I politicanti della
sinistra borghese balbettano in parlamento e nascondono le responsabilità e gli
obiettivi del governo sui fatti di Genova
ULIVO E
RIFONDAZIONE NON HANNO IL CORAGGIO DI CHIEDERE LE DIMISSIONI DEL NUOVO MUSSOLINI
Rutelli
addirittura accusa Scajola di "impotenza" e di non aver avuto "il
controllo della situazione".
BERTINOTTI SI AFFANNA A IMPEDIRE CHE SI APRA "UN SOLCO GRAVE TRA IL
GOVERNO, LO STATO E QUESTA NUOVA GENERAZIONE" DEL MOVIMENTO DEL MOVIMENTO
ANTIGLOBALIZZAZIONE".
Il 23 luglio, affiancato
da tutta la maggioranza compatta, e con accanto un Berlusconi più impettito e
ducesco che mai, il ministro dell'Interno Scajola ha tenuto la sua relazione al
parlamento sui fatti di Genova, respingendo con arroganza ogni critica e accusa
e difendendo a spada tratta l'operato suo, del governo e delle "forze
dell'ordine". 55 minuti di falsità, tesi provocatorie e torve minacce
fasciste, dalle quali il governo e le forze repressive dello Stato escono
assolti e benemeriti, e i manifestanti antiglobalizzazione criminalizzati e
condannati, dopo essere già stati selvaggiamente picchiati e perseguitati.
Secondo il ministro di polizia "il summit si è svolto in assoluta
sicurezza, l'incolumità dei genovesi è stata tutelata. La zona rossa non è
stata violata. Non si sono registrate le difficoltà sui lavori del vertice come
a Seattle, Goteborg e Nizza. L'azione del governo è stata lodata e apprezzata
da tutti i leader presenti", e tanto basta. Le "forze
dell'ordine" hanno dato prova di "abnegazione, alta professionalità e
dignità esemplare" (applausi di tutta la maggioranza in piedi). Il ragazzo
assassinato in piazza dai carabinieri? "un atto di legittima difesa"
per difendersi da un "tentativo di linciaggio". Il blitz notturno
nella sede del Gsf, le teste spaccate, il sangue, il rastrellamento di stampo
nazista? Solo una "perquisizione", resa necessaria "per evitare
che nella giornata conclusiva vi potessero essere altri disordini". Del
resto, ha sottolineato con strafottenza il ministro, "anche nel Gsf si
annidavano gruppi violenti", e anche chi ha sostenuto gli
antiglobalizzatori nei giorni precedenti il G8 ha usato "una violenza
verbale all'interno della quale è maturato il clima di violenza".
Insomma, se ancora ci fossero dei dubbi, il governo fascista del neoduce
Berlusconi non solo respinge ogni accusa, ostentando disprezzo anche verso le
critiche che pure gli sono piovute dalla stampa straniera, ma rivendica con
sommo compiacimento la brutale repressione poliziesca scatenata a Genova con
l'obiettivo di impedire a tutti i costi che la grandiosa manifestazione dei 300
mila si svolgesse pienamente, mostrando a tutto il mondo l'isolamento e il
fallimento del vertice dell'imperialismo mondiale. Alla sua prima uscita
pubblica il governo fascista del neoduce Berlusconi ha così avuto il suo
battesimo del sangue. Il nuovo Mussolini ha gettato la maschera, dichiarando che
d'ora in poi qualsiasi opposizione di piazza al nuovo regime fascista sarà
stroncata senza pietà, come a Genova.
Servirà questo di lezione alla rincoglionita e codarda sinistra borghese, che
lo ha sottovalutato e gli ha regalato una patente di legittimità, a cominciare
da Ciampi che lo ha accolto come un trionfatore al Quirinale, esattamente come
il re fece con Mussolini dopo la marcia su Roma, per finire a Rutelli e D'Alema,
che gli avevano promesso un'"opposizione ferma ma leale", come si
conviene a un leader eletto "democraticamente"? C'è di che dubitarne
fortemente, visto il suo vergognoso comportamento anche in questo cruciale
passaggio parlamentare. Poteva essere l'occasione per alzare finalmente la testa
da sotto la sabbia, e chiedere con forza le dimissioni non solo di Scajola, ma
dell'intero governo fascista e assassino del neoduce Berlusconi, raccogliendo
almeno in extremis l'indignazione popolare suscitata dalla inaudita repressione
poliziesca scatenata a Genova.
