L'UE E L'ITALIA DI D'ALEMA RESPONSABILI
AL PARI DEGLI USA DELL'AGGRESSIONE
IMPERIALISTA ALLA SERBIA

Fin da quando è cominciata l'aggressione militare della Nato alla Federazione jugoslava nel movimento contro la guerra imperialista si cerca di far passare da parte di certe forze politiche la tesi dominante che l'Europa e l'Italia sarebbero state tirate dentro loro malgrado a questa sporca avventura dagli Usa, che sarebbero i soli a imporre le posizioni oltranziste dell'alleanza, mentre gli europei sarebbero più orientati a cercare vie diplomatiche, pur essendo al momento "costretti" a seguire a rimorchio gli Usa per i vincoli dovuti al patto atlantico. Secondo questa tesi, cioè, gli imperialisti americani sarebbero "più responsabili" dei governi europei nell'aver voluto questo sanguinoso conflitto e nel portarlo avanti, al punto che negli slogan e sugli striscioni dei cortei pacifisti e contro la guer-ra nei Balcani gli Usa e Clinton sono indicati quasi sempre come i bersagli principali, mentre i governi europei e quello italiano sono accusati principalmente di essere servi degli americani.
Si tratta di una tesi completamente falsa e fuorviante, che mira a confondere le idee agli antimperialisti e togliere efficacia alle loro lotte facendo concentrare il tiro solo contro i guerrafondai Usa e salvando in ultima analisi l'imperialismo europeo e quello di casa nostra. A sostenerla e propagandarla sono soprattutto i falsi comunisti e i trotzkisti, come il PdCI di Cossutta, Rifondazione e "il manifesto", che in vario modo coprono le criminali responsabilità del governo guerrafondaio del rinnegato D'Alema e dell'Unione europea imperialista, nel momento stesso in cui li dipingono come succubi degli Usa e invocano un loro "sussulto di dignità nazionale" nel prendere politicamente e militarmente le distanze dagli Usa e dalla Nato.
Un esempio della falsità di questa tesi ci viene proprio dagli ambienti dell'Unione europea, con un articolo di Bernard Guetta dal titolo "L'Europa nella Nato mostra i muscoli", pubblicato sul quotidiano filogovernativo la Repubblica del 30 marzo: "Questa guerra contro la Serbia ne nasconde in sé un'altra, una che è politica e non militare, quasi segreta", esordisce l'autore introducendo subito l'argomento del suo intervento. Argomento che, in estrema sintesi, è il seguente: l'antefatto della guerra nei Balcani non risiede nel fallimento delle trattative di Rambouillet, ma in un evento precedente di alcuni mesi, e precisamente nel vertice anglo-francese di St-Malo del 4 dicembre scorso, tra Tony Blair, Chirac e Jospin. In quel vertice furono gettate le basi politiche e programmatiche della futura potenza militare europea, autonoma dagli Usa e pronta ad intervenire di propria iniziativa ovunque sono in gioco i suoi interessi.

IL PILASTRO EUROPEO NELLA NATO

L'Europa - si sottolineava infatti in un passo del comunicato finale - deve avere una capacità autonoma di azione, che poggi su forze militari credibili, con i mezzi per utilizzarle e deve essere pronta a farlo". Questo accordo tra Gran Bretagna e Francia, a cui poi la Germania darà un sostanziale assenso, rappresenta un'autentica novità perché per la prima volta la Gran Bretagna, che fino ad allora era stata piuttosto scettica e ostile tanto all'unione monetaria quanto ad una politica militare europea autonoma dagli Usa, si era subito convinta della giustezza dell'idea francese di "fare dell'entrismo" in seno alla Nato, rafforzando cioè il pilastro militare europeo dentro l'alleanza atlantica. Tant'è vero, sottolinea l'autore, che "questo comunicato sorprenderà Washington", aggiungendo più oltre che dopo St-Malo gli Stati Uniti "si sono ritrovati non più tutori degli europei, ma amico straniero, l'alleato di un'Europa autonoma, orgogliosa di sé stessa con ardore, orgogliosa di prendere i propri affari nelle proprie mani".
Il fatto è che "tutto è cambiato dall'inizio dell'ultimo dicembre: La moneta unica è in marcia e la Gran Bretagna, che ha perso il primo treno, vuol recuperare il suo ritardo assumendo un ruolo leader nella difesa comune, cosa che può fare giacché la sua industria bellica e i suoi armamenti le forniscono tutte le carte". Si spiega in questa luce il negoziato di Rambouillet, che francesi e britannici hanno fortemente voluto per dimostrare "che potevano far esistere l'Europa nel Kosovo, fare di questa crisi il battesimo dell'Europa-potenza". Se l'accordo fosse stato firmato l'Europa avrebbe trionfato, invece il fallimento ha rimesso in gioco gli Stati Uniti e mostrato che "il pilastro europeo della Nato" era "purtroppo ancora da definire, organizzare, negoziare". In altre parole ancora prematuro per un'azione militare autonoma dell'Europa, che però - conclude Guetta - può essere ripresa in considerazione proprio adesso con l'invio di quelle truppe d'invasione di terra targate Ue che gli Usa sono restii dal canto loro a mandare.
unque, il ruolo dell'Unione europea è tutt'altro che secondario agli Usa nella crisi dei Balcani, perlomeno a livello politico, e se lo è a livello militare lo è solo temporaneamente, perché non è ancora pronto il dispositivo militare europeo capace di capovolgere gli equilibri interni alla Nato, ma lo sarà presto, e potrebbe esserlo già nei prossimi mesi se non addirittura settimane con l'invio di un contingente militare di terra. La stessa tesi, nella sostanza, è sostenuta dal borghese e sponsor di D'Alema Scalfari, con un editoriale sul quotidiano di sua proprietà la Repubblica del 4 aprile, in cui questo pur atlantista storico scrive: "`Forza determinata' è nata tre mesi dopo la nascita dell'euro. Non è malizioso pensare che tra i suoi obiettivi ci sia anche quello di rendere ancor più difficile e remota di quanto non sia la costruzione dell'Europa politica e militare. La partita che si sta giocando è certamente l'esistenza e la sopravvivenza degli albanesi del Kosovo, certamente la necessità di tagliare le unghie a Milosevic, certamente una più razionale e solida pacificazione balcanica ma anche - non dimentichiamolo - il ruolo dell'Europa, la sua autonomia nell'Alleanza o il suo sancito vassallaggio".

