Fini: "è una vittoria storica della destra''
DESTRA E "SINISTRA'' DEL REGIME VARANO L'ESERCITO PROFESSIONALE INTERVENTISTA
Abolita la leva obbligatoria
L'ITALIA DELL'ULIVO è PRONTA A INTERVENIRE OVUNQUE GLI "INTERESSI NAZIONALI'' E LA NATO SIANO MESSI IN DISCUSSIONE
Il 24 ottobre il parlamento nero ha approvato in via definitiva la legge che abolisce la leva obbligatoria e istituisce l'esercito professionale interventista. A mettere l'ultimo timbro a questo provvedimento invocato da decenni dalla destra fascista e militarista è stato il Senato quasi all'unanimità, dopo che aveva già passato l'esame della Camera il 14 giugno scorso. Hanno votato a favore sia la maggioranza di "centro sinistra'', che lo aveva presentato in parlamento nel settembre dello scorso anno col primo governo del rinnegato e guerrafondaio D'Alema, sia la coalizione di "centro destra'', che ne rivendica orgogliosamente la primogenitura storica e morale. Il PRC ha votato contro, mentre Verdi e PdCI si sono ipocritamente astenuti.
La legge pianifica la progressiva trasformazione, da qui al 2007, dell'attuale esercito basato sulla coscrizione obbligatoria in un esercito su base volontaria mercenaria, coerentemente con l'obiettivo strategico di trasformare le nostre Forze armate da strumento di difesa territoriale da eventuali aggressioni esterne, quali erano state previste dalla Costituzione, a strumento di difesa degli "interessi nazionali'' e delle alleanze di cui l'Italia fa parte, in qualunque area geografica questi siano ritenuti minacciati. Un esercito, come ebbe a dire l'ex ministro della Difesa del primo governo D'Alema, Scognamiglio, che tenne a battesimo il provvedimento, che passa "da una configurazione statica a una funzione più dinamica di proiezione esterna''.
Questo principio interventista e guerrafondaio è stato esplicitamente codificato a cappello della nuova legge laddove, all'articolo 4, si afferma che le Forze armate hanno il compito di "operare al fine della realizzazione della pace e della sicurezza, in conformità alle regole del diritto internazionale (quali? ndr) e alle determinazioni delle organizzazioni internazionali delle quali l'Italia fa parte''. Inoltre all'articolo 5 si afferma che le Forze armate concorrono anche "alla salvaguardia delle libere istituzioni e svolgono compiti specifici in circostanze di pubblica calamità e in altri casi di straordinaria necessità e urgenza''.
è stata dunque operata una sfacciata forzatura anticostituzionale per cambiare la natura e i compiti stessi delle nostre Forze armate in senso interventista e guerrafondaio all'esterno, e golpista e neofascista all'interno, e il colmo è che ciò è stato fatto subito dopo aver ribadito all'articolo 2 che esse sono "conformi agli articoli 11 e 52 della Costituzione'' (che stabiliscono rispettivamente il ripudio della guerra come mezzo di soluzione delle controversie internazionali e il servizio militare obbligatorio, ndr), e che il loro compito "prioritario'' (art. 3) è "la difesa dello Stato''.

UN ESERCITO DI MERCENARI
è in base a questa logica aberrante che a partire da oggi si andrà dunque a una progressiva riduzione delle chiamate alla leva e all'immissione di un numero crescente di volontari a ferma breve e prolungata, uomini e donne, fino ad arrivare tra sette anni ad un esercito di soli volontari mercenari. Gli ultimi ad essere chiamati saranno i nati entro il 1985. In questo periodo di transizione le Forze armate scenderanno dagli attuali 270 mila effettivi a 170 mila unità, ad esclusione però dell'arma dei carabinieri, della guardia di finanza e del corpo delle capitanerie di porto; ma in compenso, oltre ad essere composte di soli professionisti della guerra, saranno rimodernate e dotate dei più sofisticati sistemi d'arma, in modo da essere pronte a intervenire rapidamente ed efficacemente in qualunque scacchiere mondiale, in base alla nuova dottrina imperialista dell'interventismo "umanitario''. I costi dell'operazione sono valutati in ragione di circa 1.000 miliardi l'anno.
Per l'esattezza la leva obbligatoria non è stata formalmente abolita, ma solo "sospesa'', in quanto la sua abolizione avrebbe richiesto una legge di modifica costituzionale che, lungi dall'essere insormontabile, vista la concordia plebiscitaria sul provvedimento, avrebbe tuttavia allungato di molto i tempi di approvazione: ed è noto che l'Italia è invece ansiosa di non restare indietro e di partecipare in proprio alla corsa tra le potenze imperialiste a proiettarsi anche militarmente all'estero, approfittando delle situazioni di crisi; e poi come partner dell'imperialismo europeo partecipa allo sforzo per dotare quest'ultimo di un'adeguata capacità militare offensiva che lo renda relativamente autonomo dagli Usa e dalla Nato. Basti ricordare, in questo senso, la recente decisione di costruire la prima vera portaerei italiana, per la quale sono stati stanziati ben 4 mila miliardi, e lo stanziamento di 14 mila miliardi che il governo Amato ha parimenti deciso per la partecipazione dell'Italia alla costruzione del caccia europeo Eurofighter.
è così che calpestando ancora una volta la Costituzione, la leva è stata quindi "sospesa'' per far posto al nuovo esercito professionale, con la possibilità di ripristinarla in qualunque momento se il personale volontario dovesse risultare insufficiente, qualora - recita la legge - "sia deliberato lo stato di guerra'', oppure che "una grave crisi internazionale nella quale l'Italia sia coinvolta direttamente o in ragione della sua appartenenza a una organizzazione internazionale giustifichi un aumento della consistenza numerica delle Forze armate''. L'imperialismo italiano, insomma, vuole il suo esercito di Rambo e Rambe che sostituisca il vecchio esercito di massa, lento e inaffidabile per le nuove ambizioni interventiste e ancora troppo di estrazione popolare, ma si tiene di riserva la carta della coscrizione obbligatoria in caso di bisogno di carne fresca del popolo da mandare al macello se non gli bastasse l'esercito professionale mercenario.

