienza non può vivere e svilupparsi se non tiene conto delle leggi obiettive e non le studia.
La negazione del carattere obiettivo delle leggi economiche è la base ideologica dell'avventurismo nella politica economica e dell'assoluto arbitrio nella pratica della direzione dell'economia...
Il compagno Stalin ha dimostrato che lo scopo del modo socialista di produzione non è il profitto, ma l'uomo e le sue esigenze, il soddisfacimento delle sue esigenze materiali e culturali. Assicurazione del massimo soddisfacimento delle sempre crescenti esigenze materiali e culturali di tutta la società: questo è l'obiettivo della produzione socialista, mentre il continuo aumento e perfezionamento della produzione socialista sulla base di una tecnica superiore sono il mezzo per raggiungere tale scopo.
L'azione di questa legge conduce all'ascesa delle forze produttive della società, alla sua prosperità e al continuo aumento del benessere materiale e del livello culturale dei lavoratori...
Nelle sue opere sui problemi economici del socialismo nell'URSS, il compagno Stalin ha illustrato tutta la complessità dei compiti che dovremo assolvere nella lotta contro le difficoltà, superando le contraddizioni che sorgono nel processo di edificazione del comunismo.
Il compagno Stalin ha scoperto la legge economica obiettiva della necessaria corrispondenza dei rapporti di produzione con il carattere delle forze produttive e ha precisato l'enorme funzione, chiarificatrice e trasformatrice, di questa legge. Analizzando acutamente i processi della nostra economia, il compagno Stalin ha mostrato quanto profondamente erronee siano le opinioni secondo le quali nel socialismo non vi sarebbero contraddizioni tra i rapporti di produzione e le forze produttive della società. Le contraddizioni indiscutibilmente esistono ed esisteranno, poiché lo sviluppo dei rapporti di produzione resta e resterà indietro allo sviluppo delle forze produttive. Naturalmente, nella società socialista le cose non giungono di solito ad un conflitto tra i rapporti di produzione e le forze produttive, ma sarebbe pericoloso non accorgersi che le contraddizioni tra di loro esistono e possono esistere. Noi abbiamo l'obbligo di individuare queste contraddizioni in tempo utile, e, seguendo una politica giusta, di superarle tempestivamente, in modo che i rapporti di produzione possano assolvere la loro funzione di forza principale e decisiva che determina un potente sviluppo delle forze produttive".162


Difendere l'unità e l'integrità politica e ideologica marxista-leninista del Partito

Stalin rimase attento fino alla fine alla salvaguardia dell'unità del Partito, al legame del Partito con la classe operaia, al mantenimento del Partito sulla strada maestra del marxismo-leninismo. Il CC del PC(b) dell'URSS guidato da Stalin non smise mai di porre in evidenza le deficienze che, in tutti i campi e ai vari livelli, condizionavano negativamente l'attività del Partito, la sua vita democratica, la capacità di direzione della società e dello Stato, per rafforzarne e migliorarne la coesione, la sua natura di reparto d'avanguardia della classe operaia, il suo legame di massa. La necessità di individuare e superare queste deficienze, di individuare e combattere gli errori e gli atteggiamenti sbagliati costituì uno degli aspetti più importanti sottolineati dal Rapporto presentato al XIX Congresso.
Analizzando le questioni inerenti il Partito, il Rapporto del CC al Congresso sosteneva che l'unità "conquistata nell'aspra lotta contro i nemici del leninismo, è il tratto più caratteristico della situazione in seno al partito e della sua vita interna. Questa è la fonte della forza e dell'invincibilità del nostro partito.
L'unità delle file del partito è stata la condizione decisiva che ha determinato la vittoria del popolo sovietico nella Grande guerra patriottica...
Annientando l'attività clandestina dei trotzkisti-bukhariniani, che erano il centro di attrazione di tutte le forze antisovietiche del paese, epurando le nostre organizzazioni di partito e dei soviet dai nemici del popolo, il partito ha distrutto tempestivamente ogni possibilità di comparsa nell'URSS di una 'quinta colonna', ed ha preparato politicamente il paese alla difesa attiva. Non è difficile capire che, se questo non fosse stato fatto tempestivamente, ci saremmo trovati presi tra due fuochi e avremmo potuto perdere la guerra.
