La storia dell'8 Marzo
Il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, ha giustamente sottolineato come "Col passare del tempo, gradualmente, la borghesia, grazie ai revisionisti, ai riformisti e ai rinnegati del comunismo, si è impadronita dell'8 Marzo, trasformandolo in una festa consumistica e individualista. Ma non per questo sono venuti meno i motivi per cui è stato istituito l'8 Marzo. Solo che occorre rinverdirne la memoria e rilanciarlo a livello di massa".
Cominciamo allora col rinverdire la memoria delle origini e della storia autentica della giornata internazionale delle donne che purtroppo sono ormai sconosciute alla stragrande maggioranza delle masse femminili e popolari, specie alle ragazze e ai ragazzi. Si scoprirà così che l'8 Marzo ha un'origine proletaria e marxista-leninista ed è strettamente legato alla lotta per l'emancipazione femminile e il socialismo.
La seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, (ancora non era avvenuta la scissione fra marxiste-leniniste e socialdemocratiche) tenutasi il 27 agosto del 1910, a cui parteciparono delegate di 14 paesi, decise, su proposta delle marxiste-leniniste russe ed europee ispirate da Lenin, l'istituzione di una giornata internazionale della donna da celebrarsi in una domenica fra febbraio e marzo. La storia del movimeno operaio nazionale e internazionale ci tramanda che fu deciso di celebrare ogni anno nel mondo intero questa giornata in ricordo del martirio di 129 operaie della Cotton di New York morte nel 1908 nell'incendio della fabbrica in cui il padrone le aveva rinchiuse per rappresaglia. Questa Conferenza approvò una mozione, assunta poi come risoluzione, in cui si affermava: "In accordo con le organizzazioni di classe e sindacali del Proletariato, le donne socialiste di ogni nazione organizzano nei loro paesi ogni anno una giornata delle donne che in primo luogo serve come agitazione per il diritto di voto femminile. La richiesta deve essere considerata alla luce del suo rapporto con l'intera questione femminile espressa dalla concezione socialista.
La giornata della donna deve avere un carattere internazionale e deve essere preparata con ogni cura".
Già dal 1911, si registrano in varie parti del mondo manifestazioni e iniziative che celebrano questa giornata, ma ancora esse si svolgono in date diverse.
Fu la Conferenza delle donne comuniste, nel 1921, (oggi si direbbe marxiste-leniniste) a decidere che questa giornata fosse celebrata ogni anno, contemporaneamente in tutto il mondo, nella data dell'8 Marzo.
Il 14 giugno 1921, la II Conferenza delle donne comuniste (che si tiene sempre alla vigilia dei congressi dell'Internazionale comunista) e alla quale partecipano 82 delegate di 28 paesi, alla conclusione dei lavori "adotta la data dell'8 Marzo come Giornata internazionale dell'operaia, giorno della prima manifestazione delle operaie di Pietrogrado contro lo zarismo".
L'8 Marzo 1917 (23 febbraio secondo l'antico calendario giuliano), le donne di Pietrogrado infatti erano scese a centinaia di migliaia in piazza per rivendicare pane e pace. Fu talmente grande, coraggiosa e combattiva la loro azione che anche le forze repressive zariste non osarono intervenire. Quella manifestazione viene ricordata come la scintilla che diede fuoco alle polveri della rivoluzione di febbraio, preludio della Grande Rivoluzione d'Ottobre.
La scelta di quella data per celebrare la giornata internazionale delle donne sta dunque a significare il ruolo decisivo che le masse femminili hanno nella lotta politica e sociale, e quanto la lotta per la loro emancipazione sia legata indissolubilmente alla lotta di classe e alla lotta per il socialismo.
Per lungo tempo le masse femminili italiane e del mondo intero hanno celebrato l'8 Marzo ispirandosi direttamente all'Urss di Lenin e Stalin. Non poteva essere che così. Quel modello e quell'esperienza ispiravano giustamente le donne sfruttate e oppresse, come la Rivoluzione d'Ottobre, prima, e la Grande rivoluzione culturale proletaria cinese, poi, hanno ispirato il proletariato e la gioventù rivoluzionaria del mondo intero.
In Italia l'8 Marzo ha scandito a lungo la lotta delle masse femminili e dell'intero movimento operaio, antifascista e progressista del nostro paese.
Memorabile è l'8 Marzo del '43 quando le operaie e le lavoratrici dettero vita a una coraggiosa mobilitazione contro il nazifascismo che sfociò poi nella grande lotta di liberazione nazionale. Sotto il fascismo era vietato celebrare l'8 Marzo, e ancora nel secondo dopoguerra si denunciavano e perseguivano persino le donne che osavano distribuire la mimosa che dal 1946, su decisione dell'Unione donne italiane (UDI), era divenuto in Italia il fiore simbolo di questa giornata.
Ma le masse femminili italiane, con in testa le lavoratrici, hanno difeso con i denti l'8 Marzo, imponendo persino, per diversi anni, ai padroni e al governo che fosse concessa, almeno parzialmente, giornata festiva alle donne. Con l'esplosione del Sessantotto l'8 Marzo conosce poi un nuovo risveglio. Diventa occasione per grandi manifestazioni di piazza che ogni anno pongono all'attenzione le rivendicazioni femminili, dal diritto al lavoro e la parità salariale, ai servizi sociali, come gli asili nido e i consultori, ai diritti civili, come il divorzio e l'aborto.
Poi gradualmente, i revisionisti, i riformisti e i rinnegati del comunismo hanno svuotato l'8 Marzo di tutti i suoi contenuti proletari ed emancipatori offrendolo su un piatto d'argento alla classe dominante borghese e alla Chiesa cattolica che l'hanno sempre inviso e osteggiato, fino a giungere addirittura alla proposta di sopprimerlo.
Noi marxisti-leninisti, al contrario, vogliamo che questa grande bandiera rossa torni a sventolare con più forza di prima e che in uno dei prossimi 8 Marzo si riesca a riportare in piazza le masse, con in testa le donne e le ragazze, sulla base delle rivendicazioni femminili e della parola d'ordine dell'Italia unita, rossa e socialista.

3 marzo 2004