Al vertice di Evian
ACCORDO DEL G8 SULLE "RIFORME STRUTTURALI" PER "MERCATO DEL LAVORO", PENSIONI, SANITA', PRODOTTI E CAPITALI
Niente per i poveri dal mercato. Nel mirino Iran e Repubblica Popolare di Corea. Le polizie francese, tedesca e svizzera attaccano i contestatori del G8

Il vertice del G8 che si è tenuto nella città francese di Evian il 2 e 3 giugno è stata una delle prime occasioni di riunione plenaria degli otto grandi dopo l'aggressione imperialista all'Iraq che li aveva visti divisi; con Bush si erano schierati Gran Bretagna, Italia e Giappone, dall'altra parte Francia, Germania, Russia e Canada. L'Iraq e altri temi di politica internazionale sono stati discussi nel vertice che istituzionalmente sarebbe dedicato alle questioni economiche e finanziarie, questioni che a fronte di una crescita economica ridotta al lumicino sono state liquidate nel documento finale con una botta di ottimismo legata alla "fiducia" nella ripresa, accompagnata dalla precisa indicazione di proseguire nelle "riforme strutturali" neoliberiste. Ampio spazio al mercato è la parola d'ordine del G8 che naturalmente non vale per loro, a partire da Usa e Francia che difendono coi denti le loro sovvenzioni in agricoltura, vale solo per i paesi più deboli e poveri per aumentare la loro dipendenza e sottomissione agli organismi finanziari imperialisti, come il Fondo monetario e la Banca mondiale, e alle multinazionali.
In Europa Germania e Olanda sono alle soglie della recessione, il dollaro debole rispetto a euro e yen penalizza le esportazioni delle due zone economiche concorrenti degli Usa ma il comunicato finale del vertice non ne fa menzione tutto preso a sottolineare che "le nostre economie si sono confrontate con diverse sfide, tuttavia ci sono le condizioni per una ripresa", quali siano non è chiaro ma gli Otto si dichiarano comunque "fiduciosi nel potenziale di crescita delle nostre economie". è vero che Bush ha promesso di fare la sua parte e di frenare la caduta del dollaro che penalizza Europa e Giappone ma è una promessa tutta da verificare considerando che il dollaro debole aiuta gli Usa a frenare la crisi economica e a recuperare le spese per la guerra in Iraq.
Tra le misure da mettere in piedi per aiutare la ripresa ci sono le "riforme strutturali", ovvero una maggiore spinta liberista al "mercato del lavoro", verso le controriforme dei sistemi pensionistici e sanitari pubblici, verso una ancora maggiore liberalizzazione dei mercati dei prodotti e dei capitali. Un appoggio indiretto verso chi, come Chirac, ha già dato il via alla riforma delle pensioni dei dipendenti pubblici sollevando la giusta reazione dei lavoratori, e a Berlusconi che si appresta a mettere in pratica la legge delega in discussione in parlamento.
Quanto agli aiuti ai paesi più poveri da Evian sono uscite solo le oramai ritrite e false promesse. Dalla riunione del prevertice che si è tenuta l'1 giugno fra i rappresentanti degli Otto e quelli di Cina, India, Brasile, Messico, Malesia, Sudafrica, Senegal, Egitto e Algeria sono uscite alcune richieste da parte dei paesi invitati per intervenire sui problemi dei paesi poveri; il G8 le ha ignorate. Chirac ha chiesto a Bush e Blair che ospiteranno le prossime riunioni del G8 a ripetere l'esperienza di un incontro allargato ad altri paesi, visto che il G8 "non ambisce a essere il direttorio di questo mondo", perciò anche chi non fa parte del club dei ricchi deve essere "ascoltato e rispettato". E ignorato una volta finita la passerella dell'incontro.