Innanzitutto al nostro capo e maestro, compagno Stalin, il quale ha sostenuto l'unità leninista del partito, il partito deve la incrollabile unità delle sue file... la situazione creata dalla guerra aveva richiesto certi metodi particolari di direzione del partito e al tempo stesso aveva generato grandi deficienze nel lavoro degli organi e delle organizzazioni del partito. Ciò si è manifestato soprattutto nel fatto che gli organismi del partito hanno dato una minore attenzione al lavoro di organizzazione e al lavoro ideologico del partito: come conseguenza, in molte organizzazioni del partito questo lavoro è stato trascurato. Si è creato un certo pericolo, e cioè che gli organismi del partito si staccassero dalle masse e si trasformassero da organi di direzione politica, da organizzazioni combattive e con iniziativa propria, in una specie di istituzioni amministrative buone solo a dare ordini e incapaci di opporsi alle manifestazioni di campanilismo, di ristrettezza burocratica e ad altre tendenze contrarie agli interessi dello Stato, non vedendo le deformazioni aperte della politica del partito nell'edificazione economica, il danno arrecato agli interessi dello Stato...
Il Comitato Centrale ha posto al centro dell'attenzione delle organizzazioni del partito il compito di applicare in modo conseguente la democrazia interna del partito e sviluppare la critica e l'autocritica, di rafforzare su questa base il controllo da parte delle masse del partito sull'attività degli organismi del partito, poiché in questo risiede la chiave per l'ascesa di tutto il lavoro del partito, la chiave per elevare l'attività e l'iniziativa delle organizzazioni e dei membri del partito. Le misure applicate dal partito per sviluppare la democrazia interna del partito e l'autocritica hanno aiutato le organizzazioni del partito a superare in notevole misura le deficienze nel lavoro politico, hanno avuto una funzione seria nella sua ascesa...
Tuttavia, sarebbe un errore non vedere che il livello del lavoro politico del partito è ancora indietro rispetto alle esigenze della vita, ai compiti posti dal partito. Bisogna riconoscere che nel lavoro delle organizzazioni del partito esistono deficienze e errori, che nelle nostre organizzazioni di partito esistono non pochi fenomeni negativi e talvolta anche malsani che noi dobbiamo conoscere, vedere, denunciare al fine di eliminarli, di superarli e di garantire la marcia vittoriosa in avanti.
In che cosa consistono queste deficienze, questi errori, queste manifestazioni malsane, e quali sono, di conseguenza, i compiti del partito?
1) L'autocritica e soprattutto la critica dal basso sono lungi dall'essere divenute, in piena misura e in tutte le organizzazioni del partito, il metodo principale per scoprire e correggere i nostri errori e le nostre deficienze, le nostre debolezze e i nostri mali.
Nelle organizzazioni del partito si costata ancora una sottovalutazione della funzione della critica e dell'autocritica nella vita del partito e dello Stato, si commettono persecuzioni e vessazioni per la critica. Si possono incontrare sovente dei funzionari di partito che non cessano di proclamare la loro fedeltà al partito, ma che in pratica non tollerano la critica dal basso, la soffocano e si vendicano di coloro che li criticano. Sono noti non pochi casi in cui l'atteggiamento burocratico verso la critica e l'autocritica è stato di grave pregiudizio alla causa del partito, ha soffocato le iniziative delle organizzazioni del partito, ha minato il prestigio della direzione fra le masse del partito e in alcune organizzazioni del partito ha instaurato abitudini antipartito da burocrati, nemici giurati del partito.
Il partito non può non tener conto del fatto che là dove la critica e l'autocritica sono relegate in secondo piano, dove il controllo delle masse sull'attività delle organizzazioni e delle istituzioni è diventato più debole, appaiono inevitabilmente deformità come il burocratismo, la putrefazione e persino la disgregazione di certi settori del nostro apparato... se queste malattie pericolose non si sono diffuse gravemente è soltanto perché il partito, servendosi dell'arma della critica e dell'autocritica, le ha apertamente e audacemente scoperte a tempo debito, ha assestato colpi decisivi alle manifestazioni concrete di presunzione, di burocratismo e di putrefazione. La saggezza della direzione consiste precisamente nel saper discernere il pericolo quando esso è ancora in embrione e impedirgli di estendersi fino a diventare una minaccia.
La critica e l'autocritica sono un'arma provata del partito nella lotta contro le deficienze, gli errori e i fenomeni malsani che minano l'organismo sano del partito. La critica e l'autocritica non indeboliscono, ma consolidano lo Stato sovietico, il regime sociale sovietico, e questo è un indice della sua forza e della sua vitalità...
