1953 - 5 marzo 2002 - 49° Anniversario della morte di Stalin
LENIN, MODELLO DI SCIENZIATO D'AVANGUARDIA
Il titolo che compare in questa pagina è redazionale.

Discorso di Stalin al ricevimento nel Kremlino dei lavoratori della scuola superiore 17 maggio 1938
Compagni!
Permettetemi di levare un brindisi alla scienza, al suo fiorire, alla salute degli uomini di scienza.
Al fiorire della scienza, di una scienza che non si separa dal popolo, che non si tiene lontana dal popolo, ma che è pronta a servire il popolo, che è pronta a trasmettere al popolo tutte le sue conquiste; di una scienza che è al servizio del popolo non per costrizione, ma di suo pieno grado, volontariamente. (Applausi).
Al fiorire della scienza, di una scienza che non permette ai suoi vecchi e riconosciuti dirigenti di rinchiudersi presuntuosamente nel guscio dei pontefici della scienza facendone un monopolio; di una scienza che comprende il senso, il significato, l'onnipotenza dell'unione dei vecchi lavoratori della scienza con i giovani lavoratori della scienza, di una scienza che volontariamente e di buon grado apre tutte le sue porte alle giovani forze del nostro paese, che dà loro la possibilità di conquistare le cime della scienza, che riconosce che l'avvenire appartiene alla gioventù che lavora nel suo campo. (Applausi).
Al fiorire della scienza, di una scienza i cui uomini, pur comprendendo la forza e l'importanza delle tradizioni stabilite nella scienza, e pur utilizzandole intelligentemente nell'interesse della scienza, non vogliono tuttavia essere schiavi di queste tradizioni; di una scienza che ha il coraggio e lo spirito di decisione per rompere con le vecchie tradizioni, con le vecchie norme, con i vecchi principi quando essi sono superati, quando essi si trasformano in un freno al moto progressivo; di una scienza che sa creare delle nuove tradizioni, delle nuove norme, dei nuovi principi. (Applausi).
La scienza ha avuto nel suo sviluppo un gran numero di uomini coraggiosi che seppero, nonostante ogni sorta di ostacoli, malgrado tutto, spezzare il vecchio e creare il nuovo. Uomini di scienza tali, quali Galileo, Darwin e molti altri, sono universalmente noti. Io vorrei soffermarmi su uno di questi corifei della scienza che è ad un tempo l'uomo più grande dell'epoca moderna. Voglio dire Lenin, il nostro maestro, il nostro educatore. (Applausi). Ricordate l'anno 1917. Sulla base dell'analisi scientifica dello sviluppo sociale in Russia, sulla base dell'analisi scientifica della situazione internazionale, Lenin arrivò allora alla conclusione che la sola via d'uscita dalla situazione era la vittoria del socialismo in Russia. Questa fu una conclusione più che inaspettata per un gran numero di uomini di scienza di quel tempo, Plekhanov, una delle personalità eminenti della scienza, parlava allora con disprezzo di Lenin affermando che Lenin era ``in preda al delirio''. Altri uomini di scienza non meno noti affermavano che ``Lenin aveva perduto la ragione'', che bisognava rinchiuderlo in qualche parte, ben lontano. Contro Lenin gridavano allora tutti ed ogni sorta d'uomini di scienza, come contro un uomo che rovina la scienza. Ma Lenin non ebbe paura di andare contro corrente, contro la forza d'inerzia. E Lenin vinse. (Applausi).
Eccovi il modello dell'uomo di scienza che conduce arditamente la lotta contro la scienza invecchiata e che apre la via alla scienza nuova.