Al presidente brasiliano Lula, a suo agio in doppiopetto insieme ai grandi, a quello messicano Fox che chiedevano interventi per combattere la fame e la povertà, al premier indiano Vajpayee che chiedeva la riduzione delle barriere tariffarie dei paesi ricchi il G8 ha risposto ignorandoli e bocciando altre ipotesi di intervento quali la sospensione dei sussidi ai prodotti agricoli diretti verso l'Africa, la definizione di meccanismi per proteggere i pesi più poveri dalle oscillazioni dei prezzi delle loro esportazioni di materie prime, di abbattere i prezzi dei medicinali nei paesi poveri per combattere Aids, malaria e tubercolosi. Nessun ostacolo al libero mercato e ai profitti delle multinazionali farmaceutiche.
Sui temi politici il vertice di Evian ha registrato un nuovo passo di riavvicinamento agli Usa del fronte dei quattro paesi contrari che hanno accettato di non dire una parola sulla guerra nel documento finale e di sottoscrivere l'obiettivo di costruire "un Iraq con piena sovranità, stabile e democratico", sotto l'occupazione militare e l'amministrazione americana.
A dire il vero Putin aveva anticipato i tre partner e nell'incontro con Bush l'1 giugno a San Pietroburgo aveva messo una pietra sopra al "momento di disaccordo" con Washington per ribadire la cooperazione rafforzata tra Russia e Usa; gli era bastata la conferma americana che almeno una parte dei contratti petroliferi stipulati da Mosca con Saddam sarebbe stata rispettata, come indicato nella risoluzione Onu che affida la gestione del futuro dell'Iraq alle potenze occupanti. A Evian solo Chirac ha tenuto la parte, per opporre alla visione del mondo unipolare a guida americana di Bush quella sua di un mondo multipolare, con più poli imperialisti che si contendono il dominio del globo. Non ha però mancato di reclamare un posto al banchetto della spartizione delle risorse irachene indicando che "adesso bisogna lavorare insieme per rimettere in sesto il paese".
Unità di vedute anche riguardo alla soluzione imperialista per il Medio Oriente, sulla "road map", con una concessione degli Usa a Chirac che vorrebbe tirare dentro al progetto anche Siria e Libano; al sostegno al governo fantoccio dell'Afghanistan; nel dare la priorità alla lotta al terrorismo e contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa; nelle minacce a Iran e Repubblica popolare di Corea. Alla Corea il G8 ingiunge di smantellare "in modo visibile, verificabile e irreversibile qualsiasi programma di armamento nucleare", all'Iran ingiunge di accettare ispezioni "senza porre condizioni" ai propri impianti nucleari civili. L'Onu e le agenzie internazionali non sono nemmeno citati, sono gli otto paesi imperialisti che si prendono il diritto di garantire il controllo e la "prevenzione" delle armi di sterminio di massa richiamandosi alle ispezioni, ai controlli sulle esportazioni e alle "altre misure in accordo alla legge internazionale". E con Chirac e Berlusconi a garantire che non si tratta di minacce di intervento militare ma solo diplomatico.
Il vertice si è tenuto in una Evian blindata dalla polizia francese che ha bloccato le manifestazioni nella vicina Annemasse. La vicina frontiera con la Svizzera è stata presidiata dalla polizia di Berna che ha ricevuto un supporto da quella tedesca. Le polizie dei tre paesi hanno più volte attaccato con lacrimogeni e bombe assordanti le manifestazioni, in particolare quelle a Ginevra e Zurigo, in alcuni casi col pretesto di rispondere agli attacchi dei famigerati black bloc in altri deliberatamente; diversi i manifestanti feriti, alcune centinaia arrestati. Interventi repressivi della polizia si sono verificati anche nei campeggi della zona e sono culminati nell'assalto al centro culturale Usine da parte di agenti in borghese armati di spranghe e manganelli. Nonostante lo schieramento poliziesco nei tre giorni dei summit vi sono state diverse manifestazioni di protesta contro il G8 fra le quali quella del 1° giugno quando circa 100 mila dimostranti sono confluiti al posto di frontiera di Thonex-Vallard. Una parte dei dimostranti sono partiti dalla cittadina francese di Annemasse, gli altri da Ginevra; in testa al corteo francese i lavoratori della scuola che chiedevano lo sciopero generale contro i progetti di controriforma della scuola e delle pensioni pubbliche del governo Raffarin.