In seguito alla fine vittoriosa della guerra e ai grandi successi economici nel periodo postbellico, si è sviluppato in seno al partito un atteggiamento non critico verso le deficienze e gli errori nel lavoro delle organizzazioni del partito, economiche ed altre. I fatti provano che i successi hanno talvolta generato nelle file del partito uno stato d'animo di autosufficienza, la tendenza a considerare che tutto va per il meglio, il quieto vivere piccolo-borghese, il desiderio di dormire sugli allori e di vivere dei meriti del passato. Si sono visti apparire numerosi funzionari di partito i quali considerano che 'noi possiamo far tutto', che 'nulla ci può arrestare', che 'gli affari vanno bene' e che è inutile complicarsi la vita in sgradevoli occupazioni come ricercare le deficienze e gli errori nel lavoro, lottare contro i fenomeni negativi e malsani nelle nostre organizzazioni. Questi stati d'animo, nocivi per le loro conseguenze, si sono impadroniti di una parte dei quadri mal preparati e instabili dal punto di vista di partito. Vi sono dirigenti di organizzazioni del partito, dei soviet e di organizzazioni economiche i quali non di rado trasformano le assemblee, le riunioni dell'attivo, le sessioni e le conferenze in una parata, in un luogo dove ci si può autoincensare, così che gli errori e le deficienze nel lavoro, i mali e le debolezze non sono denunciati e criticati, ciò che rafforza la tendenza alla presunzione e alla compiacenza. Uno stato d'animo di indolenza è penetrato nelle organizzazioni del partito. Si osservano tra i funzionari del partito, delle organizzazioni economiche, dei soviet e altri, casi di rilassamento della vigilanza, casi di negligenza, di divulgazione dei segreti del partito e dello Stato. Certi funzionari sono tanto presi dagli affari e dai successi economici che cominciano a dimenticare che l'accerchiamento capitalista esiste ancora e che i nemici dello Stato sovietico si sforzano ostinatamente di introdurre tra di noi i loro agenti, di utilizzare per i loro ignobili scopi gli elementi instabili della società sovietica...
La partecipazione attiva delle grandi masse dei lavoratori alla lotta contro le deficienze nel lavoro e contro i fenomeni negativi nella vita della nostra società è la viva testimonianza della vera democrazia del regime sovietico e dell'alto grado di coscienza politica degli uomini sovietici. La critica dal basso è l'espressione dell'iniziativa creatrice di milioni di lavoratori, della loro sollecitudine per il consolidamento dello Stato sovietico. Quanto più saranno sviluppate l'autocritica e la critica dal basso, tanto più si manifesteranno le forze creatrici e le energie delle masse, e tanto più grande e più forte sarà la consapevolezza del nostro popolo di essere padrone del paese.
È sbagliato credere che la critica dal basso possa svilupparsi da sé, spontaneamente. Essa può svilupparsi ed estendersi soltanto a condizione che ogni persona che sollevi una critica sana possa essere certa di trovare l'appoggio delle nostre organizzazioni e che le deficienze denunciate saranno effettivamente eliminate...
Tutti i dirigenti, e soprattutto i funzionari del partito, hanno il dovere di creare condizioni tali da permettere a tutti i cittadini sovietici onesti di criticare arditamente e senza timore le deficienze nel lavoro delle nostre organizzazioni e istituzioni. Le assemblee, le sessioni plenarie, le riunioni degli attivi e le conferenze indette da tutte le organizzazioni debbono divenire in pratica una larga tribuna per la critica ardita e acuta delle deficienze...
Ogni membro del partito ha il dovere, se sa che questa o quella organizzazione non funziona come dovrebbe, se viene arrecato danno agli interessi del partito e dello Stato, di portare a conoscenza degli organi dirigenti del partito, fino al Comitato Centrale, tutte le deficienze, senza riguardi personali. Questo è il dovere di ogni comunista, il suo più importante dovere verso il partito. Alcuni dirigenti pensano che se funzionari da loro dipendenti fanno conoscere le deficienze al Comitato Centrale del partito, ostacolano il loro lavoro di direzione e minano il loro prestigio. Noi dobbiamo porre energicamente fine a queste opinioni dannose e profondamente contrarie al partito...
La conseguente attuazione della parola d'ordine della critica e dell'autocritica richiede una lotta risoluta contro tutti coloro che ostacolano lo sviluppo della critica e contro tutti coloro che perseguitano e soffocano la critica. I funzionari che non promuovono la critica e l'autocritica sono un ostacolo per il nostro progresso. Essi non sono maturi per la funzione di dirigenti e non possono contare sulla fiducia del partito.
2) La disciplina di partito e di Stato è ancora debole fra alcuni funzionari di partito, dei soviet, di organizzazioni economiche ed altre...
Un atteggiamento formale nei confronti delle decisioni del partito e del governo, un atteggiamento passivo nei riguardi della loro attuazione, sono mali che dobbiamo sradicare nel modo più implacabile. Il partito non ha bisogno di funzionari fossilizzati e che hanno un atteggiamento passivo, di uomini che pongono la loro tranquillità personale al di sopra degli interessi della causa, ma di uomini che pongano gli interessi dello Stato al di sopra di ogni altra cosa e che siano disposti a lottare con abnegazione e tenacemente per la realizzazione delle direttive del partito e del governo.