Accade anche che ad aprire le nuove vie della scienza e della tecnica non siano degli uomini universalmente noti alla scienza, ma degli uomini completamente sconosciuti nel mondo scientifico; degli uomini semplici, dei pratici, degli innovatori del loro campo. Qui siedono al medesimo tavolo i compagni Stakhanov e Papanin1, degli uomini sconosciuti nel mondo scientifico, che non hanno gradi accademici, dei pratici nel loro campo. Ma chi non sa che Stakhanov e gli stakhanovisti, nel loro lavoro pratico nel campo industriale, hanno rovesciato, come invecchiate, tutte le norme esistenti, stabilite da note personalità della scienza e della tecnica, ed hanno introdotto norme nuove, corrispondenti alle esigenze della vera scienza e della vera tecnica? Chi non sa che Papanin e i membri del suo gruppo, nel loro lavoro pratico sulla banchisa alla deriva, hanno rovesciato, intanto e senza uno sforzo particolare, l'antica concezione dell'Artide, come invecchiata, e ne hanno stabilita una nuova, corrispondente alle esigenze della vera scienza? Chi può negare che Stakhanov e Papanin sono dei novatori della scienza, degli uomini della nostra scienza d'avanguardia?
Ecco quali ``miracoli'' si producono ancora nella scienza.
Io ho parlato della scienza. Ma vi è scienza d'ogni sorta. La scienza di cui io ho parlato si chiama scienza d'avanguardia. Alla prosperità della nostra scienza d'avanguardia!
Alla salute degli uomini della scienza d'avanguardia!
Alla salute di Lenin e del leninismo!
Alla salute di Stakhanov e degli stakhanovisti!
Alla salute di Papanin e degli uomini del suo gruppo! (Applausi).
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Note:
(1) Stakhanov A. (nato nel 1905), minatore del Donez; iniziatore di un vastissimo movimento tendente ad elevare la produttività del lavoro nell'industria e nell'agricoltura dell'Urss. Questo movimento venne chiamato movimento stakhanovista.
Papanin I.D. (nato nel 1894), esploratore dell'Artide, capo della stazione ``Polo Nord'', impiantata su una banchisa alla deriva, che funzionò dal 21 maggio 1937 al 19 febbraio 1938.

Discorso di Stalin pronunciato alla rivista militare il 7 Novembre 1941 sulla Piazza Rossa a Mosca

Compagni soldati rossi e marinai rossi, comandanti e dirigenti politici, operai e operaie, colcosiani e colcosiane, lavoratori intellettuali, fratelli e sorelle nelle retrovie del nostro nemico, temporaneamente caduti sotto il giogo dei briganti tedeschi, nostri valorosi partigiani e partigiane che distruggete le retrovie degli invasori tedeschi!
A nome del Governo sovietico e del nostro partito bolscevico vi saluto e mi felicito con voi per il ventiquattresimo anniversario della Grande rivoluzione socialista d'Ottobre.
Compagni, oggi dobbiamo celebrare il ventiquattresimo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre in condizioni difficili. La perfida aggressione dei briganti tedeschi e la guerra impostaci hanno creato una minaccia per il nostro paese. Abbiamo temporaneamente perduto una serie di regioni, il nemico si trova alle porte di Leningrado e di Mosca. Il nemico calcolava che sin dal primo urto il nostro esercito sarebbe stato disperso e il nostro paese sarebbe stato messo in ginocchio. Ma il nemico ha grossolanamente sbagliato i suoi calcoli. Malgrado gli insuccessi temporanei, il nostro esercito e la nostra marina respingono eroicamente gli attacchi del nemico su tutto il fronte e gli infliggono gravi perdite; e il nostro paese, tutto il nostro paese, si è organizzato in un unico campo di combattimento, per sconfiggere, assieme al nostro esercito ed alla nostra marina, gli invasori tedeschi.
