Conferenza internazionale sull'Iraq
Il vertice di Sharm avalla le elezioni farsa di Bush e Allawi
Nel vago il riferimento al ritiro delle truppe di occupazione dell'Iraq
La Conferenza internazionale sull'Iraq, convocata dall'imperialismo americano, che si è tenuta nella località egiziana di Sharm el Sheikh il 22 e 23 novembre si è chiusa con l'approvazione di una Dichiarazione finale in 14 punti che avalla le elezioni farsa del 30 gennaio prossimo nel paese occupato cosiccome volevano Bush e il fantoccio Allawi.
Il risultato del vertice che si è tenuto a porte chiuse è che il processo di "democratizzazione" dell'Iraq deciso a Washington procederà col consenso dei principali paesi imperialisti, gli altri membri del G8 oltre agli Usa più la Cina e al rappresentante della Ue, degli organismi internazionali dall'Onu all'Organizzazione della conferenza islamica (Oci), alla Lega araba, dei paesi confinanti e altri paesi arabi. Una delle questioni finora ritenute determinanti dai paesi contrari all'intervento militare in Iraq quali la Francia, la Germania e la Russia sulla definizione di una data per il ritiro delle truppe occupanti è invece rimasta nel vago. Deciderà la Casa Bianca.
I 24 partecipanti, fra ministri degli Esteri e segretari generali delle organizzazioni, hanno firmato il documento finale i cui contenuti erano stati anticipati nei giorni precedenti e che riprende lo schema della risoluzione numero 1546 dell'Onu dell'8 giugno scorso, scritta dagli Usa, con la quale l'organizzazione imperialista internazionale legittimava l'occupazione dell'Iraq e il governo fantoccio Allawi. A Sharm il ministro degli Esteri francese Michel Barnier ribadiva che "dobbiamo guardare al futuro, la Francia e l'Europa sono pronte a farlo. Abbiamo il dovere collettivo di mettere fine all'instabilità dell'Iraq". Ha ricevuto il caloroso ringraziamento del segretario di Stato americano Colin Powell, al suo ultimo impegno nella carica prima di passare la mano alla collega Condoleezza Rice. Evidente che i progetti delle potenze imperialiste occupanti siano scivolati sul velluto.
Il ministro degli Esteri del governo fantoccio iracheno si è presentato a Sharm con la convocazione delle elezioni per il 30 gennaio prossimo. Le elezioni generali di gennaio servono per definire "un'Assemblea Nazionale di Transizione che crei un Governo di Transizione ed elabori una Costituzione permanente per l'Iraq che porti alla formazione di un governo democraticamente eletto entro il 31 dicembre 2005". Così recita la dichiarazione finale che ha ignorato le richieste di una delegazione sunnita irachena che chiedeva il rinvio del voto, l'avvio di un negoziato per fermare "gli attacchi violenti e gli assassinii di donne e bambini" nelle città irachene e la data del ritiro delle forze occupanti. Le forze Usa erano ancora impegnate nella distruzione di Falluja. La delegazione non era ricevuta dai partecipanti al vertice e solo Giordania, Egitto e Lega araba si facevano timidi portavoce delle richieste sunnite. Il governo fantoccio respingeva la richiesta e incassava il consenso alle elezioni di gennaio.
La dichiarazione aggiungeva che "i ministri incoraggiano il governo ad interim dell'Iraq a tenere il prima possibile, prima della data delle elezioni, una riunione con i rappresentanti politici e della società civile irachena per condividere i risultati di Sharm el Sheikh". Il vertice chiede un coinvolgimento nel processo elettorale di "tutti gli elementi che rifiutano la violenza" e che quindi dovrebbero dare una mano a isolare la resistenza per "normalizzare" più velocemente il paese occupato. Il passaggio della dichiarazione era sostenuto dalla Francia e dal segretario dell'Onu Kofi Annan che ha sostenuto: "prima del voto ci vuole la riconciliazione nazionale".
La comunità sunnita resta per il boicottaggio delle elezioni. Sulle quali è chiamato a vigilare l'Onu nell'ambito del "ruolo centrale" assegnatogli dalla risoluzione 1546, ovvero il certificatore delle elezioni farsa.
La "sicurezza" delle elezioni sarà garantita dai 150 mila soldati delle truppe imperialiste di occupazione, che probabilmente aumenteranno per l'occasione, ribattezzate dall'Onu Forza multinazionale. "Il mandato della Forza multinazionale - recita la dichiarazione - non è a tempo indeterminato, si concluderà secondo quanto previsto dalla risoluzione 1546, al completamento del processo politico". A fine 2005 o comunque quando lo richiederà il governo fantoccio iracheno, secondo la risoluzione Onu. Come dire che deciderà la Casa Bianca.

1 dicembre 2004