VARATA LA FINANZIARIA PER GLI EVASORI
Tagli a sanità, scuole e pubblica amministrazione
LE MASSE, SPECIE QUELLE DEL SUD, DOVRANNO STRINGERE LA CINGHIA

Che tipo di legge finanziaria è quella approvata dalla maggioranza berlusconiana? Una delle peggiori, se non la peggiore in assoluto che si ricordi, per il metodo adottato dal ministro dell'economia Tremonti nella fase della elaborazione e della discussione, per i contenuti e per la filosofia politica che la contraddistinguono.
è una Finanziaria che ha al suo centro la difesa del malaffare economico e degli interessi mafiosi, di cui il presidente del Consiglio in carica è un rappresentante di primo piano. Ciò attraverso una lunga lista di condoni, 12 per l'esattezza, che permetteranno agli evasori fiscali e agli esportatori illeciti di capitali all'estero di mettersi in "regola" a buon mercato e di evitare guai giudiziari, salvo che per le liti pendenti. Non è una amnistia totale ma poco ci manca. Qui siamo perfettamente in linea con le "leggi vergogna" sul falso in bilancio, le rogatorie internazionali, il legittimo sospetto e con quella presentata alla Camera per ridurre le pene ai bancarottieri fraudolenti.
è una Finanziaria di stampo liberista e antisociale giacché contiene vari provvedimenti, compresi quelli relativi al taglio dei finanziamenti alle regioni e agli enti locali, che colpiscono sanità e assistenza sociale, scuola, università, ricerca, la pubblica amministrazione in generale.
E' una Finanziaria recessiva e antimeridionale, priva di misure serie e adeguate a sostegno dell'occupazione, dello sviluppo del Sud, dei redditi dei lavoratori erosi dall'inflazione crescente; che di fatto ignora la grave crisi industriale in atto nel Paese che investe in particolare le grandi aziende, Fiat, Cirio e Piaggio per citare qualche nome, con 300 mila posti di lavoro a rischio; che non interviene davvero per contenere il forte rincaro della vita registratosi nell'anno passato, costato secondo l'Istat 750 euro in più per famiglia, e che si prevede proseguirà nel 2003 specie per i generi di più largo consumo e l'aumento delle tariffe dei servizi pubblici; che attua in modo programmatico il taglio dei salari imponendo per il rinnovo dei contratti un tasso d'inflazione all'1,4% per il 2003, meno della metà di quello reale.
è una Finanziaria bugiarda nelle cifre e sulle previsioni macro-economiche su cui poggia, che non convincono nemmeno il Fmi e la Ue, riguardo all'andamento del debito pubblico, del prodotto interno lordo, dell'inflazione, riguardo alle previsioni delle entrate dello Stato, che già quest'anno hanno segnato un sensibile calo, che fanno prevedere per i prossimi mesi un peggioramento di tutti questi indicatori, specie se scatterà, come sembra probabile, l'aggressione imperialista all'Iraq, con le conseguenze concrete, per le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari che si possono immaginare. Non deve essere un caso se Berlusconi, nella sua conferenza stampa di fine anno a reti quasi unificate, è tornato a parlare di "riforma" delle pensioni, ossia del peggioramento ulteriore della normativa vigente e del taglio della spesa pensionistica.
E' una Finanziaria per certi versi ingannatoria e demagogica: la promessa del neoduce di Arcore di avviare la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, una magaspeculazione edilizia e finanziaria di circa 9 mila miliardi di vecchie lire, inutile, dannosa e pericolosa, non ha niente a che fare con una seria politica di sviluppo economico, infrastrutturale, produttivo e occupazionale del Sud; la prima parte della "riforma" dell'Irpef (imposta sui redditi delle persone fisiche) che andrà studiata nei minimi particolari, a prima vista contiene degli sgravi minimi per i redditi fino a 25 mila euro che in parte erano dovuti in base alle misure approvate dal precedente governo di "centro-sinistra", che non coprono nemmeno il potere d'acquisto perso a causa del rincaro del costo della vita e non costituiscono certo un incentivo alla ripresa dei consumi e quindi dell'economia.
Quella di Berlusconi, infine, è la Finanziaria che non rispetta gli accordi presi con le regioni, le quali, fatto senza precedenti, hanno presentato ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) contro il decreto "taglia-spese" nel quale, improvvisamente, è stato introdotto un pesantissimo taglio del 15% alle spese sanitarie. Non rispetta nemmeno il famigerato "patto per l'Italia" firmato da Cisl e Uil, ma non dalla Cgil, in quanto riduce i già miseri stanziamenti che esso prevedeva per la "riforma" degli ammortizzatori sociali, per lo sviluppo del Sud e per i contratti del pubblico impiego.