Vi furono giorni in cui il nostro paese si trovò in una situazione ancor più grave. Ricordate il 1918, anno in cui celebrammo il primo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre. I tre quarti del nostro paese si trovavano allora nelle mani degli invasori stranieri. L'Ucraina, il Caucaso, l'Asia Centrale, gli Urali, la Siberia, l'Estremo Oriente furono temporaneamente persi. Non avevamo alleati, non avevamo l'Esercito rosso - se ne iniziava appena la formazione -, mancava il grano, mancavano gli armamenti, mancavano gli equipaggaimenti. 14 Stati assalirono allora il nostro paese. Ma non cademmo nel pessimismo, non ci perdemmo d'animo. Nel fuoco della guerra formammo allora l'Esercito rosso e trasformammo il nostro paese in un campo trincerato. Lo spirito del grande Lenin ci animava allora alla guerra contro gli invasori. Ebbene? Infliggemmo una disfatta agli invasori, ci facemmo restituire tutti i territori perduti e riportammo la vittoria.
La situazione attuale del nostro paese è incomparabilmente migliore di 23 anni fa. Il nostro paese ora è molto più ricco di industrie, di derrate alimentari e di materie prime di 23 anni fa. Abbiamo ora degli alleati che formano, insieme a noi, un fronte unico contro i conquistatori tedeschi. Abbiamo ora la simpatia e l'appoggio di tutti i popoli d'Europa caduti sotto il giogo della tirannide hitleriana. Ora disponiamo di un magnifico esercito e di una magnifica marina che difendono col loro petto la libertà e l'indipendenza della nostra Patria. Ora non abbiamo una mancanza seria né di prodotti alimentari, né di armamenti, né di equipaggiamenti. Tutto il nostro paese, tutti i popoli del nostro paese appoggiano il nostro esercito, la nostra flotta e li aiutano a sconfiggere le orde conquistatrici dei fascisti tedeschi. Le nostre riserve umane sono inesauribili. Lo spirito del grande Lenin e la sua vittoriosa bandiera ci animano oggi, come 23 anni fa, alla guerra per la difesa della Patria.
Si può forse dubitare che possiamo e dobbiamo vincere gli invasori tedeschi?
Il nemico non è così forte come lo dipingono alcuni intellettualucci spaventati. Il diavolo non è così terribile come lo si dipinge. Chi può negare che il nostro Esercito rosso ha più volte messo in fuga disordinata le vantate truppe tedesche in preda al panico? Se si giudica non dalle fanfaronate dei propagandisti tedeschi, ma dalla vera situazione della Germania, sarà facile comprendere che gli invasori fascisti tedeschi sono davanti ad una catastrofe. In Germania oggi regnano la fame e la miseria. In quattro mesi di guerra la Germania ha perduto 4 milioni e mezzo di soldati. La Germania si dissangua, le sue riserve umane si esauriscono. Lo spirito di indignazione invade non solo i popoli d'Europa, caduti sotto il giogo degli invasori tedeschi, ma lo stesso popolo tedesco che non vede la fine della guerra. Gli invasori tedeschi tendono le ultime forze. Non vi è dubbio che la Germania non può sostenere a lungo una tale tensione. Ancora alcuni mesi, ancora mezz'anno, forse un annetto e la Germania hitleriana dovrà crollare sotto il peso dei suoi misfatti.
Compagni soldati rossi e marinai rossi, comandanti e dirigenti politici, partigiani e partigiane! Tutto il mondo vi guarda come ad una forza capace di annientare le orde brigantesche degli invasori tedeschi. I popoli asserviti d'Europa, caduti sotto il giogo degli invasori tedeschi, vi guardano come loro liberatori. Una grande missione liberatrice spetta a voi. Siate, dunque, degni di questa missione! La guerra che voi conducete è una guerra di liberazione, una guerra giusta. Che le figure ardimentose dei nostri grandi antenati - Alessandro Nevski, Demetrio Donskoi, Cosimo Minin, Demetrio Pogiarski, Alessandro Suvorov, Michele Kutusov - vi ispirino in questa guerra! Che la vittoriosa bandiera del grande Lenin sia il segno che vi guidi!
Per la completa disfatta dei conquistatori tedeschi!
Morte agli invasori tedeschi!
Evviva la nostra gloriosa Patria, la sua libertà, la sua indipendenza!
Sotto la bandiera di Lenin, avanti, alla vittoria!