OLTRE UN MILIONE DI LAVORATORI IN PIAZZA
Pieno successo degli scioperi regionali di 4 ore. Oltre l'80% dei lavoratori ha incrociato le braccia
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IL PMLI A PALERMO, NAPOLI, ROMA, FIRENZE, PONTEDERA, CESENA, FORLI', MILANO, VERCELLI E BIELLA CHIEDE CON FORZA LO SCIOPERO GENERALE E DI BUTTAR GIU' IL NEODUCE BERLUSCONI
Si sono conclusi con pieno successo gli scioperi generali a livello regionale di quattro ore. Dopo quelli del 14 gennaio in Puglia e del 25 in Friuli, Marche, Abruzzo, Calabria e Sardegna, c'è stata l'ondata finale tra il 29 gennaio e il 1° febbraio.
Nel giro di questi quattro giorni sono scesi in piazza oltre un milione di lavoratrici e lavoratori, mentre l'adesione allo sciopero ha toccato l'altissima quota media dell'80% con punte del 90, 95 e anche 100% in talune fabbriche e aziende.
29 gennaio, manifestazioni in Piemonte: Torino, Biella (vedere servizio a parte), Vercelli (vedere servizio a parte), Alessandria, Asti, Novara, Verbania; Val d'Aosta; Lombardia: Milano, Bergamo (con lancio di uova alla sede della Confindustria), Brescia, Monza, Legnano, Lecco, Como, Varese, Cremona, Mantova; Alto Adige; Emilia-Romagna: Bologna, Forlì (vedere servizio a parte), Cesena, Ravenna, Modena, Rimini, Ferrara, Piacenza, Imola, Reggio Emilia, Parma; Toscana: Firenze (vedere servizio a parte), Pontedera (vedere servizio a parte), Prato, Pistoia, Livorno, Piombino, Massa Carrara, Lucca, Arezzo, Siena; Campania: Napoli (vedere servizio a parte), Benevento, Caserta, Salerno, Avellino; Basilicata: Potenza, Matera e Melfi.
31 gennaio, manifestazioni in Lazio: Roma (vedere servizio a parte), Frosinone, Viterbo, Latina; Umbria: Perugia, Terni.
1° febbraio, manifestazioni in Sicilia: Palermo (vedere servizio a parte), Trapani, Agrigento, Gela, Enna, Ragusa, Siracusa, Catania, Messina; Molise: Campobasso, Isernia; Liguria: Genova, Imperia, Savona, La Spezia; Trentino; Veneto: Mestre, Verona, Treviso, Padova.
I più grandi cortei si sono registrati a Milano, Torino e Bologna con 50mila presenze, ma erano 40mila a Firenze e a Napoli, 20mila a Roma e a Palermo. Si sono visti tantissimi giovani, molte donne operaie e lavoratrici assai combattive, tanti lavoratori provenienti da fabbriche in crisi e da aziende, anche della "new economy'', in cui i posti di lavoro sono a rischio.
Motivo unificante della protesta l'opposizione all'attacco che il ministro leghista del Welfare, il rinnegato Roberto Maroni, ha sferrato all'articolo 18 dello "Statuto dei lavoratori'', ma più in generale di 8 ore il No all'intera politica previdenziale, del lavoro e fiscale del governo del neoduce Berlusconi.
In piazza si sono visti tanti lavoratori come non accadeva da 8 anni circa, dall'epoca del primo governo Berlusconi. E come allora tanta era la rabbia, l'insoddisfazione, la voglia di battersi per difendere i diritti non ancora cancellati dalle varie offensive padronali e governative e riprendere invece ad avanzare verso nuove conquiste che migliorino le condizioni economiche e di lavoro della classe operaia e dei lavoratori tutti.