TRAPPOLA PER I GIOVANI
La ferma obbligatoria per i volontari del nuovo esercito sarà breve (un anno), oppure lunga (cinque anni, riconfermabile con due ulteriori ferme di due anni). Chi sceglierà questa seconda strada avrà diritto a uno stipendio iniziale di circa due milioni, più gli "extra'' per missioni speciali all'interno e all'estero, e potrà godere, al termine del servizio, di agevolazioni per essere inserito nel personale della pubblica amministrazione, nel corpo dei pompieri, nella polizia, nei vigili urbani ecc., oltre a usufruire di un apposito ufficio di collocamento per trovare lavoro nel settore privato.
Da una parte quindi si cerca di attirare i giovani, soprattutto disoccupati, a bassa qualificazione e delle regioni del Sud, nel nuovo esercito mercenario con il miraggio di un posto di lavoro sicuro al termine del servizio, e dall'altra si pongono le premesse per una ulteriore militarizzazione della vita civile, con l'immissione massiccia di elementi fascistoidi e militaristi (chi non lo è già per costituzione lo diventerà purtroppo quasi sicuramente, si pensi a quel che succede oggi in quei corpi speciali tipo il battaglione S. Marco e i paracadutisti della Folgore) nei posti pubblici e tra le forze di sicurezza.
Esulta il "centro sinistra'', che a cominciare dal governo Prodi che l'ha riesumato in parlamento dove si era impantanato, per proseguire coi due governi D'Alema che gli hanno dato l'attuale veste e lo hanno portato decisamente avanti, fino al governo Amato che lo ha condotto al traguardo finale, rivendica il provvedimento come una "svolta storica'' (Veltroni, ndr) e una "svolta epocale, un bene per la patria e per le famiglie, un dividendo della pace dopo 50 anni'' (Mattarella, ndr).
Ed esulta anche la destra neofascista, che vede coronato un suo obiettivo storico, come non ha mancato di sottolineare il caporione di AN Fini, il quale ha giustamente ricordato che "la proposta fu presentata per la prima volta dalla destra, tanti anni fa, e fu giudicata eversiva da alcuni settori della sinistra''. "L'aspettavamo dal 1978 - ha aggiunto il suo luogotenente Gasparri - oggi fa piacere registrare le dichiarazioni dei tanti `pentiti' del Centrosinistra che, per decenni, hanno ostacolato una riforma moderna e indispensabile e che adesso accettano il nostro punto di vista''.

UN VECCHIO OBIETTIVO PIDUISTA
Esulta sicuramente anche la P2, che aveva posto già negli anni '70 l'abolizione della leva e l'esercito professionale in testa al "piano di rinascita democratica'' di Gelli, che Craxi portò concretamente avanti con i suoi governi dando fiato al risorgente imperialismo italiano, con le minacce di aggressione militare alla Libia, la costruzione dell'incrociatore "tuttoponte'' Garibaldi, l'espansionismo di stampo neocolonialista e mussoliniano verso il Mediterraneo e l'Africa. Una politica che ha avuto il suo battesimo interventista con la partecipazione dell'Italia alla guerra del Golfo nel '91, stracciando per la prima volta l'articolo 11 della Costituzione, e proseguita con altre missioni militari interventiste mascherate da "operazioni di pace'' in Somalia e in Bosnia. Una politica a cui il PMLI si è opposto e risolutamente fin dal suo primo apparire sulla scena, pagando anche con la più feroce repressione e persecuzione poliziesca e giudiziaria (nella persona del Segretario generale Scuderi, di suoi militanti e dello stesso Bolscevico) la sua ferma denuncia delle mire e delle azioni interventiste, militariste e guerrafondaie del risorto imperialismo italiano.
Quello che nemmeno Gelli, Craxi, Andreotti, il capo dei gladiatori Cossiga, e tutta la feccia fascista, golpista e militarista avrebbero potuto allora prevedere è che un giorno sarebbero stati proprio gli ex comunisti, i rinnegati, la "sinistra'' di regime, a condurre felicemente in porto questo infame obiettivo storico della destra che è l'esercito professionale, mercenario, interventista, che solo pochi anni prima avevano avversato come strumento di golpismo e militarismo.
Certo non avrebbero mai osato sperare di ridurli a un tale stato di servilismo verso il capitalismo e l'imperialismo, al punto che proprio sotto i governi di "centro sinistra'' si sarebbero fatti i passi più audaci verso il nuovo modello di difesa interventista, che si sarebbe rimesso piede armato in Albania sulle orme di Mussolini, che l'Italia avrebbe partecipato alla guerra imperialista alla Serbia, che i carabinieri fossero promossi a quarta forza armata del Paese, che l'Italia si sarebbe dotata di una vera portaerei per supportare il suo espansionismo militare, e che l'interventismo "umanitario'' armato fino ai denti sarebbe diventato il nuovo credo dei rinnegati del comunismo.