20 MILIARDI DI EURO E FORSE DI PIU'
C'è chi dice che il testo originario della manovra economica composto da 46 articoli, varato dal governo il 30 settembre, era peggiore di quello approvato il 21 e il 23 dicembre dal Senato e dalla Camera, cresciuto fino a 95 articoli. Non è così! Se è vero infatti che nel corso della discussione, a causa delle proteste provenienti da varie parti, ivi compresa la clamorosa decisione dei rettori dell'università di dimettersi in blocco, il governo è stato costretto a introdurre dei ritocchi sugli incentivi alle imprese che investono e che assumono e sui finanziamenti per la ricerca scientifica, è altrettanto vero che contemporaneamente sono cresciuti i condoni fiscali presentati.
Anche in questa circostanza il governo Berlusconi ha tenuto un atteggiamento presidenzialista e decisionista, di totale disprezzo delle prerogative del parlamento. Basti dire che l'autore della Finanziaria, il ministro Tremonti, non si è fatto praticamente vedere nelle aule parlamentari. All'opposizione parlamentare di "centro-sinistra" che aveva minacciato di fare ostruzionismo, ma poi senza spiegarne i motivi non l'ha fatta, non è stato concesso nulla, e dei 7 mila emendamenti presentati non ne è passato nemmeno uno. A riprova di ciò, il neoduce Berlusconi ha già annunciato che per il prossimo anno vuole eliminare del tutto la discussione parlamentare, presentando una Finanziaria immodificabile da approvare o respingere in blocco.
Nonostante le numerose modifiche introdotte, sostengono i rappresentanti della maggioranza berlusconiana, le dimensioni economiche della Finanziaria non sono mutate: 20 miliardi di euro, di cui 8 miliardi di condoni fiscali e sanatorie varie, 8 di tagli alla spesa pubblica e altri 4 miliardi di cartolarizzazioni. Cifre false e aleatorie! Infatti nel conto complessivo non possono non essere considerati il decreto "taglia spese", varato dal governo mentre era in discussione la manovra economica per il 2003, che aumenta non di poco l'ammontare del taglio alla spesa pubblica, e il "decreto di Natale", varato dopo qualche giorno l'approvazione della Finanziaria, che aggiunge o modifica alcuni capitoli relativi alle entrate appena licenziati in parlamento. Molto dubbie le previsioni per le entrate derivanti dai condoni fiscali, un po' perché solo a consuntivo si potrà vedere se vi sono state le previste adesioni alle sanatorie, un po' perché già diversi presidenti regionali e i sindaci di grandi città hanno affermato che non attueranno i condoni che loro competono sui tributi locali (Ici, bollo auto, tassa rifiuti solidi urbani) evasi.

I CONDONI
Il "pezzo forte" di questa Finanziaria, lo ripetiamo, sono i condoni per gli evasori fiscali, a partire da quello chiamato significativamente "tombale", dal momento che la definizione automatica per gli anni pregressi riguarda tutte le imposte concernenti dichiarazioni fino al 31 ottobre 2002. La sanatoria prevede il pagamento di una maggiorazione del 18% sulle imposte versate ogni anno: la percentuale scende al 16% e al 13% se si erano versati più di 10 o 20 mila euro di imposta (da notare che in prima battuta queste percentuali di penalizzazione erano al 20, 18 e 15%). Per l'Iva invece l'importo dovuto è pari al 2% dell'imposta relativa alle operazioni imponibili effettuate e al 2% dell'imposta detraibile nello stesso periodo (anche in questo caso si cala all'1,5 e all'1% se si superano i 200 e i 300 mila euro). La sanatoria è esclusa per gli evasori fiscali totali. La richiesta di condono evita futuri accertamenti e, in molti casi, mette al riparo chi ha compiuto reati fiscali dalla denuncia penale.
Il Concordato è un altro aspetto importante di questo capitolo. Il suo raggio d'azione è concentrato sulle imprese e sui lavoratori autonomi più piccoli (fino a 5.164 milioni di euro contro i 10 milioni precedenti). Estesi gli effetti fino al 31 ottobre 2002. Si agirà con meccanismi di autoliquidazione senza invio di lettere da parte del Fisco, come è avvenuto nel passato. Per il 1997 basterà versare 300 euro entro il 20 giugno 2003. Per gli anni successivi, gli importi non possono essere inferiori a 600 euro e a 1.500 euro in base alle risultanze degli studi di settore. Le maggiori imposte dovute sono ridotte del 50% se superano i 5.000 euro per le persone fisiche e i 10.000 euro per le società.
