Vergognosa sentenza della Corte d'assise di Roma
TUTTI ASSOLTI I GOLPISTI DI GLADIO

Qualcuno è ancora nei servizi segreti. ``Il Giornale'' di Berlusconi ne fa dei martiri anticomunisti
IL CAPO DEI GLADIATORI COSSIGA CHIEDE IL RISARCIMENTO DEI GOLPISTI

Con la rinuncia, lo scorso febbraio, dei pm Ionta, Salvi e Saviotti a presentare appello, è passata in giudicato la sentenza di primo grado del luglio dello scorso anno della Corte d'assise di Roma che mandò assolti perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto alcuni dirigenti di Gladio.
Il 3 luglio scorso, infatti, la corte romana presieduta dal giudice Renato D'Andria assolse dopo una camera di consiglio di appena tre ore l'ex direttore del Sismi Fulvio Martini, l'ex capo di Stato maggiore Paolo Inzerilli e l'ex direttore della VII divisione, responsabile di Gladio, Giovanni Invernizzi, accusati in varie date e circostanze di aver distrutto e occultato documenti comprovanti le attività eversive dell'organizzazione e i rapporti con i servizi segreti statunitensi. I rappresentanti dell'accusa, tra cui il giudice Giovanni Salvi, a cui è affidata l'istruttoria sulla strage di Ustica, hanno lasciato decadere i termini per la presentazione dell'appello, che scadevano a febbraio, ritenendo evidentemente fondata la sentenza della corte.
Ancora una volta, dunque, la magistratura romana ha riconfermato di meritarsi la fama di affossatrice di tutte le inchieste che tentano di fare luce sui misteri d'Italia. C'è da aspettarsi che la stessa cosa accadrà inesorabilmente anche per quella sulla strage di Ustica.
Esulta naturalmente la destra neofascista, che dall'assoluzione dei tre caporioni golpisti, basata soprattutto sulla caduta in prescrizione dei reati contestati, estrapola una sentenza di piena riabilitazione e legittimazione dell'organizzazione militare segreta golpista, proclamando trionfalmente che i gladiatori furono ``patrioti'' ingiustamente calunniati e perseguitati nell'arco degli ultimi dieci anni.
Alfiere di questa infame campagna assolutoria è il quotidiano di Berlusconi ``Il Giornale'', che si è subito buttato a capofitto sulla ghiotta notizia con interviste a gladiatori ed editoriali grondanti anticomunismo viscerale come quelli del vicedirettore Paolo Guzzanti e del radical-fascista Massimo Teodori. Il senatore di Forza Italia, Guzzanti, esalta i gladiatori golpisti come dei ``martiri'', tutti a suo dire ``patrioti rispettati e rispettabili che non soltanto non hanno mai commesso il minimo reato, ma hanno messo a disposizione del loro Paese la loro libertà e la loro vita, per combattere dietro le linee nemiche un'eventuale invasione sovietica che sarebbe stata attivamente sostenuta da una rete di traditori italiani addestrati dal Kgb''.
Oltre a spargere i conati anticomunisti del pennivendolo del neoduce nonché apologeta di Cossiga, Paolo Guzzanti, sul fogliaccio berlusconiano si attacca ovviamente con parole di fuoco le inchieste del giudice veneziano Casson, la cui indagine sulla strage di Peteano portò alla scoperta dell'organizzazione segreta, costringendo nell'estate del 1990 l'allora presidente del Consiglio Andreotti a rivelarne l'esistenza. Come si sbeffeggiano le conclusioni della commissione parlamentare diretta dal defunto senatore Gualtieri, che aveva appurato le reali finalità anticomuniste, eversive e golpiste di Gladio mascherate dietro quelle difensive e ``patriottiche''.
Insomma, Gladio fu un'istituzione benemerita formata da integerrimi e onesti patrioti; la tesi dei complotti golpisti fu un'``in-venzione della sinistra'' (si cita a riprova il parere del senatore DS Pellegrino, secondo il quale ``gli accertamenti da noi svolti, in fase giudiziale, hanno dimostrato che Gladio non ha avuto un ruolo nella strategia della tensione'', ndr), e il reclutatore di gladiatori, Cossiga, sarebbe una vittima di questo complotto ``comunista''. Questa la solfa del fogliaccio berlusconiano, che rivela anche che ancora oggi ``molti istruttori di Gladio continuano a lavorare nell'ombra all'interno dei servizi segreti e sono gli uomini di punta nelle missioni italiane nelle zone calde del mondo''. Alla faccia delle missioni ``umanitarie''!
Non poteva mancare, in questa campagna apologetica fascista de ``Il Giornale'', la pubblicazione di una lettera che Cossiga ha inviato al quotidiano ``la repubblica'', e da questo non pubblicata, in cui il capo dei gladiatori annuncia la presentazione di un disegno di legge affinché sia riconosciuto lo status militare o paramilitare ``ai quadri e ai volontari di Stay Behind'' (il nome in codice Nato di Gladio, ndr). L'annuncio fa seguito ad un'analoga richiesta che l'associazione dei gladiatori aveva rivolto a Ciampi lo scorso ottobre. Non ci sarebbe da meravigliarsi se nella strada aperta dalla vergognosa sentenza della Corte d'assise di Roma il capo dello Stato arriverà prima o poi ad accogliere tale scandalosa richiesta, considerato che si è già distinto nella riabilitazione dei fascisti repubblichini e dell'ignominiosa fuga del re Vittorio Emanuele III dopo l'8 settembre del '43.

22 maggio 2002