Una delle trasgressioni più pericolose e nocive della disciplina del partito e di Stato è il fatto che alcuni funzionari nascondono il vero stato delle cose nelle aziende e negli uffici loro affidati, ed esagerano i risultati del loro lavoro.
Il Comitato Centrale e il governo hanno accertato che alcuni funzionari hanno posto i loro ristretti interessi burocratici e campanilistici al disopra degli interessi generali dello Stato e, con il pretesto di provvedere alle esigenze delle aziende loro affidate, hanno nascosto allo Stato le risorse materiali di cui disponevano, trasgredendo così le leggi del partito e dello Stato.
È anche noto che alcuni dirigenti dei settori economici, con la tolleranza delle organizzazioni del partito, avanzano richieste di materie prime e materiali intenzionalmente superiori al fabbisogno e, non riuscendo a realizzare i piani produttivi, danno informazioni inesatte nelle loro relazioni sull'andamento della produzione. Vi sono stati non pochi funzionari i quali hanno dimenticato che le aziende affidate alla loro cura e alla loro direzione sono aziende di Stato e che cercano di trasformarle in loro domini privati nei quali questa sorta di dirigenti, se così possono essere chiamati, fa tutto ciò che 'è deciso dal loro piede sinistro'. Un gran male consiste nel fatto che noi abbiamo non pochi funzionari i quali credono che le decisioni del partito e le leggi sovietiche non siano impegnative per loro, i quali credono cha da noi esistano due discipline: una per i gregari e l'altra per i dirigenti. Tali 'dirigenti' credono che tutto sia loro permesso, credono di poter trasgredire le leggi sovietiche, abbandonarsi ad eccessi e commettere arbitrii...
Ogni inganno nei confronti del partito e dello Stato, sotto qualsiasi forma, ogni tentativo di ingannare nascondendo o alterando la verità, non può essere considerato altrimenti che come il più grave delitto nei confronti del partito. È tempo ormai di capire che da noi, nel partito, non c'è che una disciplina, sia per i membri di base che per i dirigenti, che le leggi sovietiche sono egualmente obbligatorie per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro posizione. Non bisogna tenere in alcun conto la posizione occupata dai dirigenti che si siano resi colpevoli di disonestà nell'attuazione delle decisioni del partito e del governo e che commettano illegalità e arbitrii.
Si tratta di porre fine risolutamente alle trasgressioni della disciplina del partito e dello Stato, alle manifestazioni di irresponsabilità, di disgregazione, di formalismo nell'adempimento delle decisioni del partito e del governo, di elevare costantemente il sentimento del dovere verso il partito e lo Stato in tutti i nostri funzionari, di estirpare implacabilmente la mancanza di sincerità e di onestà. I funzionari che tentano di nascondere la verità al partito e di ingannarlo sono indegni di militare nelle file del partito. L'assoluta osservanza degli interessi della nostra patria, la lotta attiva ed incessante per l'attuazione delle decisioni del partito e del governo sono il primo dovere di ogni funzionario del partito e dello Stato.
3) L'indicazione del grande Lenin, secondo cui l'elemento principale nel lavoro organizzativo è la giusta scelta dei quadri e il controllo dell'esecuzione, è ancora applicata in modo insoddisfacente.
I fatti dimostrano che la giusta scelta dei quadri e il controllo dell'esecuzione non sono finora divenuti la principale attività direttiva delle organizzazioni centrali e locali del partito, dei soviet ed economiche...
L'esperienza dimostra che persino buoni funzionari, abbandonati a se stessi, senza controllo né verifica della loro attività, cominciano a peggiorare e burocratizzarsi.
Compito essenziale del partito è di intensificare al massimo il controllo e la verifica dell'esecuzione in tutto il sistema di direzione, nel lavoro di tutte le organizzazioni e le istituzioni, dall'alto in basso. A questo scopo bisogna elevare la responsabilità personale dei dirigenti di tutte le organizzazioni e degli enti per controllare l'esecuzioni delle decisioni del partito e del governo, migliorare seriamente il lavoro dell'apparato di controllo e d'ispezione tanto al centro che alla periferia, assicurargli quadri efficienti in modo tale che questo incarico sia affidato a uomini autorevoli, sperimentati e politicamente perspicaci, capaci di vigilare scrupolosamente sugli interessi dello Stato...
I quadri sono la forza decisiva nella direzione del partito e dello Stato. Senza la giusta scelta e la formazione dei quadri è impossibile realizzare con successo la linea politica del partito. Il compito principale nella scelta dei quadri è di migliorare con tutti i mezzi le qualità dei dirigenti, di rafforzare le nostre organizzazioni di partito, statali ed economiche con uomini devoti agli interessi del partito e dello Stato, competenti nel loro lavoro e capaci di farlo progredire...