C'è poi l'Integrativa semplice ossia la regolarizzazione che si ottiene presentando una dichiarazione integrativa entro il 18 marzo 2003. Consente di sanare le imposte sui redditi, le addizionali, l'Iva, l'Irap e i contributi previdenziali. La sanatoria si perfeziona versando le imposte dovute in base alle disposizioni vigenti in ciascun periodo sempre entro il 16 marzo (i valori che superano i 2.000 euro per le persone fisiche e i 15.000 euro per le società potranno però essere versati entro il 30 settembre).
Di rilievo anche il condono sulle scritture contabili e lo "scudo fiscale" confermato per la seconda volta. Viene estesa alle società la possibilità di sanatoria per i capitali esportati illegalmente, ma è scomparsa l'imposta del 2,5% sul valore delle attività che si fanno emergere. Le imprese possono regolarizzare le attività detenute all'estero, iscrivendole nel bilancio chiuso il 31 dicembre 2002, pagando un'imposta sostitutiva del 15%. Per le persone fisiche è prevista la proroga al 30 giugno 2003 con la tassazione del 2.5% fino al 16 marzo 2003 (grazie al decreto di "Natale"). Dopo tale data sale al 4%.
La decisione di utilizzare i condoni per i tributi locali spetta alle regioni, alle province e ai comuni. Intanto sono stati loro ridotte drasticamente le risorse statali.
Altri condoni sono legati al mancato pagamento del canone Rai, alle multe per affissione illecita di manifesti politici, alle liti fiscali, e alle evasioni dell'imposte di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e le donazioni.
E' un affronto a chi le tasse le paga, in primis ai lavoratori dipendenti, ai quali il prelievo viene effettuato mensilmente e direttamente dalle buste paga; è un vergognoso incitamento (istituzionale) ai grossi contribuenti a proseguire e ad ampliare l'evasione fiscale e previdenziale.

SANITA', SCUOLA, RICERCA
Nella Finanziaria di Berlusconi per i fondamentali settori della sanità, della scuola e della ricerca ci sono solo tagli alla spesa, riduzione del personale, aumento delle tasse e un'evidente volontà di smantellare il pubblico per favorire il privato. Insomma, niente "Stato sociale", nessuna gestione pubblica dei servizi, tutto deve essere dato al mercato.
Un attacco questo che, lo abbiamo già detto, passa anche in larga parte dal taglio dei fondi e dall'inasprimento dei vincoli di bilancio alle regioni e agli enti locali. Le proteste delle giunte regionali e comunali sia di "centro-sinistra" che di "centro-destra" non sono state sufficienti per ottenere da Tremonti il dovuto e il pattuito. I 164 milioni di euro messi in Finanziaria per le regioni all'ultimo tuffo sono insufficienti. Mancano ben 480 milioni a quanto accordato dal governo nella Conferenza Stato-regioni dell'8 agosto dell'anno scorso. Soldi che dovevano arrivare entro il 2002. Non ci sono i fondi per mettere in sicurezza il territorio, c'è un taglio alla legge dell'assistenza, non c'è un euro per la politica della casa. Inoltre con una circolare ministeriale di applicazione del decreto "taglia spese" è stato imposto alle Asl di fare risparmi fino al 15% entro il 2002 (sic!).
Le misure del governo in materia di sanità comportano, in sintesi, il taglio di migliaia di posti letto, la chiusura di centinaia di piccoli ospedali, la reintroduzione in forma stabile dei ticket sanitari, l'aumento della compartecipazione alle spese per i farmaci, vincoli ai medici per le prescrizioni e sanzioni per i dirigenti che sforano i sempre più magri budget di spesa, il pagamento di una sostanziosa franchigia (50 euro) per avere diritto alla cure termali, il blocco delle assunzioni di personale, un insufficiente stanziamento per rinnovare il contratto nazionale di lavoro di categoria, il mancato adeguamento del Fondo sanitario nazionale giù sottostimato di 15 miliardi di euro.
Sulla Scuola. Dietro l'asettico titolino "Misure di razionalizzazione in materia di organizzazione scolastica" si nasconde un taglio di oltre 1.000 milioni di euro di cui 600 in Finanziaria, e un piano gigantesco di licenziamenti. La riduzione degli organici prevista, anche in conseguenza dell'obbligo delle 18 ore settimanali per tutte le cattedre, secondo la Cgil si aggira sui 40 mila docenti e 35.000 unità del personale tecnico amministrativo. Alla fine i tagli occupazionali complessivamente dovrebbero salire a 100.000. Calano le attenzioni e le risorse per il sostegno agli alunni disabili. Eliminati i finanziamenti per l'aggiornamento professionale degli insegnanti. Solo una manciata di milioni per i lavori di ristrutturazione e di adeguamento degli edifici scolastici, in gran parte fatiscenti e privi delle necessarie misure di sicurezza. Diversa l'attenzione per le scuole private. Già nel 2002 hanno ricevuto 535 milioni di euro. Ai quali Berlusconi e la Moratti aggiungono 90 milioni di euro da dare, ogni anno fino al 2005, agli alunni che frequentano gli istituti scolastici privati.
