Al vertice informale di Hampton Court convocato da Blair
Ue divisa su bilancio, costituzione, welfare
D'accordo solo sulla condanna dell'Iran per Israele e sulla maggiore vigilanza alle frontiere contro i migranti

Blair era stato tra i protagonisti dello scontro su bilancio e costituzione al vertice dell'Unione europea dello scorso giugno a Bruxelles che si era chiuso con un evidente fallimento. Ricevuto dal lussemburghese Juncker il ruolo di presidente di turno della Ue e impegnatosi a trovare un'intesa, ha convocato il 28 ottobre il vertice informale che si è tenuto a Hampton Court, presso Londra, per tentare di ricomporre le divergenze, in particolare con Francia e Germania, e evitare un nuovo fallimento al vertice ordinario previsto a dicembre. "Abbiamo rimesso l'Europa sul binario giusto" ha commentato al termine dei lavori del summit londinese ma in realtà il treno dell'Europa imperialista continua a restare fermo.
La Ue resta divisa sulla definizione del bilancio comunitario per gli anni 2007-2013. Nel giugno scorso a Bruxelles la scontro si era sviluppato quando, per compensare le minori risorse che i singoli paesi vorrebbero mettere a disposizione, la Francia, appoggiata dalla Germania, chiedeva alla Gran Bretagna di rinunciare a tutto o in parte allo sconto strappato nel 1984 dalla Thatcher sui contributi britannici. Uno sconto che attualmente vale 5,3 miliardi di euro concesso per le difficoltà economiche inglesi di allora che oggi sono superate. Blair si era opposto e aveva messo sotto accusa la composizione del bilancio che destina quasi la metà delle risorse al settore agricolo, una buona parte delle quali finisce alla Francia e parte alla Spagna. Chirac aveva risposto picche. La scena si è ripetuta a Hampton Court con lo stesso risultato, un nulla di fatto. Anzi Chirac ha rincarato la dose delle accuse a Londra per le dichiarazioni del commissario europeo per il commercio, l'inglese Peter Mandelson, favorevole in sede di negoziati dell'organizzazione mondiale per il commercio (Wto nella sigla inglese) a una riduzione delle risorse da destinare alla politica agricola comunitaria (Pac) come vorrebbe la concorrente imperialista Usa. La Francia non accetta nesuna rimessa in causa della politica agricola, ha ribadito Chirac col sostegno di Schroeder. Il cancelliere ha sottolineato che anche la Merkel ha la stessa suo opinione sulla Pac. La questione del bilancio comunitario per gli anni 2007-2013 resta quindi sospesa.
La Ue non riesce a rimettere in moto il percorso sulla Costituzione bloccato dal no nei referendum in Olanda e Francia. A partire dalla Gran Bretagna che ha rinviato a un futuro lontano il referendum annunciato da Blair.
Nessuna intesa anche su come riformare il "modello sociale" europeo che comunque è una riforma inaccettabile sia nella versione ultraliberista di Blair, che si affida al "libero gioco del mercato" e ha prodotto posti di lavoro precari e una povertà che colpisce il 20% delle famiglie britanniche, che in quella liberista di Chirac e Schroeder, che si appresta a lasciare il testimone alla Merkel. "L'Europa vuole un più alto grado di protezione e coesione sociale", hanno affermato i due che sono comunque impegnati nello smantellamento del welfare nei rispettivi paesi.
Tra i risultati concreti del vertice Blair ha citato "l'ampio consenso" sui cinque punti indicati dal documento presentato dalla Commissione europea presieduta dal portoghese Barroso: potenziamento di ricerca e innovazione; riforma delle università per sviluppare centri di eccellenza "in grado di competere con gli Usa ma anche con Cina e India"; coordinamento delle rete energetica europea; maggiore vigilanza alle frontiere per contrastare l'immigrazione clandestina; riforma dell'organizzazione del lavoro. Senza fondi, che nessuno vuol mettere, sarà difficile che tutte queste indicazioni possano essere realizzate in concreto. Da sottolineare comunque che i 25, divisi quasi su tutto, riescono a trovare l'intesa sul punto di aumentare la vigilanza alle frontiere contro i migranti.
Come hanno trovato l'intesa sulla condanna all'Iran per le posizioni espresse dal presidente Ahmadinejad su Israele. In una nota congiunta i 25 hanno affermato che "appelli per la violenza e per la distruzione di qualsiasi Stato sono manifestamente in contraddizione con qualsiasi pretesa di essere un membro maturo e responsabile della comunità internazionale". L'imperialismo europeo con altre parole appoggia la richiesta sionista di espulsione dell'Iran dall'Onu e continua a chiudere tutti e due gli occhi sulle violenze praticate dal boia Sharon sui palestinesi. Come non ha battuto ciglio quando gli Usa, attraverso il vice di Bush, Cheney, minacciavano di bombardare le centrali nucleari civili iraniane ("meglio se lo facciamo noi prima che si muova Israele", ndr).

3 novembre 2005