Oggi che tutti i settori dell'economia sono attrezzati con la tecnica d'avanguardia e che il livello culturale del popolo sovietico si è immensamente elevato, sono cambiate, sono aumentate le esigenze nei confronti dei quadri. A dirigere l'industria e l'agricoltura, nell'apparato del partito e dello Stato, debbono trovarsi uomini colti, che conoscano bene il loro lavoro, capaci di infondere nuove energie, di promuovere tutto ciò che è avanzato e progressivo e di svilupparlo in modo costruttivo. Noi abbiamo quanto è necessario per ottenere questo, poiché la base per scegliere e fare avanzare i quadri dirigenti, che soddisfino tali esigenze, è divenuta più larga di una volta.
L'ulteriore consolidamento della composizione dei quadri dirigenti dipende oggi principalmente dalla giusta organizzazione dello studio e della scelta dei funzionari: perciò è necessario eliminare in primo luogo le deficienze, gli errori e le storture nel lavoro relativo ai quadri. E in questo campo abbiamo non poche deficienze.
La principale deficienza è determinata dal fatto che alcuni dirigenti non sono guidati nella scelta del personale dalle qualità politiche e professionali, ma da considerazioni di parentela, di amicizia, di comunanza del paese d'origine. Accade spesso che lavoratori onesti, che conoscono bene il loro lavoro ma che sono perspicaci e non tollerano le deficienze e che perciò arrecano disturbo alla direzione, vengono licenziati con vari pretesti e sostituiti con persone di dubbio valore o addirittura incapaci per quel lavoro, ma che sono però comode e utili a certi dirigenti. In seguito a queste deviazioni dalla linea del partito nella scelta e nell'avanzamento dei quadri, in alcune organizzazioni si forma un ristretto circolo di persone che si proteggono reciprocamente e che pongono gli interessi del loro gruppo al di sopra di quelli del partito e dello Stato. Nessuna meraviglia che una tale situazione conduca di solito alla disgregazione e al disfacimento...
Una lotta implacabile deve essere condotta contro lo spirito di gruppo e contro il sistema delle protezioni reciproche, e bisogna por fine all'impostazione burocratica dello studio e della scelta dei quadri. L'attività degli organi del partito per lo studio e la scelta dei quadri deve essere portata ad un livello più alto, e deve essere considerevolmente rafforzato il controllo del partito sulla situazione esistente nei soviet e nelle organizzazioni economiche per quanto riguarda il problema dei quadri.
Bisogna far sì che la scelta degli uomini ed il controllo dell'esecuzione occupino effettivamente il posto principale nell'attività direttiva degli organismi centrali e locali di partito, dei soviet e delle organizzazioni economiche. Occorre ricordare che il controllo dell'esecuzione ha innanzitutto lo scopo di scoprire le deficienze, di portare alla luce le illegalità, di aiutare i quadri onesti con consigli, di punire gli incorreggibili e di assicurare l'attuazione delle decisioni adottate, di far tesoro dell'esperienza e, sulla sua base, assicurare la più giusta, vantaggiosa ed economica soluzione del compito dato. Non deve essere permesso che si formi una tendenza a considerare burocraticamente il controllo dell'esecuzione. Non dobbiamo temere di annullare o di rettificare una decisione già presa, se essa si rivela sbagliata o imprecisa. Il controllo dell'esecuzione è inseparabilmente legato al compito di eliminare le deficienze nella scelta dei quadri; secondo i risultati del controllo, i quadri inefficienti, inadatti, arretrati, non coscienziosi debbono essere rimossi e sostituiti con elementi migliori, più adatti, più avanzati, più onesti; il controllo dell'esecuzione deve facilitare l'avanzamento di nuovi quadri, capaci di fare andare avanti bene le cose, solleciti degli interessi dello Stato.
4) In numerose organizzazione del partito si costata una sottovalutazione del lavoro ideologico, per cui il lavoro rimane indietro rispetto ai compiti fissati dal partito e in numerose organizzazioni regna la trascuratezza.
Il lavoro ideologico è il compito principale del partito, e la sottovalutazione di questo lavoro potrebbe causare un danno irreparabile agli interessi del partito e dello Stato. Noi dobbiamo tenere a mente sempre che ogni qualvolta si indebolisce l'influenza dell'ideologia socialista, si rafforza l'influenza dell'ideologia borghese...