E invece niente di tutto questo. Fino all'ultimo il vertice dell'Ulivo ha
cercato di evitare di chiedere perfino le sole dimissioni di Scajola, auspicando
che avesse la "sensibilità" di presentarsi dimissionario da sé. Alla
fine, a collo torto, si è deciso a chiederle dopo l'arrogante intervento del
ministro, ma con quali motivazioni politiche? Perché, come ha detto Rutelli,
Scajola ha dato prova di "impotenza" e non ha avuto "il controllo
della situazione", precipitandosi subito dopo a precisare che "l'Ulivo
non darà mai un sostegno a chi fa uso della violenza". E perché, come ha
detto il capogruppo dei deputati DS Violante, giustificando l'Ulivo per non
essersi unito all'applauso della destra alle "forze dell'ordine",
queste ultime "sono state lasciate sole sulle piazze di Genova".
L'ex presidente della Camera, che parlava a nome di un partito che dopo aver
cercato ridicolmente di accodarsi al movimento all'ultimo tuffo si era poi
vigliaccamente defilato ai primi scontri, ha avuto perfino l'impudenza di
vantarsi, mentendo, che con i governi di "centro sinistra" "non
c'è mai stato uno scontro fisico tra polizia e manifestanti", nemmeno in
occasione della guerra contro la Serbia. In ogni caso nessun intervento ha
denunciato Berlusconi come il nuovo Mussolini e questo regime che è stato
imposto al Paese come un regime neofascista, mussoliniano. Al massimo, come ha
fatto il cacasotto Bertinotti, si è parlato di "sospensione dello Stato di
diritto", della "sensazione di essere in un regime di polizia".
Il leader neorevisionista e trotzkista ha addirittura implorato la maggioranza a
non provocare "un solco grave tra il governo, lo Stato e ciò che vive in
questa nuova generazione": cioè a ricucire il "dialogo" tra
istituzioni e movimento antiglobalizzazione sepolto dalle pallottole delle
"forze dell'ordine" e dal sangue dei manifestanti.
A tutt'ora, mentre scriviamo, il vertice dell'Ulivo non ha ancora deciso se
tradurre il suo "dissenso" in una mozione di sfiducia in parlamento,
oppure, come propone Violante, chiedere una rapida inchiesta parlamentare sui
fatti, e altri palliativi del genere. Forti sono le resistenze al suo interno ad
andare avanti in questa pur timida azione parlamentare. Berlusconi lo sa, e per
questo ostenta indifferenza e arroganza.
Il fatto è che l'Ulivo è corresponsabile del governo nella preparazione del
vertice di Genova, del piano di sicurezza, della blindatura della città. Il
capo della polizia De Gennaro, che ha ordinato il blitz notturno contro il Gsf,
il suo vice Andreassi che lo ha diretto, il generale Siracusa, comandante
dell'arma dei carabinieri che hanno assassinato Giuliani, sono tutti uomini
nominati dal "centro sinistra". E Berlusconi e Scajola glielo
rinfacciano, sostenendo che non hanno fatto altro che continuare l'opera
iniziata dall'Ulivo.
Ecco perché i politicanti della sinistra borghese balbettano in parlamento,
difendono il vertice e l'operato delle "forze dell'ordine" e coprono
oggettivamente le responsabilità e gli obiettivi fascisti del governo. Se
andassero fino in fondo nell'attacco a Berlusconi finirebbero per essere
smascherati essi stessi, e così non resta loro che cedere al ricatto del
neoduce e abbaiare senza mordere.
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