Il "Trattato dell'Europa sociale" legittima la Ue imperialista e la copre a sinistra
Questa manovra fuorviante è appoggiata da Bertinotti e Salvi
Nell'edizione del 31 marzo il quotidiano della rifondazione trotzkista "Liberazione" ha pubblicato con risalto in 2 pagine intere il testo del progetto di "Trattato dell'Europa sociale" e relativa petizione coniati dall'Unione per l'Europa sociale, un'associazione creata in Francia nel settembre 2003 da "un gruppo di cittadini che non si rassegnano al declino politico e sociale dell'Europa". In realtà l'iniziativa è partita dai socialisti francesi a cui si sono ben presto uniti trotzkisti e movimentisti di ogni risma.
Scopo di questo "manifesto" è quello di far sì che la prossima Costituzione dell'Unione europea recepisca i "valori sociali" di questo Trattato che deve essere "semplice e comprensibile per chiunque, concreto, ambizioso e cogente, come il Trattato di Maastricht in materia monetaria".
Ora al di là della confusione e dell'utopia dei cinque obiettivi enucleati, ossia i cinque parametri per l'Europa sociale, ("lavoro per tutti: una percentuale di disoccupazione al di sotto del 5%; una società solidale: una percentuale di povertà al di sotto del 5%; un tetto per ognuno: una percentuale di persone senza alloggio adeguato inferiore al 3%; pari opportunità: una percentuale di analfabetismo a dieci anni inferiore al 3%; solidarietà con il Sud: contributo pubblico per lo sviluppo superiore all'1% del Pil"), che nel 2015 dovrebbero far scattare "sanzioni analoghe a quelle inflitte ai paesi che non rispettino i parametri di Maastricht" per gli Stati che non rispetteranno i "parametri sociali", questo "Trattato dell'Europa sociale" non fa altro che legittimare l'Unione europea imperialista e la copre a sinistra.
"Se non vogliamo che il no vinca nei referendum previsti per la sua ratifica - affermano gli estensori -, se non vogliamo che l'Europa sia spiazzata e resti una zona di libero scambio senza potenza politica, bisogna inserire urgentemente nella Costituzione un vero Trattato sociale". Questa è una delle varie "perle" che compongono il mosaico del "Trattato sociale", che invoca la "coesione sociale", "la dignità umana", il famigerato "principio di sussidarietà", che riconosce il mercato, le privatizzazioni, un ruolo importante alla Banca centrale europea e così via di assurdità in assurdità. Fino a reclamare nella petizione allegata "un'Europa forte".
Alla luce di ciò non stupisce il fatto che una delegazione dell'Unione per l'Europa sociale sia stata ricevuta ufficialmente il 23 marzo scorso a Bruxelles dal presidente della Commissione Ue Prodi, così come significativo ci sembra l'elenco dei primi firmatari della petizione: da Jacques Delors, socialista francese già presidente della Commissione Ue e artefice del mercato unico europeo, a Bronislaw Geremek, revisionista ex ministro degli Esteri polacco, a José Bove leader degli agricoltori francesi, a Michel Rocard ex primo ministro francese, a Antonio Manuel Oliveira Guterres ex primo ministro portoghese e presidente dell'Internazionale socialista e poi ancora parlamentari europei, politici di Belgio e Lussemburgo, sindacalisti, esponenti di Attac e Amnesty International. E guarda caso per l'Italia, a questa manovra fuorviante, hanno aderito Fausto Bertinotti e Cesare Salvi che da imbroglioni politici patentati si sono buttati a pesce aderendo entusiasticamente ed invitando a farlo.
"Questa iniziativa - scrivono nella loro adesione comune - costituisce un punto importante di convergenza per tutte le forze che in Europa rifiutano le politiche neoliberiste, un futuro di precarietà, di povertà e di esclusione".
Questa iniziativa in realtà fa il solletico all'imperialismo europeo e alle sue istituzioni antidemocratiche e nemiche dei popoli. Anzi serve per gettare fumo negli occhi e far accettare alle masse lo sfruttamento e l'inferno a cui sono sottoposte quotidianamente. Se si vuole andare sui principi non è possibile un dialogo con l'imperialismo europeo, non è possibile cambiare la Costituzione, non è possibile lavorare da dentro per migliorare le condizioni di vita, economiche e sociali, dei popoli dell'Ue. Bensì occorre andare contro la Ue imperialista e la sua Costituzione e battersi per l'Europa socialista.