L'UE SUPERPOTENZA IN ASCESA

Nel suo rapporto al IV Congresso nazionale del PMLI tenutosi nel dicembre scorso il compagno Giovanni Scuderi, citando tra l'altro proprio la recente adesione di Blair al progetto di una forza militare europea autonoma dagli Usa, già anticipava con queste parole quello che Guetta, Scalfari e gli altri alfieri della superpotenza militare europea cominciano solo ora ad affacciare rivelando i retroscena dell'aggressione imperialista della Nato alla Serbia: "L'Unione europea - sottolineava il compagno Segretario generale del PMLI - è oggi la nuova superpotenza in ascesa, il rivale più diretto degli Usa, anche se ancora è legato ad essi da tanti fili ed interessi. Fino alla metà degli anni '80 sembrava quasi impossibile che l'Europa occidentale potesse raggiungere ed eguagliare sui piani economico, finanziario, politico e militare gli Usa. Ma una volta superate certe contraddizioni e particolarismi nazionalistici dei paesi che la compongono, essa è riuscita ad emergere come una superpotenza mondiale... All'Unione europea manca solo di avere un governo, una politica estera e di difesa unificati per poter competere con gli Usa ad armi pari e su tutti i piani e per poter difendere i suoi interessi, cioè quelli delle sue multinazionali, a livello mondiale".
Stando così le cose sarebbe un grave errore per il movimento contro la guerra imperialista denunciare e attaccare solo gli imperialisti yankee, e sottovalutare e salvare dalle proprie responsabilità la superpotenza imperialista europea, col rischio che lottando contro gli uni, per quanto siano in questo momento i più forti e armati, si finisca per fare da inconsapevole sgabello al disegno dell'imperialismo europeo di occupare anche a livello di politica militare interventista lo spazio eventualmente lasciato vacante dalla superpotenza d'oltreoceano.

IL RUOLO DEL GOVERNO GUERRAFONDAIO D'ALEMA

Lo stesso vale per il governo guerrafondaio del rinnegato D'Alema. Il suo ruolo non è affatto di secondo piano in questa guerra d'aggressione. Per sua stessa ammissione, e c'è da credergli, il suo ruolo è secondo solo agli Usa. Non soltanto perché bombardieri italiani partecipano a tutti gli effetti ai barbari raid contro la Serbia; non soltanto perché le truppe italiane, con il pretesto dell'operazione "umanitaria" Arcobaleno, sono state le prime ad essere schierate sul teatro di guerra; ma anche perché senza le basi offerte dal governo italiano alla Nato, senza questa immensa portaerei dell'imperialismo occidentale protesa nel Mediterraneo e verso i Balcani, questa guerra imperialista non sarebbe stata possibile, o almeno non sarebbe stata possibile con queste potenza e con questa facilità per gli aggressori.
Quindi, per quanto falsi comunisti e trotzkisti si arrampichino sugli specchi per inventarsi un ruolo secondario e quasi defilato dell'Italia e del suo governo guerrafondaio, oscillante tra il servilismo agli Usa (Bertinotti) e la presunta ricerca di spiragli di trattativa (Cossutta), la realtà è che di fatto l'Italia è il paese della Nato che ha attualmente il ruolo più attivo in questa guerra. E non tanto come componente dell'attuale Nato ad agemonia Usa, quanto come componente della costruenda superpotenza militare europea, che proprio con questa guerra sta avendo il battesimo del fuoco, anche se per il momento il suo effettivo peso è oscurato dalla preponderanza della macchina bellica americana.
A questo proposito si veda il discorso che il rinnegato D'Alema fece al Senato al momento del suo insediamento, quando nel sollecitare la creazione del "nuovo modello di difesa" basato sull'esercito professionale interventista, prospettò anche una "progressiva integrazione della Ueo (l'organizzazione militare dei paesi europei, ndr) nell'Unione europea e nello stesso tempo di concepire questo strumento come fondamento di una sorta di pilastro europeo della Nato in un rapporto di collaborazione con gli Stati Uniti, in cui però emergano anche il profilo di una politica europea e della difesa e una capacità dell'Europa di assumere le proprie responsabilità".
Ecco perché occorre trattare l'Unione europea imperialista e questo governo interventista alla stessa stregua e con le stesse responsabilità criminali degli imperialisti yankee, e riservare ad essi lo stesso odio e la stessa lotta senza quartiere indirizzati contro il boia Clinton. Per quanto riguarda il popolo italiano, in particolare, il più importante contributo che possa dare per fermare l'escalation imperialista nei Balcani è spazzare via il governo guerrafondaio del rinnegato D'Alema e lottare per chiudere le basi Usa e Nato in Italia e far uscire l'Italia dalla Nato e dalla Ue.