Sbocco naturale di questa lotta e di questa volontà sarebbe certamente lo sciopero generale di 8 ore di tutte le categorie con manifestazione a Roma, rivendicazione posta con forza dai lavoratori più avanzati e combattivi e sostenuta con coerenza e coraggio nelle piazze dal PMLI. Ma le direzioni dei sindacati confederali da questo orecchio non ci sentono e pur avendo in mano il pallino del gioco, continuano a tenere basso il livello dello scontro, provando a depotenziare la crescente protesta delle masse lavoratrici e popolari, mentre sottovalutano colpevolmente il ruolo nefasto del governo del piduista di Arcore. Non a caso hanno firmato un accordo insoddisfacente per il Pubblico impiego e immediatamente revocato lo sciopero del 15 febbraio che si preannunciava come il più grande della storia di tale categoria.
Ignorano, fanno finta di ignorare, Cofferati, Pezzotta e Angeletti, la piena disponibilità alla battaglia espressa dagli scioperanti, dalle Alpi alla Sicilia, e non solo da parte di quelli appartenenti alla Cgil, ma anche alla Cisl e alla Uil. Di Berlusconi, gli operai, e i lavoratori, i disoccupati e la massa dei pensionati, nonché gli studenti in lotta, non ne possono davvero più e non aspettano altro che di alzare il tiro verso Palazzo Chigi.
Ciò è confermato anche dal felicissimo, rosso incontro nelle piazze tra il nostro Partito e i lavoratori. Abbiamo potuto rilevare in tante città che c'è una crescente sintonia di classe tra il PMLI e una parte rilevante di operai e lavoratori, sia sul piano delle rivendicazioni immediate, sull'art.18, sulle pensioni e sul fisco, sul rinnovo dei contratti, sia nell'indicazione politica e strategica che occorre buttare giù il neoduce Berlusconi.
Il PMLI ha partecipato con propri militanti, simpatizzanti e amici alle manifestazioni di Palermo, Napoli, Roma, Firenze, Pontedera, Cesena, Forlì, Milano, Vercelli e Biella, spesso risultando l'unico Partito ufficialmente in piazza al fianco degli scioperanti. Sono stati tenuti alti i cartelli del PMLI con i manifesti che chiedono lo sciopero generale nazionale e la manifestazione a Roma e quelli che invitano a buttare giù Berlusconi. Questi cartelli cosiccome le bandiere dei cinque maestri e del Partito, sono stati mostrati fin sotto i palchi da cui gli oratori sindacali tenevano i comizi nelle varie città. In taluni casi, come a Palermo, Roma e Firenze, i nostri compagni e soprattutto le nostre combattive ed eroiche compagne hanno alzato Il Bolscevico. Una giovane lavoratrice milanese, ripresa anche dalla tv, ha tenuto alto in piazza Duomo il volantino del PMLI sull'articolo 18 proprio davanti al palco. A Napoli operai e lavoratori si sono uniti alla delegazione del nostro Partito nel chiedere a gran voce al capo della Cisl Pezzotta di decidersi a proclamare lo sciopero generale di tutte le categorie e a smettere di tergiversare e ingannare i lavoratori.
Quasi ovunque la diffusione de Il Bolscevico ha fatto registrare ottimi risultati e spesso i manifestanti hanno pagato più del prezzo dovuto il nostro giornale.
Stampa e televisioni, sia a livello regionale che nazionale, hanno riportato belle immagini e in qualche caso splendidi primi piani del PMLI in azione con le sue insegne e con la sua sfida anticapitalista e antifascista al governo del neoduce Berlusconi, cosa rara e inaspettata.
Nei ringraziamenti tempestivamente inviati alle nostre compagne e ai nostri compagni scesi in piazza, la Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI ha scritto tra l'altro che: "I dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi non finiranno mai di ringraziarvi per questo ulteriore servizio reso al Partito, al proletariato e al socialismo... Crescendo l'odio e la combattività delle masse contro il governo Berlusconi e di fronte allo sfaldamento dell'Ulivo e dei DS e alla inerzia di Rifondazione, sicuramente cresceranno i consensi, la fiducia e le adesioni verso il PMLI''.
Citazione particolare hanno meritato le nostre compagne che, partecipando in maniera attiva e proficua alle manifestazioni di piazza, hanno confermato che "possono fare tutto ciò che fanno i compagni e che non c'è impresa e ruolo che esse non possono compiere, e con successo''.

6 febbraio 2002