Nel nostro paese domina l'ideologia socialista, il cui incrollabile fondamento è il marxismo-leninismo. Nondimeno, noi abbiamo ancora residui dell'ideologia borghese, sopravvivenze della psicologia e della morale della proprietà privata. Queste sopravvivenze non si estinguono da sole; esse sono molto tenaci e suscettibili di sviluppo, e contro di esse va condotta una lotta risoluta. Noi non siamo inoltre garantiti dalla penetrazione di opinioni, di idee e di sentimenti estranei a noi, provenienti, sia dall'estero dagli Stati capitalistici, che dall'interno, da parte di gruppi ostili al potere sovietico che il partito non ha ancora messo nell'impossibilità di nuocere. Non si può dimenticare che i nemici dello Stato sovietico cercano di diffondere, incoraggiare e riaccendere ogni specie di sentimenti malsani, cercano di corrompere ideologicamente gli elementi vacillanti della nostra società.
Alcune nostre organizzazioni di partito, troppo spesso prese dalle questioni economiche, dimenticano i problemi ideologici, li lasciano da parte. Persino in organizzazioni avanzate del partito, come per esempio quella di Mosca, il lavoro ideologico non viene sufficientemente curato. Questo si sconta a caro prezzo. Laddove si verifica un rilassamento dell'attenzione per le questioni ideologiche, si crea un terreno favorevole al risorgere di opinioni e concetti a noi ostili.
Elementi a noi estranei, provenienti dai residui della feccia antileninista sconfitta dal nostro partito, cercano di allungare le mani su quei settori del lavoro ideologico che per un motivo o per l'altro sono trascurati dalle organizzazioni di partito e dove la direzione e l'influenza del partito si sono indebolite, allo scopo di utilizzare questi settori per introdurre di soppiatto la loro linea, per far rinascere e diffondere ogni sorta di 'opinioni' e di 'idee' non marxiste.
La sottovalutazione del lavoro ideologico è in larga misura il risultato del fatto che una certa parte dei nostri quadri dirigenti non si preoccupa di migliorare il proprio livello ideologico, non arricchisce le sue cognizioni in materia di marxismo-leninismo, non fa tesoro dell'esperienza storica del partito. Senza tutto questo non è possibile divenire dei dirigenti maturi e completi. Colui che resta indietro ideologicamente e politicamente, colui che vive di formule imparaticce e non è sensibile a ciò che è nuovo, è incapace di orientarsi giustamente nella situazione interna ed internazionale, non può essere alla testa del movimento e non ne è degno. Presto o tardi la vita lo metterà da parte. Soltanto un dirigente che lavora costantemente per migliorare la propria formazione, che acquista una conoscenza feconda del marxismo-leninismo, che acquista e perfeziona in sé le qualità di dirigente del tipo leninista-staliniano, può essere all'altezza dei compiti del nostro partito...
L'approfondimento delle cognizioni politiche dei membri effettivi e dei membri candidati del partito è una condizione imprescindibile per rafforzare la loro funzione di avanguardia in tutti i campi della vita, per attivizzare ulteriormente le masse del partito e migliorare il lavoro delle sue organizzazioni...
Tutti i nostri quadri, senza eccezione, hanno il dovere di elevare il loro livello ideologico e assimilare la ricca esperienza politica del partito, per non staccarsi dalla vita ed essere all'altezza dei compiti del partito. Le organizzazioni di partito debbono condurre tra i membri effettivi e i membri candidati del partito un lavoro costante per elevare il loro livello ideologico, insegnare loro il marxismo-leninismo, facendone dei comunisti coscienti, politicamente preparati".163
Così come aveva fatto Lenin, anche Stalin dedicò sempre grande impegno ed attenzione al lavoro necessario a far sì che nel partito bolscevico crescesse e si rafforzasse un alto spirito rivoluzionario, un'alta coscienza marxista-leninista e una grande coesione nel raggiungimento della vittoria del socialismo. Queste doti e queste qualità nel partito della classe operaia non sono mai acquisite una volta per tutte, ma devono essere costantemente perseguite e conquistate studiando ed applicando il marxismo-leninismo, praticandone nella vita e nell'attività quotidiane il suo stile e il suo metodo di lavoro. Il glorioso partito bolscevico di Lenin e di Stalin rimase sempre decisamente e fermamente orientato su questi principi e su questi insegnamenti.
Purtroppo, con la scomparsa di Stalin, "i residui della feccia antileninista" rimasti annidati e nascosti nelle file dei comunisti sovietici uscirono allo scoperto dando un nuovo e decisivo impulso alla loro azione disgregatrice e controrivoluzionaria fino alla restaurazione del capitalismo in Urss. Tra la "feccia antileninista" vi erano anche diversi alti dirigenti del Partito e dello Stato, gli stessi che al XIX congresso avevano esaltato la figura, l'opera e la politica di Stalin.
Restano però, e rimarranno incancellabili, per i sinceri rivoluzionari e i marxisti-leninisti di ogni parte del mondo, gli alti insegnamenti lasciati da Stalin.


