Per prevenire e gestire le crisi dei membri dell'Ue
Verso il Fondo monetario europeo?

Nella riunione dell'8 Marzo scorso la Commissione europea ha discusso di alcune proposte per la creazione di un Fondo di salvataggio per i Paesi dell'eurozona in difficoltà. Le ipotesi valutate dovrebbero essere presentate alla discussione dei 16 paesi che hanno adottato l'euro entro la metà dell'anno. Sul tavolo, tra le altre, la proposta lanciata dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, di dar vita a un nuovo organismo in seno all'Unione europea che offra sostegno ai paesi in difficoltà finanziarie, un Fondo monetario europeo (Fme) che possa intervenire come il Fondo monetario internazionale (Fmi).
Alla richiesta di aiuto di paesi come la Grecia, che per il deficit di bilancio ha sfiorato il rischio di bancarotta, i governi europei hanno risposto con: rimettete a posto i conti e arrangiatevi. Si sono comunque opposti all'intervento del Fmi visto come un segnale di debolezza dell'Eurozona. D'altra parte i Trattati Ue vietano il salvataggio di uno stato membro, la clausola del no bail out determina che nessun paese può accollarsi il debito di un altro stato membro, puntando a evitare che la crisi finanziaria di uno paese della Ue si propaghi agli altri. Ma il problema del soccorso ai paesi in difficoltà è rimasto senza soluzioni. Da qui la proposta tedesca.
"Per la stabilità della zona euro e il suo equilibrio interno abbiamo bisogno di un'istituzione con esperienza e poteri analoghi a quelli del Fmi" ha dichiarato il 7 marzo il ministro delle Finanze tedesco, con la precisazione che in nessun caso il Fme sarà in concorrenza con il Fmi. Una proposta ribadita dalla cancelliera Angela Merkel: "i nostri strumenti sono insufficienti, l'Europa deve essere in grado di rispondere alle sfide del momento perché vogliamo risolvere i nostri problemi da soli". E se sarà necessario, ha precisato la Merkel, seguiremo la procedura per modificare i Trattati Ue.
Berlino chiama ma Parigi non risponde. Il ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, ha ribattuto che si tratta di un'idea "interessante" ma da considerare nell'ambito del più ampio dibattito del miglioramento della gestione dell'eurozona. Il governo francese pensa più che a una istituzione a creare un vero "governo economico" dell'unione monetaria. In ogni caso, si afferma a Parigi, "la proposta di un fondo monetario europeo è una strada interessante che dobbiamo esplorare, insieme ad altre, ma non può essere una priorità assoluta nel breve termine".
Con parole simili l'ha accolta il presidente della Commissione europea José Barroso: quello del governo tedesco è "un contributo interessante" alla discussione ma dato che l'idea "potrebbe rendere necessaria la modifica dei Trattati" non può essere una proposta per le urgenze di oggi.
Fra gli scettici alla proposta di Berlino vi è il governo italiano. Il ministro delle Finanze Giulio Tremonti si è detto "non interamente convinto", "dopotutto - ha commentato- l'Fmi dovrebbe agire come una banca. E poiché i Paesi europei contribuiscono a finanziare l'Fmi perché presti denaro in giro per il mondo, allora perché non dovrebbero attingere al suo capitale?".
Il dibattito per la creazione di nuovi strumenti di intervento europei nelle crisi finanziarie è appena avviato ma prima delle questioni tecniche (chi mette i soldi, chi li gestisce, con quali strumenti, se vale per i paesi dell'eurozona o per tutti i 27 membri, ecc..) viene l'aspetto politico sottolineato dalla Merkel: "vogliamo risolvere i nostri problemi da soli". Ossia la superpotenza imperialista europea deve dotarsi di tutti gli strumenti, anche finanziari, che ritiene utili per i propri scopi senza dover ricorrere e dipendere da altri, tantopiù come il Fmi dove il ruolo egemone della concorrente potenza imperialista Usa è ancora forte.

24 marzo 2010