L'"ultramoderato" e i sonati
Le batoste
elettorali hanno sempre provocato effetti devastanti sui fragili e incalliti
esponenti ultraparlamentaristi dei partiti pseudocomunisti. L'ultima del 13
maggio ha frastornato e disorientato il condirettore responsabile di
"Liberazione" Rina Gagliardi al punto da spingerla a scrivere sul
quotidiano trotzkista del 19 giugno, all'indomani del discorso di investitura
del neoduce Berlusconi nel parlamento nero, un fondo in cui ha voluto
tranquillizzare i suoi preoccupati lettori e il cui succo è questo: invece di
gridare al duce al duce, evitiamo inutili allarmismi; qui non si tratta di
scendere in piazza per opporsi al nuovo Mussolini che siede a Palazzo Chigi ma
di capire che il cavaliere piduista è "sicuro di sé ma non arrogante.
Quasi un moderato...senza eccessi ideologici e senza visceralità anticomuniste".
Insomma, contrordine elettori, durante la campagna elettorale abbiamo usato toni
eccessivi da ultima spiaggia e ora tutti a casa, non disturbiamolo perché non
ci sarebbe niente di nuovo rispetto alla vecchia DC.
Come nel '22, ancora una volta i falsi comunisti cercano di tenere all'oscuro e
a freno il proletariato e le masse popolari rassicurandoli che non è giunta a
conclusione nessuna nuova marcia su Roma perché "questo Berlusconi in
veste di statista è quasi 'rispettabile"'.
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