VARATO IL NUOVO GOVERNO PALESTINESE SPONSORIZZATO DAGLI USA E DAI SIONISTI
Per il governo italiano è "un passo importante sulla via delle riforme"
HAMAS: SARA' SCONTRO SE IL GOVERNO ABU MAZEN REPRIMERA' L'INTIFADA

Il 23 aprile Mahmud Abbas, meglio noto col nome di battaglia di Abu Mazen, ha definitivamente sciolto la riserva sull'incarico di formare il nuovo governo palestinese e presentato la lista dei ministri che è stata approvata dal parlamento palestinese nella seduta del 29 aprile. Abu Mazen ha risolto con l'aiuto dell'inviato del presidente egiziano Mubarak le ultime questioni sulla composizione del governo che lo hanno visto impegnato in un braccio di ferro con Arafat in particolare sulla carica di ministro degli Interni, un ruolo chiave del suo dicastero visto il proposito ripetuto anche dopo il voto favorevole del parlamento di voler mettere fine alla resistenza armata contro Israele. Uno dei punti, assieme ai meriti acquisiti nell'aver stipulato gli accordi di pace imperialisti di Oslo nel '93, che gli avevano garantito la sponsorizzazione degli Usa e dei sionisti.
La formazione del nuovo esecutivo palestinese era stata avviata il 18 marzo dal Consiglio legislativo palestinese riunito a Ramallah che aveva approvato in via definitiva, con 69 voti favorevoli e 1 contrario, la modifica alla Legge fondamentale dell'Autorità nazionale palestinese che istituisce la figura di primo ministro e gli attribuisce una parte dei poteri detenuti dal presidente. La legge era stata definita nella riunione dell'11 marzo e il presidente palestinese Arafat aveva designato alla carica di premier Mahmud Abbas (Abu Mazen), il numero due dell'Olp. Abu Mazen aveva accettato con riserva perché riteneva, cosiccome i suoi sponsor americani, di non avere poteri sufficienti sulla politica interna ed estera.
La modifica istituzionale e la nomina del candidato premier sono avvenute infatti su pressione degli imperialisti americani e dei sionisti israeliani che vogliono ai vertici palestinesi dei dirigenti maggiormente accondiscendenti ai loro progetti di "pace" per garantirsi il pieno controllo della regione.
Il curriculum di Abu Mazen, considerato "un amico" dagli Usa, è appropriato: è stato uno degli artefici degli accordi di Oslo e di Washington del 1993 che prevedevano l'autogoverno palestinese sulla striscia di Gaza e su diverse città della Cisgiordania per un periodo transitorio massimo di cinque anni fino a un accordo permanente. L'intesa era stata preceduta dal mutuo riconoscimento tra Olp e Israele. Era un'intesa per disarmare la resistenza e perpetuare l'occupazione israeliana, denunciarono varie organizzazioni palestinesi; la riprova si ha a dieci anni di distanza. Abu Mazen vuol riprendere a tessere il filo degli accordi di Oslo per assicurare la pace imperialista in Palestina.
Col beneplacito degli Usa, dei sionisti che l'hanno subito invitato per una visita ufficiale, dei paesi imperialisti europei. Assieme all'inviato egiziano hanno premuto fino all'ultimo su Arafat affinché accettasse alla carica degli Interni l'affidabile Dahlan. Il compromesso raggiunto tra Arafat e Abu Mazen prevede che il dicastero degli Interni sia affidato al primo ministro mentre Dahlan in qualità di sottosegretario agli Interni avrà la responsabilità della sicurezza. Il via libera alla formazione del governo palestinese è stato salutato da un coro di approvazione dei paesi imperialisti. Fra gli altri il ministro degli Esteri Franco Frattini ha espresso la soddisfazione per il "passo importante sulla via delle riforme da tempo auspicata dalla comunità internazionale e concretamente sostenuta dal governo italiano" e ha garantito l'impegno della Ue e dell'Italia "per riportare le parti al tavolo negoziale".
Di altro avviso sono stati diversi gruppi palestinesi. Il Fronte popolare di liberazione della palestina (Fplp), dopo l'incontro col premier del 23 marzo, annunciava in un comunicato che non avrebbe fatto parte del nuovo governo ritenendo il suo programma troppo debole rispetto alle pretese degli Usa e dei sionisti di puntare soprattutto a depotenziare l'Intifada e la resistenza all'occupazione. Abu Samadana, uno dei fondatori dei Comitati di resistenza popolare a Gaza, denunciava che "Abu Mazen è parte di un progetto degli americani e di Israele volto a dominare, ad annientare il popolo palestinese. La resistenza non riconoscerà mai un uomo che passa il tempo a rimproverare il suo popolo e non apre bocca contro l'occupazione che ammazza i nostri bambini. Anzi fa di tutto per compiacere l'occupazione. Abu Mazen è come il presidente afghano Hamid Karzai, una marionetta degli imperialisti. Noi lo respingiamo".
Fuori dall'esecutivo si erano chiamati anche Hamas e la Jihad. All'annuncio della formazione del nuovo esecutivo il portavoce di Hamas, Abdelaziz Rantisi, dichiarava che se il governo "rimarrà nella trincea della resistenza all'entità sionista" sarà accolto con favore ma se "seguirà il vecchio programma di negoziati farà la fine dei governi che l'hanno preceduto".