La morte di Stalin

Il 4 marzo 1953 alle otto del mattino la radio sovietica interruppe le sue trasmissioni. I popoli dell'URSS ascoltarono sgomenti questo comunicato: "Il Comitato centrale del partito comunista dell'Unione Sovietica e il Consiglio dei ministri dell'URSS annunciano la sciagura che ha colpito il partito e il popolo, la grave malattia del compagno Stalin. Durante la notte fra l'1 e il 2 marzo, mentre si trovava nel suo appartamento di Mosca, il compagno Stalin ha avuto un'emorragia cerebrale che ha leso zone vitali del cervello. Il compagno Stalin ha perduto coscienza ed è rimasto paralizzato al braccio e alla gamba destri. È seguita la perdita della parola. Si sono riscontrati seri disturbi nel funzionamento del cuore e dell'apparato respiratorio". 164
Dopo una lunga e sofferta agonia, Stalin morì alle 21 e 50 del 5 marzo 1953.
Quando fu dato l'annuncio ufficiale della morte di Stalin non solo l'Unione Sovietica, ma il mondo intero venne attraversato dal sincero e profondo dolore di masse sterminate di milioni di uomini, manifestato in un numero incalcolabile di commemorazioni pubbliche svoltesi nei diversi paesi, da un capo all'altro del pianeta. Tutto il proletariato internazionale e tutta l'umanità progressiva piansero la perdita del loro amato dirigente e maestro, la scomparsa del grande costruttore del socialismo in Urss, il grande maestro del proletariato internazionale.


Il pensiero e l'opera politica di Stalin sono parte essenziale e insostituibile del marxismo-leninismo

Commemorando Stalin all'indomani della sua morte Mao affermò:
"Il compagno Josif Vissarionovic Stalin ci ha lasciati per sempre: il più grande genio dell'epoca contemporanea, il maestro del movimento comunista internazionale, il compagno di lotta dell'immortale Lenin. L'attività sia teorica sia pratica di Stalin è un contributo incalcolabile alla nostra epoca. Il compagno Stalin rappresenta un'intera epoca nuova. Grazie alla sua attività il popolo sovietico e i lavoratori di tutto il mondo hanno cambiato la situazione internazionale. Ciò significa che la causa della giustizia, della democrazia popolare e del socialismo ha vinto su vasta scala, e cioè su un terzo della popolazione mondiale, più di 800 milioni di uomini. L'azione di questa vittoria si diffonde di giorno in giorno in tutti gli angoli del mondo. La morte del compagno Stalin ha suscitato nei lavoratori di tutto il mondo un dolore che non ha eguali, ha toccato profondamente i cuori degli uomini onesti di tutto il mondo. Ciò dimostra che la causa del compagno Stalin e delle sue idee hanno coinvolto larghe masse popolari, diventando una forza invincibile. Questa forza guida i popoli già vincitori di vittoria in vittoria e farà anche sì che tutti coloro i quali gemono sotto il giogo del vecchio mondo capitalista impantanato nelle miserie, possano coraggiosamente levarsi contro i nemici del popolo".165
Oggi come ieri la lotta per il socialismo, per la sua affermazione e per la sua realizzazione non possono in alcun modo prescindere da Stalin, dalla sua vita e dalla sua opera rivoluzionaria marxista-leninista.
Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, ha scritto: "I meriti di Stalin sono incalcolabili, sia in riferimento alla Rivoluzione russa sia in riferimento alla rivoluzione mondiale. Finché è stato vivo Lenin gli ha fatto modestamente da spalla considerandosi un semplice suo allievo. Quando egli è morto ne ha ereditato il pensiero e l'opera in maniera attiva e militante, mettendoli a frutto, difendendoli e sviluppandoli sulla base delle nuove situazioni interne e internazionali.
Per quasi trenta anni, egli ha diretto con mano ferma e magistrale il Partito, l'URSS, il movimento comunista internazionale, il campo socialista e la rivoluzione mondiale. Nel contempo egli ha arricchito il tesoro comune del marxismo-leninismo in ciascuna delle sue tre parti costitutive, ossia il socialismo scientifico, la filosofia e l'economia politica. Un'opera gigantesca e immortale che continua ancora adesso a dare i suoi frutti, nonostante i rovesci storici e i grandi tradimenti dei revisionisti che sono avvenuti nel frattempo.
