Non votiamo, votiamo nullo o bianco
DELEGITTIMIAMO GLI ORGANI DI GOVERNO DELLA "NUOVA'' UNIVERSITA' DEI PADRONI
PER L'UNIVERSITA', PUBBLICA, GRATUITA E GOVERNATA DALLE STUDENTESSE E DAGLI STUDENTI
Entro il mese di marzo dovrebbero tenersi in tutti gli atenei le elezioni per il rinnovo dei cosiddetti organi di governo universitari.
Per le studentesse e gli studenti i governi ulivisti che si sono succeduti nell'ultima legislatura hanno significato un generalizzato peggioramento delle condizioni di studio in una università controriformata dalle varie leggi e leggine che ne hanno ridisegnato struttura e compiti, a cominciare dalla cosiddetta "autonomia'' finanziaria, didattica e organizzativa, portandola verso una privatizzazione sempre più aperta e rendendola funzionale al federalismo. Infatti, il "centro sinistra'' al potere da cinque anni, ha iniziato "in punta di piedi'' ma poi ha completato il suo progetto, non lontano da quello del "centro destra'', avanzando come uno schiacciasassi sulle conquiste democratiche e progressiste ottenute con le grandi stagioni di lotta degli anni Sessanta e Settanta che cancellarono l'università selettiva e meritocratica e favorirono l'accesso all'università ai figli delle masse proletarie e popolari. Anche se il "diritto allo studio per tutti'' non si è mai realizzato.
Sotto l'impulso dei ministri Luigi Berlinguer (DS) prima e Ortensio Zecchino (ex PPI, da poco uscito dal governo Amato per intrupparsi col partito dei democristiani D'Antoni e Andreotti) poi, gli atenei del nostro Paese hanno conosciuto una profonda trasformazione che, spacciata per "rinnovamento'', in realtà costituisce un adeguamento dell'università alle nuove esigenze del capitalismo e dell'imperialismo italiano ed europeo.
Un nero disegno completato, sul finire dell'anno Duemila, dall'approvazione della cosiddetta riforma del "3+2'' dei corsi di laurea, di fatto un'autentica restaurazione dell'università d'élite imperante prima della Grande Rivolta del Sessantotto.
Se i governi dell'Ulivo hanno fatto la parte del leone, non da meno è stato il "centro destra'' che ha avallato in parlamento diversi progetti e quando gli ha votato contro è stato solo perché Berlusconi, Bossi e Fini non li consideravano sufficientemente funzionali alla seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista.
Noi riteniamo che entrare negli "organi di governo'' universitari, sia a livello di ateneo sia a livello nazionale come nel caso del fallimentare Cnsu (Consiglio nazionale degli studenti universitari), non porta alcun beneficio al movimento studentesco. Viceversa, un alto astensionismo (non voto, voto nullo o bianco) alle imminenti elezioni rappresenterà un'inequivocabile delegittimazione di chi vorrebbe carpire un consenso di massa, una ratifica indiretta, ai progetti controriformatori.
La potente arma elettorale dell'astensionismo va inquadrata nella battaglia strategica per l'università pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti. Ciò significa che devono essere istituiti nuovi organi di governo degli atenei in cui le studentesse e gli studenti siano la maggioranza e che dispongano di poteri vincolanti. Ne devono far parte anche i rappresentanti del personale docente e non docente, come minoranza. Tutti i membri devono essere eletti dalle rispettive Assemblee generali che potranno revocarli in qualsiasi momento. Le Assemblee generali devono ispirarsi ai principi della democrazia diretta.
Questa battaglia non va separata dalle lotte studentesche per i problemi immediati. A tal fine proponiamo di utilizzare la piattaforma del Nuovo Programma d'azione del PMLI che contiene ben 588 rivendicazioni a favore del proletariato e delle masse popolari, giovanili e femminili, di cui 32 sono dedicate all'università. Per esempio, abolire le tasse universitarie, i "crediti formativi'', il numero chiuso e ogni altra limitazione per gli accessi e il proseguimento degli studi.


Partito marxista-leninista italiano


Firenze, 5 marzo 2001