A Miami
Compromesso al Vertice sull'Alca
Il Brasile di Lula si bea del fatto che non ci sia stata una rottura
Migliaia di manifestanti protestano contro il Trattato, la polizia carica e opera 160 arresti
Il vertice di Miami del 20 e 21 novembre scorsi dell'Area di libero commercio delle Americhe (Alca) si è concluso con un compromesso tra le richieste degli Usa di una maggiore riduzione delle barriere doganali degli altri paesi e quelle di Brasile, Argentina e Ecuador che chiedevano in particolare la riduzione delle barriere doganali e il taglio dei sussidi agricoli americani. Il documento approvato dai 34 ministri del commercio dei paesi del continente, tutti eccetto Cuba, ha elencato le questioni discusse ma non ha fissato alcun obiettivo. Una formula di compromesso che ha evitato la rottura ma che ha permesso all'imperialismo americano di sostenere che il quadro di riferimento è valido per sviluppare nel frattempo accordi bilaterali, quegli accordi dove il peso della superpotenza americana è determinante per imporre le volontà di Washington ai singoli paesi. Eppure il Brasile di Lula si bea del fatto che non ci sia stata una rottura.
Contro il trattato Alca si sono svolte a Miami, nella settimana del vertice, diverse iniziative organizzate dal movimento no-global culminate nella manifestazione del 21 novembre. Il corteo promosso dal sindacato Afl-Cio e da altre organizzazioni americane, cui hanno aderito molte organizzazioni sindacali, contadine e sociali sudamericane, è sfilato per le vie della città sotto un ferreo controllo poliziesco. Alla conclusione della manifestazione la polizia ha caricato i dimostranti e ne ha arrestati 160.
In preparazione dell'appuntamento di Miami il ministro del Commercio americano Robert Zoellick aveva ripetuto che gli Usa si aspettavano dagli altri paesi l'adozione di impegni per continuare a sviluppare il "libero commercio'' nell'area; ovvero a abbattere le proprie barriere doganali per facilitare l'ingresso di prodotti e capitali statunitensi. Il fronte del rifiuto alle proposte americane era rappresentato da Brasile e Argentina che ribaltavano sugli Usa la richiesta di abbattere il protezionismo in agricoltura. Per svincolarsi dalle pressioni dell'imperialismo americano i paesi del Mercosur, il Mercato economico del cono Sud che comprende quasi tutti i paesi sudamericani, annunciavano il 13 novembre una intesa con la Ue, la concorrente superpotenza imperialsita europea degli Usa, per la firma di un accordo di libero commercio entro l'ottobre del 2004. Dalla padella alla brace.
Il vertice di Miami si è chiuso con una formula di compromesso che consente a ogni paese di negoziare con gli altri secondo le proprie "esigenze''. Per il ministro degli Esteri brasiliano Celso Amorin è prevalsa una buona dose "di realismo e di pragmatismo che permette a ogni paesi di negoziare dentro uno schema generale''. Meglio così che un fallimento come a Cancun, ha convenuto l'americano Zoellick. Gli Usa hanno il via libera agli accordi bilaterali con i quali, ha affermato il segretario di Stato Colin Powell, "garantire alle imprese nazionali il controllo del territorio che si estende dal polo Artico all'Antartide, senza nessun ostacolo e difficoltà per il libero accesso dei capitali, dei prodotti, dei servizi e della tecnologia statunitense in tutto l'emisfero''.
La realizzazione comunque del progetto dell'Alca pensato a Washington. Il trattato per la costituzione dell'Alca, per definire le regole dell'area di libero scambio che comprende tutto il continente dall'Alaska alla Terra del Fuoco sotto l'egemonia dell'imperialismo americano, dovrebbe essere firmato entro l'1 gennaio del 2005. Così era previsto nell'atto costitutivo dell'Alca approvato a Miami nel 1994 sotto la presidenza di Clinton che aveva dato gambe a un progetto lanciato dal suo predecessore, Bush senior. Per aggirare l'ostacolo rappresentato da gruppi di paesi coalizzati contro gli Usa alla Casa Bianca mandano avanti il progetto per tappe e Zoellick ha annunciato che entro la metà del prossimo anno sarà definito un accordo multilaterale con i paesi dell'area andina.