Per Università e ricerca è lo stesso. Nonostante la clamorosa protesta messa in atto dai rettori, nonostante la contestazione studentesca la Finanziaria non stanzia nemmeno gli stessi soldi del fondo ordinario per l'università del 2002, sufficienti appena per la sopravvivenza, limita solo il taglio precedentemente preventivato. Non può meravigliare perciò se il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) rischia la paralisi e se i ricercatori italiani più preparati e promettenti emigrano verso gli Usa e altri paesi europei.
Sulle pensioni nella Finanziaria non ci sono tagli. Ma è bene ricordare che il governo ha in mano una legge delega che, tra le altre cose, prevede un taglio (devastante per le casse dell'Inps) di 5 punti dei contributi previdenziali alle imprese per i neoassunti.

IRPEF, IRPEG E IRAP
Sul primo modulo approvato nella Finanziaria per la nuova Irpef, spacciato da Berlusconi come una rilevante riduzione delle tasse sulle retribuzioni medio-basse, torneremo sopra con un articolo di approfondimento specifico. Ma da subito si può dire che si tratta, eventualmente, di mini-sgravi: che non sono sufficienti nemmeno per coprire i rincari avvenuti e che verranno e l'aumento della spesa sanitaria e assistenziale a carico delle famiglie; che sono stati attuati cancellando alcuni vantaggi varati dal precedente governo Amato; che non contengono alcun meccanismo per annullare gli effetti del fiscal-drag (che gonfia le tasse per trascinamento a causa dell'inflazione). Inoltre va detto che il governo intende completare la "riforma" Irpef con un secondo modulo di modifica delle aliquote fiscali con grandi risparmi per i redditi alti e altissimi.
Per i padroni. C'è la riduzione dell'Iperg (imposta sulle persone giuridiche) che passa da 36 a 34% dal primo gennaio 2003. Ci sono un alleggerimento e delle facilitazioni sull'Irap (imposta regionale sulla attività produttive). Per le imprese con un fatturato fino a 400.000 euro, una deduzione di 2.000 euro per dipendente fino a un massimo di cinque. Viene anche aumentata a 7.500 euro la deduzione forfettaria prevista per le piccole imprese. Inoltre, c'è la possibilità di mettere fuori dalla base imponibile le borse di studio e i contratti di formazione.
A ciò vanno aggiunti 376 milioni di euro previsti a carico del Fondo per l'occupazione per finanziare le proroghe o le concessioni di trattamenti di casa integrazione, di mobilità e di disoccupazione speciale, nell'ambito della gestione di crisi occupazionale, come nel caso della Fiat. E la proroga fino al 2006 del credito d'imposta per i nuovi assunti, ridotto però a 100 euro, che sale a 150 per gli ultracinquantenni e a 300 nelle aree depresse non solo del Sud.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Cala pesante la scure sulla pubblica amministrazione. Nel 2003 scatterà il blocco del turn-over, anche se con alcune deroghe. Previsto un maggior ricorso alla mobilità. Prevista inoltre una stretta con punte del 10% sulle uscite dei ministeri ed enti previdenziali e la soppressione di enti pubblici e agenzie ministeriali ritenuti "inutili". Mentre non è scritta la copertura economica dell'accordo sottoscritto con i sindacati il 4 febbraio 2002 per il rinnovo di contratti nazionali di lavoro dei pubblici dipendenti pari a 238 milioni di euro.
Anche in questa circostanza Berlusconi e il suo fiscalista-ministro Tremonti in parlamento hanno fatto ciò che hanno voluto, avendo a disposizione una larga maggioranza parlamentare che obbedisce a bacchetta (UDC compresa). A maggior ragione il rifiuto e l'opposizione dei lavoratori, pensionati, studenti medi e universitari. donne, giovani, masse popolari del Sud a questa finanziaria e alla politica economica e sociale che contiene non possono che essere espressi nelle piazze utilizzando tutte le forme di lotta necessarie, fino allo sciopero generale nazionale di tutte le categorie, di cui la proclamazione dello sciopero nazionale dell'industria proposta dalla Cgil a Cisl e Uil, che noi appoggiamo, non può che essere un primo momento.