Il merito più grande è quello di aver salvato il Partito e lo Stato dagli assalti dei revisionisti di destra e di "sinistra" (Bucharin, Trotzki, Kamenev, Zinoviev e altri) che, approfittando della morte di Lenin, volevano restaurare il capitalismo in URSS. Nella lotta contro questi agenti della borghesia egli ha regalato al movimento operaio internazionale degli insegnamenti fondamentali anzitutto sui piani ideologico e teorico per quanto concerne l'origine, la natura, gli scopi e la funzione del revisionismo di destra e di "sinistra". È proprio nel corso di questa lotta che Stalin ha sistematizzato e sviluppato il leninismo per quanto concerne il Partito, l'edificazione di un paese socialista, la questione nazionale, la strategia e la tattica della rivoluzione socialista, la lotta contro il revisionismo.
Il pensiero e l'opera di Stalin racchiudono quindi una esperienza essenziale della storia del movimento operaio internazionale, della lotta di classe, della lotta tra socialismo e capitalismo e tra marxismo-leninismo e revisionismo. Un'esperienza che non possiamo né ignorare, né sottovalutare, né tantomeno disperdere se non vogliamo cadere nel campo della borghesia e della controrivoluzione.
È come se Stalin corrispondesse a un dito di una mano, dove le altre quattro dita sono costituite da Marx, Engels, Lenin e Mao. Se ci privassimo di una qualsiasi di queste dita la mano perderebbe la sua completezza e l'interezza delle sue funzioni.
Naturalmente il pensiero di Stalin, come del resto quello degli altri quattro maestri, non va interpretato letteralmente, perché il marxismo-leninismo-pensiero di Mao non è un dogma ma una guida per l'azione, va applicato correttamente nelle nostre condizioni specifiche e concrete, tenendo presenti gli sviluppi che a questo pensiero ha apportato Mao. In particolare per quanto concerne l'edificazione del Partito e dello Stato socialista, la lotta contro il revisionismo per evitare la restaurazione capitalista, e la strategia e la tattica della rivoluzione nei paesi coloniali e semicoloniali del Terzo mondo...
Non c'è dubbio che Stalin abbia commesso degli errori. Alcuni dei quali da egli stesso denunciati successivamente, sulla base dell'esperienza e di una analisi marxista-leninista più attenta, accurata e dialettica. Vedi, per esempio, le autocritiche che egli fa nella prefazione al primo volume delle sue opere complete scritte nel gennaio 1946 per quanto riguarda la questione agraria e la vittoria della rivoluzione socialista, e nell'opera "Problemi economici del socialismo nell'Urss" scritta nel settembre '52 per quanto concerne l'esistenza delle classi e della lotta di classe nel socialismo. Altri suoi errori sono stati rilevati da Mao e da noi marxisti-leninisti italiani condivisi.
C'è perciò una differenza profonda tra gli errori di Stalin che rileviamo noi marxisti-leninisti e gli errori presunti denunciati dai nemici di classe e dai loro lacché. Noi li rileviamo per salvaguardare la purezza della linea marxista-leninista, essi lo fanno per attaccare, stravolgere e abbattere tale linea e per far deviare il proletariato dalla via maestra dell'Ottobre.
Il problema vero allora non è tanto di sapere se Stalin abbia o no commesso degli errori, quanto di sapere individuare gli errori veri da quelli presunti, quanto di saper ricercare le cause degli errori per imparare la lezione e per evitare di ricommetterli, quanto di sapere se sono stati commessi in buona fede o con l'intenzione malevola di nuocere alla causa del proletariato e del socialismo.
Per noi è fuor di dubbio che gli errori commessi da Stalin sono unicamente da addebitarsi essenzialmente alla mancanza di esperienza. Ricordiamoci che nessuno prima di lui, tranne Lenin ma per nemmeno sette anni, aveva guidato l'edificazione di uno Stato socialista in una situazione di completo accerchiamento imperialista e avendo sulle spalle le responsabilità e i problemi della direzione del movimento comunista internazionale...
In ogni caso gli errori commessi da Stalin non sminuiscono la sua figura, il suo pensiero e la sua opera. Rimane pur sempre un gigante del pensiero e dell'azione rivoluzionari, un grande maestro dei marxisti-leninisti e del proletariato internazionale.
I fatti in URSS, in Italia e nel mondo hanno ampiamente dimostrato che seguendo Stalin si avanza speditamente e con sicurezza sulla via dell'Ottobre, del socialismo e dell'emancipazione dell'umanità. Mentre seguendo Bucharin, Trotzki, Krusciov, Breznev, Gorbaciov ed Eltsin, e quindi Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer, Natta, Occhetto, D'Alema, Cossutta e Bertinotti, il capitalismo, l'imperialismo e il fascismo hanno completo campo libero e il proletariato rimane subalterno alla borghesia e non riesce a conquistare il potere politico.
Teniamo allora sempre alta la grande bandiera rossa di Stalin, sicuri che coi maestri vinceremo!
Gloria eterna a Stalin, grande maestro dei marxisti-leninisti e del proletariato internazionale!".166