Per le indagini scientifiche e il controllo del territorio nasce la Dac
Varata la superpolizia

Il controllo poliziesco sul Paese è sempre più capillare e asfissiante. Il 24 marzo il Consiglio dei ministri ha varato un decreto col quale dà vita a una nuova struttura poliziesca, una vera e propria superpolizia di 2.000 uomini specializzati in compiti di intelligence e di controllo del territorio in grado di operare in tutta la Penisola.
La nuova struttura si chiama Dac (Direzione anticrimine centrale della polizia di Stato), e riunisce tre servizi di polizia già esistenti: lo Sco (Servizio centrale operativo, già tristemente noto per la mattanza alla scuola Diaz durante il G8 di Genova), la polizia scientifica e il controllo del territorio. A dirigerla è stato nominato l'ex questore di Roma, Nicola Cavaliere. Formalmente la Dac si dovrebbe occupare della grande criminalità organizzata, grandi reati, serial killer, ecc. Ma c'è già chi individua il modello ispiratore di questa superpolizia nell'Fbi americana, il potentissimo servizio segreto federale i cui superpoteri, che spaziano in tutti i campi, dai crimini comuni ai reati finanziari, fino all'immigrazione e ai reati politici, ne fanno quasi uno Stato nello Stato.
Cavaliere nega questo parallelo, sostenendo che la Dac non opererà in piena autonomia ma in coordinamento con le squadre mobili locali, e che per i reati politici, in particolare il terrorismo, c'è già l'Ucigos che se ne occupa. Ma dove stia esattamente il confine operativo di questa superpolizia è cosa che non è dato sapere con chiarezza.
Per esempio, tra le altre cose, si parla di un corpo di uomini in divisa e non in divisa specializzati in operazioni di "setacciamento", che potranno essere impiegati per perquisizioni a tappeto, per isolare interi quartieri, per operazioni che in generale richiedono l'impiego di ingenti forze. Come già sta avvenendo per esempio a Napoli e in Sicilia. In altre parole in vere e proprie operazioni paramilitari di "controguerriglia" urbana.
In previsione di che? è piuttosto inquietante che per combattere la criminalità, per quanto organizzata possa essere, si attrezzi un'apposita superforza di polizia in grado di circondare, assediare e rastrellare interi quartieri popolari. Come se la criminalità si combattesse colpendo nel mucchio gli abitanti dei quartieri più poveri e degradati solo perché al loro interno possono vivere o nascondersi singoli delinquenti. In ultima analisi è la stessa logica con cui gli imperialisti Usa e israeliani distruggono interi quartieri e perfino intere città con la scusa di dare la caccia ai terroristi.

6 aprile 2005