La Margherita vota con la Casa del fascio
Varato il pompiere-poliziotto
Stravolto il ruolo dei vigili del fuoco. Limitate le libertà sindcali

Con una legge approvata in via definitiva il 22 settembre al Senato, il parlamento nero ha varato la "riforma" del corpo dei vigili del fuoco voluta dalla Casa del fascio, con la quale i pompieri vengono praticamente adibiti a corpo di pubblica sicurezza e non più di protezione civile.
Secondo questa legge, infatti, i vigili del fuoco saranno svincolati dal comparto contrattuale del pubblico impiego per essere invece retribuiti come i poliziotti: a decidere cioè le modifiche e gli adeguamenti contrattuali della loro categoria saranno i ministeri dell'Interno, dell'Economia e della Funzione pubblica. Inoltre, con i decreti attuativi che saranno varati nei prossimi 12 mesi, il ruolo di protezione civile dei pompieri dovrebbe essere trasformato a tutti gli effetti in un ruolo di pubblica sicurezza: pompieri-poliziotti, appunto. Si ritornerebbe insomma al passato, a quando i pompieri erano un corpo militarizzato alle dirette dipendenze del ministero dell'Interno e non avevano alcun diritto di associazione sindacale e tantomeno di sciopero come gli altri lavoratori.
Un contributo rilevante all'approvazione della legge è venuto dalla Margherita, che con i suoi voti ha soccorso la Casa del fascio a cui erano mancati i voti della Lega, notoriamente contraria a ogni rafforzamento di controllo centralistico sulle "forze dell'ordine". La vergognosa scelta della Margherita, di sfilarsi dall'opposizione per appoggiare la "riforma" voluta dalla Casa del fascio (e soprattutto dai fascisti di AN) è stata senz'altro suggerita dalla Cisl, ancora una volta schieratasi a fianco del governo, assieme alla Uil, per isolare la Cgil che è fortemente contraria alla rimilitarizzazione del corpo.
La Cisl, il cui potere clientelare si avvantaggerebbe sicuramente di un passaggio della categoria sotto il controllo ministeriale, dove questo sindacato ha più influenza che altrove, esalta il vantaggio retributivo che questa legge comporterebbe, fino addirittura a 300 euro, con l'equiparazione degli stipendi dei pompieri a quelli dei poliziotti. Tesi questa smentita recisamente dal coordinatore nazionale dei vigili del fuoco Cgil, Adriano Forgione, sia perché le paghe base tabellari di poliziotti e pompieri, pari a circa 1.000 euro mensili, si equivalgono, sia perché il finanziamento della legge consentirebbe a conti fatti aumenti di soli 30 euro a testa.
Con questa legge, sempre secondo il coordinatore nazionale Cgil, "sono minacciati molti spazi sindacali e lo stesso diritto di sciopero, che adesso dovremo difendere con i denti in sede dei decreti attuativi. E poi, come corpo, non avremo più alcuna autonomia: la struttura viene centralizzata al massimo sotto il ministero degli Interni e i prefetti, perdendo il rapporto con enti locali e territori che ci contraddistingueva".
E quel che è peggio, aggiungiamo noi, è che in questo modo i pompieri rischiano di essere adibiti non solo e non tanto a compiti di protezione civile, ma in interventi "antisommossa", "antiterrorismo", missioni militari all'estero e altri compiti del genere: di diventare cioè senza volerlo cani da guardia del regime neofascista e imperialista come i poliziotti, i carabinieri e l'esercito professionale interventista.

13 ottobre 2004