Un'arma di pressione verso l'Onu
REPUBBLICANI E DEMOCRATICI USA DANNO IL VIA LIBERA ALL'HITLER DELLA CASA BIANCA PER ATTACCARE L'IRAQ
D'accordo anche la senatrice democratica Hillary, moglie di Clinton
BUSH: "IL VOTO DEL CONGRESSO E' UN CHIARO MESSAGGIO AL MONDO E A BAGHDAD''

Mentre i caccia angloamericani moltiplicano gli interventi nelle due "no fly zone'', le due zone di interdizione al volo nel nord e nel sud dell'Iraq imposte dall'imperialismo a Baghdad dopo l'aggressione del '91, e il comando americano che si occupa di logistica e trasporti lancia un bando per il noleggio di navi civili per trasportare carri armati, cingolati e container dai porti americani e europei verso le basi Usa nel Golfo Persico il presidente Bush incassa il primo via libera per attaccare Saddam da parte del Congresso. La risoluzione voluta dall'Hitler della Casa Bianca è approvata il pomeriggio del 10 ottobre dalla Camera e poche ore dopo dal Senato col voto congiunto dei parlamentari repubblicani e democratici.
Con 296 voti a favore e 133 contrari la Camera autorizza Bush a "impiegare le forze armate nei modi che riterrà necessari e opportuni al fine di difendere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti nei confronti della minaccia costituita dall'Iraq e di imporre il rispetto di tutte le decisioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu''. La risoluzione appoggia gli sforzi diplomatici della Casa Bianca ma non vincola il presidente alle decisioni dell'Onu, anzi gli permette di agire anche senza il consenso delle Nazioni Unite, basta che avvisi il parlamento 48 ore prima di qualsiasi azione militare contro Baghdad e riferisca ogni 60 giorni sull'andamento della guerra. Il successo di Bush alla Camera era scontato non solo per la maggioranza in mano ai repubblicani ma anche perché alla stesura del testo definitivo aveva partecipato anche il capogruppo dei democratici, Dick Gephardt, garantendo l'appoggio di una parte del proprio gruppo. Più della metà dei democratici voteranno contro, e con loro anche 6 repubblicani, ma il risultato a favore di Bush resta ampio.
Al Senato l'apporto dei democratici, che per un solo voto hanno la maggioranza, è stato determinante. Il capogruppo democratico, Tom Daschle, affermava che "poiché il testo è stato migliorato (Bush voleva carta bianca dal Congresso e mano libera per colpire in tutta la regione mentre il testo varato gli chiede di tornare a riferire all'assise e `limita' la sua azione all'Iraq, ndr), siccome credo che Saddam Hussein rappresenti una minaccia reale, e sono convinto che in questo momento critico l'America debba parlare con una voce sola, voterò per dare al presidente l'autorità di cui ha bisogno''. Il sostegno annunciato da Daschle si è espresso su una mozione per accorciare i tempi del dibattito, approvata con 75 voti a favore e 25 contrari, e nella bocciatura di un emendamento proposto da un senatore democratico che voleva limitare a due anni i poteri di guerra di Bush. Sul testo della risoluzione i voti a favore sono stati 77, 23 i contrari.
Tra i due terzi dei parlamentari democratici che hanno votato a favore di Bush vi sono il senatore John Kerry del Massachussets, dato come uno dei possibili candidati alle presidenziali del 2004, e la senatrice Hillary Rodham Clinton. L'ex presidente Clinton aveva pubblicamente appoggiato le inziative belliciste di Bush, pur sostenendo la necessità di coprirle col cappello dell'Onu. La moglie Hillary spiega il suo voto favorevole dicendo che "un sostegno bipartisan al documento aumenta le possibilità di successo del presidente all'Onu, e quindi meno probabile l'ipotesi di una guerra''. Una dichiarazione ipocrita dato che Bush manda avanti comunque i preparativi di guerra e la risoluzione votata gli dà il mandato di agire anche senza il consenso dell'Onu; per protesta alcuni pacifisti democratici dopo il voto hanno occupato per diverse ore lo studio di Hillary a Manhattan.
E' vero invece che il voto del Congresso americano rafforza la posizione di Bush e fornisce all'Hitler della Casa Bianca un'arma di pressione aggiuntiva sull'Onu. Lo aveva confessato lo stesso Bush sostenendo che in qualità di capo delle Forze armate aveva già tutta l'autorità per "difendere'' gli Usa e il consenso del Congresso gli serviva solo per presentare la sua posizione all'Onu come quella di tutti gli americani. E appena incassato il via libera dal parlamento Bush ha subito dichiarato che "i giorni in cui l'Iraq poteva agire come uno Stato-canaglia sono contati'', perché "il voto del Congresso è un chiaro messaggio al mondo e a Baghdad''; un messaggio anche per l'Onu che adesso, sostiene Bush, deve "affrontare la minaccia in modo frontale e definitivo'', ovvero sostenere l'imperialismo americano nel progetto di aggredire l'Iraq, spodestare Saddam e mettere le mani sul petrolio iracheno.

16 ottobre 2002